Roma – Politica

Tonelli: nulla di artistico nell’oltraggiare le forze dell’ordine

Tonelli: nulla di artistico nell’oltraggiare le forze dell’ordine. Dice Tonelli Parlamentare della LEGA e Segretario Generale aggiunto del SAP: “Possibile che anziché andare avanti sembra che tutto stia regredendo nel peggiore dei modi. Come già successo in passato i rapper anti sistema e non solo pur di recuperare qualche like in più o qualche nuovo consenso, perché da soli non raggiungono la notorietà che vorrebbero ledono e oltraggiano la dignità delle Forze dell’Ordine. Ricordo che lo scorso anno fu il momento del “poliziotto impiccato” e per il quale la stessa casa automobilistica Audi fece un comunicato stampa per dissociarsi dal video creato dal fantomatico rapper che definì “Lesivo per l’immagine della casa automobilistica”. Ieri una foto di sette poliziotti con la testa di maiale è apparsa sulla pagina dell’ennesimo cerca consensi, che spaccia per arte ciò che è offesa. La foto pubblicata da Frah Quintale, mai sentito nominare, dopo il concerto tenuto a Catania è qualcosa di discutibile, disgustoso e altamente offensivo. Qui parlo non soltanto da cittadino di questo Paese e da Parlamentare della Repubblica, ma anche da poliziotto. Non comprendo e non vedo nulla di artistico in una simile espressione e in un simile modo di porsi e di offendere. Dove è l’espressione artistica in sette poliziotti con la foto da maiale? Comprendo per poter soddisfare i propri interessi e/o desideri di successo, che a volte si possa forzare la mano, ma questo va fatto con acume, in maniera intelligente e non in maniera volgare, stupida ed illecita come questa. A tal proposito e per i motivi citati, nei prossimi giorni presenterò denuncia all’Autorità Giudiziaria per ciò che è previsto nell’Art. 342 del codice penale per vilipendio, offesa, oltraggio ad un Corpo politico, amministrativo e giudiziario del nostro Paese. Mi auguro che l’Autorità Giudiziaria intervenga con la dovuta fermezza, perché simili modelli comportamentali non possono e non devono essere emulati dalla comunità del Paese e soprattutto dai giovani. Non ci resta che attendere, per capire quanti soggetti che ruotano attorno alla sinistra e che classifico come il partito dell’anti Polizia, condanneranno questo vigliacco gesto, nei confronti di chi ogni giorno per una manciata di lenticchie rischia la propria vita nelle strade per garantire concordia e pacifica convivenza ai cittadini italiani.

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Europa Verde: per la crisi energetica ora legale tutto l’anno

Europa Verde: per la crisi energetica ora legale tutto l’anno. Occorre assumere rapidamente provvedimenti immediati di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni climalteranti come l’estensione dell’ora legale a tutto l’anno solare, che potrebbe raddoppiare i risparmi di energia a quasi 380 milioni di euro e ridurre le emissioni di co2 di almeno 400mila tonnellate. Si tratta di una prima azione concreta di risparmio energetico in attesa che il Governo metta un tetto al prezzo del gas e adegui i prezzi dell’energia elettrica ai costi delle rinnovabili. Anche la catena inefficiente del settore, dalla produzione alla trasmissione, dallo stoccaggio, alla commercializzazione e formazione dei prezzi delle bollette non consente di affrontare l’emergenza energetica che sta portando al collasso l’economia italiana. Soltanto una politica seria rivolta ad uno sviluppo massivo delle fonti rinnovabili (sole, vento e geotermia) può portare l’Italia (e l’Europa) fuori dalle secche, configurando il gas naturale ad un ruolo solo di backup (riserva momentanea) e non di backbone (ovvero spina dorsale) del sistema energetico. Dario Balotta candidato al Senato Lombardia Nord Est ( BG,BS,CR,MN) per Verdi e Sinistra

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Elezioni 2022: che ne sarà dell’Italia?

Elezioni 2022: che ne sarà dell’Italia? Quella che nei fatti è già iniziata si prospetta una campagna elettorale aspra e senza esclusione di colpi. Sarà velocissima, la più veloce credo della storia parlamentare italiana, questo dato inciderà moltissimo sull’organizzazione e gestione dei comitati elettorali e di tutta la campagna in generale. Si ambienterà in un Paese che vive una crisi che ha pochi precedenti: pandemia che ancora perversa; crisi economica, la reazione dei mercati alla crisi di Governo era prevedibile ma le cose non sarebbero andate bene per l’Italia nemmeno se Draghi fosse stato confermato a palazzo Chigi. L’Italia, dopo la guerra di Putin e le sanzioni europee, è l’anello debole dell’Europa: ha tanto debito, una burocrazia disfunzionale con una spesa fuori controllo, e un sistema industriale sul punto di morire per mancanza di energia. La crescita sostenuta ipotizzata per il 2022 sembra un lontano miraggio: l’effetto guerra si fa sentire sul Vecchio Continente ed è solo l’inizio. Chi il 25 settembre uscirà vincitore dalle urne riceverà una pesante eredità, ci sarà bisogno di un lavoro concreto, forte, certosino. Ci sarà bisogno delle persone giuste ai posti giusti di comando, non dei soliti noti professionisti occupanti di poltrone di governi di ogni sorta, ma di capacità pervasa di passione e di voglia vera di migliorare lo stato delle cose e soprattutto di amore viscerale per la nostra Italia e i suoi figli, i nostri figli. Ed io sono fiduciosa: si può fare, siamo italiani! di Rosangela Cesareo, esperta di comunicazione e relazioni istituzionali

