de corato

Pipì davanti gazebo FdI, De Corato contesta la sentenza

Fece pipì davanti al gazebo elettorale di Fratelli d’Italia di Riccardo De Corato, ma per il giudice non ha commesso atti osceni in luogo pubblico aggravati, bensì atti contrari alla pubblica decenza, reato depenalizzato e tutt’al più passibile di sanzione amministrativa. Lo ha deciso il gup di Milano Raffaella Mascarino, al termine del processo nei confronti di una donna di 42 anni, con qualche precedente, e un suo amico di 46 e che aveva fatto ‘da palo’ nel tentativo di impedire che i supporter di FdI interrompessero la performance, in cui lei aveva anche alzato il dito medio, e facessero foto. Foto che invece furono scattate e fecero il giro del web. I due protagonisti del blitz avvenuto in piazza Argentina il 27 gennaio 2018 davanti al gazebo per la campagna dell’assessore regionale Riccardo De Corato sono stati però condannati dal giudice a 3 mesi di carcere per lesioni e violenza privata per il parapiglia, qualche spintone e ceffone, nato dopo l’incursione dei due contestatori. “La sentenza di oggi contro gli antagonisti che urinarono e aggredirono un mio collaboratore davanti al mio gazebo elettorale il 27 gennaio 2018, ribadisce che, se ce ne fosse stato bisogno, Milano è fatta su misura per le violenze dei centri sociali. Nella nostra città, apprendiamo oggi, che urinare in una via di passaggio come Corso Buenos Aires in pieno pomeriggio davanti a Mac Donald non costituisce atto osceno, ma, bensì, semplicemente un reato contro la pubblica decenza, guarda caso un reato depenalizzato“. E’ il commento alla sentenza di Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza Regione Lombardia, che poi conclude “Il messaggio di clemenza che ancora oggi esce dal Palazzo di Giustizia non lascia ben sperare. Dopo quel fatto increscioso i miei gazebo furono saccheggiati per altre due volte. Cosa dobbiamo aspettarci da centri sociali alle prossime elezioni?“.

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La manifestazione contro il DL Sicurezza accende lo scontro politico

