Cronaca

Cronaca, spaccio, omicidi, aggressioni, furti, arresti, maltrattamenti, stupri, rapine, Polizia, Carabinieri, Polfer, Polizia Locale, Milano

Parcheggio di Pagano trasformato in luogo di preghiera

Lo denuncia Alessandro De Chirico, vice-capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, allegando alcune immagini che documentano quanto accade nel parcheggio di Pagano. “Da anni seguo le vicende del parcheggio d’interscambio di Pagano“.  spiega De Chirico, continuando “La presenza dei vu cumprà, all’inizio tutto sommato tollerata, è ormai sempre più invadente. Dalla vendita di fazzoletti e accendini si è passati all’insistente questua. Fortunatamente non ho notizia di aggressioni o di ritorsioni sulle autovetture in sosta se non si lascia una moneta. Sta di fatto che il gruppo di baldi ragazzi dell’Africa nera lì si sentono a casa e liberi di fare quello che vogliono. C’è anche chi si mette comodo all’ora della preghiera. Dei vigili di quartiere nemmeno l’ombra“.  Per poi concludere, “Caro sindaco Sala, dobbiamo aspettare che succeda qualcosa di grave prima che la situazione sfugga di mano come in altri luoghi della città?“.

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In centro manifestazione degli studenti contro Salvini

Si sono radunati alle 9.30 in largo Cairoli, per il primo sciopero dell’anno delle scuole milanesi e di li sono partiti formando un corteo che percorrerà tutto il centro città: via Cusani, Broletto, Orefici, Mazzini, Missori, Larga, Verziere, Porta Vittoria, San Damiano, Senato, Cavour, Repubblica, Vittor Pisani e Duca d’Aosta. La manifestazione organizzata da “Rete studenti” e dal collettivo “Casc Lambrate” ha come slogan “Salvini la pacchia è finita”. Il serpentone formato da numerose persone, che si è avviato mentre i giovani scandivano lo slogan “siamo tutti antifascisti”, è controllato a vista da Forze dell’Ordine e Polizia Locale. Per ora non si segnalano incidenti, salvo l’imbrattamento di alcune vetrine da parte di gruppi di autonomi e il traffico impazzito in tutto il centro cittadino. Il Corteo si è quindi concluso alle 13.00 circa in Piazza Duca d’Aosta senza che si verificasse nessun episodio degno di nota. Nel pomeriggio, Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto ha commentato la manifestazione accusando il Sala di doppiopesismo: “Dal centro alla zona della stazione Centrale il traffico è andato in tilt, come da previsioni: il sindaco Sala, che si era lamentato della chiusura di corso Monforte per il vertice in prefettura di settimana scorsa, ora non dice nulla?”. “Due pesi e due misure come sempre: quando a creare disagi sono i suoi amici la sinistra tace“. Per poi definire i manifestanti: “studenti che hanno sfruttato il venerdì per farsi il fine settimana lungo e antagonisti dei centri sociali che si sono scagliati contro la possibilità che la polizia faccia controlli anti-droga all’esterno delle scuole“. che, ha concluso “hanno imbrattato una vetrina di Benetton, oltre a protestare davanti a Zara e Assolombarda. Siamo all’assurdo: questi ragazzi della legalità proprio non vogliono saperne“.  

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Blitz delle Forze dell’Ordine nel campo rom di via Bonfadini