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Boom di occupati stabili ma nessuno ne parla

Boom di occupati stabili ma nessuno ne parla. Perché? forse perché la logica sottostante all’informazione attuale è che attira più attenzione una cattiva notizia di una buona. Eppure non si capisce perché. In fondo ci sono migliaia di esempi, come pagine di informazione o canali di comunicazione che si basano sulla comunicazione positiva. Kaby Lame è diventato super conosciuto scherzando. Ed è solo un esempio. Si potrebbero citare tanti altri esempi, ma non è questo il giorno. Ora è il momento di concentrarsi sul fatto che le persone con un contratto stabile non sono mai state così tante come oggi: oltre il 60 per cento. Un dato paragonabile solo ai mitologici anni Settanta del Novecento. Eppure la notizia appare solo in una riga in prima pagina di Repubblica. Scende la disoccupazione, cresce stabilmente l’occupazione “buona”, diminuiscono persino quelli che il lavoro manco lo cercavano. Ma per i grandi giornali e media pare più interessante seguire un dibattito a tratti ridicolo e surreale tra le forze politiche. Roba che si potrebbe esaurire in “ne stanno ancora parlando”. Invece ai pettegoli da redazione piace seguire questo monotono ciarlare come se fosse davvero il primario interesse di una popolazione che riceve solo notizie pessime da tre anni. Invece evviva due volte, ma pure tre per chi ha dedicato due pagine alla notizia che la situazione del lavoro migliora in Italia. Anche se a pagina 22, almeno ne hanno parlato ampiamente. Dopo un fiume di inchiostro buttato per seguire le dispute dell’oratorio, ma almeno spargono buone notizie. Vere notizie. Il lavoro c’è. Sempre di più e sempre meglio. Magari a volte è un lavoro del cazzo, ma c’è. Un piccolo spicchio di sole in cielo che sembra piacere solo se è nero e cupo.

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Via D’Amelio: senza verità si commemora a metà

Via D’Amelio: senza verità si commemora a metà. Ad oggi, a 30 anni dalla strage di Via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque dei sei membri della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina, purtroppo c’è ancora molto da chiarire. Dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP: “E’ necessario capire cosa sia realmente accaduto, per poter commemorare a testa alta. Il desiderio della collettività, il desiderio di chi è rimasto, dei familiari, di coloro che hanno continuato ad indagare e lottare per avere giustizia, di coloro che sono sopravvissuti, di chi rischia la propria vita tutti i giorni, è quello di conoscere la verità per impedire che nel futuro possano ripetersi questi tragici eventi”. “Ancora troppo lontani dalla verità, ancora troppe cose non chiare. Il depistaggio senza responsabili e senza mandanti, sono una macchia che il nostro Paese non può e non deve permettersi”. Le commemorazioni servano anche per spingere verso un ulteriore sforzo investigativo, lo dobbiamo non solo alla nostra comunità ma anche e soprattutto ai famigliari delle vittime.

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I preti possono partecipare al gay pride: silenzio assenso di vaticannews

I preti possono partecipare al gay pride: silenzio assenso di vaticannews. Nei giorni scorsi vi abbiamo infatti raccontato come almeno un prete tutt’ora in servizio abbia partecipato al Milano Pride 2022. Un fatto che ha anche creato un dissidio tra l’ambiente religioso bergamasco e una testata giornalistica. Ce ne dispiacciamo, perché le minacce di querela ai giornalisti non le approviamo nemmeno quando sono rivolte agli altri. E non ci pare comunque un buon modo di procedere visto che la stampa italiana è tutto meno che ostile alla conciliazione. Ma per svolgere il nostro lavoro fino in fondo abbiamo scritto all’organo di comunicazione ufficiale dal Vaticano. Perché, dissidi a parte, pareva quantomeno una notizia che un sacerdote partecipasse al gay pride tenendone informati pure i superiori. Noi dell’Osservatore siamo a favore delle libertà individuali, intendiamoci. Ma pare risaputo che gay pride e Vaticano stanno su fronti opposti. Salvo ovviamente la mai sopita questione del comportamento sessuali di parecchi preti (una minoranza per fortuna, perché poi esistono i Don Rigoldi e tanti altri meno sotto i riflettori). Allora se  un prete va a manifestare con l’universo Lgbtq+ ci pare una notizia. Abbiamo chiesto dunque, ma non ci hanno risposto. Dal Vaticano forse vogliono far dimenticare la questione. O forse hanno di meglio da fare visto che paiono in procinto di mandare in pensione il secondo Papa in pochi anni. Noi per ora registriamo che non hanno nulla da commentare, dunque d’ora in avanti migliaia di preti possono andare a predicare tra quelli che il loro collega bergamasco ha definito gli ultimi e dimenticati. In fondo non è un segreto che molti gay siano cattolici e viceversa come scoprono molte mogli. Papa Francesco prima di andare a giocare a bocce con Ratzinger potrebbe lanciare quest’ultima innovazione. In fondo di questo passo avremo pure il famoso Papa nero, perché non liberalizzare la  questione sessuale? In fondo ci sono più persone al gay pride che al 25 aprile. Per un’istituzione che punta a durare, potrebbe essere una bella scommessa.

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