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Il vademecum per la par condicio elettorale

Il vademecum per la par condicio elettorale. Interessa anzitutto le liste e i candidati impegnati nelle elezioni del prossimo 3-4 ottobre in Lombardia. Ma anche gli organi d’informazione e più in generale tutti i cittadini. Si tratta del nuovo Vademecum sulla par condicio realizzato dal Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM), l’organismo regionale presieduto da Marianna Sala e preposto alla vigilanza sul rispetto delle regole dettate dalla legge 28/2000, che disciplina l’accesso ai mezzi di informazione in campagna elettorale, per garantire la parità di trattamento e l’imparzialità. “Il Vademecum ha lo scopo di agevolare candidati e cittadini – ha sottolineato la Presidente del CORECOM, Sala – nell’applicazione di una normativa tecnica molto complessa e per questo contiene in un testo unico non solo tutte le disposizioni vigenti in materia, ma – ed è la utile novità di quest’anno – la più recente giurisprudenza dell’AGCOM, che ha l’ultima parola sulle violazioni della normativa e sui ricorsi”. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Corecom Lombardia e sui canali social istituzionali. Ecco il documento: Vademecum par condicio in ambito locale

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Sala lancia la campagna di comunicazione per le comunali

“Noi proponiamo una continuità di gestione, ma una discontinuità di contenuti e ci presentiamo partendo da una grande fiducia per la città”. È con questo apparente paradosso che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha sintetizzato la campagna di comunicazione del centrosinistra in vista delle prossime elezioni comunali che lo vedono in corsa per la rielezione. “Credo che questo sia qualcosa che ci separa molto dalla destra, noi vediamo una città che è forte, in grado di aiutare e recuperare. Loro vedono una città depressa, poco attrattiva, poco amata nel mondo, insicura e questo ci separa fortissimamente dalla destra” ha osservato il primo cittadino. “La nostra richiesta alle cittadine e ai cittadini – ha ribadito lanciando lo slogan principale ‘Milano sempre più Milano’ – è quella di farci continuare a gestire la città con il necessario cambiamento, continuità nella discontinuità. Crediamo nella riscoperta dei quartieri, associata a una dimensione internazionale che possa portare Milano a essere la città della transizione ambientale, del cambiamento nella mobilità sociale, dell’inclusione sociale, e pensiamo di affrontare questa campagna elettorale non a botte di messaggi semplificati, che forse possono pagare, ma pensiamo anche che non sia il caso di illudere” e sia necessario “accettare la complessità del mondo e saper fare”. Il sindaco ha infine evidenziato alcune caratteristiche che ritiene qualifichino la propria candidatura: “Incorruttbilità, capacità e indipendenza” tradotti in slogan come “Milano sempre più semplice”, “Milano sempre più verde”, “Milano sempre più connessa”, “Milano sempre più giusta” e “Milano sempre più internazionale”. Dopo cinque anni di governo della città, ha concluso, “non mi sento ancora di dire che sono un professionista della politica, ma la politica è diventata una passione, mi è entrata nel cuore e la scelta di ricandidarmi è di pura passione”. Askanews

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Comunali. Salvini: mercoledì vertice ma non è detto che si faranno nomi

Mercoledì ci sarà il vertice tra i partiti di centrodestra per parlare del prossimo turno di elezioni amministrative. Lo ha confermato il leader della Lega Matteo Salvini nel corso di un incontro con la stampa oggi fuori da Palazzo Lombardia. “L’abbiamo chiesto noi – ha spiegato il numero uno del Carroccio -, ne parleremo, poi se i candidati ci saranno tra una o due settimane non è un problema, visto che si vota a ottobre quindi l’importante è che prima o poi ci ci siano”. “Se non c’è nessun veto su Bertolaso a Roma e Albertini a Milano sono la persona più felice del mondo, da milanese di nascita e romano di residenza – ha aggiunto Salvini -. Chiederemo a tutti un gesto di amore per queste città e un passo indietro ai partiti. Io lo faccio anche domani mattina. Faccio parte di una squadra e serve il consenso di una squadra non nascondo che io sarei già in piazza a sostegno di Guido a Roma e Gabriele a Milano da ieri, non da domani. Detto questo, se non ci fossero le condizioni siamo in grado di fare scelte altrettanto importanti, rimango convinto che siano due grandi risorse”. ANSA

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Qual è la reale situazione di Milano?

