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Lo scandalo di Piazza Duomo

Domenica 2 maggio Succede a Milano, una metropoli, non un paesino sperduto su una montagna dove la condivisione è pari al vecchietto che parla al bar davanti ad un aperitivo. I tifosi dell’Inter, ma non solo, avvolgono e travolgono p.zza Duomo e zone limitrofe. Sembrano tante formichine ma in realtà sono persone , persone magari asintomatiche, che in un 30% non sanno di contagiare, di essere vettori del virus. Il cittadino già in se stesso dovrebbe pensarci da se, ma no perché privarsi? Perché non fare i cittadini consapevoli e responsabili a discapito di un festeggiamento? È vero, caspita …era lo scudetto …però, davvero vogliamo passare sopra a tutto , a tutti gli sforzi per uno scudetto? Ci sono persone che non arrivano a fine mese. Ci sono persone che hanno dovuto chiudere le proprie attività, magari proprio quella di famiglia, che già tra le tasse, resistevano a stento. Ed invece no. Noi andiamo a festeggiare! Ma mica in modo consapevole. No, tutti attaccati, adesi e contigui. Ma come si fa? OK i tifosi, ma il Comune? Possibile che nessuno in amministrazione comunale ci abbia pensato? Non sarà mica che come per la ristrutturazione, se non si buttera’ giu’ lo stadio di San Siro, anche qui comandano le squadre? Sarebbe veramente scandaloso mettere al primo posto gli interessi di una squadra a discapito dei cittadini e degli sforzi che abbiamo dovuto sostenere e superare in questo anno di Covid. Ma come? Per i tifosi soprassediamo e se vogliamo invece andare a teatro non possiamo. Lo spettacolo e migliaia di persone sono in balia del Covid, ma per festeggiare ci si passa sopra…che ipocrisia. Questa non è cura, è non curanza della sfera economica sociale della città e delle persone. Abbiamo un’amministrazione assente in fattore sicurezza al cittadino. La nostra vicesindaco Scavuzzo a cosa pensa? Si gira dall’altra parte? Strano che ai piani alti non ci sia stato un terremoto dopo questo avvenimento veramente imbarazzante agli occhi di tutti. E ora che dovremmo finalmente riacquisire un po’ di libertà, come faremo se i contagi si rialzeranno? 15 giorni e ne vedremo l’effetto. Vi lascio con una riflessione di sole quattro parole: “ma come si fa?” A voi il giudizio.

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Covid19, Città metropolitana: “Vaccinati oltre 5mila over 80 non autonomi”

Covid19, Città metropolitana: “Vaccinati oltre 5mila over 80 non autonomi”. Sono 5.203 i cittadini over 80 aderenti alla campagna vaccinale anti-Covid e registrati come non autonomi che hanno ricevuto la prima dose nella ATS Città Metropolitana di Milano, su un totale di 26.149 (il 19,9%). Tutti i cittadini sono stati contattati dalle ASST per approfondire la loro situazione e capire la modalità migliore per la somministrazione del vaccino. Di questi 5.203 over 80 non autonomi, 2.694 sono stati vaccinati direttamente al proprio domicilio: 1.208 nella sola città di Milano, 1.293 nella provincia di Milano e 193 nella provincia di Lodi. Agli altri 2.509 cittadini ultraottantenni, dichiaratosi non autonomi in sede di registrazione, invece, è stato somministrato il vaccino presso i centri vaccinali del territorio: 456 nella sola città di Milano, 1.505 nella provincia di Milano e 548 nella provincia di Lodi. Per questi 2.509 over 80, dopo essere stati contattati dalla ASST, si è convenuto, direttamente con gli interessati o con i loro caregiver, di effettuare la vaccinazione presso i centri vaccinali perché il problema era relativo al raggiungimento del centro e non a una condizione di intrasportabilità. Su questo supporto al raggiungimento dei punti vaccinali si sta organizzando con il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci il coinvolgimento e la collaborazione dei Comuni. Inoltre, si avvisa che il centro vaccinale allestito alla Fabbrica del Vapore, a Milano, è temporaneamente chiuso causa preparazione alla campagna vaccinale massiva anti-Covid. L’intera équipe, in attesa della riapertura, è stata destinata all’effettuazione di tamponi a domicilio. Si ricorda che tutti i cittadini aderenti alla campagna vaccinale saranno contattati nei prossimi giorni con le indicazioni per l’appuntamento e saranno incrementate le vaccinazioni giornaliere a domicilio.

