25 aprile

Festeggiamo per dimenticare

Festeggiamo per dimenticare. Perché da domani ricomincia la corsa verso il momento in cui dovremo affrontare la realtà: presto dovremo pagare economicamente per il 2020. Perché il mondo non li presterà per sempre. E si parla di centinaia di miliardi da chiedere a una popolazione che si troverà per metà senza lavoro. E l’altra che ha già una pressione fiscale da record. Ma Mario Draghi è un banchiere. Sa contare. E ha già avvertito che bisogna pensare a come restituire i soldi. Quindi festeggiamo il più possibile perché le prospettive non sono ottime. E qui si parla d’altro, fatto che però può offrire uno spunto di riflessione anche sulla reale economia a cui dovremmo pensare: c’è chi ha provato a sostenere che il 25 aprile dovesse diventare la festa per la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ed è stato attaccato perché sarebbe un’offesa alla lotta partigiana. Se non fossimo schiavi del riflesso guelfo ghibellino insito negli italiani potremmo vedere un’opportunità in un’idea magari sottoposta in modo grossolano. In un momento di debolezza dell’Europa e dunque anche dell’Italia, potrebbe essere il modo di connettersi alla storia degli altri popoli europei. Gli inglesi come sempre si sono dissociati. E hanno fatto bene perché non sono mai stati veramente europei. Gli italiani invece potrebbero dimostrare di voler condividere il proprio passato con gli altri. Un gesto molto importante in un momento in cui stanno riscrivendo il nostro passato. I primi sono stati i membri dello Stato Islamico distruggendo tanto Palmira quanto i Buddha giganti. Tutti si indignarono per la barbarica furia, ma come sempre le avanguardie non sono altro che avvertimenti del presente. Presto iniziarono gli abbattimenti di statue anche negli Stati Uniti e in Europa. Certo: gli uni si dicono terroristi, gli altri democratici. Ma l’operazione è la stessa ormai in tutto il mondo: quello che prima era un eroe esploratore, oggi è uno sporco schiavista. La fase storica è molto preziosa se non pericolosa, perché una volta finita la riscrittura sarà così per secoli. Vale dunque la pena di rimanere lucidi e prendere la penna in mano. Nel suo momento di crisi, proponiamo all’Europa di condividere la fine di un incubo. Basta con la storia all’italiana della serie: la guerra è durata cinque anni per tutti e quattro per noi. Basta essere l’eterno caso italiano. O regionale o partitico. La fine della Guerra è stata la festa di tutti i popoli. Senza alcuna distinzione perché è stato un massacro di dimensioni inimmaginabili per chi viene da 80 anni di pace. Portiamo questa proposta in Europa nel momento in cui non sa più chi è. Gli altri popoli ci stanno regalando (regalando, sottolineo) 80 miliardi. Perché del pacchetto di aiuti europei, 80 sono a fondo perduto. Siamo credibili come un venditore di orologi falsi e ci stanno regalando 80 miliardi, allora restituiamo almeno un po’ di cuore. Tutti gli anni avremo una vera festa condivisibile da tutto il continente. E’ un buon passato da cui partire. Allora festeggiamo per dimenticare tutte le divisioni create dalla guerra. Scriviamo un passato pieno di valori veramente condivisibili da tutti gli europei. Anche pagare il mutuo sottoscritto ora, sarà più leggero per tutti.

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Presidio all’Arco della Pace per il 25 aprile

Un presidio in piazza, all’Arco della Pace, nel rispetto delle norme anti-Covid, e una serie di contenuti in streaming, trasmessi da alcuni luoghi della cultura chiusi dalla pandemia: l’Arci Mondini, il Bloom di Mezzago e il Piccolo Teatro occupato. Così la rete di Partigiani in Ogni Quartiere celebra a Milano l’anniversario della Liberazione. La piazza si animerà dalle 17, con interventi di rappresentanti di ResQ, Non Una di Meno, Priorità alla Scuola, Rete Studenti Milano, Brigate Solidali, Vittorio Agnoletto, Recup, Fridays for Future, Deliverance Milano, Audrey ANPI, ANPI Stadera, ANPI Bellezza. Dal circolo Arci Mondini, in zona Rogoredo, sono previsti interventi teatrali in diretta streaming. Tra gli altri ci saranno: Andrea Pennacchi, Arianna Scommegna, Renato Sarti e Germano Lanzoni. Dallo storico Bloom di Mezzago andranno in streaming i set di Tommy Kuti, Sista Awa, Mercanti di liquore, Panda Clan, mentre interventi sono previsti anche dal Piccolo Teatro occupato a cura del Parlamento Culturale Permanente. ANSA

