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Effetto Covid: le imprese femminili soffrono di più

Effetto Covid: le imprese femminili soffrono di più. Sono 305.192 le imprese attive a Milano a giugno 2020, secondo i dati del “Cruscotto di indicatori statistici” della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di InfoCamere. Diminuiscono rispetto a dicembre 2019, quando il dato si attestava a 306.552. A Monza Brianza le imprese attive sono 64.053 (erano 64.110 a dicembre 2019). A Lodi i numeri passano da 14.509 del dicembre 2019 a 14.387 imprese attive a fine giugno. L’impatto del Covid 19 si misura maggiormente sui dati delle nuove imprese iscritte e di quelle cessate. A Milano si registrano 3.688 iscrizioni da aprile a giugno, – 42% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Calano anche le cessazioni, – 23%. A Monza le iscrizioni sono state 612  tra aprile e giugno 2020, -49% e 442 cessazioni, -47%. Stesso trend per Lodi con 148 iscrizioni, -48% e 138 cessazioni. Milano, iscrizioni e cessazioni nei tre mesi. A Milano sono state 3.688 le iscrizioni da aprile a giugno, 10.050 nei primi sei mesi dell’anno. Si tratta del -42% rispetto allo stesso periodo del 2019. Maggiore frenata nel settore turismo con -70% rispetto allo scorso periodo (108 iscrizioni). Le cancellazioni non d’ufficio in tre mesi sono state 2.890 (-23,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), 9.744 da inizio anno. Focus settori. Guardando ai primi sei mesi dell’anno il calo delle iscrizioni delle imprese si attesta -28% sullo stesso periodo 2019; tra i settori più colpiti dal calo di iscrizioni il turismo e i trasporti rispettivamente -48% e -41%, seguiti dal commercio a -35,4%. Focus donne, giovani, stranieri. Soffrono di più le imprese femminili che vedono le iscrizioni nel secondo trimestre 2020 dimezzate rispetto al 2019 (in valore assoluti 549, -49%.) e raggiungono il -33% rispetto al semestre. Crollo delle iscrizioni per le imprese  straniere con -53% in tre mesi (612 iscrizioni) e – 41% da inizio anno. Anche le imprese under 35 registrano il calo del 44% in  tre mesi (744 iscrizioni) e – 35% in sei mesi. Nonostante la situazione, Milano continua ad attrarre imprenditori fuori provincia: + di 700 unità locali sono state aperte a Milano nel trimestre – aprile-giugno 2020 – da imprese con sede fuori provincia, di cui 39 provenienti dall’estero. E’ quasi un terzo rispetto al totale nazionale di 128. In questo caso, le nuove aperture nel secondo trimestre restano superiori alle chiusure: 26 a Milano, 91 in Italia. Sono 1.174 le aperture di unità locali da parte di imprese già localizzate sul territorio di Milano. Monza Brianza, iscrizioni e cessazioni nei tre mesi. A Monza Brianza sono state 612 le iscrizioni da aprile a giugno 2020, 1.933 nei primi sei mesi dell’anno. Si tratta del -49,2% rispetto al secondo trimestre 2019. Maggiore frenata nel settore turismo con -76,4% rispetto allo scorso periodo. Le cancellazioni d’impresa non d’ufficio in tre mesi sono state 442 (-47,2 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), 2.193 da inizio anno. Focus settori. Guardando ai primi sei mesi dell’anno il calo delle iscrizioni delle imprese si attesta -31,3% sullo stesso periodo 2019; tra i settori più colpiti i trasporti e spedizioni e turismo, rispettivamente  -58%, e -55,5%. Focus donne, giovani, stranieri. Soffrono di più le imprese femminili che vedono le iscrizioni nel secondo trimestre 2020 più che dimezzate rispetto al 2019 (-57,3%.) e raggiungono il -35,3% rispetto al semestre. Crollo delle iscrizioni per le imprese straniere con -61,1% in tre mesi e – 32,6% da inizio anno. Anche le imprese under 35 registrano il calo del 48,9% in tre mesi  e – 34,4% in sei mesi. Nel trimestre aprile-giugno 2020 sono 341 le aperture di unità locali, di cui provenienti da fuori provincia 194. Lodi, iscrizioni e cessazioni nei tre mesi. A Lodi sono state 148 le iscrizioni da aprile a giugno  (387 nei primi sei mesi dell’anno). Si tratta del -48,1% rispetto al secondo trimestre 2019. Anche in questo caso  maggiore