Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

Comitato Greco 2.0: al Locatelli-Quasimodo situazione preoccupante

Greco 2.0: al Locatelli-Quasimodo situazione preoccupante. “Quanto sta accadendo nell’Istituto Comprensivo “Locatelli-Quasimodo” di via Bottelli è grave e preoccupante”, denuncia Alessio Fasano, Presidente del Comitato Greco 2.0. “Martedì 20 ottobre gli alunni della terza A Rodari sono stati messi in quarantena in quanto una docente di classe è risultata positiva al tampone Covid – spiega Fasano – un provvedimento comunicato ai genitori attraverso una mail priva di ogni indicazione utile sull’iter da seguire da quel momento in poi. Indicazioni che non sono state date nemmeno dopo diverse richieste di chiarimenti fatte al covid manager dell’Istituto, rimaste senza risposta”. “Cosa ancora più grave – aggiunge Fasano – mentre gli alunni della terza A Rodari sono stati posti in quarantena, quelli della terza B Rodari, continuano a frequentare la scuola nonostante il giorno successivo siano entrati in contatto con la maestra malata (cui auguro una pronta guarigione) che, a detta dei bambini, presentava già sintomi che l’hanno costretta a lasciare anzitempo la scuola. Una situazione che mette a rischio la loro salute quella del corpo docente e di tutti gli altri alunni”. “Ci è stato detto che dobbiamo convivere con il virus e ci impegniamo a farlo, ma non può essere un impegno che ricade solo sulle spalle dei genitori dopo i patti di corresponsabilità che la scuola stessa ci ha chiesto di firmare ad inizio anno. Patti disattesi – conclude Fasano – sia dalla scuola , sia dalle istituzioni, che ci lasciano soli a tutelare la salute e l’equilibrio psicofisico dei nostri figli, oramai privati di ogni spazio di socialità dopo i divieti di praticare attività sportive e la scomparsa della didattica integrata a distanza dall’orizzonte di Regione Lombardia”.

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Chi sta vincendo i bandi degli scali ferroviari

Chi sta vincendo i bandi degli scali ferroviari. Al momento sulla cresta dell’onda sembra esserci la Redo sgr spa, con un claim evocativo: Human living, voglio vivere così. La società si è aggiudicata il bando per lo scalo di Greco e ora anche quello per Rogoredo. La data di consegna è prevista per giugno 2025, dunque si parla di cantieri da aprire subito e dunque lavoro. La rinascita dello scalo di Rogoredo avere per il sud Milano l’effetto avuto dal duo Catella-Unicredit sulla zona a nord ovest. In periodo di crisi dunque è giusto interessarsi a chi sta vincendo i bandi degli scali ferroviari. La Redo sgr spa gestisce oltre un miliardo di euro e dentro ci sono alcune delle più grandi cassoforti pubbliche e private: l’azienda recita la presentazione “gestisce il Fondo Immobiliare di Lombardia Comparto Uno (FIL1), il primo fondo etico per il social housing promosso da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. Il FIL annovera tra i propri quotisti importanti istituzioni come il Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da CDP Investimenti Sgr e sottoscritto da Cassa Depositi e Prestiti per 1 miliardo di euro, le stesse Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Cassa Italiana Previdenza e Assistenza Geometri, Generali, Banco BPM, Aler Milano e TIM. Il FIL aderisce alla Fondazione Housing Sociale la quale svolge attività di Advisor in numerosi progetti immobiliari del FIL”. Una finanza di area prevalentamente cattolica che sta vincendo i bandi e la responsabilità per avviare uno sviluppo urbano nel senso più ampio possibile: nelle condizioni economiche in cui stiamo piombando gestire di migliaia di posti di lavoro sarà sempre più rilevante anche a livello sociale. Se la città tiene, anche l’Italia ha una speranza con tutta la sua economia. Una situazione simile a quella della Wayne Corporation durante la prima grande crisi da cui uscì il sistema di trasporto pubblico. A presiedere Redo sgr c’è Carlo Cerami: è un ex membro del consiglio d’Amministrazione del San Raffaele, di Poste, e ora ai vertici di Cassa Depositi e Prestiti.

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Piscina (Lega): “Ambulanza bloccata nel traffico in Viale Monza, grazie Sala e Granelli!”

Piscina (Lega): “Ambulanza bloccata nel traffico in Viale Monza, grazie Sala e Granelli!”. Lo sfogo del presidente del Municipio 2, in isolamento causa Covid da qualche giorno, arriva insieme a questo video dove si vede un’ambulanza in difficoltà a causa del traffico di viale Monza. “Il Sindaco Sala e l’Assessore Granelli avevano garantito che il nuovo assetto viabilistico di Viale Monza, con la folle ciclabile che non finiremo mai di contestare, non avrebbe determinato maggiori ingorghi e difficoltà per i mezzi di soccorso”, evidenzia Samuele Piscina, Presidente del Municipio 2 di Milano. “In questi giorni autunnali abbiamo invece assistito alla totale congestione di Viale Monza, al punto che i mezzi di soccorso sono letteralmente impossibilitati al passaggio. Ancora di più in questo momento storico in cui i casi CoVid stanno nuovamente aumentando nella nostra città, le tempistiche delle ambulanze sono fondamentali per salvare vite. Solo una visione miope di Milano non può far rendere conto l’Amministrazione comunale della pericolosità di quanto realizzato senza alcun senso logico!”. “Torno a chiedere, insieme a tanti concittadini residenti in Viale Monza, il mea culpa di Sala e Granelli e il ripristino della vecchia viabilità”, conclude l’esponente leghista. “Via Breda rimane sempre la nostra proposta alternativa, credibile e sensata per la pista ciclabile”.

