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Sala: vorrei i verdi nella mia coalizione

“Sto discutendo con i Verdi: vorrei che fossero con noi con un patto ben definito, accordi chiari, sentendosi loro forza di governo. Per il resto immagino che tutti quelli che mi sostengono oggi siano felici di sostenermi”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, parlando con SkyTg24 della coalizione che lo sosterrà per il secondo mandato a Palazzo Marino. “A volte – ha ammesso Sala – sono brusco e diretto, ma ho un comportamento lineare e credo di essere leale. Spero che chi è stato con me voglia continuare a farlo. Da qui a dire che vinceremo ce ne corre”, ha ammesso. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, “credo che in questa fase essendoci divergenza importante sulla gestione credo sia saggio che ognuno faccia la sua corsa. Non credo che saremo assieme”, ha tagliato corto Sala sul tema.

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Grandi (Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”

Grandi (Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”. Le foto delle metropolitane piene di persone ammassate avevano sollevato molte polemiche nelle scorse settimane, ma la situazione è oggettivamente molto difficile: ad esempio, si possono mettere i segnaposti nei vagoni come fatto da Atm, ma le persone possono non rispettarli.  Grandi questa volta ha postato su Facebook una foto dell’assembramento su un autobus. Tra l’altro il tema è proprio quello degli orari di punta sul quale Elena Grandi, coportavoce nazionale dei Verdi, prova a proporre la soluzione del partito ambientalista: “La 95 oggi alle 14.30. Nella stessa condizione la 44, la 40, la MM1 e altre linee di superficie e della metropolitana. Il virus si fa una scorpacciata. Questa è Milano. Ma la situazione è la stessa in tutte le nostre grandi città. Proposte per l’immediato, emergenziali, se vogliamo evitare il lockdown totale: taxi a 2 euro per tutti. Bus turistici che partano dalle stazioni ferroviarie. Proposte per l’immediato ma strutturali: un piano di potenziamento del trasporto pubblico, del sistema ferroviario, della mobilità sostenibile. Servono soldi? Certo. Subito: per l’emergenza e per il piano strutturale. Se consentiremo al nostro paese di continuare a lavorare, e di farlo in sicurezza, saranno i soldi meglio spesi”. La velocità però non sembra la caratteristica dell’attuale politica lombarda. Una classe dirigente devastata dal Covid 19 e dalle sue conseguenze potrebbe non avere le energie per affrontare le ondate di virus che sono previdibili e previste: la prossima dovrebbe essere verso febbraio e secondo alcuni varrebbe la pena organizzarsi direttamente per quella, visto che quella attuale è già sfuggita di mano. Ritardi, inefficienze e impreparazione generale del sistema si notano ovunque, anche dalle denunce di Grandi(Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”. Denunce a cui seguono anche proposte pratiche da cui potrebbero prendere spunto sia il Comune che Regione Lombardia.

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I Verdi lanciano la raccolta fondi per salvare San Siro