sofferenza nel settore turismo con -66,7% rispetto allo scorso periodo. Le cancellazioni non d’ufficio in tre mesi sono state 138 (-29,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), 513 da inizio anno. Focus settori. Guardando ai primi sei mesi dell’anno il calo delle iscrizioni delle imprese si attesta -37,5% sullo stesso periodo 2019; tra i settori più colpiti dal calo di iscrizioni il turismo -59,1% seguito da assicurazioni e credito -52%. Focus donne, giovani, stranieri. Soffrono di più le imprese femminili che vedono le iscrizioni nel secondo trimestre 2020 più che dimezzate rispetto al 2019 (-53,2%) e raggiungono il -33,6% rispetto al semestre. Crollo delle iscrizioni per le imprese  straniere con -60,7% in tre mesi e – 44,9% da inizio anno. Anche le imprese under 35 registrano il calo del 50% in  tre mesi  e – 44,6% in sei mesi.

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Fontana va al “processo” sui mesi della quarantena

Fontana va al “processo” sui mesi della quarantena. Non poteva aspettare oltre il governatore lombardo: troppe le inchieste, pure lui ora è indagato, troppi gli attacchi che stanno logorando la maggioranza a trazione leghista che governa la regione economicamente più importante d’Italia. L’assedio a lui e ai suoi assessori è sempre più duro e prima o poi Attilio Fontana doveva smetterla di nascondersi dietro Salvini. Ecco dunque che ha deciso di affidarsi a un lungo intervento in Consiglio regionale per raccontare la sua versione dei mesi più duri dell’Italia e della Lombardia in particolare. A darne l’annuncio lui stesso su Facebook: Buongiorno! Oggi ore 10.30 rispondo. Intervengo in Consiglio Regionale per rispondere alle troppe false ricostruzioni create ad arte in queste settimane per danneggiare me e la giunta che presiedo per mero opportunismo politico.  Le notizie uscite in questi giorni avrebbero dovuto porre fine alle polemiche.  In molti mi avete espresso solidarietà, vicinanza e finanche ringraziamenti. Altri purtroppo stanno travisando i fatti e, come al solito, in questa Regione lo scarso contenuto politico delle opposizioni porta a ricostruzioni fantasiose della realtà per attaccare la giunta che con orgoglio presiedo. Ore 10:30, ci siete? Mai mulà! #ForzaLombardia Ad attendere il presidente c’è un fuoco di fila delle opposizioni, sebbene il Partito democratico si presenti come di consueto con più linee, il Movimento Cinque Stelle punta dritto contro il governatore come affermato da Massimo De Rosa, capogruppo M5S Lombardia: “Il Movimento 5 stelle è pronto a presentare la mozione di sfiducia al presidente Fontana. Il presidente, da tempo inspiegabilmente assente, deve venire a riferire in Aula. Basta annunci, basta dichiarazioni mezzo stampa, basta bugie, all’istituzione che rappresenta e ai cittadini Fontana deve rendere conto. Dalle mascherine pannolino ai test sierologici, senza dimenticare l’ospedale in fiera, fino al caso camici per il quale è indagato, sono tante le risposte che il governatore deve ai lombardi. A cominciare dal motivo per il quale l’assessore Gallera sia ancora al suo posto. Le persone il cui fallimento oggi è diventato cronaca e materiale da procura, non possono essere le stesse che dovranno guidare la ripartenza della nostra regione, gestire le risorse che arriveranno grazie al ricovery fund e garantire la nostra salute in vista del prossimo autunno. Serve un atto politico coraggioso per la storia che stiamo andando a costruire, siamo pronti a chiedere la sfiducia del presidente Fontana e chiediamo alle altre forze d’opposizione di sostenere la nostra richiesta”, conclude il pentastellato. Dunque Fontana va al “processo” sui mesi della quarantena. E insieme a lui tutta la nuova Lega che ha cuore e testa nel gruppo dei “milanesi” fedelissimi di Matteo Salvini. Il gruppo delle valli si è già espresso per bocca del suo esponente più autorevole, Giancarlo Giorgetti, chiarendo che quei mesi secondo loro andrebbero considerati come periodo bellico e dunque non sottoponibile a regole normali. Oggi invece sapremo quale sarà la linea di Fontana.