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Il Covid19 attacca i centri nervosi che controllano la respirazione

Il Covid19 attacca i centri nervosi che controllano la respirazione. Nel Covid19 l’infezione determina l’alterazione dei polmoni che non riescono più a far passare l’ossigeno dall’aria ambiente al sangue alterando quindi i così detti “scambi” respiratori. La ventilazione è quell’insieme di movimenti che porta l’aria nei polmoni dove poi avvengono gli scambi respiratori dei gas tra atmosfera e sangue. La funzione ventilatoria fondamentale per la respirazione è controllata da centri nervosi situati in una parte molto profonda del sistema nervoso centrale, nota come tronco encefalico. Fino ad oggi i sintomi respiratori dovuti al Covid19 erano riferiti all’alterazione degli scambi respiratori per effetto dell’infezione a livello polmonare. Uno studio del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano al Polo Universitario Ospedale San Paolo appena pubblicato su Journal of Neurology richiama l’attenzione sull’impatto del Covid sui centri nervosi che controllano la respirazione. Lo studio dimostra che nei pazienti affetti da Covid19 gravi, ricoverati in rianimazione e sottoposti a ventilazione meccanica, sono alterati i circuiti nervosi proprio nel tronco cerebrale dove si trovano anche i centri di controllo della respirazione. Il dottor Tommaso Bocci, che ha coordinato lo studio originato dalla collaborazione di neurologi, rianimatori e patologi del Centro di Ricerca “Aldo Ravelli” dell’Università Statale di Milano, spiega che “sono stati studiati 11 pazienti intubati e confrontati con un gruppo di controllo di pazienti intubati senza Covid19 ed un gruppo di controllo di soggetti completamente normali. In tutti è stato valutato con una metodica elettromiografica il riflesso glabellare o di ammiccamento (anche detto “blink”). Il riflesso glabellare fa in modo che in condizioni normali uno stimolo cutaneo sul sopracciglio induca in pochissimi milllisecondi una chiusura dell’occhio proteggendolo da possibili agenti lesivi. Il circuito di questo riflesso è a livello del tronco cerebrale. L’osservazione principale riportata dal nostro studio è che avvalendosi di questa metodica nei pazienti Covid19 il riflesso glabellare era gravemente alterato o assente indicando quindi una grave disfunzione dei circuiti del tronco cerebrale.” Il Professor Davide Chiumello, uno degli autori dello studio, direttore della Rianimazione dell’Ospedale San Paolo (ASST Santi Paolo e Carlo), aggiunge che “nei primi pazienti Covid19 ricoverati in rianimazione avevamo osservato clinicamente alterazioni respiratorie che non erano spiegate solo dalla compromissione degli scambi ma che potevano originare da alterazioni neurologiche del tronco encefalico. L’osservazione con metodiche neurofisiologiche documenta e conferma l’ipotesi che l’alterazione respiratoria pur essendo in gran parte determinata dalla polmonite è amplificata da effetti della malattia sul tronco encefalico. I risultati delle registrazioni neurofisiologiche riportate nell’articolo aggiungono un pezzo importante per la comprensione dei meccanismi della malattia indotta dal virus Sars-Cov-2”. Il Professor Alberto Priori, direttore della Clinica Neurologica dell’Università Statale presso l’Ospedale San Paolo di Milano conclude che “stiamo progressivamente convincendoci che la punta dell’iceberg del Covid19 è a livello polmonare ma si possono anche verificare danni neurologici correlati a questa malattia che in fase acuta sono mascherati dal quadro polmonare ed infettivo. Gli effetti neurologici dell’infezione hanno un decorso diverso nel tempo, forse più prolungato, che stiamo iniziando a studiare solo adesso.

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Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici: “Reazioni fastidiose”

Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici. “Inutile vaccinare chi ha avuto il Covid-19”. Lo afferma Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano in un’intervista a QN. Galli spiega di aver “avuto diversi medici e infermieri vaccinati che hanno riferito effetti collaterali, una risposta eccessiva del sistema immunitario al vaccino. Nulla di pericoloso, ma la seconda dose è anche più fastidiosa della prima nei soggetti che hanno già superato l’infezione”. Secondo Galli, “ha poco senso convocare due volte chi si è ammalato ed è guarito, perché possiede già una memoria immunologica. Finora si è affermata una linea talebana, per cui se obiettavi qualcosa venivi bollato come irresponsabile, ma l’atteggiamento sta cambiando”. Un esempio? “Io ho davanti a me una dottoressa di 55 anni, che si è negativizzata il 20 novembre, l’hanno vaccinata il 15 gennaio, e viste le reazioni non farà la seconda dose, anche se un protocollo, che potrei definire demenziale, prevede che siano tutti riconvocati senza eccezioni”, replica.

