beppe sala

Caro Sala la sinistra parla di donne, mentre a destra le donne guidano

Caro Sala la sinistra parla di donne, mentre a destra le donne guidano. Lo scriviamo perché il primo cittadino di Milano ha detto che l’anno prossimo “si andrà a elezioni. Ma è possibile che non ci sia una forza popolare o un movimento tale per cui, anche se non è obbligatorio, garantirà che in Consiglio entreranno in pari misure uomini e donne?”. E ha poi aggiunto: “Nel 2016, alle scorse elezioni, io l’avevo fatto e Parisi no, perchè questo dev’essere un patrimonio solo del pensiero di sinistra? E’ qualcosa a cui il centrodestra non deve rispondere? Devono farlo anche loro”. Ora, tralasciamo pure l’ineleganza di attaccare l’ex contendente quando durante la campagna non ha risposto a una (dicasi una) questione sollevata da Parisi. Anzi lo ha ignorato, per poi prendersela con lui ora. E lasciamo stare pure l’arroganza di dire “Devono farlo anche loro”, perché la destra non è il Pd e non si fa usare a fini elettorali mentre viene bacchettata da chi porta in spalla. Ma si può avere la faccia di parlare della destra in questi termini? Giorgia Meloni, se ti fosse sfuggito caro Beppe, è donna. Piccolina pure. Ed è l’unica leader politica nazionale, i vostri sono tutti uomini. Quindi caro Sala la sinistra parla di donne, mentre a destra le donne guidano. Tra l’altro proprio Beppe ha battuto una donna alle primarie, invece di compiere un passo indietro. Forse perché un conto è parlare di donne, un conto cedergli il potere? A destra le donne non si usano per sentirsi a posto con la coscienza. Per capirci basterebbe che Beppe si riguardasse Cena tra amici, dove appare chiaro come i veri conservatori irrispettosi delle donne siano i così detti progressisti. Però c’è un motivo per cui nei corridoi gli hanno affibiato il soprannome di “onesto”. Con le virgolette. E non solo perché il tribunale ha stabilito che è truccatore di carte. E sono pure gentili, perché chi attacca a fine mandato un ormai ex contendente, o usa le donne per farsi campagna elettorale, forse meriterebbe commenti peggiori.

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Coronavirus, Sollazzo (M5S): Sala ascolti i vigili che chiedono di tornare in servizio

Coronavirus, Sollazzo (M5S): Sala ascolti i vigili che chiedono di tornare in servizio. La richiesta arriva dopo che negli ultimi giorni, forse complice il meteo in miglioramento, hanno visto una maggior presenza di persone per le strade di Milano. E la soluzione al mancato rispetto delle regole potrebbe essere proprio dare ascolto a quei vigili che chiedono di tornare in servizio per dare il proprio contributo alla gestione dell’emergenza. “Dispiace costatare che ci siano ancora troppe infrazioni rispetto ai decreti e alle ordinanze emanate da Governo, Regione Lombardia e Comune di Milano. È quindi fondamentale che ci siano vigili e forze dell’ordine che possano accertare il rispetto delle regole in vigore. Invece la Giunta Sala ha deciso di mettere in congedo forzato la stragrande maggioranza dell’organico. O l’amministrazione ci dice che non ci sono abbastanza mascherine per proteggere i vigili in servizio e per questo li tiene a casa in congedo oppure è opportuno che i vigili tornino in servizio. Magari con una piccola riduzione dell’organico e nuove turnazioni così che a turno stiano tutti a casa ma garantendo il servizio. D’altronde sono gli stessi vigili e i sindacati della categoria a chiederlo. In questo periodo, è necessario che i cittadini rispettino le regole e che siano presenti le autorità preposte a farle rispettare.” così in una nota Simone Sollazzo, consigliere comunale M5S a Milano e membro della commissione consiliare sicurezza, chiede alla Giunta Sala di ascoltare le richieste dei vigili

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Confesercenti: “Beppe Sala ricordati della città metropolitana”