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Muncipio 9, sgambetto della giunta al Consiglio

Muncipio 9, sgambetto della giunta al Consiglio. Alcuni consiglieri municipali hanno infatti accolto con sincero stupore l’articolo apparso sul quotidiano ilGiorno a proposito della proposta di innalzare un monumento in memoria delle vittime del Covid19 e del personale sanitario che l’ha combattuto in prima linea. La proposta era stata infatti elaborata in più riunioni ufficiali organizzate dai rappresentanti di Fratelli d’Italia con la collaborazione di Forza Italia. Sulla stampa però è apparso un testo in cui si parla del presidente del Municipio 9 e della giunta, mentre chi ha pensato e portato avanti la proposta è stato del tutto ignorato. Questo ha creato non pochi maldipancia nella maggioranza di centrodestra, già scossa da una gestione del presidente che ha visto crisi e defezioni difficilmente paragonabili con quelle delle altre municipalità. Eppure ecco un altro tassello che va a incrinare la fiducia verso il presidente e che si riflette su tutto il centrodestra milanese che pure aveva fama di saper governare bene, tanto che le politiche ambientali del sindaco Moratti (solo a titolo di esempio) sono poi diventate il fulcro e la sostanza di quelle del centrosinistra. Ecco il documento sottoposto al voto del Consiglio su proposta di Fratelli d’Italia e Forza Italia: E’ volontà di questa amministrazione MUNICIPALE voler ricordare con una realizzazione appositamente studiata, tutte quelle persone che sono venute a mancare a causa della pandemia legata al Coronavirus che ha stravolto la vita di tutti sia dal punto di vista emotivo, di lavorativo. Tutta la comunità è stata profondamente toccata da questa emergenza. Il memoriale potrà essere situato in un punto specifico e in particolare nei luoghi simbolo del Municipio, che hanno caratterizzato questo periodo e nello specifico l’all’ospedale lì posizionato in quanto è il posto più simbolico dove si è palesato il più alto sentimento di dolore e vissuto di questo storico periodo. Verranno presi in considerazione solo progetti che rispettino in ogni propria parte cittadini e del periodo caratterizzato dal Covid. Elemento ispiratore dell’opera dovrà essere sia il ricordo delle vittime di tale pandemia, sia un ringraziamento a tutte le figure quali medici, infermieri, farmacisti, medici di famiglia, etc etc che in tale periodo hanno con il loro lavoro hanno supportato la cittadinanza. Le proposte artistiche/monumentali potranno essere presentate da qualsiasi cittadino, daassociazioni o enti. Le commissioni preposte in convocazione pervenute e ad eventualmente organizzare la presentazione dei progetti attraverso una mostra apposita realizzando con gli appositi uffici e secondo le procedure organizzative. A tal proposito tutte le persone, famiglie e cittadini potranno essere coinvolti nella valorizzazione e scelta dell’opera da installare. Ogni cittadino potrà presentare infatti un apposito documento per la realizzazione di tale opera, completo di descrizione e di una bozza della sua real Tale opera potrà essere finanziata anche tramite apposite sponsorizzazioni private o tramite la collaborazione dell’amministrazione Municipale con promotori di tale iniziativa. questa amministrazione MUNICIPALE voler ricordare con una realizzazione appositamente studiata, tutte quelle persone che sono venute a mancare a causa della pandemia legata al Coronavirus che ha stravolto la vita di tutti sia dal punto di vista emotivo, di lavorativo. Tutta la comunità è stata profondamente toccata da questa emergenza. Il memoriale potrà essere situato in un punto specifico e in