10 Ottobre 2023

Silvia Roggiani unica candidata alla Segreteria del Pd in Lombardia

Torna al voto il Pd, gli iscritti milanesi e lombardi sceglieranno rispettivamente il segretario metropolitano e quello regionale. Su quest’ultimo i circa 20 mila dem dei 723 circoli regionali avranno una scelta è obbligata: l’unica candidata è Silvia Roggiani, attualmente deputata e a capo dei pd milanesi. “Non la fine di un percorso — avverte lei — ma l’inizio di un viaggio che faremo insieme con l’obiettivo di riconquistare la Lombardia nel 2028”. L’ufficializzazione della nomina della successora di Vinicio Peluffo arriverà però solo il prossimo 28 ottobre, primo giorno utile — dopo le suppletive di Monza del 22 — per convocare l’assemblea regionale dem dopo il voto di oggi per le segreterie provinciali e aver nominato, entro 15 giorni, i delegati provinciali che parteciperanno al voto. E se nelle diverse province il Pd si presenta con un solo candidato, a Milano (e Varese), a sfidarsi saranno in due: alle primarie voteranno i circa 9 mila iscritti dell’area milanese e metropolitana. I risultati dai 160 circoli (di cui 44 in città) sono attesi dopo le 21. Da un lato Alessandro Capelli — ex responsabile delle politiche giovanili nella giunta Pisapia e oggi vice di Roggiani e coordinatore della campagna elettorale di Majorino alle Regionali — e dall’altro Santo Minniti, presidente del Municipio 6. Il primo esprime una candidatura “in continuità” con quella del partito nazionale di Elly Schlein, anche se dalla sua ha una buona parte dei riformisti milanesi (come la vicesindaca Anna Scavuzzo e il capogruppo in Comune Filippo Barberis). Minniti invece è appoggiato da una corrente di minoranza di riformisti capeggiata dalla deputata Lia Quartapelle, dal consigliere regionale Pietro Bussolati e dell’assessore milanese Pierfrancesco Maran. Per capire se la sfida c’è nonostante Capelli sia il favorito — con Minniti che accusa il Pd di «subalternità» a Sala — bisognerà guardare i numeri dei precedenti: Bussolati nel 2013 fu eletto con 2.600 voti (su 8mila votanti); Roggiani, nel 2018, ne prese 3.500 su 6mila dem.

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Caso camici, per i giudici le procedure sono regolari: nessun accordo tra Fontana e il cognato

Anche se “si volesse ipotizzare un interessamento di Fontana e quindi un trattamento di favore per l’impresa gestita dal cognato, la regolarità della procedura di scelta del contraente e della conclusione del contratto, elimina ogni residuo dubbio in merito”. E agli atti “non si rinviene la prova del contestato preventivo accordo” tra Attilio Fontana e Andrea Dini “avente ad oggetto le sorti e le modalità della fornitura”. Lo scrive la Corte d’Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui, il 10 luglio, ha confermato i proscioglimenti, con la formula “perché il fatto non sussiste”, per il Governatore lombardo e altri quattro indagati, tra cui il cognato Dini, per la vicenda, che tante polemiche politiche aveva suscitato, di una fornitura di camici e altri dispositivi di protezione, all’epoca della prima ondata Covid, poi trasformata in donazione. Un caso che, con la conferma della Corte (Manzi-Buonamici-Siclari) del verdetto “di non luogo a procedere” del gup Chiara Valori in udienza preliminare, si è chiuso definitivamente dopo oltre 3 anni. Non vi è “prova alcuna”, evidenziano i giudici, che Fontana, difeso dai legali Jacopo Pensa e Federico Papa, “fosse stato messo a conoscenza del fatto che Dama spa”, società del cognato, “aveva concluso un contratto di fornitura onerosa con Aria spa (e quindi con Regione Lombardia)”. L’intervento, “successivo, di Fontana”, si legge ancora, “ha indotto Dini, dopo una prima consegna di merce, a trasformare la fornitura onerosa in donazione”. E quella “novazione contrattuale”, come aveva già scritto il gup, fu “operata in chiaro” e “non simulata”. Assolti dall’accusa di frode in pubbliche forniture, assieme a Fontana e Dini, difeso dagli avvocati Giuseppe Iannaccone, Riccardo Lugaro e Caterina Fatta, anche Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, ex dg e dirigente di Aria, difesi dal legale Domenico Aiello, e il vicesegretario generale di Regione Lombardia, Pier Attilio Superti, assistito dai legali Pietro Gabriele Roveda e Gianluigi Bonifati.

