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Milano abbraccia Giorgia Meloni

Tutto esaurito ieri sera al MiCo Milano Congressi per l’evento milanese di Giorgia Meloni. Duemila persone suddivise su duecento tavoli hanno accolto con entusiasmo la leader di Fratelli d’Italia. Nella sala, allestita come in una convention politica americana sulla quale svettava un immenso tricolore, i tavoli erano disposti in modo molto “democratico” per permettere a militanti e simpatizzanti di essere a stretto contatto con gli esponenti politici del partito. Giorgia Meloni è stata a lungo trattenuta all’ingresso dai molti giornalisti presenti, ma una volta entrata non si è risparmiata interagendo con tutti quelli che l’hanno avvicinata e accontentando con pazienza tutti i cacciatori di “selfie” che le hanno chiesto di farne uno. Dopo essersi concessa una breve pausa, approfittando dell’arrivo dei primi piatti, sui quali per qualche minuto si è concentrata l’attenzione dei presenti, poco prima delle 23:00 è salita sul palco, allestito al centro della sala, e ha parlato per circa 40 minuti. Dopo avere ringraziato tutti i presenti per avere deciso di passare il San Valentino con lei, ha ribadito principi e valori nei quali si riconosce il partito, primo fra tutti l’amore per la Patria, sottolineando la fermezza con cui vi ha mantenuto fede dalla fondazione fino a oggi. La Meloni ha quindi affrontato tematiche di politica nazionale quali lavoro, natalità, famiglia, immigrazione, rapporti con la Comunità Europea… proponendo le proprie soluzioni in contrapposizione alle “non soluzioni” proposte dall’attuale governo, senza risparmiare stoccate al Premier Conte. La Leader di Fratelli d’Italia ha anche voluto chiarire i rapporti con la Lega e Matteo Salvini, ribadendo l’alleanza e liquidando le voci secondo cui sarebbero in competizione come mere speculazioni giornalistiche, dettate dalla sinistra nel tentativo di dividere lo schieramento di centrodestra. Infine ha rivolto il pensiero alle prossime tornate elettorali regionali e, soprattutto, alle amministrative milanesi, promettendo il massimo impegno da parte sua e del partito per contribuire a far tornare il centrodestra alla guida di Milano. Un intervento molto sentito, spesso interrotto dagli applausi del pubblico con cui la Meloni ha anche interagito, facendo aumentare la vicinanza fra lei e il suo popolo che sicuramente ieri a Milano aumentato di parecchie unità.  

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La risposta di Fratelli d’Italia a Salini: “Massimo rispetto”

La risposta di Fratelli d’Italia a Salini: “Massimo rispetto”. “Ho letto con sorpresa le dichiarazioni di alcuni dirigenti di Forza Italia secondo cui il coordinamento cittadino stia favorendo ingressi senza alcun limite, provenienti dalle loro fila: cosa quanto mai lontana dalla realtà” spiega Riccardo Truppo, co-coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia. “Il nostro è sicuramente un partito in rapida espansione – prosegue Truppo – propenso a valutare il profilo di chiunque chieda volontariamente di aderirvi, ma facendo grande attenzione: insomma non andiamo certo a sollecitare adesioni di gruppo in casa d’altri”. “Gli alleati possono essere certi del nostro rispetto. – conclude Truppo – quello che ci preme è che si cominci presto a collaborare su temi comuni per unire le forze per con lo scopo di strappare Milano dalle mani della sinistra e del Sindaco Sala, evidentemente ormai stanco di ricoprire il suo ruolo di primo cittadino e ormai più che impegnato a coltivare la sua carriera in campo nazionale”. La risposta di Fratelli d’Italia a Salini, coordinatore regionale di Forza Italia, si è resa necessaria dopo che proprio Salini aveva rilasciato un’intervista al Giornale lamentandosi della campagna acquisti dei meloniani su molti delusi di Forza Italia. Il coordinatore regionale ha inteso dare uno stop agli alleati, con una minaccia di rompere il sodalizio se non fosse cessata la campagna di acquisizioni. Ma il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia nega tutto: non c’è stata alcuna campagna, semplicemente molti hanno deciso di passare verso quello che si propone come un partito coerente con i propri valori e le proprie posizioni. Forza Italia invece ormai non si capisce più quale proposta politica abbia in mente, come dimostrato dal valzer dei coordinatori nazionali che ha portato all’uscita dal partito di Giovanni Toti. O certe guerre interne promosse proprio dal coordinamento cittadino dei forzisti che hanno portato all’allontanamento di alcuni giovani eletti. O le ribellioni interne. Insomma, l’ultimo problema sembrano proprio gli alleati. Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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Caso Mazzali, niente solidarietà alle donne di destra