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Scontri fra forze dell’Ordine e antagonisti che violavano i divieti. Polizia: bisognava prevenire

Momenti di tensione ieri mattina quando un gruppo di antagonisti è stato fermato con decisione da alcuni agenti di polizia mentre improvvisava un corteo in memoria dei partigiani. L’episodio è avvenuto alle 11.50, in via Celentano, in zona via Padova, dove i poliziotti hanno incrociato una quindicina di militanti dei “Carc“. Dai video ripresi dai residenti dai balconi si vedono gli agenti bloccare con decisione i manifestanti, tra cui ragazze e anziani. Uno di questi, in sella a una bicicletta, è stato atterrato sull’asfalto. Una degli antagonisti, invece, è stata ammanettata e trascinata all’auto per essere identificata. Da via Fatebenefratelli fanno sapere che si trattava di “persone note” sorprese durante i controlli per il rispetto del decreto per il contenimento del contagio da Covid-19. Nel pomeriggio il Segretario del Sindacato Autonomo di Polizia, Massimo Pirola ha emesso una nota nella quale ha espresso, “massima vicinanza e solidarietà ai ragazzi delle volanti intervenuti”, augurandosi che i contusi siano stati feriti solo lievemente. Pirola ha aggiunto che, “era prevedibile che i professionisti del disordine pubblico sarebbero, ovviamente non autorizzati, scesi in strada in cerca di visibilità“, sottolineando che si sarebbe dovuto “disporre un piano di contenimento teso ad evitare le abituali provocazioni“, gestendole. “con i reparti e gli equipaggi preposti, senza lasciare una problematica di ordine pubblico alle volanti impegnate nel controllo del territorio“. “Spiace constatare che nel periodo e nella città dove neppure si riesce a rivolgere l’estremo saluto alle persone care che ci lasciano, questi signori abbiano ritenuto indifferibile deporre un omaggio floreale ai combattenti partigiani. Resta il dubbio – ha concluso il sindacalista – che la commemorazione sia stata semplicemente il pretesto per menare le mani“. Contemporaneamente a quella di via Padova, una seconda manifestazione non autorizzata, si è svolta tra via Ascanio Sforza, e via Evangelista Torricelli, dove circa venti i giovani  hanno cercato di raggiungere piazza XXIV maggio. Anche in questo caso a fermarli gli agenti delle volanti che li hanno identificati. Dopo qualche attimo di tensione in cui i manifestanti hanno fronteggiato le Forze dell’Ordine, il corteo si è sciolto senza che avvenissero scontri.  

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Conad aiuta le raccolte per i poveri ma viene accusata di fascismo