I Verdi lanciano la raccolta fondi per salvare San Siro. Un appello rivolto a tutti coloro che vogliono impedire la demolizione dello stadio di Milano. Ecco l’appello lanciato su Gofundme: Ti chiedo di contribuire alle elevate spese legali del ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia contro la decisione della Direttrice Generale del settore Archeologia belle arti e paesaggio del Ministero dei Beni Culturali -Arch. Federica Galloni che NON HA POSTO il vincolo di interesse culturale allo stadio Giuseppe Meazza come richiesto dal ricorso gerarchico presentato dai Verdi-Europa Verde Milano e accettato dai Comitati Tecnico- Scientifici dello stesso Ministero, deputati a valutare il valore storico dei nostri beni culturali. Gli esperti del Ministero , hanno infatti accettato le tesi addotte dai Verdi- Europa Verde di Milano, e ritenuto che lo stadio di San Siro presenti un indubbio interesse culturale e storico dovuto alle strutture con più di settanta anni di storia e hanno anche , “ribadito, con forza l’esistenza di un valore fortemente simbolico per la città di Milano rivestito dallo Stadio San Siro, esprimendo la necessità che la Soprintendenza avvii con solerzia un percorso amministrativo relativo ad un provvedimento di tutela ai sensi dell’art. 10, c. 3, lett. d). Infine, i Comitati, così come proposto dal Presidente del Comitato tecnico-scientifico per le Belle arti prof. Tomaso Montanari, hanno suggerito di considerare l’ipotesi di avocazione di tale procedimento da parte della Direzione generale Archeologia belle arti e paesaggio.” Questa la storia Quando i Fondi Immobiliari proprietari delle squadre di Milano presentarono le loro prime proposte per la realizzazione del loro intervento edilizio, che prevedeva la demolizione di San Siro, la Soprintendenza Milanese venne interpellata sulla presenza o meno di un vincolo storico dello stadio. Si riunì quindi la Commissione Regionale delle Soprintendenze che, nella seduta del 23 aprile 2020, sulla base della documentazione istruttoria presentata dalla Soprintendenza di Milano con nota prot. n. 3540 del 4 febbraio 2020, concluse con esito negativo il procedimento di verifica dell’interesse culturale. Con questo si sanciva la possibilità che San Siro venisse totalmente demolito senza nessuna prescrizione né vincoli. Rispetto a questa decisione, I Verdi Europa Verde Milano hanno presentato, in data 18 giugno 2020 un Ricorso Gerarchico alla Direzione del Ministero dei Beni Culturali. Questo ricorso è stato valutato dai Comitati di esperti del Ministero, persone senza nessun interesse personale o secondi fini se non quello della protezione dei beni comuni e culturali del nostro paese. I comitati hanno condiviso e accettato il ricorso dei Verdi- Europa Verde Milano e trasmesso alla Direzione Generale il loro verbale. Ma la Direttrice del Ministero, Arch. Federica Galloni ha respinto il ricorso, non considerando minimamente le conclusioni dei Comitati, con un decreto che rappresenta un pericoloso precedente che mette in discussioine l’operato dei Comitati Scientifici del Ministero e la difesa del nostro patrimonio culturale e architettonico. L’azione Da qui la necessità di rivolgersi al Tar della Lombardia per SALVARE SAN SIRO da una sicura demolizione e di raccoglere, entro il 15 novembre 2020, i fondi necessari alla presentazione del ricorso. ll ricorso viene proposto VERDI-Europa Verde di Milano rappresentati dall’ avv. Veronica Dini, specializzata in questo tipo di azione legale. L’importo raccolto sarà versato all’avv. Dini per le spese del ricorso. Se non hai la carta di credito puoi inviare una mail a [email redacted] per ricevere informazioni sulle modalità alternative di versamento.

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Ricorso dei Verdi al ministero per San Siro