Confesercenti: “Beppe Sala ricordati della città metropolitana”. Il senso del comunicato diramato da Confesercenti Milano, Lodi e Monza e Brianza è questo. Un appello che tiene conto dei provvedimenti sulla sospensione o rinvio dei tributi locali già stabilita sia da Regione Lombardia che dal Comune di Milano e dal Comune di Lodi (trovate l’elenco più in basso). Per ora solo Monza non ha ancora ufficializzato le proprie decisioni in tal senso. Questo il comunicato che ricorda a Giuseppe Sala che sarebbe pure a capo della città metropolitana: «La priorità resta sconfiggere l’infezione polmonare, ma non possiamo permetterci che il cuore economico di Milano e dintorni cessi di battere: chiediamo un tavolo di confronto metropolitano per coordinare i necessari interventi da parte di tutti i Comuni della ex Provincia, partendo da un ricalcolo dei tributi locali e dal reperimento dei fondi necessari per sostenere il rilancio, anche impiegando il gettito già incamerato dell’imposta di soggiorno». Così Andrea Painini, Presidente di Confesercenti Milano, si rivolge a Giuseppe “Beppe” Sala, nella sua veste di Sindaco metropolitano. «Le difficoltà degli enti di area vasta sono note» riprende Painini «ma l’esistenza stessa di questo livello istituzionale – che ha tra le sue funzioni statutarie anche il coordinamento dello sviluppo economico e sociale sul territorio delle municipalità che si riuniscono attorno a Milano – impongono un intervento dell’ente nell’emergenza». Per Claudio Cremonesi, Direttore della Confesercenti milanese, l’intervento della Città Metropolitana è un’esigenza operativa: «non si tratta solo di consentire alle Associazioni imprenditoriali d’interloquire contemporaneamente con 133 Comuni, ma anzitutto di favorire un confronto tra le stesse Amministrazioni, avvalendosi di un’istituzione già esistente come sede di confronto e proposta». «In tal senso» soggiunge Cremonesi «riteniamo essenziale rivedere anzitutto i tributi locali come tassa rifiuti e canone di occupazione suolo pubblico, rimodulandoli alla luce delle sospensioni alle attività, nonché ribassando le aliquote per la parte residua, al netto delle doverose e quanto più duratore sospensioni e ratealizzazioni». «Per rilanciare il tessuto economico locale, riteniamo altresì auspicabile subordinare abbattimenti dell’IMU sugli immobili commerciali a riduzioni dei canoni da parte dei locatori, nonché ricorrere al gettito dell’imposta di soggiorno». Di seguito riportiamo le misure adottate dai vari enti territoriali: Lodi – Rate dei piani di rientro, in seguito ad avvisi di accertamento e liquidazione per TARI, IMU, TASI
Il pagamento delle rate in scadenza a marzo e aprile viene differito rispettivamente a maggio e giugno, con conseguente slittamento degli originari piani di rateizzazione. Accertamenti IMU e TARI notificati nei mesi di gennaio e febbraio 2020
Sono sospesi i termini di versamento, nonché di ricorso e mediazione fino al 31.05.2020. Versamenti per Tosap, imposta di pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni
Il versamento è differito al 30.06.2020 Rate TARI 2020 
Viene abolito il versamento in soluzione unica entro il 16 giugno e introdotto il pagamento in tre rate: 31.07.2020; 30.09.2020 e 31.01.2021 a conguaglio. Milano – a. per le locazioni/concessioni di unità immobiliari di proprietà comunale, assegnate ad attività commerciali, culturali e imprese dal Demanio dell’Ente, il differimento della scadenza del pagamento delle prime tre rate relative all’anno 2020 al 30 settembre 2020 senza more e interessi. Eventuali ritardi rispetto alle scadenze contrattuali previste non daranno luogo a sanzioni, revoche o decadenze, se il corrispettivo dovuto sarà versato entro il 30 settembre 2020; b. pertutti gli altri canoni di locazione e concessione relativi a beni immobili (edifici e aree) relativi all’anno 2020, con scadenze previste nel primo semestre dell’anno, il differimento senza more e interessi al 30 settembre 2020. Eventuali ritardi rispetto alle scadenze contrattuali previste non daranno luogo a sanzioni, revoche o decadenze, se il corrispettivo dovuto sarà versato entro il 30 settembre 2020; c. peri canoni di concessione di servizi relativi all’anno 2020, con scadenze previste nel primo semestre dell’anno, il differimento senza more e interessi al 30 settembre 2020. Eventuali ritardi rispetto alle scadenze contrattuali previste non daranno luogo a sanzioni, revoche o decadenze, se il corrispettivo dovuto sarà versato entro il 30 settembre 2020; d. per il Canone di Occupazione del Suolo e delle Aree Pubbliche (COSAP) annuale, la ridefinizione della scadenza delle quattro rate annuali programmate nel 2020 per i mesi di aprile, giugno, settembre e dicembre, rispettivamente al 15 settembre, 15 ottobre, 15 novembre e 15 dicembre; e. per il Canone di Occupazione del Suolo e delle Aree Pubbliche (COSAP) relativo ai mercati, ai chioschi ed edicole, il differimento della rata unica per posteggio, prevista in scadenza al 30 giugno, a una scadenza successiva al 30 settembre e comunque entro il 31 dicembre 2020. La data di scadenza verrà comunicata con atti ufficiali; f. per il pagamento della TARI 2020, la facoltà di pagamento, oltre che in unica soluzione, in quattro rate (anziché nelle consuete due rate) e precisamente alle seguenti scadenze: 15 settembre (prima rata), 15 ottobre  (seconda rata), 15 novembre (terza rata o pagamento in unica soluzione), 15 dicembre (quarta e ultima rata); g. la riscossione delle royalties maturate nell’ambito delle concessioni di servizi per il secondo semestre dell’anno 2019 e per il 2020 è differita senza more e interessi al 30 settembre 2020. Eventuali ritardi rispetto alle scadenze contrattuali previste non daranno luogo a sanzioni, revoche o decadenze, se il corrispettivo dovuto sarà versato entro il 30 settembre 2020; h) il differimento al 30 settembre 2020 del termine di pagamento per quanto attiene al versamento della seconda rata dell’imposta comunale sulla pubblicità di durata annuale, qualora l’importo complessivo dovuto sia superiore a € 1.549,37, di cui all’art. 9, comma 4, del D. Lgs. 15/11/1993 n.507; b) il differimento al 30 settembre 2020 del termine di versamento dell’imposta di soggiorno per il trimestre gennaio/marzo 2020, di cui agli artt. 8, comma 1, e 23, comma 1, del Regolamento dell’imposta comunale di soggiorno nella Città di Milano, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 19 del 11/6/2012 e s.m.i.; Lombardia – La delibera regionale n. 2965 del 23 marzo 2020 prevede la sospensione dei versamenti dei tributi regionali: Bollo Auto, Ecotassa e Tassa sulle Concessioni per i soggetti che hanno domicilio fiscale, sede legale o sede operativa nel territorio della regione Lombardia. La