Qual è la reale situazione di Milano? Perché come abbiamo scritto pure Albertini ha mollato la città. E poco dopo Letizia Moratti ha dichiarato di aver rifiutato la candidatura a sindaco offertale pochi mesi prima. Sono già due ex sindaci a rifiutare quella che sembra una patata bollente. E allora il dubbio sale: qual è la reale situazione di Milano? C’è forse qualche buco di bilancio non comunicato? C’è qualche carta fuori posto o un grosso pericolo all’orizzonte? Perché stanno gettando la spugna personaggi con le spalle larghe, gente già stata eletta a Palazzo Marino. Viene dunque il dubbio che siano persone informate nel dettaglio di come sono messe le cose nel Comune di Milano. La carica è importante e non forse non rende ricchi, ma si è al timone di una delle città più note del mondo. Un fulcro culturale ed economico di rilevanza globale e il non secondario piacere di aver servito la comunità. O almeno di averci provato. Invece nulla, si trova solo un milanese fuori dai circoli politici. Forse è perché lui non sa cosa lo aspetti veramente e gli altri sì? Che il bilancio sia ottimistico lo avevano sottolineato i revisori dei conti, ma da qui a immaginare che nessuno si voglia candidare nel centro destra ce ne passava. Perché il bilancio comunale è stato gonfiato per intercettare quanti più fondi europei possibili, dunque non può essere quello il motivo. A meno che non ci sia qualcos’altro di non chiarito che però i politici di livello conoscono e dunque evitano. Ci sono troppi problemi in generale o c’è qualcosa che spaventa più di altro? Sala è un avversario forte, ma ha commesso tanti errori e in questi cinque anni l’unico risultato grosso, le Olimpiadi 2026, è stato conseguito in team con altri. Su tanti temi si potrebbe proporre alla città un’altra visione. Altri approcci all’Amministrazione pubblica per la città. Invece niente: è un fuggi fuggi.

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Comunali. Salvini: con i no non si va da nessuna parte

Sui candidati alla Comunali nelle grandi città “basta che qualcuno non dica sempre e solo no perché con i no non si va da nessuna parte. Non si va da nessuna parte né a Milano né a Roma né a Torino né a Napoli”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, a margine della sua visita alla sede dell’Avis a Milano, dove ha fatto una donazione di sangue. Il candidato a Milano, ha detto Salvini, “può essere Albertini che io stimo assolutamente possono essere altre persone in gamba che si sono messe a disposizione, basta che si faccia in fretta. Questo vale per Milano e vale per Roma. Ad esempio io penso che Bertolaso abbia lavorato benissimo in Regione Lombardia sui vaccini e potrebbe essere un ottimo candato sindaco per Roma”. “A me basta – ha aggiunto – che si scelga in fretta e che i milanesi possano avere un’idea di futuro, la città negli ultimi mesi si è fermata non solo per il covid. I grandi progetti sono fermi, la rivoluzione milanese è ferma”. Per quanto riguarda i tempi, “Io mi sono dato come obiettivo la riapertura entro metà maggio ed è assalutmente ragionevole. Dalla seconda metà di maggio poi e giusto che la politica faccia delle scelte anche sulle elezioni comunali”. Riguardo l’ipotesi di candidatura di Maurizio Lupi, “non faccio questioni di nomi e cognomi”, ha chiosato Salvini. Askanews

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Questa volta scegliamo prima l’anti Sala?

Questa volta scegliamo prima l’anti Sala? In questo periodo agostano in cui tutti pensano ai lettini loro e a quelli di Salvini forse è il momento di lanciarsi su pensieri più ampi. Magari non lunghi come l’orizzonte del mare, diciamo quanto basta per dimostrare di aver imparato dagli errori del passato. Per sconfiggere una macchina come quella che sostiene Beppe Sala è necessario cambiare paradigma: l’ultima volta  si aspettarono le settimane a ridosso delle elezioni e ci si basò sugli accordi tra segreterie. Una scelta che non premiò, perché sono accordi fragili, nelle mani di poche persone. Al primo segno di cedimento dei patti, ci si schianta contro le truppe ben organizzate del salismo. Il centro sinistra sa bene di non avere speranze come sé stesso: negli ultimi anni ha sempre vinto con candidati che non rappresentavano il principale partito dello schieramento, il Pd, anzi, vinceva proprio perché Pisapia e Sala si sono presentati come qualcosa di diverso. Certo, qualcosa che senza il Partito democratico non sarebbe andato da nessuna parte, ma ufficialmente era così. Forse anche il centrodestra dovrebbe imparare dagli errori e non riproporre il modello Parisi. Lui sarà anche stata una buona scelta, ma troppo anni Novanta: oggi come oggi non si può cercare un candidato e pomparlo quei due o tre mesi pensando di poter vincere. Bisogna costruirlo, avendo anche il tempo di farlo conoscere agli alleati della coalizione a ai milanesi, al fine di evitare scontri autolesionistici come all’ultimo giro. Creare solide fondamenta in grado di reggere agli scossoni sia prima che dopo. Ma perché sia una scelta giusta forse bisogna imparare dal centrosinistra ma declinato a destra: e se fosse un capo partito a candidarsi? Lo stesso Salvini potrebbe conquistare così davvero un’aura di invincibilità perché i successi alle europee se non confermati durano poco. Chiedete a Renzi.

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