particolare nei luoghi simbolo del Municipio, che hanno caratterizzato questo periodo e nello specifico l’area NIGUARDA vicino all’ospedale lì posizionato in quanto è il posto più simbolico dove si è palesato il più alto sentimento di dolore e vissuto di questo storico periodo. Verranno presi in considerazione solo progetti che rispettino in ogni propria parte cittadini e del periodo caratterizzato dal Covid. Elemento ispiratore dell’opera dovrà essere sia il ricordo delle vittime di tale pandemia, sia un ringraziamento a tutte le figure quali medici, infermieri, farmacisti, medici di famiglia, etc etc che in tale periodo hanno con il loro lavoro hanno supportato la cittadinanza. Le proposte artistiche/monumentali potranno essere presentate da qualsiasi cittadino, da Le commissioni preposte in convocazione congiunta provvederanno a raccogliere le proposte pervenute e ad eventualmente organizzare la presentazione dei progetti attraverso una mostra apposita realizzando con gli appositi uffici e secondo le procedure organizzative, famiglie e cittadini potranno essere coinvolti nella valorizzazione e Ogni cittadino potrà presentare infatti un apposito documento per la realizzazione di tale opera, completo di descrizione e di una bozza della sua realizzazione. Tale opera potrà essere finanziata anche tramite apposite sponsorizzazioni private o tramite la collaborazione dell’amministrazione Municipale con promotori di tale iniziativa. La presente copia informatica, destinata unicamente alla pubblicazione sull’Albo Pretorio on Line, è conforme al documento originale ai sensi del questa amministrazione MUNICIPALE voler ricordare con una realizzazione appositamente studiata, tutte quelle persone che sono venute a mancare a causa della pandemia legata al Coronavirus che ha stravolto la vita di tutti sia dal punto di vista emotivo, di vita e lavorativo. Tutta la comunità è stata profondamente toccata da questa emergenza. Il memoriale potrà essere situato in un punto specifico e in particolare nei luoghi simbolo del area NIGUARDA vicino all’ospedale lì posizionato in quanto è il posto più simbolico dove si è palesato il più alto Verranno presi in considerazione solo progetti che rispettino in ogni propria parte la memoria dei Elemento ispiratore dell’opera dovrà essere sia il ricordo delle vittime di tale pandemia, sia un ringraziamento a tutte le figure quali medici, infermieri, farmacisti, medici di famiglia, fattorini, rider,

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Covid-19, Il Comune di Assago stanzia oltre 1 milione di euro a fondo perduto

Covid-19, Il Comune di Assago stanzia oltre 1 milione di euro a fondo perduto. Il Comune di Assago, il cui Sindaco è Lara Carano, che è alla sua guida dopo Graziano Musella, ora Onorevole, ha deciso di stanziare, attraverso il proprio fondo di solidarietà, oltre 1 milione di euro a fondo perduto a favore dei cittadini, delle famiglie, dei commercianti, delle piccole e medie imprese in esso residenti o in esso operanti. E’ una somma rilevante messa a disposizione per sostenere chi è stato gravemente colpito a livello economico dalla pandemia da Covid-19. Tutte le categorie sociali saranno sostenute economicamente mediante tale fondo, che è integrativo dei soldi che il Governo centrale ha fatto in parte avere e che farà avere mediante i famosi decreti e che, a detta dell’ex Sindaco, ora Onorevole Graziano Musella, nonché attuale segretario comunale, il Comune di Assago sarà più veloce nell’erogarli ai destinatari, facendo a meno delle annose pastoie burocratiche. “Il Governo centrale si sta dimostrando lento nell’erogazione dei soldi: avrebbe dovuto affidare