Nome dell'autore: Luca Rampazzo

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione.

Figlio di un esponente di FdI aggredito e rapinato in Brera

La Milano dove l’insicurezza è solo percezione non finisce di regalare episodi di violenza gratuita sui giovani. Quello che segue è il racconto di M.G., aggredito senza apparente motivo a capodanno. “Ci trovavamo in Brera per festeggiare capodanno, eravamo in quattro ragazzi, per le 2:45/3 decidiamo di tornare a casa, così ci spostiamo verso largo Treves, vicino alla panchina/edicola. Stavamo facendo un po’ di baldoria tra di noi per divertirci, e ci sediamo per un attimo sulla panchina. Si avvicina a quel punto un gruppo di 4/5 ragazzi che cercava solamente un pretesto per attaccare rissa. Hanno usato il vecchio trucco di chiederci una sigaretta . Da lì ‘parte l’aggressione: un mio amico schiva un gancio e immediatamente iniziamo ad allontanarci. Ma non basta. Io vengo accerchiato e mi viene chiesto insistentemente il portafoglio. Non ce l’ho. Allora tentano di prendermi a forza la giacca, spintonandomi. Non riuscendo a sfilarmela mi tirano un pugno in faccia. Gliel’ho dovuta consegnare. Ma non bastava ancora. Hanno preteso le scarpe. Le hanno prese e sono scappate. E così da solo, al freddo e scalzo sono arrivato alla stazione di polizia vicino alla stazione di polizia vicino alla Fabbrica del Vapore. Dopo aver sporto denuncia gli agenti mi hanno riaccompagnato a casa. Erano quasi le cinque. I miei amici intanto erano tornati sul luogo dell’aggressione e hanno recuperato cellulare e chiavi di casa. Ringrazio davvero le forze dell’ordine che si sono tanto spese per me.” Commenta l’episodio la madre, Deborah dell’Acqua, esponente di Fratelli d’Italia: “Da tempo denuncio le aggressioni e le violenze che dilagano durante le serate milanesi. Questa volta è successo a mio figlio. In zona Brera è stato aggredito e derubato di giacca e scarpe, tornando a casa con il labbro tumefatto che vedete in foto. Ringrazio gli agenti per il lavoro impeccabile riportando a casa Matteo e accertandosi che stesse bene, ma pretendo che il sindaco Beppe Sala si prenda le sue responsabilità. Non è possibile vedere i propri figli uscire la sera non sapendo in che condizioni torneranno. Una vergogna per una città come Milano, dove ormai i criminali fanno il bello e il cattivo tempo. Servono più Forze dell’Ordine nelle strade, più controlli, più sicurezza!” Inizia un 2022 che, sul fronte sicurezza, pare un 2021 ancora più cattivo. E ancora non si sa cosa intenda fare il Sindaco per risolvere il problema.

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Il miglio della vergogna di via Saint Bon

MM ha deciso di fare una simpatica festicciola nelle case di via Saint Bon 6, davanti all’ospedale militare. E tra un brindisi e un panettone distribuire regali. Solo che per arrivarci, come ogni giorno, i condomini, soprattutto quelli meno giovani se non hanno rischiato la vita, hanno sicuramente rischiato rotule e braccia. Ce ne parla Franco Vassallo, dell’associazione La 7: “Domenica mattina, come ogni mattina eravamo in giro a portare panettoni ai meno abbienti, un segno di vicinanza. In pieno spirito di sussidiarietà, queste piccole cose le possono fare i privati ed è giusto che siano i privati a farle. MM, ovviamente, non la pensa così e spera di poter nascondere sotto uno spesso strato di zucchero a velo lo stato di abbandono e di scarsa manutenzione delle case popolari. Via Saint Bon in questo è davvero un esempio negativo. Prima il problema degli ascensori, affrontato seriamente solo in campagna elettorale. E anche là, usandoli come montacarichi per i lavori successivi. Così da essere sicuri che non funzionino a lungo, come riportano gli inquilini preoccupati. D’altronde è una circostanza verosimile: senza controlli gli operai tagliano gli angoli ovunque. Ma la cosa non si ferma lì. Il vialetto di accesso alle case è un nastro contorto, su cui si sono rotte braccia e gambe peggio che a un torneo di skateboard. Anche perché gli abitanti, come chiunque peraltro, non ritenevano certo necessario indossare ginocchiere e gomitiere per uscire a fare la spesa. E questa ragionevole convinzione, unita alla solita ossessione per le periferie del Sindaco si è rivelato in più occasioni fatale. Il viale, infatti, è sollevato in più punti dalle radici e questo, alla fioca luce dei pochi lampioni crea delle zone in cui mettere un piede in fallo, soprattutto sotto il peso della spesa facilissimo. Ma, ovviamente, sistemarlo costa e richiede attenzione. Meglio organizzare festicciole natalizie a spese di tutti, in cui si cerca di nascondere l’inefficienza sotto qualche regalo e due fette di panettone. Chiamatela, se volete, efficienza di sinistra. Oppure, in modo più appropriato, furbizia da quattro soldi.”