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Le cose che il Comune potrebbe, ma non fa

A smentire la narrativa secondo la quale, Il Sindaco Sala e il Comune di Milano, non possono fare nulla per contrastare la diffusione del coronavirus, essendo stati superati nelle prerogative da Governo e Regione Lombardia, ci sono i molti provvedimenti che l’amministrazione milanese potrebbe prendere per appoggiare il lavoro delle istituzioni superiori. Eccone alcuni: – Chiudere i parchi cittadini, per evitare gli assembramenti che si sono verificati i giorni scorsi, favorendo il contagio fra bambini i che poi lo trasmettono ai genitori che ne hanno conseguenze più gravi. – Mettere in strada tutte le pattuglie della Polizia Locale, per verificare e imporre il rispetto delle disposizioni del governo, in modo di evitare gli assembramenti che nei giorni scorsi si sono verificati dentro e fuori dei locali nelle zone della movida (ma non solo li), favorendo la diffusione del contagio fra gli avventori. – Sospendere le Aree B e C, per ridurre il numero delle persone costrette a prendere i mezzi pubblici esponendosi ed esponendo gli altri al contagio. – Sospendere i servizi di car sharing, i cui veicoli, visto l’uso promiscuo, sono vettori di contagio. Un elenco che può sicuramente essere reso più corposo aggiungendo altri provvedimenti alla portata della Giunta Sala, che è necessario siano presi in questi giorni in cui ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Se non saranno messi in atto, terminata la crisi, anche i nostri amministratori saranno chiamati a rispondere di quello che avranno e non avranno fatto, insieme ai molti che hanno contribuito a precipitarci in questo incubo.  