Conad aiuta le raccolte per i poveri ma viene accusata di fascismo. Per il 25 aprile l’Associazione nazionale partigiani ha attaccato frontalmente il Municipio 7 per come ha partecipato all’iniziativa della catena di supermercati per aiutare le famiglie più in difficoltà. Conad ha selezionato con l’aiuto dei Municipi una serie di associazioni che si occupano di distribuzione di generi alimentari a chi non riesce a fare abbastanza spesa per sopravvivere. Per il Municipio 7 il presidente Marco Bestetti (Forza Italia) ha indicato l’associazione Bran.co. E lì si è alzato uno shitstorm pesantissimo sia contro Bestetti che contro la catena di supermercati: l’Anpi ha infatti diramato un comunicato durissimo perché dietro Bran.co ci sarebbero gli attivisti di Lealtà e Azione, che per l’Anpi sono solo cattivoni fascisti. Pure colpevoli di aiutare prima gli italiani in difficoltà e poi gli altri. Gravissimo secondo gli ex partigiani. Ed ecco che Conad aiuta le raccolte per i poveri ma viene accusata di fascismo. Avevano solo organizzato una distribuzione di generi alimentari, ma l’Anpi a quanto pare pretende di gestire anche la beneficenza. D’altronde sul tema l’associazione ne sa perché, godendo di molti appoggi politici, per le sue sedi e attività viene sempre trattata coi guanti di velluto. Ma se qualcuno di destra vuole aiutare i propri concittadini, non può. Se no si aiutano i fascisti. Anzi, tanto per cambiare viene tirata in ballo la Costituzione violata. Viene il sospetto che l’attacco dell’Anpi contro Conad e Bestetti sia arrivato il 25 aprile perché tirano più le notizie negative di quelle positive e con un bell’attacco frontale si sono guadagnati tantissima visibilità. Invece diverse famiglie povere grazie a loro finiranno per non ricevere nessun aiuto. Ci sentiamo di consigliare a Conad di pagare in qualche modo l’Anpi, così da evitare nuovi attacchi durante le ricorrenze nazionali che possono mettere a rischio posti di lavoro. In tanti infatti hanno subito scritto che non sarebbero più andati in un supermercato Conad.

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Festeggiamo il 25 aprile liberandoci dalle menzogne

Festeggiamo il 25 aprile liberandoci dalle menzogne. Vi prego, cari manovratori o aspiranti tali. Se il 25 aprile resta la festa nazionale della liberazione, usiamolo anche per sollevare le nostre spalle della retorica della menzogna. Quali? Iniziamo un breve elenco. La prima è quella costante che viene rifilata al popolo, da sempre trattato dallo Stato come se fossimo tutti uguali ai ritratti firmati da Alberto Sordi e Checco Zalone. Molti italiani non sono così e sono stanchi di essere trattati come un gregge, invece è così e non solo nelle chiese: l’ultimo esempio è l’esecutivo Conte che ha deciso di non diffondere il rapporto in cui erano riportati gli scenari possibili della pandemia. Hanno secretato, cioè nascosto, la parte in cui si diceva che potevano esserci 6-800mila morti. Il motivo: non spaventare la popolazione. Il risultato è che ora la popolazione è terrorizzata, perché ha realizzato che lo Stato una volta in più ha mentito. Caro Conte, caro Mattarella, è il momento di smetterla. Certo rischiate di avere meno potere, perché un popolo consapevole è molto meno controllabile, ma siamo una nazione civile non vi impiccheremo solo perché smettete di mentire. E a proposito di popolo consapevole, ecco una seconda menzogna: oggi si parla del MES e della Grecia, ma sul trattamento riservato alla Grecia dovremmo avere la decenza di tacere, perché siamo parte degli sciacalli che hanno distrutto il futuro del popolo greco. Tutti parlano dei tedeschi e dei cinesi che si sono comprati porti e aeroporti, ma chi pensate che abbia preso le ferrovie? Quindi per favore, basta menzogne. E a proposito dei cinesi e della nuova Via della Seta, c’è un’altra balla clamorosa: non rischiamo di vendere i nostri porti ai cattivoni cinesi, lo abbiamo già fatto sia in Liguria che a Trieste. E non è per niente una notizia nascosta, basta leggere i comunicati ufficiali dello Stato, degli enti pubblici italiani e cinesi. Le notizie sono pubbliche, ma si agita lo spettro dei cinesi che ci comprerebbero. Altra balla clamorosa a proposito dei cinesi: “si sono comprati pezzi della nostra economia”. E già, come se glieli avesse venduti Babbo Natale. Se in tanti italiani hanno ceduto alle offerte iniziali, sempre molto alte, non è mica colpa dei cinesi che hanno avanzato le offerte. A Milano è successa la stessa cosa: il cartolaio di turno ha visto una valigetta di soldi e ha realizzato il sogno dell’italiano medio. Accumulare un gruzzoletto e smettere di lavorare, peccato che i cinesi sanno benissimo che la vera ricchezza è il controllo dei mezzi di produzione della ricchezza stessa: se hai un negozio o un’azienda incameri soldi. Se hai soldi in banca, pian piano li erodi e basta. Quindi all’inizio offrono tanto perché sanno che poi recupereranno i soldi nei decenni. E i soldi glieli prestano le famiglie, motivo per il quale poi si ammazzano di lavoro: devono restituire il prestito ai loro amici e parenti. Quindi se “hanno comprato pezzi della nostra economia” è perché hanno legami, mentre in Italia vige la legge “dell’importante è che non vincano gli altri”. L’invidia sociale permanente che gioca sempre al ribasso che infatti perde con chi invece ha legami sociali così solidi da reggere a migliaia di chilometri di distanza. Però è meglio veicolare la balla della comunità straniera che subdolamente compra pezzi della nazione indifesa. Così da dividere ulteriormente le persone. E’ il momento di liberarci delle menzogne. E lo Stato in questa operazione di Liberazione potrebbe avere un grande ruolo. Sono talmente abituati a mentire che dicono di aver stanziato centinaia di miliardi, poi si scopre che sono calcoli sull’effetto leva: cioè io ti do dieci euro, ma secondo i miei calcoli li userai così bene da trasformarli in mille euro. Oppure, vado dalle banche e gli dico che possono prestare più soldi di prima perché garantisco io una parte dei soldi. Poi però scopri che vale solo per alcuni, casi molto molto particolari e chiaramente se hai i conti in ordine, se di fatto hai già i soldi, ecc. Quindi per favore governanti, basta menzogne: se mettete sul piatto un miliardo. E’ un miliardo, non cento. Basta vendersi anche il lavoro altrui come vostro risultato. Continuare a raccontare balle crea un diffuso clima di sfiducia sociale. Quando si è scoperto il rapporto secretato, Mattarella e Conte hanno perso la fiducia di tutti quelli che avevano apprezzato non solo il decisionismo nell’emergenza, ma la linea di dire sempre la verità. Ora sappiamo che avete mentito e prima o poi capirete la gravità di ciò che avete fatto. Lo Stato dovrebbe abbandonare l’atteggiamento paternalistico verso gli italiani. Siamo grandi abbastanza, possiamo e vogliamo vivere nel mondo reale. Non in questo baraccone di menzogne che avete creato. Festeggiamo il 25 aprile liberandoci dalle menzogne, almeno quest’anno.

