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La Tesla mortale di Roma

La Tesla mortale di Roma. Perché a Roma si continua a morire per suv o auto potenti guidate da gruppi di ventenni. Il caso fa meno parlare perché probabilmente una donna di 67 anni fa meno impressione di un bambino di 5 anni. E poi nel caso della Tesla mortale di Roma non c’è il tema social: per settimane ci siamo sentiti dire da tutte le testate italiane che il tema dell’incidente mortale di Roma erano i giovani e i social. Nessuno ad esempio ha chiesto quando questi ventenni hanno preso la patente visto che esistono dei limiti di potenza per i neopatentati. Potrebbe essere un risultato o una proposta migliore quella di limitare meglio la potenza delle autovetture che vengono affidate a chi in teoria ha appena iniziato a guidare. Invece si è preferito parlare di social network, perché i social sono il grande nemico di un’Italia che parla spesso di innovazione, ma non ha idea di preciso di come applicarla. Siamo a malapena fuori dal periodo in cui le persone hanno digerito il mito startup. Fino a poco tempo fa si sono spesi miliardi a caso per qualunque proposta “innovativa”. In pochi si chiedevano se effettivamente servissero certe proposte, ma il tema “tirava”. E dunque sono stati stanziati miliardi di bandi pubblici e privati per effetti quanto meno discutibili. Ora siamo sul grande terreno dei social, che fanno perdere quello più razionale della gestione del traffico. E di chi lo crea. Perché gli unici provvedimenti sono quelli di chiudere le città o rendere impossibile viaggiare in auto in città, stabilendo gerarchie economiche in un Paese dove non mancano già di loro: alla fine in città gira solo chi può pagare box, pass o alla peggio le multe. Però è un tema complicato. Sembra meglio scagliarsi contro il “potere forte” di turno, cioè i social. E spesso tramite social. Con il risultato che la Tesla mortale di Roma viene derubricato a caso di cronaca nera triste, ma non così serio da parlarne. Un articolo e via. Fino al prossimo incidente mortale.

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Tesla mette in moto il Bitcoin

Tesla mette in moto il Bitcoin. L’azienda di Elon Musk ha infatti annunciato di aver investito un miliardo e mezzo di dollari nella crypto più famosa di sempre. L’effetto è stato di far levitare il prezzo a continui nuovi record: il Bitcoin è a un passo da toccare i 39,000 euro al pezzo dopo che giorni fa sembrava già un record aver toccato di 35,000. E mentre Tesla mette in moto il Bitcoin, tutti gli altri seguono la scia. DOGE, Ethereum, DCR sono tutti in continua salita e anche altre valute minori sembrano avere una tendenza positiva. L’Ethereum si conferma più stabile, con una crescita meno impetuosa di altre valute sta arrivando ai 1,500 dollari. Invece IOTA e ZILLIQA danno segno di poter iniziare un rialzo fortissimo con percentuali di crescita superiori al 20 per cento. Sarà un fuoco di paglia causato dalla salita del Bitcoin che trascina tutto il mercato o è un cambio di prezzo stabile?

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