abbandonata

Lega: scuola di via Vallarsa trasformata in centrale di spaccio

“Abbiamo svolto un sopralluogo all’interno della scuola abbandonata di via Vallarsa, chiusa dal 2021 per problemi strutturali, trovando uno scenario vergognoso per una città che si professa internazionale come Milano” lo scrivono in una nota l’Europarlamentare Silvia Sardone e il Consigliere Comunale Samuele Piscina entrambi della Lega. “Occupanti abusivi, pusher, vandalismi ovunque: i cittadini del quartiere, a due passi da Porta Romana, sono esasperati e giustamente preoccupati dalla situazione. La sicurezza ormai è pari allo zero spiegano i due, chiedendosi – dov’è il sindaco Sala? Non si muove perché siamo fuori dalla ztl del centro? I suoi assessori e consiglieri non riescono ad arrivare in monopattino fin qui? Chiediamo lo sgombero immediato – concludono – e la messa in sicurezza dell’edificio. L’ex scuola torni alla cittadinanza”. “Il sindaco Sala aveva chiuso la scuola di via Vallarsa con la promessa di demolirla e ricostruirla ma ad oggi, dopo 3 anni, è in stato di abbandono totale. – aggiunge Andreana De Franceschi, consigliere della Lega in Municipio 5 – Tra l’altro sarebbe interessante capire come mai sia presidiata dalla vigilanza privata pur essendo un complesso di proprietà del Comune di Milano. I residenti non ce la fanno più: sono stufi di vivere nella paura e nel abbandono più totale. Dove sono sindaco e assessori? Il Municipio 5 ci sta riempiendo di ciclabili inutili, che tolgono decine di posti auto, e poi ci lascia una centrale di degrado e spaccio in mezzo alle abitazioni. È une vergogna” conclude la De Franceschi.

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Via Civitavecchia: una comunità orgogliosa e abbandonata

Via Civitavecchia: una comunità orgogliosa e abbandonata Le casette, singole, strette e alte. I tre gradini prima della porta d’ingresso. Il giallo vivace della facciata. C’è un angolo di Inghilterra a Milano, nell’ultimo lembo della città prima di via Rizzoli. Prima della Rizzoli, se parliamo di tempi. Perché queste case hanno visto espandersi la città. Erano qui, testimoni silenziose, quando il Corriere della Sera è arrivato, con le rotative pesanti e rumorose. E hanno visto la metropolitana sbucare dal terreno e correre sotto il sole. C’erano, quando, trent’anni dopo, sono arrivate altre case popolari. Insomma, sono piccoli e silenziosi testimoni di una città che è cambiata. Hanno visto il terrorismo, la droga, il parco Lambro passare molte crisi. Erano qui, silenziose, quando è arrivata la prima ondata migratoria. E sono state minacciate più volte di demolizione, sempre scampandola per un pelo. Oggi vivono uno strano limbo: sospese sul baratro della burocrazia di MM, mentre, tutto attorno, il quartiere cambia. Questo piccolo viaggio, senza pretese di inchiesta, è un omaggio e una denuncia. Un omaggio alle case e ai loro tenaci abitanti. E la denuncia delle condizioni in cui gli abitanti sono costretti a vivere. Il parco negato Nel cuore di queste casette a schiera c’è un parco per i bambini. In teoria. In pratica c’è un cane senza guinzaglio che sta facendo pipì sul cartello che vieta di portarci i cani, in quel parchetto. La legalità e questi luoghi si rispettano, ma cercano di evitarsi quando possibile. Un molosso abbia frenetico da un cortile. Attende impaziente il suo turno nel parco, che dovrebbe essergli proibito. Naturalmente è escluso che durante l’orario di scuola ci siano bambini. Ma non è l’unico momento in cui queste aree sono loro negate. Durante l’estate le bande che se lo contendono rendono la loro presenza un ricordo. A terra cocci di vetro. E siamo fortunati, dopo le lunghe e calde notti, di solito si trova di tutto. Dal biologico alle siringhe, passando per le bottiglie, le schegge di vetro e altre sostanze su cui è meglio soprassedere. Alle spalle del parco, con i suoi giochi vuoti, la facciata sfregiata di un istituto professionale. Dentro, un insegnante urla. Fuori, le urla diventano tag sui muri grigi. I ricoveri per i senza tetto Su entrambi i lati delle case a schiera, ci sono hotel di vita. Il primo, dal lato dell’Enotria, è ancora frequentato. Varia umanità sofferente entra ed esce dalla scatola di cemento, eterno oggetto di promesse mancate. Doveva essere un supermercato, poi un ufficio postale. Forse sarà interessata dal mega progetto di riqualificazione dell’area Rizzoli, quello che vedrà sorgere un mega coworking in bambù per Panda hipster. Forse resterà così, un parallelepipedo in cemento sperduto nel verde. Testimone che di buone intenzioni è lastricato il degrado di Milano. Sul lato opposto il ricovero per senza tetto era addirittura nel perimetro dell’istituto professionale. Era perché è qualche anno che non si vedono più ospiti. Forse è stata chiusa. Letteralmente, nel senso di murata. Una ben strana scuola, ma qui la stranezza è l’unica cosa normale. I ricoveri per inquilini In mezzo ai due hotel di vita, la vita degli abitanti di queste case popolari. Una vita che in sette decenni ha visto momenti molto peggiori, ma anche decisamente migliori. Questo è il giardino segreto di Milano, dove si sta combattendo una difficile battaglia per la riqualificazione da una parte e si decide anche di lasciare casi troppo difficili per esseri lasciati in contesti più grandi. Come nel caso dell’accumulatrice seriale. Le case internamente sono piccole, ma confortevoli. Sono anche dotate di un piccolo giardino. Giardino che, se non curato (e le case abbandonate ci sono e non sono poche), diventa ricovero di piante talvolta anche velenose. Sicuramente allergeniche. Che conquistano ogni centimetro lasciato libero. Qui siamo alla frontiera, l’uomo è solo un turista. Il verde riconquista ogni metro incustodito. Ricordandoci che, alla fine, sul pianeta non lasceremo impronte durature. Oltre la frontiera Oltre l’ultima fila di case c’è il Parco Lambro, un posto incantevole. Fino al venerdì pomeriggio, nella bella stagione. Poi, la fonte di un incubo: ubriachi, violenti, armati e senza paura alcuna. Escono soli, in gruppi, in branchi dall’oscurità. E non vanno incrociati. Farlo non porta sfortuna, ma un ricovero garantito dai venti giorni in su. Le storie che si raccontano sono di violenza, cieca e senza senso. File di macchine vandalizzate per lanciare un messaggio a chiunque chieda, anche gentilmente, di riavere la quiete notturna perduta. E polizia assente durante questi fine settimana alcolici che privano una comunità della pace e della sicurezza. I furgoni con i gazebo e l’equipaggiamento da barbecue passano di qua. Nessuno vede, nessuno è sicuro. L’estate qui è un caldo incubo che solo le piogge autunnali mitigano. Don Mazzi aveva fatto molto per rendere migliore la zona, ma nemmeno il suo futuro è sicuro. Quello è sicuro è il ritorno delle carovane dei nomadi. Alcuni migliori, altri peggiori. Tutti comunque parte del grande mistero: riusciremo a difendere il poco che abbiamo. Questo è lo spirito dei pionieri della periferia. Un grande romanzo di resistenza, in cui la città di te se ne frega con precisione chirurgica. E la rivedi solo quando deve difendere regole arcaiche o incassare bollette arretrate. Oppure, va detto, portare un fiore dopo anni di maltrattamenti: la casa dell’acqua. La casa dell’acqua è un bel gesto, molto apprezzato. Con la pavimentazione nuova tutto attorno. Oh, sì, molto apprezzato. Come la pace prima della tempesta. Una mano di colore Ecco, in campagna elettorale la maggioranza che governa la città qui poteva fare e promettere molto. Telecamere nel parchetto, per dissuadere i malfattori a due zampe. Più controlli, per non lasciare soli gli inquilini malati e i loro vicini che da anni la notte non dormono. La ripulitura dei giardini sopraffatti dalla vegetazione, salubre o insalubre. Ma di tutte queste cose non si sarebbe accorto nessuno. E quindi, idea geniale, si faranno dei murales sulle testate di fila. Utilità? Ovviamente nessuna. Ma la sola casetta dell’acqua