Ricorso dei Verdi al ministero per San Siro. Ad annunciarlo Andre Bonessa, uno dei portavoce del movimento ambientalista via Facebook: “Mariolina de Luca Cardillo e io , a nome dei Verdi di Milano, abbiamo fatto un ricorso gerarchico al MIBACT per porre un “vincolo” al Meazza. Questo per chiarire cosa pensiamo della demolizione di San Siro. Ma questo non è il problema. Il problema è che il Meazza è un simbolo. Ma non solo il simbolo della Milano calcistica, è il simbolo di come questa amministrazione intenda lo sviluppo di questa città. Dietro la vicenda Meazza c’è la convinzione che la crescita, lo sviluppo, il futuro di Milano ( e dell’Italia) possano ri-partire dal mattone. Da quel mattone sotto il quale rischiamo di rimanere seppelliti e che in molti casi è zavorra. Dietro la Vicenda Meazza c’è la convinzione che aumentare la ricchezza di pochi possa aumentare la ricchezza di molti. Che costruire case da 10.000 euro al metro quadro possa risollevare le sorti di chi ne guadagna 1000 al mese. E’ questo che ci racconta questa vicenda. Ci racconta che quando parliamo di quanto MIlano sia cresciuta in questi anni ( andandone anche un po’ orgogliosi) citiamo Porta Nuova e City Life. Che hanno arricchito i fondi stranieri ( e di dubbia provenienza) ma che niente hanno fatto ricadere su questa città. Una città senza un piano industriale ma con mille e non più mille bar, ristoranti, paninoteche che si sono sfaldati al sole della prima crisi. La città delle week, dell’apparenza, della periferie ripittate come si pittano le piste ciclabili con migliaia di macchine parcheggiate sui parterre o i marciapiedi. Una città cresciuta grazie a una finanziarizzazione edilizia ma che presenta ancora le stesse deficienze abitative degli anni 80, in cui non c’è un intervento che sia uno a direzione pubblica. Questo ci racconta il Meazza. Il simbolo di una sconfitta culturale che non sta ( solo) nel distruggere le sue gradinate, ma nel prospettare un futuro “televisivo” a chi resterà sempre fuori dallo schermo. Chi dovrebbere scendere contro lo scempio “Meazza” non siamo noi, comoda borghesia che disquisisce di legami storici, identità culturale, socialità Bianciardiana del calcio. Chi dobbiamo far scendere in piazza sono quelli che a cento metri vivono in abitazioni degradate, in quartieri abbandonati, ( anche con opere di Ponti, Figini e Pollini e altri lasciate andare in malora) che vedranno crescere, come sempre, la ricchezza ( di pochi) sulle loro spalle”.

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Il fronte verde contro il Comune

Il fronte verde contro il Comune. Da mesi, come raccontiamo sull’Osservatore, i comitati verdi nascono spontaneamente per contrastare l’azione amministrativa di Palazzo Marino. E sono sempre più convinti di aver sbagliato a fidarsi del centro sinistra. Anche Gianni Barbacetto oggi sul Fattoquotidiano riporta la protesta di Baiamonti Verde Comune e la manifestazione unitaria indetta dai Verdi in piazza Scala per domani: il punto lo avevamo sollevato anche noi, ci sembrava sbagliata l’idea di stoppare le polemiche per la costruzione di un’altra piramide in Porta Nuova proponendo di creare il museo della Resistenza. Sicuramente era un’ottima idea dal punto di vista della comunicazione: chi avrebbe potuto sollevare anche solo un sopracciglio per quello che è uno dei tabù più intoccabili della storia contemporanea? Eppure qualcuno non si è lasciato intimorire e ha rilanciato la palla nell’altro campo dichiarando di voler scrivere all’Anpi per spiegare come non si possa barattare Salute con la Resistenza. E intanto i comitati si sono riuniti per lanciare la manifestazione di domani: Milano è una delle città più inquinate d’Europa e nell’ultimo mese i livelli di pm10 nell’aria sono risultati il doppio del limite consentito per diversi giorni consecutivi. Tutti gli studi scientifici provano che alberi ad alto fusto sono in grado di combattere lo smog nel lungo periodo in modo efficace e continuo, assorbendo la Co2 e fungendo da barriera contro gas, polveri sottili afa e calore. Ma l’unica misura annunciata dal Sindaco Sala per far fronte a una situazione di totale emergenza è la proposta del divieto di fumo alle fermate di tram e autobus, e per il 2030 il divieto totale di fumo all’aperto. Purtroppo è la realtà di una città che continua a consumare inesorabilmente suolo e di un’Amministrazione che non si preoccupa minimamente delle critiche che si sono levate in ogni zona da parte dei cittadini in favore di mantenimento e cura del verde per un’aria più pulita e di una reale partecipazione degli abitanti alle scelte pubbliche. Invitiamo tutti i cittadini e tutte le associazioni impegnate sui territori a discuterne insieme, a unirsi per far capire a Sindaco e Amministrazione che un altro modello di città non solo è possibile, ma anche indispensabile per la salute pubblica. Un modello che sia realmente ecologico, democratico e partecipato! Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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Sala e il punto dolente dell’ambiente