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Un errore di Regione Lombardia “regala” 1,5 milioni di euro a un’azienda renziana

Un errore di Regione Lombardia “regala” 1,5 milioni di euro a un’azienda renziana. La Dori Pubblicità srl ha infatti riconvertito la produzione per produrre dispositivi utili in tempi di Coronavirus, nel dettaglio per la Lombardia si è occupata di visiere. E proprio grazie a un errore di Palazzo Lombardia ha vinto una ricca commessa. L’errore non lo definiamo noi così, ma un documento liberamente consultabile su internet e prodotto dalla Regione stessa: l’8 aprile è partito un ordine per un milione di pezzi alla Dori Pubblicità. Dopo un mese, l’11 maggio, a Palazzo Lombardia si rendono conto che c’è un errore: il nome dell’azienda era finito in cima alla lista, ma in realtà era il terzo classificato. Quindi in teoria non avrebbero dovuto ottenere l’ordine. Regione prova dunque ad annullare l’ordine, ma il giorno successivo un rappresentante della società fa presente che ormai gli verrebbe causato un danno economico considerevole. Le due parti trattano: si riduce la commessa del 20 per cento, circa 820mila visiere, e il prezzo, da 2,7 euro a 1,9 (costo uguale a quello proposto dal primo classificato). Morale: 1,5 milioni di euro che non dovevano essere spesi così. O almeno non prima che gli altri in classifica avessero dichiarato di non poter fornire le visiere. La vicenda, confermata dal titolare della Dori Pubblicità, ha anche un ulteriore aspetto curioso: l’ordine alla fine arriva in ritardo. La data concordata in un primo momento era il 15 maggio, ma l’azienda toscana chiede e ottiene una proroga al 22. La disponibilità di Regione in questo senso sembra strana perché in diverse altre lettere di incarico di quel periodo si ribadiva sempre l’importanza della consegna tempestiva ai fini del pagamento. Non solo, il ritardo è stato diverse volte motivo di annullamento dell’ordine. Buon per la società toscana che in questo periodo di crisi ha potuto incamerare un ordine consistente, ma per i lombardi? Nei prossimi giorni racconteremo altre vicende come questa, seppure di importi minori. Non sarà per colpire l’ex dg di Aria Filippo Bongiovanni, già defenestrato e rimasto unico responsabile dell’affaire camici-Fontana. Solo per raccontare come sia andato in palla un sistema amministrativo.

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Scuola, ATS Milano: 249 casi positivi e 4.380 persone isolate dal 12 al 18 ottobre

Scuola, ATS Milano: 249 casi positivi e 4.380 persone isolate dal 12 al 18 ottobre. ATS Città Metropolitana di Milano comunica che dal 12 al 18 ottobre ha ricevuto segnalazioni di 249 casi positivi: 229 alunni e 20 operatori scolastici. Di questi 249 casi positivi, 130 sono di Milano città, 101 di Milano provincia e 18 della provincia di Lodi. Il numero totale di persone isolate, invece, è 4.380: 4.230 alunni e 150 operatori scolastici. I NUMERI DALL’INIZIO DELLE ATTIVITÀ DIDATTICHE Dall’inizio delle attività didattiche sono stati registrati 585 casi positivi (518 alunni e 67 operatori): 324 sono di Milano città, 230 di Milano provincia e 31 della provincia di Lodi. Le persone isolate dall’inizio delle attività didattiche, invece, sono 10.009: 9.650 alunni e 359 operatori.

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La Lombardia ripiomba in primavera: Covid e lockdown

La Lombardia ripiomba in primavera: Covid e lockdown. Gli stessi errori, la stessa miopia. Non è cambiato nulla. A confermarlo Massimo Galli, l’infettivologo del Sacco diventato una delle voci razionali del 2020. “Le persone che lavorano con me sono amareggiate da vedere la stessa situazione di marzo – ha dichiarato a SkyTg24 – gli ospedali stanno riaprendo rapidamente, non progressivamente, spazi dedicati al covid in reparti dedicati al resto”. Una situazione disarmante, soprattutto per i lombardi che ieri hanno avuto la conferma di quanto la situazione non sia sotto controllo perché è stata sottovalutata: il tracciamento dei contagi è completamente sfuggito di mano. A dirlo il responsabile dell’Ats Milano. Quindi non sappiamo chi si è contagiato, dove, chi ha incontrato, insomma non abbiamo il controllo del virus. Perché fino ad oggi l’unico sistema per combatterlo sarebbe avere una conoscenza millimetrica dei focolai. Invece si è preferito parlare di attacco alla Lombardia, calcio, e altre idiozie belle e buone. E ora la Lombardia rimpiomba in primavera: Covid e lockdown. Senza un piano preciso se non riaprire l’ospedale in Fiera, come se insieme ai macchinari fossero pronti negli armadi anche gli stock precongelati di medici e infermieri. Ci aspettano settimane dure, perché gli “eroi” della primavera si stavano appena riprendendo da un’onda pesantissima. Paura e stanchezza non sono problemi veri per i sanitari abituati alla morte e alle malattie e a turni massacranti, il problema è la delusione. La plastica sensazione di non avere alle spalle nessuno se non un sistema basato sull’improvvisazione. Sull’attenzione ai soldi in tutte le sfaccettature possibili, invece che sulle persone. Una classe dirigente che pensa solo alla settimana, al massimo al mese. Non hanno un piano se non per la loro sopravvivenza politica. E grazie a questa miopia la Lombardia rischia tantissimo perché a Bergamo sono morte migliaia di persone, ma Milano ha dieci volte tanto gli abitanti della città simbolo del Covid fuori controllo. Una delle prime misure dovrebbe essere volta a rincuorare chi si ritrova a contare i morti come in primavera.

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