ai Comuni la gestione del controllo e della stessa erogazione in quanto essi sono piccoli governi locali i quali conoscono la reale situazione dei propri cittadini, evitando la gestione centrale, da Roma, che inevitabilmente è stata compromessa dalla burocrazia” – ha dichiarato l’Onorevole Musella, il quale è stato Sindaco di Assago per 6 mandati e non è nuovo ad opere di solidarietà e di aiuto verso i propri cittadini, già concretizzatesi con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e dell’addizionale Irpef, nonché l’aiuto ad altri Comuni, tra cui Taranto nel 2013 per la crisi dell’Ilva e per Benevento nel 2015, colpita dall’alluvione, ciò in virtù della cooperazione tra Enti e cittadini, che egli ritiene motore di sviluppo socio-economico. Assago si qualifica, in tal modo, come un Comune pronto ad intervenire dove lo Stato si è dimostrato assente. Pertanto, al fine di contribuire fattivamente all’impegno di riparare i danni creati dalla pandemia da Covid-19, ecco che il Comune di Assago stanzia 1 milione di euro, esattamente 1.006.515 , per aiutare anche quelle categorie sociali che non rientrano tra i beneficiari dei provvedimenti previsti dai vari decreti del Governo. Occorre ricordare che ad Assago pochi sono stati i casi di positività. Difatti, in esso, si registra il contagio più basso rispetto a tutti gli altri Comuni del Sud Ovest di Milano. La Residenza per Anziani Pontirolo non ha riscontrato nessun contagio: ciò in virtù di un’attenta gestione della pandemia e delle misure mirate a salvaguardare i soggetti più deboli in adesione a sani e profondi principi umanitari che definiscono la centralità della persona. Assago è, senza dubbio, un modello da seguire in quanto riserva grande attenzione agli anziani: gli over 70 non dovranno sostenere nessun costo per il tampone o test sierologico, mentre i restanti cittadini pagheranno solo il 50 per cento in quanto l’Ente ha destinato 200 mila euro per gli interventi di carattere sanitario. Ciò testimonia, in modo incontrovertibile, l’importanza attribuita alla salvaguardia reale, concreta, al di là delle parole, della salute dei propri cittadini da parte del Comune di Assago. Per tale motivazione possiamo affermare che Assago è stato e continua ad essere, senza dubbio, un Comune solidale perché si occupa realmente dei propri cittadini, in un momento difficile e profondamente doloroso. Difatti, per coloro che non sono riusciti a pagare l’affitto delle case private il Comune ha messo a disposizioni 50 mila euro e, per coloro che hanno perso il lavoro o è stato ridotto l’orario lavorativo sono stati stanziati 120 mila euro. Il Comune di Assago ha anche stanziato e , pertanto, erogato buoni spesa e contributi per i giovani, per l’infanzia e per gli studenti. “Abbiamo voluto continuare ad operare seguendo la scia umanitaria e solidale dell’amministrazione precedente – ha dichiarato il Sindaco Lara Carano – e, pertanto, abbiamo adottato azioni guidate dal principio di solidarietà, di sussidiarietà e di cooperazione, a cui il Comune di Assago si è uniformato già nelle precedenti amministrazioni, in quanto ritenuto principio fondamentale ed inderogabile per dar corso ad una sana amministrazione della vita dei nostri cittadini. Il nostro Comune si è dimostrato molto premuroso e solerte nell’affrontare l’ emergenza sanitaria ed economica dando ascolto alla cittadinanza. Un particolare ringraziamento rivolgiamo a tutti i dipendenti comunali,alle Forze dell’ Ordine e a tutti i volontari che, con vigore e grande amore, hanno collaborato attivamente nell’offrire l’adeguato supporto in questa fase emergenziale, generata dall’epidemia da coronavirus”.