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Via Quarti e le promesse disattese

Premessa: Aler ha delle ben note problematiche. Negarlo sarebbe disonesto. Ma ogni tanto va fatta un’operazione verità. Soprattutto perché gli attacchi su via Gola e via Quarti stanno puntando tutti nella stessa direzione: MM non deve tornare in Aler. Ma ci serve un nuovo baraccone perché si possano sistemare tutti gli amici degli amici. Questa teoria è folle quasi quanto pensare che una società abilissima nel proprio lavoro (scavare tunnel per le metropolitane) possa farne qualsiasi altro. Tipo l’amministratore di condominio. Ci spiega i dettagli Franco Vassallo, esperto di case popolari e fondatore dell’associazione “Torniamo a Casa”. “Via Quarti è un po’ l’emblema di tutto quello che non funziona nel mondo delle case popolari: sette torri, 450 famiglie, l’assedio costante di aspiranti occupanti abusivi, con macchine del valore di svariate decine di migliaia di euro in cortile e gli occhi fissi sulle case degli anziani abitanti. Qui c’è tutto quello che non va nell’amministrazione della giustizia del nostro paese: chi è qui illegalmente non può essere rimandato a casa, chi è Italiano fa dentro, ma soprattutto fuori, dalla galera e si sente impunibile e gli Italiani sono sotto assedio. In particolare, tra tutti i furti che restano impuniti, quello della casa è il più odioso. Il problema, che la sinistra tace sempre, è che a chiedere lo sfratto non deve essere il gestore (Aler), ma il proprietario. Cioè il Comune. Che lo fa, ma solo con MM. Per poi accusare la Regione di inefficienza. Ovviamente il discorso non ha senso, ma soprattutto copre un pietismo peloso, che si fa regolarmente infinocchiare da persone intelligenti ed esperte. Non è vero che occupano solo famiglie numerose con gravi problemi. Vengono mandate a occupare. Per poi vendere gli alloggi. Tanto dopo il primo tentativo di sfratto è improbabile che qualcuno ci provi. Il Comune, una volta di più, divide i poveri in categorie di convenienza. E soprattutto non fa della sicurezza e della certezza del diritto punti cardine del proprio. Su queste basi può Sala condannare davvero la morosità più o meno incolpevole di quegli Italiani che finora hanno finanziato la macchina? Ecco, quindi, che l’abusivismo crea anche altri danni. E la soluzione è sempre la stessa: espellere chi non ha titolo per restare, con priorità assoluta per chi commette anche altri reati, proteggere gli anziani fragili e finalmente tornare una nazione civile che tutela la proprietà privata. Solo così risolveremo la piaga dell’abusivismo”.

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Quanti saranno e come verranno spesi i fondi per le case popolari?

