28 Ottobre 2022

Manifestazione di Casapound e la Rete dei Patrioti davanti all’ambasciata francese

CasaPound Italia e la Rete dei Patrioti hanno organizzato, durante la serata di ieri, un presidio davanti al consolato francese di Milano per ricordare la 12enne Lola Daviet barbaramente stuprata, seviziata e assassinata da una giovane algerina. Durante l’evento sono stati letti alcuni passi tratti dal volume “Il Campo dei Santi” di Jean Respail, un brano del libro “Samurai d’Occidente” di Dominique Venner e un’intervista rilasciata alla stampa italiana qualche anno fa da Renaud Camus, intellettuale transalpino noto per la sua teoria della Grande Sostituzione e per questo perseguitato giudiziariamente dai tribunali parigini. La cerimonia si è conclusa con un minuto di silenzio e la deposizione di un mazzo di fiori per ricordare Lola Daviet. “Quello di Lola Daviet non è che il risultato del fallimento delle politiche migratorie in Francia e in Europa – si legge in una nota diffusa da CasaPound e dalla Rete dei Patrioti – È ora di smetterla di nascondersi dietro un dito, nel timore di deliranti accuse di razzismo da parte della sinistra: le città europee registrano tassi di criminalità sempre più elevati e una delle cause scatenanti è proprio l’ingresso incontrollato di migliaia di immigrati. La società multirazziale e multiculturale è solo un’illusione. Dalle periferie italiane a quelle parigine, dalle città svedesi alle piazze tedesche la realtà è soltanto una: interi quartieri senza legge, dove spadroneggiano gang di stranieri, mentre gli europei diventano sempre più minoranza in casa loro. Quanto ancora dobbiamo aspettare? Quante Lola dobbiamo piangere ancora? L’Europa è casa nostra. Torniamo a vivere le nostre città, torniamo a renderle sicure. Riprendiamocele.” [the_ad id=”36270″]

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Da oggi un’ora di luce in meno in strada

Scattano oggi alcune delle misure decise dal Comune per fronteggiare il caro bollette. Da oggi in città ci sarà un’ora in meno di illuminazione per le strade, 10 minuti in meno la sera e 50 minuti in meno al mattino. E’ stato invece rinviato l’abbassamento della temperatura di due gradi sui mezzi pubblici, bus elettrici, tram e convogli della linea M2. La misura scatta il 3 novembre con l’avvio della stagione termica che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha deciso di rinviare nuovamente con un’ordinanza, viste le temperature ancora miti. La chiusura progressiva di alcune sedi comunali il venerdì, con i dipendenti che saranno in smart working, scatterà invece a partire da venerdì 4 novembre con l’obiettivo di ridurre i costi energetici. Per l’intera durata della stagione termica, le sedi di via Durando 38, via Bergognone 30, via Pellico 16 e via Sile 8, in cui lavorano circa 2.340 risorse, chiuderanno progressivamente il venerdì così da prolungare il benefico effetto dello spegnimento degli impianti nel corso del fine settimana. Domani, fanno sapere da Palazzo Marino, si inizierà con l’accessione posticipata delle luci alla sera nelle zone centrali della città, come quella del Duomo, corso Vittorio Emanuele, piazza San Babila, piazza della Scala, via Orefici. Qui le luci si accenderanno dalle 18:30 circa.Nei giorni successivi si proseguirà poi, in modo progressivo, per andare a regime ai primi di novembre. Così per l’accensione posticipata al mattino che potrebbe scattare da sabato. [the_ad id=”36270″]

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Sala: necessario abbattere San Siro

“C’è un percorso da fare, con buona probabilità il nuovo stadio si farà”. Lo ha detto oggi il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dialogando con gli studenti ospiti della Fondazione Collegio delle Università Milanesi. “Stiamo procedendo con il dibattito pubblico che finirà il 18 novembre, alla fine il Comune deve accettare o rigettare le osservazioni. Per rientrare nell’investimento le squadre devono fare commerciale, uffici, che ci sta ma nel rispetto delle regole. Se dovessi tenere San Siro è chiaro che andrebbero da un’altra parte, in questo senso diventa necessario abbattere San Siro. Con il nuovo stadio credo si procederà”. ANSA [the_ad id=”36270″]

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In 3 settimane 12 rapine in market e farmacie: arrestato 53enne

La Polizia, coordinata dalla Procura di Milano, ha arrestato un 53enne accusato di aver messo a segno 12 rapine tra il 10 dicembre 2021 ed il 2 gennaio 2022 in farmacie e supermercati di Milano per un bottino totale di circa 6mila euro. L’uomo, un italiano pregiudicato attualmente già in carcere per altri reati, fu arrestato in flagranza il 3 gennaio scorso dai poliziotti della Squadra Mobile per una rapina aggravata messa a segno in un supermercato di via Millelire. Le indagini sugli altri colpi e l’analisi delle immagini dei circuiti di videosorveglianza hanno permesso di ricostruire il modus operandi del rapinatore che entrava nei negozi indossando una mascherina chirurgica e coprendosi la testa con un cappuccio, si fingeva cliente e, dopo aver atteso il proprio turno alla cassa, estraeva una pistola con la quale minacciava i dipendenti e si faceva consegnare i contanti. Dopo aver costretto le vittime ad andare nel retro dei locali, si allontanava quindi indisturbato. La ricostruzione della dinamica dei colpi ha consentito agli investigatori di addebitare al 53enne anche le altre rapine compiute a cavallo tra il 2021 e il 2022. ANSA [the_ad id=”36270″]

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Giallo della valigetta: tutti assolti

Era stato ribattezzato il ‘giallo’ della valigetta da 10 milioni di euro: soldi portati in Italia da un ungherese e un russo, atterrati a Linate, e poi scambiati con un italiano in un autogrill. Un misterioso episodio avvenuto quasi 9 anni fa, che aveva portato ad una perquisizione nel 2015 e che oggi in Tribunale a Milano si è chiuso con l’assoluzione di tutti e cinque gli imputati nel procedimento che aveva al centro l’accusa di riciclaggio. Lo ha deciso la terza sezione penale (presidente del collegio Maria Teresa Guadagnino) al termine del processo che vedeva le difese rappresentate dagli avvocati Giacomo Lunghini, Patrizio Nicolò, Elisabetta Busuito, Giuseppe Gallizzi e Andrea Bianchi. Il 28 dicembre 2013, l’ungherese, 43 anni, accompagnato da un russo, era sbarcato a bordo di un jet privato all’aeroporto milanese con la valigetta con dentro “20mila banconote da euro 500” e aveva passato il controllo doganale, spiegando che il denaro proveniva da una banca del suo Paese e serviva per un affare immobiliare. L’ungherese, poi, stando a quanto ricostruito successivamente dalle indagini della polizia giudiziaria, avrebbe scambiato quella valigetta con un’altra incontrandosi con un italiano, 57 anni all’epoca (perquisito nel 2015), in un autogrill vicino Ivrea. La Procura ha indagato ipotizzando una “operazione di riciclaggio internazionale” su quei 10 milioni versati, prima di essere trasferiti a Milano, in un istituto di credito ungherese da un vietnamita. Si era sostenuto che fosse stato concordato uno scambio ‘cash’ tra euro e dollari con le due valigette. Nella ricostruzione difensiva, però, l’ungherese avrebbe riportato a casa solo carta straccia invece che dollari. Oggi lui, il russo, il vietnamita e i due italiani imputati sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” dal riciclaggio e l’ungherese anche dall’intestazione fittizia. Prescritta l’accusa per le false dichiarazioni alla dogana. ANSA [the_ad id=”36270″]

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