lombardia

Meglio le crisi lombarde di quelle romane

Meglio le crisi lombarde di quelle romane. Perché quando si aprono, poi si chiudono. Possiamo non essere d’accordo con le soluzioni, magari neppure con i motivi per cui nascono, ma sicuramente sappiamo che da qualche parte porteranno. Noi stessi abbiamo espresso perplessità sulla letizia con cui è stata accolta la notizia dell’arrivo di Moratti a gestire la sanità lombarda, ma qualcuno è arrivato. E qualcuno di primo piano. Se riuscirà a rimettere in carreggiata la locomotiva deragliata della Lombardia lo vedremo nei mesi, ma almeno una soluzione alla crisi c’è stata. Oggi invece a Roma vediamo un pateracchio incomprensibile: tutti contro tutti, soprattutto Renzi contro Conte, ma è oggettivamente un casino da settimane e nessuno ha capito perché. Renzi ha acceso la miccia, ma gli altri (Mattarella compreso) non riescono a spegnerla. Il governo è bloccato ancor prima che dai veti reciproci dalle discussioni. Si sente ripetere ai telegiornali “l’importante è fare in fretta” “non c’è più tempo”, ma poi la cronaca dice che gli stessi personaggi discutono. Sono loro che dovrebbero occuparsi di velocizzare le pratiche e di cercare di uscire dalla crisi, invece vanno in televisione a dire che bisogna fare presto. Un teatrino dell’assurdo ripetuto da settimane. E che continuerà: la prossima riunione del governo è martedì, quella successiva la prossima settimana. Dunque meglio le crisi lombarde di quelle romane, perché a Roma sembrano aver perso il senso della realtà. Una riedizione di quando l’ex presidente Napolitano (non compianto da molti per carità) strigliò i parlamentari affermando che si erano dimostrati non all’altezza della situazione e loro dimostrarono la faccia come il didietro spellandosi le mani dagli applausi. Invece di tacere in silenzio, magari provando un po’ di vergogna per l’indecenza e incapacità dimostrata fino a poco prima, applaudivano. Oggi ripetono di fare presto, come se fossero lì per caso a svolgere la funzione di opinionisti.

Meglio le crisi lombarde di quelle romane Leggi tutto »

Fontana: Rischiamo di entrare in zona rossa

Con i nuovi paramentri “noi siamo in una zona arancione vicino alla zona rossa” e “rischiamo di passare in zona rossa”: il presidente della Lombardia Attilio Fontana lo ha spiegato oggi in conferenza stampa. Ed è per il peggioramento dei dati che si è deciso di rinviare l’apertura delle scuole.”Ho sempre detto che c’è l’assoluta necessità, come prima operazione, di consentire agli studenti di fare lezione in presenza, ma in questo momento precauzione ed evoluzione della pandemia devono indurre a cautela. Se dovessimo entrare la prossima settimana dovessimo entrare in zona rossa il discorso della riapertura sarebbe superato”. ANSA

Fontana: Rischiamo di entrare in zona rossa Leggi tutto »

Non andrà bene, ma buon 2021!

Non andrà bene, ma buon 2021! Non andrà bene perché l’Italia non si è preparata davvero alla sfida del Covid-19. Sorpresa come gli altri dall’onda primaverile, quando ha avuto l’occasione di prepararsi meglio ha iniziato a occuparsi di monopattini e Stati Generali. E in autunno prevedibilmente è andata male, pure peggio della primavera perché stavolta si sapeva. L’unico a non saperlo è stato Domenico Arcuri, nominato per un paradosso tutto italiano commissario all’emergenza Covid-19. Lui ha dichiarato alle telecamere che la seconda ondata era “imprevista”. Ora gestisce la distribuzione dei vaccini e infatti è già in ritardo causa neve. Anche in questo caso la nevicata era preannunciata, ma evidentemente Arcuri non guarda nemmeno il meteo. Oppure lo ignora. I misteri di Arcuri il Sorpreso saranno un tema del 2021: essendo commissario a tutto ci confronteremo con i suoi limiti. Pare che l’uomo sia protetto da Prodi e dintorni politici, dunque in questa Italia è inamovibile. Ma il 2021 sarà difficile anche perché ci aspettano tante delusioni, nuovi lockdown e tanta fatica. Per non parlare dell’isteria politica che salirà visto che l’anno prossimo si elegge un nuovo Presidente della Repubblica. Lo Stato ha dimostrato tutta la sua vetustà in quest’ultimo anno: il susseguirsi di task force e strutture speciali sono la dimostrazione che è la Pubblica Amministrazione il problema. Persino i 209 miliardi di NextGenerationEU rischiano di essere persi perché l’organizzazione dello Stato è talmente farraginosa da impedire di agire. Fare le cose normalmente ormai è impossibile. Qualunque progetto impiega decenni a muoversi, sprecando i fondi in continue progettazioni di progettazioni e relative varianti. Gli italiani pagano centinaia di parlamentari per gestire la cosa pubblica, ma le aule funzionano così male da aver visto il presidente del Consiglio Conte chiedere di creare una struttura esterna allo Stato per gestire i fondi europei. Cioè, nonostante 3 milioni di dipendenti, lo Stato pare meglio tenerlo fuori: un commissariamento o una privatizzazione di fatto della res publica. Un colpo stile Brenno o lanzichenecchi per Roma. Eppure una foto della realtà: i ministeri non servono, anzi peggio, sono un ostacolo alla nostra vita secondo il presidente del Consiglio dei Ministri. Dunque inutile illudersi, ma pure abbattersi: Non andrà bene, ma buon 2021!