252 milioni. No, cento milioni. No, un miliardo e duecento milioni. Si è aperto il bazar delle elargizioni pubbliche per le periferie e a dominare è il caos sui numeri. “E’ di oltre 252 milioni di euro la cifra disponibile per il territorio della Lombardia prevista dal Programma nazionale ‘Sicuro, verde e sociale’. È utilizzabile per interventi edilizi sulla casa ed edifici residenziali pubblici, e finanziata con le risorse del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Riporta l’Ansa. “Piano Casa, in arrivo 1 miliardo e 200 milioni. E’ la cifra stanziata dal Governo in 3 anni per le nuove abitazioni sociali. Circa sessantamila gli alloggi a Milano, con gravi problemi di manutenzione.” Titola Tg Regionale Lombardo. In questo tripudio di cifre la cosa davvero importante è la qualità di vita di inquilini e residenti. Tutti ignorano questo dato. Non importa nulla a nessuno la città smart e a 15 minuti se sei chiuso in casa perché l’ascensore non va o hai paura di uscire perché rischiano di rubarti la casa. Ci fa una panoramica del problema Franco Vassallo, che sta fondando un’associazione legata a questi temi: “I soldi per le periferie e gli immobili ERP sono sicuramente benvenuti, ma bisogna uscire dal circolo vizioso di questi anni. Primo tema: gli interventi sono perfettamente inutili fino a quando non si userà il pugno di ferro sulle occupazioni abusive. Da sette anni, con la politica degli sgomberi mirati, di fatto ad Aler non viene più consentito di liberare i propri appartamenti perché il Comune fa muro. Non approva gli sgomberi perché non riesce a ristrutturare le sue case da usare come soluzione ponte. Ecco, questi soldi toglierebbero ogni scusa. Se il vero motivo fosse solo economico. Ma sussiste il fondato sospetto che il Comune non voglia assumersi le proprie responsabilità in tema di alloggi ponte. È emblematico il caso di via Quarti, dove non si riesce a sgomberare la crescente invasione da parte di soggetti che molti identificano come Rom perché non si saprebbe dove altro metterli, di fatto creando un ghetto senza soluzione da dove gli Italiani fuggono quando non li cacciano i nuovi occupanti. Capite che in questa situazione di avere delle case energeticamente efficienti non interessa nulla a nessuno? Ecco, è questo il punto. Problema diverso, ma di analoga genesi, quello delle manutenzioni. MM ha praticamente già chiuso i battenti, non svolgono più gli interventi rimandabili e ci sono condizioni di vita insopportabili. In via Rizzoli stanno convivendo da un anno con la puzza di fogna generata dal blocco degli aspiratori sul tetto. Un anno. Vivendo con bagni in cui si può entrare solo con la maschera antigas a momenti. Ma cosa volete che gliene importi delle classe energetica in queste condizioni? Ecco, questo è il problema di Milano: le soluzioni non sono mai pensate per aiutare i poveri, ma solo per far contenti i radical chic che nelle periferie ci vanno per fare i safari. E vedere da lontano questi curiosi casi di umanità chiamati “poveri”. Speriamo che stavolta i soldi vengano invece spesi per aumentare la qualità della vita. E su questo mi impegno a vigilare di persona”.

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Che fine ha fatto la manutenzione delle case popolari?

Il verde, prima di tutto, è una responsabilità. Se il Comune non se la sente di occuparsene nemmeno nel proprio cortile, letteralmente visto che si parla del suo patrimonio immobiliare in quanto case popolari, allora sarebbe il caso di ripensare la strategia di fondo. Un esempio fotografico ce lo danno le case di via Rizzoli 73-87. Una premessa, sì le foglie cadono d’autunno. E sì, quest’anno l’autunno è arrivato con due mesi di ritardo. Lo sappiamo e sappiamo che pulire tutto è una operazione non istantanea. Tutto chiaro. Il problema è che quello che non vedete sotto quelle foglie giallo oro, sono le foto marrone… fango dello scorso anno. Che, a loro volta, in una mirabile operazione di compostaggio, nascondo foglie, o quel che ne resta, che non hanno mai visto il Covid. Quindi, se gli inquilini si lamentano, non lo fanno per spirito di contraddizione. Ma di sopravvivenza. Iniziare a farlo ora lascia la speranza che prima delle elezioni regionali del 2023 qualcuno le abbia rimosse. Inoltre, da non sottovalutare, gli alberi non vengono minimamente curati. Questo significa avere i rami in casa, nelle macchine e tutto attorno ai pali della luce. Luce che viene pagata 12 mesi all’anno ma goduto solo dopo la caduta delle foglie. Per quanto permesso dai rami, ovviamente. Ci si aspetterebbe che dopo aver preso l’incarico del servizio di verde pubblico dal Comune, MM sarebbe stata almeno in grado di pulire i propri cortili. Le foto dimostrano che così non è. Ma cosa fare quindi? Ci dà un paio di idee Franco Vassallo, che ha seguito le case popolari per cinque anni come Responsabile Casa del Municipio 7. “Non ci sono scorciatoie per fare le cose bene. E MM sapeva fare bene i buchi per terra, non si può pretendere che, dopo essersi improvvisata amministratore di condominio improvvisamente scopra di avere il pollice verde. Quello che servirebbe è una commissione inquilini che possa segnalare questi eventi meteorologici che le grandi menti e gli importanti consulenti strapagati per i propri pareri non possono prevedere: come l’autunno ad esempio. Questa commissione potrebbe utilmente spiegare alla dirigenza, ad esempio, che gli alberi non dovrebbero crescere fino ad arrivarti a casa. Insomma, la commissione inquilini porterebbe il buonsenso dove domina solo una cultura manageriale priva di umanità. E pragmatismo. Oltre, ovviamente, a consentire un monitoraggio dei lavori effettivamente realizzati. Tanto per evitare sprechi. Speriamo di venire ascoltati.”