Il primo a darne notizia è stato il Presidente del Consiglio di Municipio 4, Oscar Strano, scrivendo sulla propria pagina Facebook “Blitz al campo rom in via Bonfadini, questa mattina. Elicotteri, mezzi pesanti e un dispiegamento massicci di forze dell’ordine. Che sia la volta buona!“. Oltre alle forze dell’ordine la presenza di numerosi mezzi per la movimentazione della terra fa presumere che il campo sarà smantellato. In seguito Strano, sempre tramite Facebook, ha anche diffuso la notizia: “Tra gli arrestati anche il padre del giovanissimo rapper 500Tony, quello che alle Iene richiamava il figlio quando diceva siamo un clan. Evidentemente, invece, un clan lo sono“. Secondo quanto riferito, i Carabinieri impegnati nell’azione hanno effettuato numerosi arresti dando esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate di “associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione“. Mandati scaturiti da un’indagine che due anni fa avevano fatto finire in manette più di trenta persone dopo il sequestro in via Giacosa di una fonderia di gioielli clandestina. Un gruppo che faceva riferimento ad alcuni sinti di origine abbruzzese residenti nel campo che si occupavano di ripulire il bottino di furti in ville e appartamenti. Primo a commentare la notizia il vicecapogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Alessandro De Chirico, auspicando che “che sia finalmente scritta la parola fine a una storia che agli abitanti della zona ha creato tanti disagi e preoccupazioni” e ricordando che si tratta di “una situazione di cui fui uno dei primi ad occuparmi insieme ad amici e militanti forzisti del posto“. Secondo l’azzurro “se oggi ci sarà una svolta non sarà certo grazie alle politiche attendiste della sinistra milanese che da sempre favoriscono il radicarsi di queste situazioni di criminalità, ma grazie alla svolta imposta dal nuovo Ministro dell’Interno” auspicando infine che “il piccolo rapper “500Tony” sarebbe meglio fosse affidato ai servizi sociali, piuttosto che lasciato nelle mani di genitori che gli insegnano valori, che possono al massimo garantirgli una rosea carriera nella criminalità organizzata“. Il coordinatore di Forza Italia a Milano, Fabio Altitonante, ringrazia “le forze dell’Ordine per lo straordinario lavoro che stanno facendo“, accusando “da quando il Pd governa Milano i rom si sentono tutelati e la nostra città è in mano alla delinquenza“, osservando infine “È urgente  un intervento straordinario in tutti i campi nomadi: laddove si riscontrino problemi per la sicurezza e per la salute l’unica soluzione auspicabile è la chiusura immediata, con l’allontanamento dai nostri quartieri di chi non rispetta le regole“. Secondo la Consigliera Comunale e Regionale del Gruppo Misto, Silvia Sardone: “Bene lo sgombero ma ora si proceda ad abbattere le villette abusive del vicino campo irregolare di via Bonfadini 38 e a sgomberare i rom rumeni insediati in una baraccopoli appena all’esterno del Cat di via Sacile voluto da Majorino in una zona purtroppo già sensibilmente colpita dai rom”, inoltre, l’ex azzurra, ricorda “al Comune anche le carovane in via dei Pestagalli, via Varsavia, via Medici del Vascello: cosa si aspetta a sequestrare i mezzi dei rom?”. Riccardo De Corato, Assessore a Sicurezza di Regione Lombardia commenta: “La mancanza di controlli e il lassismo delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi due mandati hanno permesso il sorgere di ‘attività’ come questa e chissà negli altri campi, regolari e abusivi, che il Comune continua a tollerare, cosa succede” per poi chiammare in causa il Sindaco “della ‘tolleranza zero e degli sgomberi annunciati da Sala il 18 maggio scorso nemmeno l’ombra” auspicando infine che i “campi rom vengano smantellati anche nel caso di carovane di poche roulotte accampate illegalmente nelle vie di Milano per mesi“. Anche il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Gianluca Comazzi, ringrazia le Forze dell’Ordine e auspica che “la sinistra abbandoni il suo approccio buonista e si metta in testa che queste zone vanno presidiate e smantellate il prima possibile“.

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Aggredirono debitore, cinque arrestati per estorsione

A Legnano, alle porte di Milano, si è intrecciato un inedito rapporto tra colletti bianchi e ‘ndrangheta: sono i professionisti questa volta a coinvolgere la cosca locale, per farsi aiutare a riscuotere un presunto credito. Il risultato è un violento pestaggio. L’imprenditore paga e non denuncia, ma la vicenda giunge alle orecchie degli investigatori della Dia di Milano, impegnati nelle operazioni ‘Linfa’ e ‘Kerina 2’, che i mesi scorsi hanno portato al sequestro di 150 chilogrammi di sostanza stupefacente e all’arresto di 17 persone, per lo più di origine calabrese, per associazione finalizzata al traffico e alla detenzione di droga. Tra queste ci sono tre degli autori del violento pestaggio, avvenuto il 20 gennaio 2017. Si tratta di Giuseppe Morabito, Massimo Emiliano Ferraro e Federico Ciliberto, già condannati in primo grado per i reati di narcotraffico. Il ruolo preminente nella vicenda, però, è di una donna. Paola Galliani, classe 1969, lombarda, è una professionista che lavora nell’ambito economico-finanziario, incensurata e senza legami familiari o personali con la ‘ndrangheta, con solo una denuncia della Guardia di Finanza risalente al 2016, per esercizio abusivo della professione di broker finanziario. Eppure, dopo aver tentato – come dice in un’intercettazione – di riscuotere il suo presunto credito, di circa 60mila euro, “con le buone maniere”, decide di “scatenare la belva“. Così infatti definisce la ‘ndrangheta, dimostrando – come spiega in conferenza stampa il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Alessandra Cerreti – “di conoscere ed essere consapevole della violenza di queste persone“. Il pestaggio avviene proprio nello studio della professionista, dove l’imprenditore vittima di estorsione viene attirato con l’inganno dalla Galliani e dal suo collaboratore, Enrico Verità, che gli dicono di voler parlare del presunto credito vantato. Lì l’uomo trova ad attenderlo Morabito e i suoi uomini, che lo picchiano a sangue. Dopo l’episodio, la Galliani scherza al telefono sul pestaggio con Morabito (“un soggetto – spiega la dottoressa Cerreti – contiguo alla ‘ndrangheta, perché non ha una sentenza definitiva di condanna, ma che per rapporti personali e familiari riteniamo una persona vicina alle cosche ‘Pesce’ e ‘Bellocco’ di Rosarno“), “manifestando – sottolinea il sostituto procuratore – anche in questo una comunanza con la tipologia mafiosa“. Dopo l’aggressione, la ‘ndrangheta subentra alla professionista nel vantare il credito, che Morabito riesce in parte a riscuotere. Un dettaglio, questo, che gli investigatori vengono a sapere da un’altra intercettazione ambientale, che ha per protagonista Edoardo Novella, figlio di Carmelo Novella, il reggente della struttura ‘Lombardia’ della ‘ndrangheta ucciso in un agguato a San Vittore Olona (MI) il 14 luglio del 2008, e che a sua volta rivestiva secondo la Dia un ruolo di rilievo nell’organizzazione di narcotraffico sgominata, dal momento che aveva messo a disposizione per la droga i locali di una sua società. Paola Galliani, che non aveva più il suo studio di Legnano ed era ora dipendente di una società, è stata arrestata con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso ed è ora in carcere, così come Giuseppe Morabito e Massimo Emiliano Ferraro, finiti in manette nelle operazioni ‘Linfa’ e ‘Kerina’. Sono invece agli arresti domiciliari il collaboratore della broker Enrico Verità e Federico Ciliberto, un giovane classe 1994, fidanzato con la figlia della Galliani e considerato dagli inquirenti il braccio destro di Morabito.

