De Chirico Vs. Arienta: parole grosse e mezze verità

De Chirico Vs. Arienta: parole grosse e mezze veritàA tenere banco in questi giorni sono stati i commenti relativi all’accesa discussione avvenuta nel corso di una commissione online fra il Capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico e la Consigliera del PD Alice Arienta. E’ necessario fare chiarezza sia su quanto avvenuto in commissione, sia su quanto accaduto in seguito perché, quello che traspare  – almeno dai titoli – di alcuni giornali e dai post di alcuni esponenti di sinistra, è che De Chirico avrebbe praticamente invitato l’Arienta ad andare a fare la calzetta per poi scusarsi pentito. Non è andata esattamente così.

De Chirico, richiamato dalla Arienta perché stava partecipando alla commissione online mentre era in auto, si è inalberato e le ha risposto “vai ai giardinetti” non per invitarla a fare altro piuttosto che la consigliera, ma per ricordarle che in passato anche lei si era collegata dai luoghi più disparati (dal parco giochi dei bambini ad esempio, ma anche in bikini dall’isola d’Elba, sollevando il disappunto del Consigliere Enrico Marcora), cosa che ha ribadito nella lettera di scuse (per i toni non per i contenuti) che ha inviato alla Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi “ho perso le staffe perché non accetto lezioni da chi si collega dalla spiaggia o dal parchetto” aggiungendo “Penso sia abbastanza inutile ricordare, nei quattro anni di commissioni online, gli assessori collegati dalla macchina di servizio, chi in bicicletta, chi alle prese con spadellamenti vari, chi indaffarato con l’aspirapolvere, chi appena uscito dalla doccia. Non mi sono mai permesso di dire nulla nei confronti di costoro”.

I toni dicevamo: De Chirico ha sicuramente esagerato nei toni e con i termini e non lo nega “ieri sono stato protagonista di un episodio increscioso in cui ho perso le staffe e ho urlato contro le colleghe D’Amico e Arienta”  scrive infatti alla Buscemi, precisando però “Mi scuso per gli epiteti coloriti, ma non accetto che mi si voglia fare la morale senza prima farsi un esamino di coscienza”. Della forma si è quindi scusato l’azzurro, non per la sostanza, come hanno cercato di fare credere alcuni,  travisando prima quanto ha detto e poi quanto ha scritto.

De Chirico è noto per le sue posizioni garantiste ed è uno strenuo difensore dei diritti di tutti, al punto di apparire a volte più progressista che liberale e nessuno di quelli che lo conoscono si sognerebbe mai di definirlo un misogino o un maschilista. Chiunque faccia politica a Milano lo riconosce come tale, anche a quelli che per puro tornaconto politico non hanno esitato a metterlo alla gogna scatenargli contro l’esercito di odiatori da tastiera che li seguono fedelmente. Eppure nemmeno le consigliere di sinistra si esprimono sempre come fossero allieve di Monsignor della Casa, lo ha ricordato De Chirico nella sua lettera “La collega Arienta nella precedente consigliatura fece una triste battuta dandomi del ciccione alla presenza della collega Tosoni che sottolineò l’uscita infelice” e anche la Consigliera della Lega Deborah Giovanati parlando di linguaggio d’odio “La Presidente (Buscemi ndr) dimentica che anche lei stessa incappò in un linguaggio inappropriato quando disse alla Consigliera Giovanati ‘metti via quelle cazzo di piantine’ donate dai bambini della scuola per Ciechi”. Insomma, evidentemente, secondo la sinistra, se si è dalla parte di quelli giusti (loro), si possono anche dire cose sbagliate a cuor leggero.

Concludendo, non resta che citare Rino Formica: “la politica è sangue e merda” e, purtroppo, in casi come questo di sangue non ci sembra proprio di vederne.

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