Caso Mazzali, niente solidarietà alle donne di destra. La lettera di supposti difensori della natura dalle aggressioni dei cacciatori giunta al consigliere regionale di Fratelli d’Italia Barbara Mazzali contiene contenuti irripetibili. Quindi preferiamo non ripeterli in questa sede. Esprimiamo però tutta la solidarietà possibile a una donna che si è trovata nel mirino di personaggi discutibili. Quanto nell’estremismo ambientalista ormai siano confluite alcune delle peggiori espressioni del genere umano se ne era accorto anche un uomo che sicuramente non può dirsi di destra, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Attaccato con virulenza per il suo tour estivo sulle spiagge aveva commentato: “Dovrebbero parlarsi, invece è un mondo diviso, dove molti, troppi stanno lì soprattutto a cercare di affermare il proprio brand. Spesso l’ambiente è solo una scusa e questo addolora“. E alcuni vanno pure oltre, come quelli che hanno inviato la lettera di minacce al consigliere Mazzali. Donna che, purtroppo ne siamo sicuri, non riceverà la stessa solidarietà delle Boldrini di questo mondo. Perché il punto spesso non è difendere le donne, ma solo quelle giuste. A  Milano era  già successo con un’esponente della Lega aggredita solo perché aveva cercato di svolgere la funzione per  la quale era stata votata dai suoi concittadini. Anche in quel caso: silenzio di tomba. Intanto per lei arriva la solidarietà dell’Osservatore e quella del  presidente del Circolo Almerigo-Griz Otello Ruggeri: “La lettera di offese e minacce inviata al Consigliere Regionale Barbara Mazzali, dimostra come, non sempre, ma troppo spesso, l’amore per gli animale si trasforma in un’ossessione dai risvolti pericolosi, come accade in tutte le altre forme di estremismo ideologico, che sfociano nell’odio per i propri simili. Anche per questo, da sempre all’occuparmi di bestie ho preferito dedicarmi agli esseri umani. Per intanto, le esprimo la mia solidarietà, visto che, essendo donna di destra, ne riceverà ben poca rispetto a quella che riceverebbe una sua collega di sinistra che fosse stata anche solo accidentalmente urtata da uno sconosciuto su un autobus“.

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Le dieci ore da pinguino di Flavio

