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Pista ciclabile occupata da un tir a Corso Buenos Aires, intervengono i vigili

È successo proprio ieri, quando un autista poco attento ha pensato bene di posteggiare il suo mastodontico camion per più di un’ora nel bel mezzo della ciclabile, bloccando il transito di decine di ciclisti nel centro di Milano. Per oltre un’ora, un enorme camion ha occupato la pista ciclabile in Corso Buenos Aires, una delle strade principali di Milano. Lo ha segnalato sulle sue pagine social, con tanto di fotografia, la presidente del Municipio 3 Caterina Antola. Anche l’assessora alla Mobilità del Comune, Arianna Censi, ha commentato l’incidente, precisando che sono state emesse pesanti multe nei confronti del mezzo pesante da parte della Polizia locale di Milano. Un atto gravissimo che ha messo in pericolo i ciclisti e bloccato la circolazione in una delle zone più trafficate della città. I ciclisti sono stati costretti a deviare il percorso o a scendere dalla bici e camminare sul marciapiede. Per oltre 60 minuti le auto sono rimaste incolonnate, con conseguenti ritardi e disagi per tutti. Un evento simile non dovrebbe mai ripetersi. Le piste ciclabili sono luoghi dedicati esclusivamente alla circolazione di biciclette e monopattini, non certo ai mezzi pesanti. I conducenti di camion e auto devono prestare maggiore attenzione e rispettare la segnaletica stradale per non mettere in pericolo gli utenti più vulnerabili. Solo così Milano potrà diventare una città a misura di ciclista. Per oltre un’ora, un enorme tir ha occupato la pista ciclabile, impedendo il passaggio di ciclisti e monopattini. A denunciare l’accaduto è stata la presidente del Municipio 3, Caterina Antola, che ha postato sui social una foto del mezzo pesante parcheggiato dove non doveva. L’assessora alla Mobilità Arianna Censi ha commentato l’episodio, annunciando pesanti multe per il tir da parte della Polizia Locale. Occupare una pista ciclabile è infatti illegale e può mettere in pericolo l’incolumità di chi si sposta in bici o con altri mezzi di micromobilità. Una vicenda che dimostra come a Milano la convivenza tra diversi mezzi di trasporto sia ancora complicata. Forse più controlli, telecamere e dissuasori potrebbero aiutare a scoraggiare comportamenti irresponsabili come quello del tir in Corso Buenos Aires. La Polizia Locale è intervenuta prontamente dopo la segnalazione dell’ostruzione della pista ciclabile. Hanno sanzionato il conducente del TIR con una multa salata per aver parcheggiato il mezzo pesante in un’area non consentita. Il conducente del TIR è stato multato per aver violato il Codice della Strada. Le sanzioni per questo tipo di infrazione possono essere piuttosto pesanti, fino a diverse centinaia di euro. La polizia ha anche intimato al conducente di rimuovere immediatamente il veicolo dalla pista ciclabile per evitare ulteriori provvedimenti. La presenza del TIR parcheggiato sulla pista ciclabile costituiva un serio pericolo per i ciclisti e gli altri utenti della strada, oltre a causare intralcio al traffico. La prontezza dell’intervento della Polizia Locale ha permesso di risolvere rapidamente la situazione, garantendo la sicurezza dei ciclisti e consentendo la normale circolazione nell’area. Episodi come questo evidenziano l’importanza di una costante vigilanza sulle strade, soprattutto in una metropoli trafficata come Milano. La Polizia Locale svolge un ruolo fondamentale per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada e reprimere comportamenti irresponsabili come quello del conducente del TIR in questione. E così, un altro giorno in città e un altro esempio di come le regole della convivenza civile vengono ignorate. Speriamo che la sanzione, per quanto salata, serva almeno da monito per il futuro. Nel frattempo, armatevi di santa pazienza e godetevi il vostro giretto in bici o a piedi, scansando tir, auto in doppia fila e tutto il resto. Dopo tutto siamo milanesi, gente che non si fa certo spaventare da un po’ di traffico impazzito! E se proprio non ce la fate, beh, c’è sempre il tram…

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Invochiamo la liberazione dal traffico