Non si sono fatte attendere le reazioni all’annuncio dell’Assessore Majorino di una manifestazione contro il DL Sicurezza denominata “prima le persone”, che si svolgerà il due marzo. Secondo l’Europarlamentare Stefano Maullu (Fdi) “se l’assessore Majorino dedicasse agli italiani una minima parte dello zelo che riserva a stranieri, immigrati o richiedenti asilo, i problemi dei molti cittadini milanesi che vivono in condizioni di povertà assoluta verrebbero risolti con grande rapidità“. Maullo “inammissibile” che l’assessore minacci “di volersi opporre al decreto sicurezza“. “Majorino deve dimettersi subito” conclude Maullu “perché la città di Milano non può permettersi di avere un assessore che disobbedisce alle leggi dello Stato“. Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto, pensa invece che Majorino voglia candidarsi “a diventare il Mimmo Lucano di Milano, strafottente e al di sopra della legge“. Poi prosegue “il messaggio di Majorino è molto pericoloso, perché di fatto incita alla disobbedienza su un tema molto delicato come quello dell’immigrazione e di conseguenza della sicurezza“. Concludendo: “Mi auguro che il sindaco Sala non si faccia tirare per la giacchetta da Majorino e si attenga alle disposizioni di un decreto che – voglio sottolinearlo – è stato democraticamente votato dal Parlamento e firmato anche dal Capo dello Stato. Le leggi possono piacere o meno, ma se ci sono vanno rispettate“. Nel pomeriggio il Sindaco Giuseppe Sala, ha espresso il suo punto di vista diffondendolo in un post sulla sua pagina Facebook: “Due pensieri di inizio anno. Il primo. Ministro Salvini, ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va!”. “Da settimane noi Sindaci avevamo richiesto, anche attraverso l’Anci, di ascoltar la nostra opinione su alcuni punti critici, per esempio ampliando i casi speciali e garantendo la stessa tutela della protezione internazionale ai nuclei familiari vulnerabili, anche attraverso lo Sprar, oggi escluso dal decreto sicurezza per i richiedenti asilo” prosegue il sindaco. “Occorre inoltre valutare l’impatto sociale ed economico del decreto per le nostre città, già in difficoltà a causa di una legge di bilancio che ci ha tolto risorse nella parte corrente: più persone saranno per strada senza vitto e alloggio, più saranno i casi di cui noi Sindaci dovremo prenderci cura. Ministro, ci ripensi”. “Secondo – conclude nel suo post Sala -. Seguo con interesse la loro proposta di tagliare gli stipendi dei parlamentari. Ma chiedo alla coppia Di Maio – Di Battista: perché un parlamentare deve guadagnare più del Sindaco di Milano? Non penso lavori di più o gestisca una complessità maggiore o, ancora, si assuma più rischi. Cosa ne pensate? (Ah, per favore non giochiamo sui rimborsi, se volete fare una cosa vera, fatela fino in fondo)“. Poco convinto dalle dichiarazioni di Sala, Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia secondo cui “sul tema dell’immigrazione, ormai (Sala ndr) lascia che sia Majorino a dettare tutta la linea, alla quale poi lui si accoda senza battere ciglio“. Per l’ex vice-sindaco di Milano è oramai impossibile collaborare “con chi lascia che il suo assessore faccia il bullo” assumendo “prese di posizione indecenti” concludendo “ormai sembra che Sala abbia abdicato come Sindaco per fare il semplice supporter dell’ala sinistra meneghina guidata dal suo non più giovane rampollo“. Polemiche scaturite nonostante il tentativo di mettere un po’ d’ordine nella questione del Presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio, che in mattinata aveva emesso un comunicato in cui invitava i Sindaci a procedere per via istituzionale:  “Prendiamo atto che alcuni sindaci in questi giorni hanno messo in campo delle azioni per contestare apertamente le norme previste dal Decreto Sicurezza, tuttavia non possiamo che ribadire come l’opposizione ai contenuti di un provvedimento normativo può avvenire per via giuridica e non tramite la trasgressione degli obblighi di legge. Come Anci Lombardia parteciperemo alla imminente riunione della commissione nazionale Anci sull’immigrazione, che rappresenta il luogo appropriato dove valutare le conseguenze concrete del decreto e per condividere una linea comune tra tutti i sindaci da presentare al tavolo di confronto in sede ministeriale proposto dal Presidente Antonio Decaro, dove auspichiamo che la vicenda possa trovare una soluzione”. Così in una nota il presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio, in merito alla contestazione del decreto sicurezza da parte di alcuni sindaci“.

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Immigrazione, batti e ribatti fra Majorino e De Corato

A margine della presentazione del libro scritto con Aldo Bonomi ‘Nel labirinto delle paure‘, l’Assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino è intervenuto in merito alla questione immigrazione, auspicando una politica che rimetta al centro “progetti di integrazione, una revisione profonda della nostra impostazione sull’immigrazione e dia spazio allo ius soli ma solo se è il tassello di un progetto complessivo, non possiamo solo avanzare quella proposta“. Aggiungendo: “Dobbiamo proprio ripartire dalle questioni fondamentali per dare senso a una politica alternativa a quella della paura. Siamo di fronte a disegno di internazionalizzazione del sovranismo che si basa anche sul fatto che bisogna offrire l’immigrato come capro espiatorio” concludendo che la sinistra “può rottamare tutte le facce che vuole ma non le sue ragioni di fondo perché li c’è il motivo di una nuova politica di riscatto sociale“. Per niente d’accordo l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, che si è chiesto “cosa serve ancora all’assessore Majorino per rendersi conto che la politica migratoria portata avanti da lui è stata un totale fallimento?”, rispondendo “la politica deve far rispettare le leggi e rimandare a casa chi è in Italia senza averne titolo” al Sindaco Sala che nel corso dello stesso evento aveva sostenuto”la politica deve impadronirsi del tema dell’immigrazione facendo proposte“. De Corato continua “arriva Majorino che chiede una politica che rimetta al centro progetti di integrazione, una revisione profonda della nostra impostazione sull’immigrazione e dia spazio allo ius soli” e ancora “dice persino che siamo di fronte a un disegno di internazionalizzazione del sovranismo. Forse vuole candidarsi alla Europee per fuggire da Milano“. concludendo, evidentemente “non gli è bastato che abbiano rubato persino a casa del Sindaco” o “appurare dalle tabelle del Ministero che i migranti che NON hanno diritto all’asilo oscillano tra il 60 e l’80%“.