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Sala contestato per la sua assenza

Sala contestato per la sua assenza. In questi giorni se ne sono viste e sentite molte a causa dell’emergenza Coronavirus, ma secondo alcuni milanesi chi invece si è visto poco è il sindaco Giuseppe Sala. Un manifesto digitale ha iniziato a girare per Facebook, creando subito una serie di reazioni tra cui quella dell’ex vicensindaco e consigliere regionale di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato che l’ha riproposto sulle proprie pagine social, ottenendone subito delle reazioni molto vivaci dai suoi contatti. Mario Buzzi Vergognoso…un sindaco che tiene più ai migranti e non fa nulla per la sua popolazione “non merita di essere sindaco”! Maria Botticelli Mario Buzzi giusto Maria Botticelli Forse lo visto vicino al cimitero Rosalia la Barbera Maria Botticelli musocco scommetto Lorena Zingarelli Spini Ma a questo non gliene frega niente manco degli extracomunitari Cristian Coviello Fate pena. Ma vi si ritorcerà contro. Finché speculare sulla pelle degli altri, qualcuno vi segue. Quando iniziate a sciacallare (senza mai approntare una soluzione razionale e realizzabile) sulla pelle dei diretti interessati, il giochino non tiene più Marco Spagna Questo vive in centro per gli aperitivi in galleria c’è sempre Rosalia la Barbera Marco Spagna a, sbafu Sala contestato per la sua assenza dunque. Come gestirà queste settimane di calma ansiogena? Per ora ha  chiesto a tutti di ridurre la socialità, ma anche di non fermarsi. Resta dunque il dubbio: Sala ha dimostrato di essere bravo a fare il capocantiere, sarà capace anche di gestire questa emergenza in cui bisogna stare fermi?

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Il caso Cerno scuote la sinistra milanese