Sala e il punto dolente dell’ambiente. In questi giorni, come ha ammesso lui stesso, a Milano è tornata centrale la questione “verde”. In tutta la città si creano comitati e gruppi di cittadini che cercano di difendere le aree verdi dall’avanzata delle ruspe, spesso senza successo. Per proporre due esempi su tutto: in Baiamonti la resistenza verde è collassata davanti all’annuncio del nuovo museo della Resistenza (eppure nessuno sembrava sentirne il bisogno), mentre il Politecnico ha preferito abbattere un boschetto invece che trovare il modo di bonificare i propri terreni radioattivi per edificare una nuova sede per la facoltà di chimica. Nel frattempo l’aria di Milano è irrespirabile: l’Area C, dopo anni sembra che si possa dire, non è servita a migliorare l’aria a Milano, ma solo a rendere più vivibile il centro. Nella zona dove vivono i ricchi il traffico è diventato meno caotico e il Comune ha introitato decine di milioni di euro senza dire come li spendeva. Non è una polemica, ma un fatto: l’altro inganno di Area C è stato l’affermare che quei soldi sarebbero stati utilizzati per politiche ambientali, ma Palazzo Marino non ha mai raccontato come e dove ha speso quei denari. Decine di milioni estratti dalle tasche di chi già paga le tasse pure per usare le strade del centro, trovandosi però poi a poterle percorrere solo pagando un’ulteriore tassa. Cioè: se sei povero devi pagare come gli altri, più una tassa per accedere al mondo dei benestanti. E questa è la sinistra, la formazione che si spaccia per popolare e che pare avere veramente poco di popolare. Lo stesso Sala è campione di questo pensiero dominante: ricco e fidanzato con niente meno che una Bazoli (per chi non lo sapesse Bazoli senior è uno dei banchieri più potenti d’Italia e sotto processo a Bergamo proprio per il suo lavoro di banchiere) ha trascorso la sua prima campagna elettorale a ignorare il suo avversario. Un atteggiamento mai visto che per quanto apparisse sprezzante non lo ha penalizzato. Sala d’altronde è lo stesso che secondo i giudici ha truccato le carte di Expo. E lo stesso atteggiamento di superiorità sembra sia la linea che Sala ha deciso di tenere sulla questione ambientale: Elena Grandi, portavoce nazionale dei verdi e assessore del Municipio 1, ha provato a chiedergli almeno delle scuse per gli abbattimenti di alberi degli ultimi mesi. Invece si è sentita rispondere che dovrebbe essere contenta di “avere il privilegio di far parte della mia maggioranza” e che in fondo a livello internazionale lei non è nessuno, mentre Sala sì quindi sarà lui a portare la bandiera dell’ambientalismo. Una perfetta risposta da marchese del Grillo o da bullo: tu non sei nessuno, anzi ringrazia che sei tra i miei stipendiati. Ora a più resta incomprensibile perché i Verdi si ostinino a considerasi di sinistra. Noi temiamo che sia un problema di eredità culturali: il dibattito e il pensiero politico attuali sono molto legati al Novecento, ma per fortuna il secolo dei massacri è finito da tempo. L’Austria, nazione meno morta psicologicamente dell’Italia, ha appena varato un governo con i verdi e la destra. In Italia i Verdi invece pensano di dover per forza essere succubi dell’area Pd che ormai non si capisce cosa abbia di sinistra. A Milano poi il paradosso è ancora più evidente: le politiche ambientali come l’Ecopass le ha avviate proprio il centrodestra. Poi la sinistra le ha storpiate in quella che appare come un’estorsione di massa. Grandi e i suoi però preferiscono restare nella nicchia lasciandosi bullizzare pubblicamente da soggetti spregiudicati come Sala. Una scelta incomprensibile, a maggior ragione per Sala e il punto dolente dell’ambiente. Il sindaco è in difficoltà e lo sarà sempre di più su questo aspetto, non ha le idee né le competenze per uscire dal Novecento. Solo un grande, immenso ego, nutrito dal suo adorante circolo di fedelissimi. La stessa sindrome colpì personaggi come Bossi, che a un certo punto si ritrovò coinvolto con i diamanti tanzanesi.  

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