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Inchiesta sindacale sugli infermieri morti per Covid19

Inchiesta sindacale sugli infermieri morti per Covid19. A lanciarla sono i sindacati di categoria e in particolare Nursing Up, che ha deciso di promuovere un’inchiesta sindacale sugli infermieri morti per Covid19. «Il momento è arrivato, non concediamo più proroghe o appelli. Questo Governo ci deve relazionare sui numeri effettivi dei colleghi infermieri deceduti durante il Covid-19 e deve soprattutto fornirci i dati reali dei contagiati suddivisi per categorie di attività. Abbiamo diritto di sapere, esordisce Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up: in un Paese civile, una classe dirigente che si rispetti, ha il sacrosanto compito di andare fino in fondo. E se neanche il Premier Conte e il Ministro della Salute, clamorosamente, non fossero al corrente delle cifre, promuovano subito una inchiesta interna per fare luce su quanto accaduto. Gli organismi di categoria come il nostro, che da sempre si battono per “rendere evidenti” le qualità dei nostri infermieri, professionisti forti, leali coscienziosi, carichi di umanità e doti professionali che mettono in campo a disposizione della salute pubblica, e anche la Fnopi, Federazione Nazionale Ordini Professioni Infemieristiche, vanno messe al corrente prima possibile su quanto è accaduto». Già a marzo, come Sindacato, avevamo avuto il coraggio, e non ci risulta che lo abbiano fatto altri sindacati, di diffidare Conte, i Ministri Speranza e Dadone e tutti i governatori delle Regioni: alla diffida avevamo aggiunto una costituzione di mora indirizzata proprio al Presidente del Consiglio. Di fronte a quello che si registrava come un aumento costante e allarmante del numero di operatori sanitari contagiati, siamo subito intervenuti con una azione forte e significativa. Ad oggi, però, sbotta De Palma, nessuno si è fatto vivo con noi, nessuno ci ha guardato negli occhi per raccontarci la verità. I laconici comunicati dell’Inail o dell’IIS non ci bastano, non forniscono tutti i numeri che vogliamo conoscere, non rendono giustizia a tutto quello che gli infermieri hanno subito. Soprattutto non danno un senso ai colleghi che hanno perso la vita». I numeri dell’Escalation di contagiati e morti ci proietta oggi, con il senno di poi, in un vero e proprio film horror. I numeri che abbiamo a nostra disposizione sono da bollettino di guerra, ma non ancora sufficienti a capire, ad avere un quadro reale. «Non ci resta che provare a far luce da soli, e per questo abbiamo promosso una nostra inchiesta sindacale», continua De Palma: 4 aprile 2020 – 25 infermieri deceduti, oltre 5.500 contagiati 7 aprile 2020 (appena tre giorni dopo) 26 infermieri deceduti, oltre 6500 contagiati (mille in più in tre giorni). 30 aprile 2020 – 39 infermieri deceduti, 8800 contagiati. 12 maggio 2020 – 40 infermieri deceduti, oltre 12 mila contagiati. «Ad oggi, secondo i dati Fnopi, gli infermieri iscritti all’Ordine sono circa 450mila, circa la metà del numero degli operatori sanitari complessivi. Di questi 270mila lavorano nel settore sanitario nazionale, il resto sono divisi tra case di cura private, centri per anziani, liberi professionisti ed altri. Guardiamo solo i dati del Lazio, allarmanti a dir poco. E’ quanto emerge da una relazione della Regione di inizio maggio: su 470 casi di contagiati di operatori sanitari, oltre il 50 per cento sono infermieri. E’ ora di farla finita con le mezze parole e le mezze verità, dice il Presidente del Nursing Up. I deceduti ufficiali secondo fonti autorevoli non sarebbero nemmeno 40 bensì ad oggi 42. Tra cui non dimentichiamo i morti per suicidio, 4 e non 2, come si pensava. Ben 4 colleghi si sono tolti