Il caso Cerno scuote la sinistra milanese. Accuse pesantissime, auguri di querele e una serie di interventi molto duri di esponenti di primo piano che hanno messo a dura prova il Partito democratico milanese. Tutto è partito dalla decisione di cambiare bandiera: il senatore meneghino Tommaso Cerno, già direttore di Espresso e Repubblica, ha lasciato il Pd per Italia Viva. Ora Matteo Renzi può contare su 18 senatori e 30 parlamentari. Cerno era stato eletto proprio nel collegio di Milano, dove Italia Viva può contare su alcuni personaggi di peso della scena politica come l’ex vicesindaco Ada Lucia de Cesaris. Le adesioni ai renziani sono iniziate anche da Forza Italia e sono in tanti i berlusconiani che ancora guardano con speranza da quella parte. Con quella di Cerno si può dire che Renzi assume anche a sinistra nuovi adepti, ma questa volta le parole sono state pesantissime. Ha aperto il fuoco proprio il senatore: “Si chiama pizzo, hanno chiesto il pizzo. Anche la segretaria di Milano ha detto che se andavo con i 5 Stelle non capivo niente… la segretaria, questa che faceva la portaborse della Toia. Faceva la portaborse di un’europarlamentare e fa il segretario di Milano…Dopo avermi chiesto il pizzo di 18 mila euro, mi ha detto “buona fortuna”. Si chiama pizzo, i soldi per parlare, per esprimere il proprio pensiero”. Un attacco frontale a Silvia Roggiani, la segretaria milanese dei democratici, andata in onda sulla trasmissione “Un giorno da pecora”.  Lei ha reagito duramente con un lungo e furente comunicato: Dopo la trasmissione radio di questa mattina i vertici del Pd hanno deciso di reagire. “È davvero grave che il senatore Cerno, paracadutato nel collegio più sicuro di Milano – e dunque eletto grazie agli sforzi organizzativi e anche economici del Pd che lo ha sostenuto – si permetta ora di calunniarci, usando le parole legate al mondo mafioso, come pizzo e ricatto. Lo sa il senatore Cerno quante persone sono morte per mano della mafia? Come parlamentare della Repubblica, conosce il peso della parola che usa? Credo che simili affermazioni qualifichino il senatore per quello che è: una persona che ha dimostrato scarsa cultura politica e soprattutto totale mancanza di rispetto nei confronti degli stessi militanti che gli hanno consentito di sedersi in Parlamento. Una comunità, quella del Pd Milano Metropolitana, che si autofinanzia con il tempo e la generosità dei propri iscritti e dei propri eletti. Eletti, che per quanto ci riguarda, sono i primi militanti del Pd, come dimostrano le esperienze degli altri parlamentari di Milano”, così la segretaria Roggiani, che poi continua:”Per quanto riguarda le parole usate nei miei riguardi, ci tengo a dirgli che il fatto di lavorare dall’età di 19 anni non è per me motivo di imbarazzo, ma anzi di orgoglio. Tommaso Cerno chieda scusa, non a me, ma non a tutta la comunità del Pd Milano Metropolitana che, anche grazie a tutti i contributi degli eletti, in questi anni è scesa in piazza, ha volantinato nelle strade e si impegna ogni giorno per la collettività”. Subito è intervenuto il consigliere regionale Pietro Bussolati: “Il senatore Cerno ha tutta la legittimità di fare le scelte politiche che ritiene (e io di criticarlo come per le sue posizioni sulla TAV che tradiscono il sentimento presente nel territorio in cui è stato eletto). Ma certamente non ha alcun diritto di rivolgersi verso il Pd milanese e la sua segretaria Silvia Roggiani con parole infamanti e inaccettabili, per cui spero verrà querelato. Sarebbe bene che i suoi “nuovi” colleghi di Partito milanesi prendano le distanze dalle sue affermazioni che negano i risultati che – insieme – abbiamo raggiunto nella nostra città, primo fra tutti il rispetto per le persone al di là di pensarla diversamente“. Anche l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino ha detto la sua: “Cmq con un altro paio di frasi così del sen Cerno ci facciamo i soldi dalle querele per pagare le prossime dieci campagne elettorali. Forse voleva aiutarci sul medio e lungo periodo“. Il sindaco Beppe Sala si è a sua volta schierato con Roggiani: “Ricordate quando dicevo: Evitiamo candidati alle politiche che usano Milano come un autobus per farsi eleggere”? Ecco, il comportamento del senatore Cerno dimostra che i miei timori erano fondati. Avanti Silvia Roggiani“. Insomma un’onda contro Cerno, che in effetti essendo giornalista sembra strano si arrischi in dichiarazioni così pesanti: dovrebbe conoscere bene il problema delle azioni legali. Inoltre la mossa avventata ha anche causato una serie di prese di distanza da parte di esponenti milanesi di Italia Viva: non sembra dunque un’entrata delicata nella nuova formazione che almeno formalmente è nello schieramento di centro sinistra. Dunque si può dire che il caso Cerno scuote la sinistra milanese. Anche Nicola Zingaretti, segretario del Pd in via di scioglimento, è intervenuto in difesa dei suoi: La nostra solidarietà al @Pdmilano per l’aggressione subita. Un abbraccio a @SilviaRoggiani e alla nostra comunità di attivista che con generosità e passione lavorano per costruire un’Italia migliore. Siamo tutti con voi!

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