Le dieci ore da pinguino di Flavio. Per lui, impegnato nella politica meneghina, sono state uno shock perché in una giornata ha scoperto pregi e difetti dei social. Partiamo dall’inizio: all’onda delle sardine in funzione anti Salvini e Meloni, ha risposto la Bestia con i gattini di Matteo Salvini e un gruppo non meglio identificato che si è auto nominato “Pinguini”. Questi secondi vogliono ricalcare il modello sardine: attraverso un tam tam via social network, stanno radunando il numero di sostenitori della destra più alto possibile. In pochi giorni hanno sfondato quota 117mila membri e già si ventila una manifestazione di piazza. Ed è proprio nel reclutamento di massa che interviene la storia di Flavio. Lui, essendo il fondatore di un circolo di Fratelli d’Italia, riceve l’invito a unirsi al gruppo dei Pinguini, trovandosi poco dopo con il ruolo di Amministratore del gruppo Facebook. (Aggiornamento: siamo stati contattati dal fondatore del gruppo, che nel frattempo è stato sospeso da Facebook perché non rispetta gli standard della community,  che smentisce di aver mai avuto un amministratoredi nome flavio). “Nessuno mi aveva chiesto nulla, né informato di questa mia nomina” racconta Flavio (il cognome per il momento lo omettiamo per tutelarlo). Peccato che lì inizi la parte più assurda della vicenda: molti suoi conoscenti vedendo sui social il suo nuovo “titolo” cominciano a ricoprirlo di insulti a partire dal classico “fascista testa di cazzo“. Già sorpreso, Flavio viene poi contattato da uno degli ispiratori del gruppo dei Pinguini: questi, prima gli annuncia che sta per diventare il loro ambasciatore al nord, poi vista la riluttanza di Flavio cambia tono. Gli spiega che lui è un vero fascista e che presto grazie all’iniziativa di questo gruppo Facebook fonderà un suo partito. “Sono rimasto sconcertato” racconta Flavio “e mi sono subito tirato indietro“. Passa poco tempo e Flavio perde la carica di Amministratore, per poi lasciare proprio il gruppo dei Pinguini. Sono passate dieci ore, dieci ore di follia social. Ma le dieci ore di follia da pinguino di Flavio spiegano molto: intanto la natura dell’iniziativa dei Pinguini che sembra chiaramente volta a creare un partito di destra (per altro chi chiediamo se non ce ne siano abbastanza). E una certa aggressività da parte di alcuni dei suoi amministratori. Inoltre, se ce ne fosse stato bisogno, che la politica è sempre più questione di istinti animaleschi. Pesci, mici e pinguini. Come si dice a Milano durante la fashion week: “Si sono aperte le gabbie“. Continua qui: “Il pinguino irritato minaccia l’Osservatore“.  

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Elezioni, questa volta scegliamo bene

Questa volta scegliamo bene. Le elezioni sono importanti sempre, ma questa volta di più: come dimostra la crisi di alcuni suoi rappresentanti storici, il meccanismo dell’Unione Europea sta iniziando a funzionare. Le attività dei parlamenti nazionali, o forse dovremmo dire regionali, sono ormai per la gran parte un riflesso di ciò che accade in Europa. I veri cambiamenti si decidono a Strasburgo,  dove il Parlamento delle nazioni europee stabilisce le regole a cui tutti devono adeguarsi. E attenzione a sottovalutare l’importanza di un’unione di popoli come quella europea: mezzo miliardo di persone sono anche in grado di mettere all’angolo colossi come Facebook, di cui sono ancora tra l’altro il principale prodotto, ops cliente: insieme gli europei possono fare qualunque cosa e nessuno può davvero competere con un’unione di popoli come quella europea.  In un periodo di grande cambiamento, l’Europa deve cambiare e perciò dobbiamo contare in Europa. E prima ancora di contare a Roma: serve una rappresentanza forte nelle idee, portata avanti da persone con esperienza e senso delle istituzioni. Nel nuovo Parlamento europeo servirà dunque questo profilo, almeno così penso io, e proprio questo profilo indica chiaramente Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia può contare sulla sua guida, per altro l’unico partito rilevante guidato da una donna, e su candidature di politici navigati come Stefano Maullu. Nomi che, penso io, possono offrire qualcosa che ora l’Unione Europea ha perso essendosi troppo concentrata sul mettere a punto i suoi meccanismi: prospettive. Una parola che è mancata per troppo tempo, impegnati come eravamo a contare le bottiglie di Junker e a finanziare solo l’industria tedesca e l’agricoltura francese. Oggi dobbiamo alzare lo sguardo verso i prossimi decenni in cui dovremmo affrontare sfide ben più impegnative di quelle degli ultimi anni: settant’anni di pace hanno distratto gli europei, ora è il momento di svegliarsi.  

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