Invochiamo la liberazione dal traffico. Perché se c’è un problema che sta esplodendo da quando Ford ha lanciato la prima auto di massa è il traffico. L’aspetto spassoso è che se ne parla da circa un secolo. Eppure ancora non è successo un tubo: al massimo hanno costruito strade di asfalto pure dove non servivano. E spesso distruggendo le comunità locali che le ormai mitiche “infrastrutture” dovevano rivitalizzare. Da qualche parte si è iniziato a invocare e applicare il numero chiuso per limitare l’invasione di turisti. Perché alla fine la soluzione è sempre tenere fuori i poveri: con il numero chiuso che sta andando forte in diverse parti d’Italia i prezzi schizzeranno ancora di più e dunque solo i ricchi potranno andare ad Amalfi, sulle Dolomiti e via così. Certo, potrebbe essere il momento in cui milioni di persone scoprirebbero luoghi veramente belli e non solo quelli resi famosi da operazioni di marketing territoriale ben riuscite. Ma di fatto certi luoghi saranno eliminati dalla mappa di alcuni. E tutto perché nonostante la capacità di inviare sonde su Marte, non siamo stati in grado di ripensare i flussi di traffico. Perché il reddito di cittadinanza agli Elkann e alle loro auto che non compra più nessuno va bene, ma pensare a cosa stava succedendo era troppo difficile. E ora anche i tedeschi con i loro macchinoni da foresta nera hanno scoperto che sulle ex mulattiere scavate nella roccia si va a due sensi e dunque o hai un panda-model o crei un ingorgo impossibile da gestire. Magari smetteranno di ammassarsi sul Garda e con tutta probabilità diminuiranno i morti da incidenti in barca. Ma intanto invochiamo la liberazione dal traffico perché non sono solo i laghi ad essere assediati, ma tutti i luoghi di cazzeggio (ops villeggiatura). Se ne è accorto pure Briatore. Magari recuperando i modelli Covid in cui alle città si poteva accedere con scaglionamenti perché scuole e aziende avevano cambiato i propri orari di apertura e chiusura, già si potrebbe combinare qualcosa di buono, senza stravolgere eccessivamente le deboli anime ministeriali. Per i luoghi turistici, la soluzione è semplice: basterebbe smettere di puntare al turismo come fonte principale di sostentamento. O almeno farlo nella versione di quei liguri geniali che avevano un giro di olandesi che pagavano per andare a raccogliere le olive al posto dei liguri. Il sogno di Zio Paperone, però almeno quelle erano aziende agricole. Non solo l’ennesimo agriturismo di…villeggiatura.

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Sala: al via ztl per traffico troppo significativo

“Le polemiche sono polemiche dovute. È chiaro che ogni decisione che l’amministrazione prende è contestata dall’opposizione per definizione. Rimane il fatto che il traffico era molto e troppo significativo in queste ultime settimane e che con la fine delle scuole portiamo meno disagio”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha replicato alle critiche del centrodestra per la riattivazione a partire da oggi, dopo lo stop nella p10andemia, delle ztl di Area B e Area C, con orario pieno, e della sosta a pagamento, a margine della presentazione del palinsesto di eventi estivo. “D’altro canto questa è la normalità. Non è che possiamo invocare la normalità e la riapertura però Area B e Area C no, perché? – ha concluso – Se vogliamo riportarci verso la normalità, dobbiamo accettare quelle che sono le regole rispetto alle quali il Comune di Milano viene gestito”. ANSA

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Fratelli d’Italia: la guerra agli automobilisti crea una trappola di traffico e smog

“Dopo corso Venezia, corso Buenos Aires, viale Monza e via Melchiorre Gioia adesso anche viale Zara è destinata a diventare una trappola di traffico e smog”. E’ il commento dell’eurodeputato milanese di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza all’inizio dei lavori in viale Zara. “Il merito è ancora una volta della giunta Sala che – continua Fidanza – non contenta di aver disseminato la città di aree pedonali e piste ciclabili inutili, ha deciso di restringere questa importantissima arteria per recuperare qualche posto auto. I lavori partono oggi e una parte del viale sarà ridotta a una sola corsia per senso di marcia. Peccato che la penuria di parcheggi sia causata proprio dalle scellerate politiche ideologiche sulla mobilità del duo Sala-Granelli, che a pochi mesi dalla fine del suo mandato continua a stravolgere la mobilità di Milano, sperperando un mare di denaro pubblico” conclude l’Eurodeputato. “Iniziano oggi le opere di restringimento di viale Zara” gli fa eco il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale Andre aMascaretti, “da due a una corsia per senso di marcia. E’ l’ennesima opera destinata a creare ingorghi e realizzata dalla Giunta Sala negli ultimi mesi prima di abbandonare Palazzo Marino. Sembra la politica della terra bruciata attuata dai Russi contro Napoleone: anziché avvelenare i pozzi e distruggere le derrate alimentari, la Sinistra che guida Milano da ormai dieci anni, distrugge la viabilità cittadina e colpisce commercianti e artigiani. Infatti, l’economia milanese si basa sulla dinamicità e, se vuoi distruggere Milano, devi bloccarla. Detto, fatto. Lasceranno dietro di loro una Città senza risorse – conclude Mascaretti – con le attività schiacciate dal peso delle tasse locali, dagli affitti comunali e dai divieti”.