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Sgomberata all’alba l’officina occupata

Polizia e Carabinieri si sono presentati in forze questa mattina alle 6:30 in via Carlo Torre, per procedere allo sgombero del centro sociale “officina occupata“, ubicato in un immobile sito ai civici 34 e 36, che dall’aprile scorso era stato occupato abusivamente da “appartenenti alle realtà anarchiche riconducibili all’Autonomia Diffusa“, così come li ha definiti la Questura. Presenti sul posto due camionette della Polizia e un blindato dei carabinieri oltre a decine di uomini delle Forze dell’Ordine che hanno chiuso parzialmente al traffico viale Cassala, via Torre, via Villoresi e via Carlo d’Adda, per evitare vi fossero intralci al blitz disposto per dare esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dall’autorità giudiziaria di Milano per l’inagibilità dei locali. Al momento dell’irruzione nei locali non era presente nessuno e non si sono verificati incidenti. Attualmente le Forze dell’Ordine rimangono sul posto per consentire consolidare lo sgombero mettendo in sicurezza l’edificio e per evitare che gli autonomi tentino di riappropriarsene. Soddisfatti i residenti che con le loro numerose segnalazioni in questi ultimi mesi avevano sollecitato le autorità ad intervenire per ripristinare la legalità e restituire loro la tranquillità. Apelli che non sono rimasti inascoltati visto che fra le motivazioni addotte dalla questura per spiegare l’azione vi sono proprio “tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica” e “porre fine a una situazione di illegalità“. Ovviamente meno contenti gli occupanti, che hanno chiamato a raccolta quanti li sostengono con un messaggio sulla loro pagina Facebook: “L’Officina Occupata è ora sotto sequestro preventivo É questa la nuova modalità, già sperimentata quest’anno in altri spazi occupati, indirizzata a colpire chi si riappropria degli spazi abbandonati in città per creare una socialità alternativa“.

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Anche in viale Monza volantini pro BR

A denunciarlo è il Presidente del Municipio 2 Samuele Piscina, che ha rinvenuto i volantini pro BR insieme ad altri militanti, mentre svolgeva un gazebo a sostegno alla realizzazione di una cancellata presso l’area verde in via dei Transiti, finalizzata a contrastare spaccio e delinquenza. “Dopo Sesto, i volantini pro-Brigate Rosse sono stati affissi anche a Milano, in viale Monza, davanti al centro sociale T28” spiega Piscina, aggiungendo“Il ritorno dei fiancheggiatori dei terroristi rossi non va assolutamente sottovalutato. Il sostegno a chi ha commesso reati gravissimi come Nadia Lioce… mette in evidenza come il terrorismo rosso sia ancora presente nelle nostre strade, anche sotto nuove forme quale quella dei centri sociali che ogni giorno mettono a ferro e fuoco le nostre città e tentano di dettare legge con occupazioni abusive di stabili e alloggi che invece spesso dovevano essere destinati a persone bisognose e perbene”. L’esponente del Carroccio, che ha emesso la nota insieme al Deputato leghista  Luca Toccalini, conclude auspicando: “ferme parole di condanna anche da parte del Sindaco di Milano, nonostante continui a sostenere la regolarizzazione del Leoncavallo e difenda i centri sociali, principali responsabili di queste azioni. Certi manifesti nella nostra città non possono essere lasciati affissi nel silenzio delle istituzioni democratiche”.

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