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Anche De Corato al Cleaning Day del Municipio 4

“Oggi ho voluto partecipare all’iniziativa organizzata da associazioni e Municipio 4 per pulire i muri esterni degli stabili Aler di viale Molise, dal civico 5 al civico 17. L’intervento di contrasto al degrado e di cura del bene comune ha consentito di rimuovere le tat scritte vandaliche presenti sui muri delle case pubbliche. L’obiettivo di questi eventi di clean-up è quello di creare degli esempi virtuosi, attraverso un’azione dal basso che s’ispira ad una cultura del fare, di rendere il cittadino protagonista nella lotta contro il degrado e rispettosi degli spazi condivisi“. Lo ha dichiarato  l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, presente alla manifestazione di oggi insieme al Presidente del Municipio, Paolo Bassi e al Presidente della commissione Sicurezza Francesco Rocca. L’esponente di Fratelli d’Italia ha proseguito spiegando “Abbiamo realizzato ben tre giornate di rimozione graffiti e ‘tag’ vandaliche al parco Oreste Del Buono, così come altre volte ci siamo armati in prima persona di pennello e vernice per andare a togliere la scritte di insulti alle Forze dell’ordine, bestemmie e altre oscenità tracciate sui muri della chiesa di San Michele e Santa Rita al Corvetto“. “Ci sono purtroppo ancora molti esempi di degrado imperante nelle periferie, pertanto azioni di questo genere sono assolutamente da sostenere e incoraggiare, per far sentire la vicinanza delle istituzioni ai cittadini. Sempre questo pomeriggio, in corso Buenos Aires, ho partecipato all’iniziativa di Fratelli d’Italia, che ha avviato la petizione ‘Italia sovrana in Europa’, per riaffermare il principio Prima gli Italiani”, ha conclusoquindi concluso l’ex vice Sindaco.

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Ricettatore arrestato nuovamente due ore dopo essere stato liberato

Un 18enne di origine algerina, già noto alle forze dell’ordine come ricettatore, aveva trascorso la notte di martedì in Questura perché trovato in possesso di alcuni cellulari rubati. Uscito alle 12 da via Fatebenefratelli, il giovane è stato fermato da due agenti per un controllo alla stazione Garibaldi alle 13.50 e nuovamente denunciato perché nelle tasche gli è stato trovato uno smartphone, il cui furto era stato denunciato appena venti minuti prima. Sull’episodio è intervenuta Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto: “Siamo alla follia” ha commentato la Sardone, auspicando “Mi auguro che il ladro seriale venga espulso immediatamente, Milano non ha certamente bisogno di personaggi del genere“. L’ex azzurra ha quindi ringraziato e accusato “per colpa del lassismo della sinistra si conferma capitale dei reati in tutte le classifiche. La depenalizzazione di alcuni reati voluta dalla sinistra purtroppo favorisce situazioni grottesche come questa“. Dello stesso tenore il commento di Riccardo De Corato, Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia che, dopo avere a sua volta ringraziato le Forze dell’Ordine, ha dichiarato “la certezza della pena, che in Italia è ormai una chimera  i delinquenti vengono rilasciati nel giro di poche ore. Un’enorme farsa che vede ogni giorno da una parte gli agenti scendere in campo e lavorare duramente per fermare i criminali, dall’altra questi ultimi che nel giro di breve tempo sono di nuovo liberi di continuare a delinquere“. Concludendo “positivo che si stia pensando all’espulsione di questo individuo. Ritengo infatti che gli stranieri, spesso anche irregolari, con precedenti che vengono sorpresi nuovamente a delinquere e che qui finirebbero per fare qualche ora o, al massimo, qualche giorno di galera, debbano essere rimpatriati per scontare la pena nel loro Paese“.