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Covid, l’ordinanza di Regione: niente badanti nelle rsa per tre giorni

Covid, l’ordinanza di Regione: niente badanti nelle rsa per tre giorni. La nuova direttiva emenata da Regione Lombardia conferma infatti le precedenti e aggiunge nel capitolo “ulteriori misure” quanto segue: “L’accesso alle strutture delle unità di offerta residenziali della Rete territoriale da parte di familiari/caregiver e conoscenti degli utenti ivi presenti è vietata, salvo autorizzazione del responsabile medico ovvero del Referente COVID-19 della struttura stessa (esempio: situazioni di fine vita) e, comunque, previa rilevazione della temperatura corporea all’entrata e l’adozione di tutte le misure necessarie ad impedire il contagio”. Il Pirellone si è dunque reso conto che un passo in più andava compiuto perché la situazione sta peggiorando a vista d’occhio: basti pensare che i posti in terapia intensiva dedicati al Coronavirus sono esauriti da quattro giorni. Oggi se un malato di Covid19 deve essere intubato, va spostato in un’altra città. Ora Regione continua a parlare dell’ospedale in Fiera come eventuale soluzione, anche se i medici avevano già spiegato a Fontana che una terapia intensiva fuori da un ospedale è come una pompa di benzina piena d’acqua. Inutile. Il governatore lombardo ha però la tendenza a prenderla sul personale, quindi al momento dicono sia offeso per le critiche. E intanto ha dovuto compiere un passo indietro sull’idea del lockdown: prima della riunione col Prefetto Renato Saccone escludeva quest’opzione, dopo invece non ha potuto confermare questa linea. Almeno Fontana ha emesso una nuova ordinanza che sembra andare nella direzione giusta. Trovate qui ord.619 15ott20 il documento, e qui ALL. 1 ORD. 619 ALL.2 ORD 619 gli allegati con i dettagli per ogni attività economica.

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Alla fine Fontana è collassato

Alla fine Fontana è collassato. Che la classe politica lombarda fosse allo stremo se ne erano accorti in molti: i due volti di punta sono sbriciolati dopo la quarantena. Da una parte Giuseppe Sala, il sindaco di Expo 2015, della Milano che rilancia sempre in avanti, che guarda solo al futuro, ha ammesso di essere un uomo in pezzi. Nonostante nella vita ne abbia passate parecchie, oggi non riesce più a dormire. Ha perso il sonno e in fondo, almeno così pare dalle sue dichiarazioni, la voglia di ricoprire la carica di sindaco. Adesso è il turno del vertice più alto della politica camuna: Attilio Fontana ha dichiarato che il suo corpo lo ha avvertito. Cioè alla fine Fontana è collassato. Si vedeva quanto i mesi avevamo messo alla prova l’uomo di Varese. Doveva rappresentare un volto ragionevole della nuova Lega salviniana, invece è andato a sbattere sulla crisi più grave dalle ultime guerre mondiali. Ci ha provato e riprovato anche a autoconvincersi: pochi giorni fa scartava con decisione l’ipotesi di dimissioni perché aveva “tanta benzina”, poi è collassato. Una reazione comprensibile perché i mesi di lockdown hanno messo a durissima prova la Lombardia, una regione che sembrava immune o quasi dai mali italiani. Ma anche comprensibile perché negli ultimi anni certe idee hanno seminato male e raccolto peggio, un esempio è proprio Milano: una città che aveva sostituito 300mila operai di inizio Novecento con 300mila studenti di inizio Duemila, non ha saputo far altro che trasformarli in camerieri e hostess per eventi. In un delirio organizzato di eventi che si succedevano a eventi. Tutto sempre temporaneo. Non c’era nessuna prospettiva di crescita se non quella di lasciar mano libera a Manfredi Catella nella sua frenetica corsa verso un nuovo futuro di cemento e mattoni. Poteva diventare una città della startup, nel senso di mettere a sistema seriamente come fatto dagli israeliani le università le industrie e le amministrazioni pubbliche e private. Puntare a produrre qualcosa, non sempre e solo a eventi e case per ricchissimi sperando che caschi qualche yuan o dollaro dalle loro tasche. Produrre tecnologie, applicazioni pratiche delle scienze sociali, insomma stare al passo coi tempi e non pensare a ripulire portafogli altrui. Non pensiamo però che sia colpa loro: Fontana e Sala sono sottoprodotti di un ambiente circostante marcito. Sono l’eredità di un Novecento che ancora domina molti nodi della società italiana, quelli che lo sviluppo è dare soldi alla Fiat (ops FCA o Stellantins). O che ancora oggi punterebbero sull’automotive nel senso di auto a motore a scoppio. Alla fine Fontana è collassato perché come Sala non ha davvero le spalle per reggere situazioni di crisi vera: nessuno sottovaluta l’impatto del Covid19, anzi, ma se i due anziani della politica sono a pezzi dopo quattro mesi di emergenza, dobbiamo tutti ringraziare gli dei che non si sia trattato di tre anni.

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