condanna

Lamina, il titolare patteggia 22 mesi

Ha patteggiato 1 anno e 10 mesi, pena sospesa, dopo aver risarcito le famiglie delle vittime e l’Inail per un totale di circa 4,5 milioni di euro, Roberto Sanmarchi, il titolare della Lamina, l’azienda metallurgica milanese dove il 16 gennaio 2018 morirono quattro operai a causa di una fuoriuscita di gas argon nella vasca di un forno. Lo ha deciso il gup di Milano Manuela Scudieri accogliendo la richiesta della Procura e dei legali Roberto Nicolosi Petringa e Elena Benedetti. L’accusa era omicidio colposo. ANSA  

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Inter – Napoli, la condanna di Sala. Un morto, due arresti, curva chiusa e divieto di trasferta

“Ieri sera sono andato allo stadio, seguendo quella passione che mi ha trasmesso mio papà, come credo sia per tanti tifosi. E quando vado a gioire e soffrire per i colori del mio cuore confesso che spesso penso a lui, a quando andavamo insieme a San Siro. Ho preso freddo, mi sono agitato, ho esultato per la vittoria dell’Inter. Ma sono tornato a casa avvilito. Quei “buu” a Koulibaly sono stati una vergogna“. Lo ha su Facebook il sindaco Giuseppe Sala all’indomani di Inter-Napoli, in merito ai cori razzisti riservati da una parte della tifoseria al difensore del Napoli. “Un atto vergognoso nei confronti di un atleta serio come lui, che porta con fierezza il colore della sua pelle. E anche, pur in misura minore, nei confronti di tante persone che vanno allo stadio per tifare e per stare con gli amici – continua il Sindaco -. Non mi piace, per mia natura, pensare a cosa devono fare gli altri per risolvere i problemi della società in cui viviamo. Preferisco sempre partire da cosa devo fare io. E in questo caso farò una cosa molto semplice. Continuerò ad andare a vedere l’Inter, ma ai primi “buu” farò un piccolo gesto, mi alzerò e me ne andrò. Lo farò per me, consapevole del fatto che a chi ulula contro un atleta nero non fregherà niente di me. Ma lo farò. L’Inter FC farà quel che ritiene. A me piacerebbe che a Empoli la fascia da capitano la portasse Asamoah. Nel frattempo chiedo scusa a Kalidou Koulibaly, a nome mio e della Milano sana che vuol testimoniare che si può sentirsi fratelli nonostante i tempi difficili in cui viviamo“. Nel corso degli incidenti prima di Inter-Napoli avvenuti ieri sera in via Novara angolo via Fratelli Zoia, ha perso la vita il 35enne Daniele Belardinelli . Sulla dinamica dell’incidente sono in corso gli accertamenti della polizia. La vittima era un ultras di Varese con precedenti per stadio e precedenti Daspo. Al momento, ha riferito stamani il questore Marcello Cardona alla stampa, due persone, ultras dell’Inter, sono state arrestate per l’agguato, come lo ha definito lo stesso Cardona, a un gruppo di tifosi del Napoli. Una terza persona è ricercata per essere arrestata. Nell’aggressione, 4 persone sono rimaste ferite e il 35enne è stato investito presumibilmente da un suv che ha poi proseguito, ma la dinamica non è ancora chiara. Il questore assicura che sono al vaglio misure durissime per i partecipanti a quella che ha chiamato un’ “azione squadristica”, messa in atto da un gruppo di ultras interisti, incappucciati. Un’azione premeditata. Ancora da chiarire la dinamica e la circostanza che ha portato all’investimento del 35enne, poi portato in ospedale, al San Carlo, dagli stessi ultras. A segnalare il corpo del giovane a terra, secondo la ricostruzione fornita dal questore, sono stati gli stessi tifosi napoletani aggrediti. Il questore Marcello Cardona chiederà inoltre al comitato per l’ordine e la sicurezza la ratifica della decisione di chiudere la curva nord dell’Inter fino al 31 marzo prossimo e il divieto di trasferta per i tifosi interisti fino alla fine del campionato.  

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Aggredì militari, condannato a cinque anni e otto mesi

I giudici della terza Corte d’Appello di Milano hanno ridotto a cinque anni e otto mesi di carcere dai sette anni del primo grado la condanna a Ismail Tommaso Hosni, il 20enne italo – tunisino arrestato per avere aggredito con due coltelli due militari e un agente della Polfer alla stazione Centrale di Milano lo scorso 18 maggio. Il processo si è svolto col rito abbreviato, quindi con lo sconto di un terzo della pena. Con la sentenza di primo grado del 2 marzo scorso, il gup Roberta Nunnari aveva riconosciuto il vizio parziale di mente al giovane, tenendo presente una perizia da cui  risultato che era “capace di stare in giudizio” ma la “sua capacità d’intendere e di volere era grandemente scemata al momento del fatto“.