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Treni a idrogeno mozione in Consiglio regionale, Pollini (M5S): “Serve trasparenza, la Giunta renda pubblici gli atti”

Il Consiglio regionale della Lombardia discuterà domani una mozione nell’ambito del progetto H2iseO, che tratterà investimenti sulla rete per un reale beneficio ambientale e sociale. Paola Pollini (Consigliera regionale M5S): “Servono chiarezza e trasparenza, di modo che i cittadini possano essere coinvolti nell’ambito della realizzazione di un progetto che li riguarderà molto da vicino. Mi auguro che domani il centrodestra sia in grado in Aula, di dare quelle risposte che finora ha negato. Da maggio una mia richiesta di accesso agli atti indirizzata a Ferrovie Nord giace inevasa, mentre mi vengono fornite da Regione Lombardia risposte parziali alla richiesta di documentazione completa relativa all’istanza di accesso al PNRR. Perché tutta questa mancata trasparenza, nell’ambito di un progetto che ha una valenza di carattere pubblico e generale perché riguarda un servizio pubblico essenziale, perché realizzato da una società dove Regione Lombardia detiene la maggioranza delle quote e perché impiegherà risorse pubbliche del PNRR ovvero soldi di tutti gli italiani? Per questi semplici motivi, tutta la documentazione dovrebbe stare su un sito web a disposizione di chiunque. Il tutto mentre Regione, Governo e FNM insieme ad ALMSTOM presentano in pompa magna i nuovi treni a idrogeno, rigorosamente senza fornire la benché minima informazione tecnica. Questo atteggiamento non può far altro che alimentari dubbi, su di un progetto che di dubbi non dovrebbe alimentarne affatto”.

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AION: la mostra “Portrait Experience. Fotoritratti illustrati”

La fotografia che si trasforma in visione magica nel tempo e nello spazio attraverso una rielaborazione illustrata, per trasmettere sentimenti ed emozioni nuove. “Portrait Experience. Fotoritratti illustrati”, in programma dal 10 al 26 ottobre da Lab 1930 in via Mantova 21 a Milano, è la nuova mostra firmata AION artstudio, il duo formato da Douglas Andreetti e Giada Negri, lui ritrattista e lei illustratrice, che lavorano insieme dal 2020. Il filo invisibile che unisce fotografia e illustrazione, realtà e finzione narrativa, testimonianza e interpretazione, è il cuore della produzione artistica di AION artstudio, che fissano l’attimo indelebile che inizia nel momento dello scatto e che si trasforma, con estrema perizia tecnica e comunicativa, in una visione illustrata, realtà decorata che rinvia a volte alle fiabe della migliore tradizione europea. “Portrait Experience” vuole essere una mostra work in progress che ha bisogno della partecipazione del pubblico per sbocciare e prendere poco alla volta forma sulle pareti della galleria, arricchendosi giorno dopo giorno di nuovi ritratti. “Portrait Experience” si presenta infatti come un happening che inizierà il giorno dell’inaugurazione (martedì 10 ottobre, 16-20) e si concluderà con il giorno del finissage (giovedì 26 ottobre, 18-20), quando i partecipanti alle sessioni fotografiche potranno finalmente prendere il proprio ritratto incorniciato e portarselo a casa. Durante le due settimane di apertura della mostra, oltre al giorno dell’inaugurazione, sabato 14 e sabato 21 ottobre (fasce orarie 10-13 e 15-19) il pubblico potrà prenotarsi per uno shooting illustrato a pagamento e al quale potranno partecipare tutti: bambini, genitori, nonni, soli oppure insieme, anche in compagnia dei propri amici a quattro zampe. La mostra “Portrait Experience. Fotoritratti illustrati” è inserita nel programma della 18ª edizione di Photofestival, la rassegna di fotografia d’autore che dal 15 settembre al 31 ottobre 2023 propone un ricco programma di mostre e altre iniziative diffuse sul territorio metropolitano di Milano e in alcune province lombarde, per promuovere la cultura dell’immagine (milanophotofestival.it).

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Lega: “Mozione a favore di Israele votata in aula nonostante qualche mal di pancia della sinistra”

“Durante la giornata di oggi abbiamo lavorato per presentare una mozione unitaria di condanna degli atti terroristici di Hamas e di vicinanza e sostegno ad Israele. Dopo numerose trattative abbiamo raggiunto un accordo unitario con i gruppi di centrodestra e la maggioranza. Il testo su cui è stato raggiunto un accordo cita le parole di condanna del Governo e del Presidente Mattarella e impegna la Giunta a mobilitarsi in favore dello Stato di Israele dimostrando un pieno supporto e vicinanza in questo momento drammatico, a organizzare un incontro tra la comunità ebraica milanese e il comune, a illuminare il comune con i colori di Israele o esporre la bandiera israeliana e farsi promotrice di iniziative per la Pace in Medio Oriente e per il rispetto dei diritti umani”. “È per noi importantissimo dimostrare, con orgoglio e piena convinzione, di essere dalla parte di Israele e dimostrare piena vicinanza e sostegno a un popolo attaccato, a uno Stato che ha il diritto di esistere e il dovere di difendersi.  La sinistra ha voluto aggiungere la richiesta di mettere anche la bandiera della pace, scelta accettata per far passare la mozione ma poco comprensibile dopo i massacri di Hamas. Qualcuno vuole forse dialogare con un’organizzazione terroristica? Inoltre in aula abbiamo sentito interventi di chi ha accusato Israele per quanto successo e di chi non voleva la bandiera israeliana sul Comune. Insomma a sinistra, come spesso succede, non c’è mai una linea unitaria, nemmeno dopo fatti così gravi”. Cosi in una nota il gruppo consiliare della Lega, dopo l’approvazione di una mozione unitaria a favore di Israele a prima firma di Silvia Sardone.

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