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Grandi (Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”

Grandi (Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”. Le foto delle metropolitane piene di persone ammassate avevano sollevato molte polemiche nelle scorse settimane, ma la situazione è oggettivamente molto difficile: ad esempio, si possono mettere i segnaposti nei vagoni come fatto da Atm, ma le persone possono non rispettarli.  Grandi questa volta ha postato su Facebook una foto dell’assembramento su un autobus. Tra l’altro il tema è proprio quello degli orari di punta sul quale Elena Grandi, coportavoce nazionale dei Verdi, prova a proporre la soluzione del partito ambientalista: “La 95 oggi alle 14.30. Nella stessa condizione la 44, la 40, la MM1 e altre linee di superficie e della metropolitana. Il virus si fa una scorpacciata. Questa è Milano. Ma la situazione è la stessa in tutte le nostre grandi città. Proposte per l’immediato, emergenziali, se vogliamo evitare il lockdown totale: taxi a 2 euro per tutti. Bus turistici che partano dalle stazioni ferroviarie. Proposte per l’immediato ma strutturali: un piano di potenziamento del trasporto pubblico, del sistema ferroviario, della mobilità sostenibile. Servono soldi? Certo. Subito: per l’emergenza e per il piano strutturale. Se consentiremo al nostro paese di continuare a lavorare, e di farlo in sicurezza, saranno i soldi meglio spesi”. La velocità però non sembra la caratteristica dell’attuale politica lombarda. Una classe dirigente devastata dal Covid 19 e dalle sue conseguenze potrebbe non avere le energie per affrontare le ondate di virus che sono previdibili e previste: la prossima dovrebbe essere verso febbraio e secondo alcuni varrebbe la pena organizzarsi direttamente per quella, visto che quella attuale è già sfuggita di mano. Ritardi, inefficienze e impreparazione generale del sistema si notano ovunque, anche dalle denunce di Grandi(Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”. Denunce a cui seguono anche proposte pratiche da cui potrebbero prendere spunto sia il Comune che Regione Lombardia.

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Sala preoccupato per il traffico nella “fase 2”

Nella fase della ripartenza dopo l’emergenza Coronavirus avrà come conseguenza che “la capacità del trasporto pubblico diminuirà di molto per cui purtroppo aumenterà il traffico delle auto in una città che normalmente è inquinata“. E’ la riflessione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che nel consueto video sui social ha parlato delle fase 2 della mobilità cittadina. “Noi stiamo aspettando, e speriamo arrivino il prima possibile, informazioni su come si riaprirà e quando si riaprirà ma ci stiamo portando avanti. E vi parlo di metrò, bus e tram – ha aggiunto -. Troveremo delle formule per mettere il servizio in sicurezza per esempio come si accederà alle stazioni del metrò, come le bloccheremo se il numero è eccessivo, come disegneremo i punti dove le persone potranno stare sulle banchine, o in piedi o seduti nei vagoni”. Sala ha poi chiamato i cittadini “alla collaborazione perché noi abbiamo 1200 carrozze della metropolitana, 1300 bus e 400 tram, ed è impensabile che mettiamo della gente a controllare che abbiate le mascherine a posto quindi serve la vostra collaborazione“. La città di Milano sta chiedendo al governo di poter realizzare con più facilità, senza troppa burocrazia, nuove piste ciclabili e di finanziare quei cittadini che sceglieranno di comprare una bicicletta elettrica per spostarsi nella fase 2 della ripartenza. ANSA  

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