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Osnato (FdI): Polizia lasciata senza tutele da Comune e Stato

“Nel corso di un interessante incontro,  i vertici del Sindacato Autonomo di Polizia, mi hanno rappresentato le difficoltà con cui si devono confrontare ogni giorno gli uomini che si occupano di garantire la nostra sicurezza”. Lo rende noto Marco Osnato parlamentare di Fratelli d’Italia. “Partendo dalla nostra città – spiega Osnato – la recente decisione del Comune di Milano di ridurre la quota di alloggi popolari riservati alle Forze dell’Ordine, oltre a privare questi caseggiati di un prezioso presidio contro occupazioni e prepotenti, intensificherà il fenomeno delle richieste di trasferimento da parte degli agenti che non possono permettersi di affittare un alloggio privato, con il rischio che a rimanere sguarnita sia l’intera città. Sul tema chiederemo al comune  di cercare un accordo con il Ministero degli Interni per far sì che prenda carico delle spese di ristrutturazione di alloggi da riservare alle forze di Polizia”. “Altro problematica sollevata – continua Osnato – è quella dell’interruzione della sperimentazione del teaser, che aveva dato ottimi risultati risultando ottimo compromesso tra l’arma da fuoco e le semplici mani degli agenti. Una questione sulla quale presenterò un’interrogazione parlamentare, perché temo che questioni ideologiche siano state messe davanti alle capacità operative della Polizia e alla sicurezza dei nostri concittadini”. “In generale – conclude Osnato – l’impressione è che il Comune di Milano e lo Stato Italiano, sia per motivi ideologici, sia per incapacità e trascuratezza, abbiano abbandonato a se stesse le Forze di Polizia, con tutte le conseguenze negative che questo atteggiamento comporta per la sicurezza degli italiani”. Presenti all’incontro i rappresentanti del Sindacato Autonomo di Polizia: Massimiliano Pirola Segretario Provinciale, Aldo Marcinnò Segretario Regionale e Giampiero timpano Segretario Nazionale.

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Ragazza abusata e abbandonata per strada in via Padova

E’ stata trovata svenuta per terra, alle quattro del mattino, nella multietnica via Padova all’angolo con via Arici, e sulle prime si è pensato a un malore. I sanitari del 118 dopo averle prestato le prime cure l’hanno portata al pronto soccorso del policlinico, dove i medici hanno avanzato l’ipotesi ben più grave che la giovane, una 17enne figlia di una famiglia peruviana, sia stata violentata e hanno quindi allertato i militari dell’Arma. Dai primi accertamenti dei carabinieri è emerso che la ragazza si sarebbe più volte allontanata da casa, in passato. Appena sarà possibile sentirla i militari cercheranno di ricostruire con chi abbia passato la serata culminata nel malore, nel frattempo stanno passando al vaglio i video degli impianti di videosorveglianza presenti in zona.  

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