la vita perchè non hanno retto allo stress, alla paura, forse alla sopravvenuta malattia. Ma caro Premier Conte, continua De Palma, non possiamo certo mettere un punto di definitività su questi numeri, di per sé già “ballerini”. Bisogna scavare a fondo anche nel “mondo ancora sommerso” – ma ci piacerebbe tanto sbagliarci su questo – come quello degli infermieri e degli altri operatori sanitari che lavorano fuori dal contesto del sistema sanitario nazionale, ma anche quelli che sono morti durante il periodo di emergenza per cause apparentemente diverse dal Covid 19 e che potrebbero non essere stati nemmeno sottoposti al tampone. E poi ci sono gli asintomatici, che pure infettati sono, e che rappresentano un altro micromondo quasi completamente nascosto: siete sicuri di averli tutti censiti? Quanti colleghi si sono ammalati e sono pure guariti proprio nei lunghi periodi durante i quali i tamponi non venivano effettuati? Cosa vogliamo fare di queste evidenze? ANCHE LA STAMPA INTERNAZIONALE TACCIA L’ITALIA TRA I PAESI CHE HANNO GESTITO NEL PEGGIOR MODO LA PANDEMIA, E GLI INFERMIERI HANNO PAGATO CON LA LORO VITA LE MANCANZE DEL NOSTRO PAESE… Quanti infermieri sono morti realmente? Quanti contagiati ha avuto L’ ITALIA tra i nostri professionisti e tra gli altri operatori sanitari anche non medici? Vogliamo saperlo adesso, lo chiedono i cittadini e le famiglie di chi ha perso la vita. Lo pretendono quei colleghi che oggi portano ancora sulla pelle i segni della malattia, nonché il trauma da stress, la paura, il dolore. Questo Governo, conclude De Palma, si metta una mano sul cuore, e racconti ai cittadini italiani i numeri reali di un conflitto contro un nemico invisibile che nessuno potrà mai dimenticare».

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Commissione regionale Covid19: Italia Viva aderisce al centro destra

Commissione regionale Covid19: Italia Viva aderisce al centro destra. Gli inviti a compiere il passo definitivo erano arrivati da tempo, ma non erano stati raccolti. Non ancora, ma dopo la scelta del presidente della commissione regionale Covid19: Italia Viva aderisce di fatto al centrodestra. Da giorni infatti le opposizioni proponevano Jacopo Scandella come presidente della commissione che dovrebbe indagare su come è stata gestita l’emergenza, ma senza mai ottenere i voti della maggioranza. Alla fine invece la maggioranza a trazione leghista ha optato per Patrizia Baffi, pezzo importante dei renziani a Milano. Una scelta che ha sancito di fatto il passaggio dei renziani allo schieramento dei moderati e ha scatenato una serie di rabbiose reazioni da parte chi ci credeva nel centro sinistra. Gongola invece Pierfrancesco Majorino, da tempo sul piede di guerra con la sua proposta di commissariare la sanità della Lombardia: ” Quel che è accaduto in consiglio regionale è grave. Praticamente, alla guida della Commissione d’inchiesta sulla Sanità, la destra ha eletto non un candidato indicato dalle opposizioni (come vorrebbero le regole dello stesso consiglio) ma quella consigliera (Baffi, IV) che non aveva votato la mozione di censura politica a Gallera. Devo ammetterlo: a me sta cosa non sorprende per niente. Mi sorprendono quelli che fanno i sorpresi”. Proprio l’europarlamentare ha anzi colto il fallimento della parte più moderata delle sinistre proponendo una radicalizzazione della protesta contro il governatore Fontana. Il mezzo sarebbe un gesto forte come una grande manifestazione e per chi conosce Majorino e le sue truppe si sa che se c’è una cosa che sa fare è organizzare manifestazioni. E vista la crisi pesante, anche psicologicamente che ha stretto i lombardi, potrebbe pure andare meglio del solito.

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