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Leoncavallo, non si placa la polemica sulle dichiarazioni del Consigliere Marcora

Continuano le polemiche scaturite a partire da lunedì pomeriggio in seguito alle dichiarazioni del Consigliere Comunale della Lista Civica Beppe Sala Sindaco, Enrico Marcora. Il suo appello al Ministro degli Interni Salvini, perché si attivasse per fare quanto non riuscito al Comune, cioé sgomberare il Leoncavallo, è risultato indigesto a buona parte della maggioranza. Quasi immediatamente l’Assessore Pierfrancesco Majorino aveva tenuto a precisare a mezzo social: “l’uscita del consigliere Marcora sulla necessità di sgombero del Leoncavallo non ci sposta di un millimetro“. Stesso mezzo di comunicazione scelto dal Consigliere di Milano Progressista, Paolo Limonta che dalla sua bacheca facebook lo aveva invitato a “accomodarsi tra i banchi dell’opposizione di centrodestra“. Sempre sui social, anche Anita Pirovano, Consigliere di Milano Progressista, dopo avere ribadito la volontà di proseguire con il percorso di regolarizzazione, aveva concluso “direi che il Leoncavallo sta bene dove sta. Marcora, invece, mi pare un po’ a disagio nella coalizione“. Altri li hanno imitati nel condannare le parole di Marcora e oggi a metterci il carico ci hanno pensato Marco Fumagalli, Capogruppo Lista Civica Beppe Sala Sindaco Noi, Milano, e Sergio Meazzi, presidente Associazione Civica Noi Milano Metropolitana, prendono le distanze dall’intervento di Marcora: “Si è aperta una polemica legata alle dichiarazioni di Enrico Marcora esponente della Lista Noi Milano Beppe Sala Sindaco, dove evidenziava la necessità di sgomberare il Centro Sociale Leoncavallo – hanno dichiarato – La posizione del consigliere è frutto di una valutazione personale che rispettiamo, ma non rispecchia la posizione della Lista sulla questione. Non rileviamo la necessità di un intervento del Ministro Salvini in questa vicenda. Tutti ci auguriamo che la vicenda si possa concludere al più presto e che la stessa possa percorrere le vie sin qui utilizzate del dialogo“. Dall’altro lato dell’emiciclo dell’aula di Palazzo Marino i pareri sono invece tutti a favore di Marcora, anche se non sono stati in molti a esprimersi. Da Palazzo Lombardia, a fianco di Marcora si è immediatemnte schierato l’Assessore a Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo de Corato dichiarando: “Esprimo tutta la mia solidarietà a Marcora, politico di lungo corso, che evidentemente non ha capito con chi è stato eletto. Una richiesta legittima, quella di un intervento del ministro dell’Interno per sgomberare il centro sociale leoncavallo, che in qualsiasi altra amministrazione sarebbe risultata essere una richiesta normale, qui fa sì, addirittura, che Fumagalli e Meazzi ne prendano le distanze, quasi come riportare la legalità fosse una cosa di cui vergognarsi”. Spiegando:  “Giungi del Pd  festeggia suonando il bongo con alla voce Simone Zambelli, presidente del consiglio di Municipio 8, e alla batteria Fabio Galesi, presidente Municipio 8, all’interno delle torri di via Stephenson occupate abusivamente sempre dagli attivisti di Aldo dice 26×1. Tasca si vanta del suo passato da ex sessantottino e Limonta, consigliere della lista ‘Milano Progressista’, è uno dei capi storici dei centri sociali. Dove pensa di trovarsi Marcora facendo interventi legittimi e sensati? Si trova in mezzo a persone che si preoccupano di prendere le distanze con una velocità che, vista la celerità degli sgomberi, non pensavamo potessero avere”. Concludendo con il dire che: “tutti  si ‘augurano la vicenda si possa concludere al più presto’, magari a tarallucci e vino, come loro solito“. Tagliente il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Alessandro de Chirico, che si chiede se c’è in vista una “purga stalinista per marcora?” proseguendo “il collega ha scatenato l’ira della sinistra estrema e di quella borghese che strizza l’occhio, da sempre, ai centri sociali” invitando a riflettere su quelli che  “si stanno scagliando contro un esponente di maggioranza non più disponibile a chinare il capo“. L’azzurro sottolinea quindi “Il sindaco, la giunta e i gruppi consiliari di centrosinistra dovrebbero prendere le distanze da chi si muove nell’illegalità e non da chi non ci sta più” per poi concludere con il comunicare che ha “chiesto al collega Corrado di convocare urgentemente una o più commissioni ad hoc per affrontare il tema degli stabili occupati in tutta Milano, soprattutto di quelli di proprietà comunale“.  

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