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Messaggi disperati dalle case popolari

Qualora servissero prove a dimostrare che è sempre più imperativo tornare in Aler per le case MM oggi vi portiamo due casi generati dall’estrema efficienza di Sala e della sua giunta. In particolare  nelle case popolari in via Tofano, con i problemi alle caldaie e in via Saint Bon, anche, oltre che avere ulteriori danni per il non funzionamento di almeno un ascensore. I messaggi sono stati mandati da inquilini disperati all’ex Consigliere di Municipio Franco Vassallo. Partiamo dalla caldaia. La storia va avanti da quattro mesi e sta impedendo all’inquilino di lavarsi. Purtroppo dopo la visita in via Creta del presidente di MM Dragone insieme al candidato (indovinate la coalizione) Abbagnale, la dirigenza non si è più vista tra i palazzi di proprietà del Comune. E quindi non è stato possibile far notare quanto male stiano lavorando da quelle parti… “Buon giorno dott Vassallo. Solo per aggiornarla. Da inizio luglio ad oggi ho pagato tre inutili uscite dell’assistenza caldaia. Nonostante sostituzioni e integrazioni, la caldaia è ancora in blocco. Da 3 settimane sono senza acqua calda e senza riscaldamento… Dopo tutto questo disagio cosmico, hanno deciso di sostituire la caldaia. Intanto mi sto arrangiando con una stufetta. Attendo la chiamata del tecnico per l’appuntamento. Buona giornata” E poi ci sono i casi davvero gravi, quelli in cui l’inquilino rischia addirittura la vita: “Scusami, Franco. Era all’Humanitas per l’intervento al quale dovrò sottopormi a breve, quindi una cosa più importante dei casini MM. Ho appena sollecitato per iscritto la sostituzione della caldaia. Impensabile, anche in previsione di quanto sopra, dover aspettare ancora. Ci risentiamo con calma. Grazie. Bene! Sollecitato ancora a numero verde cambio caldaia. Dal 10 Novembre altri esami, intervento il 12. Speriamo che si decidano!!! Ciao. Sono passate 3 settimane dalla mia prima segnalazione. Visto. Risollecitato ieri e oggi al numero verde sostituzione caldaia. Fatto presente che settimana prossima devo sottopormi a intervento chirurgico. Il ragazzo del call center ha detto che risollecita, ma pensa che la sostituzione non avverrà prima di fine novembre. Ma stiamo scherzando? Mi sono già beccata sintomi da raffreddamento.” Ma torniamo al problemi ascensori. Dopo le persone che non hanno potuto votare causa guasto e lo scandalo della puleggia, abbiamo due signore bloccate in casa da una scheda che non funziona. Una di loro ha addirittura finito il cibo. Non può nemmeno farsela portare a casa perché i fattorini non fanno sei pieni di scale. E come dare loro torto? “Ciao Franco speriamo che domani vengono veramente ad aggiustarlo xché io ho proprio quasi finito tutto sono veramente vergognosi vogliono solo i soldi abbiamo ricevuto gli affitti venerdì 5 ma la data di pagamento è 25 ottobre e ti scrivono di essere puntuale dovrebbero mandare gli affitti nei mesi giusti in modo che si possa pagarne uno alla volta invece così se ne devono pagare due assieme non se ne può più ti ringrazio e ti auguro una buona giornata” E poi ti viene il vago sospetto che ti prendano per i fondelli… “Buongiorno Franco qui siamo ancora senza ascensore dovevano venire ieri ma ci hanno detto che il pezzo non era ancora arrivato che sarebbe arrivato oggi e come arrivava sarebbero venuti a metterlo finora non si è fatto vedere nessuno io non ho più spesa siamo al limite della pazienza scusami ma volevo farti sapere in che condizioni siamo mi scuso per lo sfogo ti auguro una buona giornata” Insomma, come commenta Franco Vassallo: “La sinistra non restituirà mai abbastanza in fretta l’amministrazione delle case popolari ad Aler. Che non sarà un paradiso di efficienza. Ma che almeno al telefono rispondeva…”

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