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Un 25 aprile di rivolta pacifica contro il governo

Un 25 aprile di rivolta pacifica contro il governo. Non è una polemica politica, ma un fatto: a migliaia si stanno organizzando in tutta Italia per scendere in piazza contro gli attuali governanti. L’idea è di trasformare il 25 aprile in un momento di coesione nazionale dopo che per più di due mesi i già scarsi legami sociali si sono scollati del tutto per le crisi economiche e nervose di un popolo che si è scoperto sequestrato. Il tam tam è partito nelle settimane scorse e oggi è un coro con venti comitati regionali organizzati sulle chat di Telegram: sono migliaia ora gli utenti che seguono il progetto e sembrano intenzionati a portare fino in fondo il piano: andare a Roma per una grande manifestazione pacifica, un modo per riappropriarsi della normalità perduta a causa del lockdown e impedire al governo di tenere ancora le persone chiuse tra muri e mascherine. E se i numeri delle chat dovessero essere confermati nei fatti sarà difficile per le forze dell’ordine contenere la popolazione: anche perché come potrebbero reagire gli indecisi in quel momento? E se adesso le forze dell’ordine si attivassero per chiudere le chat dedicate a questa grande manifestazione come reagirebbero le persone coinvolte? Sarebbe l’ennesima pugnalata alla fiducia verso lo Stato. Roma non può più permettersi di fare prediche a nessuno dopo che ha dato una mano alla Mafia e agli evasori del Sud regalando soldi a tutti, un gesto che ha chiarito a milioni di italiani che in realtà pagare le tasse è completamente inutile, bastava dire “qui in tanti lavorano in nero” o “o mi date i soldi o li chiedo alla Mafia” per avere quello che si voleva. Già questa decisione aveva ulteriormente minato la resistenza del Nord perché ha reso tangibile quanto siano stupidi quelli che cercano di pagare le tasse. Poi rimandi, messaggi poco chiari, documenti secretati e tanto altro. Un 25 aprile di rivola pacifica contro il governo era dunque inevitabile.

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