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Tassista abusivo stupratore condannato a 4 anni e 8 mesi

E’ stato condannato a 4 anni e 8 mesi di carcere Nabawy Ahmed Elshebbiny Ahmed, 61enne tassista abusivo imputato a Milano nel processo abbreviato con al centro lo stupro di una ragazza di 20 anni alla quale aveva dato un passaggio davanti alla discoteca Old Fashion, a Milano, nella notte tra il 15 e il 16 giugno scorso. Lo ha deciso il gup Elisabetta Meyer, che ha parzialmente accolto la richiesta di condanna a 6 anni di carcere avanzata dal pm Gianluca Prisco. La ragazza ha raccontato che quella sera, dopo avere bevuto molto, era andata in un chiosco nei pressi della discoteca per mangiare un panino. Poi è salita in macchina, il tassista abusivo ha fermato l’auto in un parcheggio e là, stando alle indagini, è avvenuta la violenza.

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Brega Massone, cancellato l’egastolo, condannato a 15 anni

Ergastolo cancellato, in appello, all’ex primario della clinica Santa Rita di Milano Pierpaolo Brega Massone. La Corte d’Assise d’Appello la ha condannato a 15 anni riqualificando il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale in relazione a 4 morti sospette in sala operatoria. Pena ridotta anche per suo vice, Fabio Presicci, condannato a 7 anni e 8 mesi contro i 24 anni e 4 mesi del primo grado. L’ex chirurgo toracico della Clinica Santa Rita, Pier Paolo Brega Massone, e il suo vice, Fabio Presicci, non entravano in sala operatoria accettando l’eventualità di uccidere. Questo dice la sentenza del processo milanese d’appello – bis che fa cadere l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale, già sancita in due gradi di giudizio, e ‘ridimensiona’ l’accusa a omicidio preterintenzionale abbassando le pene. I giudici della seconda corte d’Assise d’Appello, presieduti da Giuseppe Ondei, riducono la pena di Brega dall’ergastolo a 15 anni e a Presicci da 24 anni e 4 mesi a 7 anni e 8 mesi. Erano accusati rispettivamente di 4 e 2 omicidi volontari, oltre che di altri episodi di lesione. La condanna per omicidio volontario ai due medici aveva rappresentato una ‘prima volta’ assoluta in Italia, una pietra miliare in materia di responsabilità medica in ambito penale. In seguito, nel giugno del 2017, la Cassazione era intervenuta annullando la sentenza d’appello del 21 dicembre 2015 e ordinando un nuovo giudizio di secondo grado. La Corte d’Assise d’Appello aveva invitato i giudici a spiegare meglio l’accusa di omicidio volontario e, in particolare, il tema dell’elemento psichico che ha animato i medici nelle loro condotte. Il sostituto pg Massimo Gaballo aveva chiesto l’ergastolo per Brega e 21 anni per Presicci (pena ridotta per via del suo “comportamento meritevole” in carcere). “Mi dispiace per tutto quelle che è accaduto – aveva detto il primario rendendo dichiarazioni spontanee nella scorsa udienza – e chiedo scusa a tutte le persone che hanno sofferto, non era mia volontà Ora posso solo chiedere di rivedere la luce, poter essere utile e stare con la mia famiglia“. Nel primo filone dell’inchiesta, quello relativo a un’ottantina di casi di lesione, Brega, che attualmente è detenuto, era stato condannato in via definitiva a 15 anni e Presicci a 8 anni e sei mesi, che ha finito di scontare nel settembre scorso, dopo un periodo di affidamento in prova presso la ‘Sacra Famiglia’ di Cesano Boscone. Brega era accusato della morte di 4 pazienti, tutti portati in sala operatoria, secondo la Procura, senza alcuna giustificazione clinica, col solo scopo di ‘monetizzare’ i rimborsi del Sistema Sanitario alla clinica privata convenzionata. Soddisfatto della sentenza l’avvocato Nicola Madia, difensore insieme a Luigi Fornari, dell’ex chirurgo “E’ stato un risultato oltre ogni qualsiasi aspettativa” aggiungendo “Finalmente un po’ di giustizia per Brega Massone dopo 10 anni di battaglie e di criminalizzazioni prima e al posto del processo. Questa Corte ha saputo essere equilibrata per la prima volta“. Felice anche la moglie di Brega Massone “E’ una sentenza che mi emoziona, ora vediamo la luce” ha commentato, proseguendo  “Non l’ho mai abbandonato, e’ difficile per me parlare oggi. Non ho mai creduto che fosse un mostro e non ho mai perso la speranza nella giustizia“.

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