Non andrà bene, ma buon 2021! Leggi tutto »

Arrivate in Lombardia 94.770 dosi: vaccinazioni dal 31/12

Domani “arriveranno in Lombardia 94.770 dosi di vaccino Anti-Covid, che verranno immediatamente distribuite nei centri HUB. Si prevede di iniziare le somministrazioni a partire da giovedì 31 dicembre”: lo ha annunciato ieri l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. “In base alle informazioni ricevute – ha aggiunto Gallera – entro il mese di gennaio arriveranno nella nostra regione 491.400 dosi di vaccino, suddivise in cinque date diverse. Esse serviranno per completare le prime somministrazioni e avviare l’iniezione di richiamo”. ANSA

Arrivate in Lombardia 94.770 dosi: vaccinazioni dal 31/12 Leggi tutto »

Rapporto OMS sulla Lombardia: strage nelle rsa, successo AllertaLOM

Rapporto OMS sulla Lombardia: strage nelle rsa, successo AllertaLOM. Sono tante le informazioni raccolte nel rapporto poi insabbiato dall’OMS, da una parte la certificazione di alcuni fallimenti del sistema sanitario lombardo, dall’altra i suoi successi. I limiti della Lombardia secondo il documento stilato da una dozzina di esperti sono iniziati a emergere sul tracciamento dei contagi: mentre Veneto ed Emilia-Romagna li hanno seguiti bene, la Lombardia ha arrancato a causa di un “sistema ospedale-centrico” dicono gli esperti. La famosa sanità territoriale ha dunque fallito nel tracciamento perché di fatto non esisteva, o era organizzata male. Secondo il rapporto, i dati della mortalità nelle rsa nel periodo tra il primo febbraio e il 14 aprile in Lombardia era circa del 7 per cento, contro il 3 nazionale. E nelle strutture (l’83% del totale) sono state rilevate moltissime mancanze di personale e mezzi. Insomma un disastro. L’unica nota positiva viene da AllertaLOM, l’app creata rapidissimamente da Regione Lombardia: nel documento OMS viene descritta come “un grande successo” perché l’avevano scaricata e installata oltre un milione di persone in pochissimo tempo. Un successo ottenuto grazie alle nuove tecnologie che hanno permesso a Regione Lombardia di non fallire del tutto sul tracciamento. Nonché di sperimentare su larga scala uno strumento innovativo creato dalle risorse interne dell’Amministrazione: l’app è stata utile infatti anche per tenere aggiornata la mappa regionale di rischio, diventando un asset amministrativo del nuovo millennio. Dunque secondo il Rapporto OMS sulla Lombardia: strage nelle rsa, successo AllertaLOM. Ma per vedere tutto nel dettaglio, qui potete leggere la copia originale del rapporto insabbiato OMS 20200513-covid-19-ITA-response

Rapporto OMS sulla Lombardia: strage nelle rsa, successo AllertaLOM Leggi tutto »

Proteste contro l’albero della scuola che pubblicizza Apple

Proteste contro l’albero della scuola che pubblicizza Apple. Il caso è arrivato a interessare il Consiglio regionale e in particolare il consigliere Mammì. “Discutibile la scelta della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Ungaretti di Melzo, la prima tra le Apple Distinguished School,  che ha scelto di sostituire i simboli tradizionali del Natale con il simbolo della mela, il logo della famosa azienda statunitense, come puntale dell’albero e come addobbo alle finestre scolastiche. E’ semplicemente assurdo: una scuola pubblica non può essere veicolo pubblicitario di una multinazionale. Invece di alimentare la cultura del sapere, favorire la creatività, insegnare il pensiero critico e la capacità di lavoro in gruppo, il rischio, più che fondato,  è quello di incentivare consumismo e individualismo”, così Gregorio Mammi, consigliere regionale del M5S Lombardia. Queste le parole che il consigliere Mammì ha usato in una lettera rivolta alla dirigente scolastica dell’Istituto dopo una interlocuzione con un gruppo di genitori lamentando che “l’innovazione viene presentata come un valore in sé, senza che sia esplicitata qual è la finalità didattica. In sostanza stiamo parlando di una scuola brandizzata e punto”. Il Consigliere spiega: “Le preoccupazioni e le lamentele che ho ricevuto dai genitori sono condivisibili: non si può commercializzare il marchio di una famosa azienda multinazionale statunitense ed il diritto all’istruzione trattando i bambini come consumatori in erba, per altro imponendo una visione ed un’esperienza univoca”. Le proteste contro l’albero della scuola che pubblicizza Apple in effetti non si erano ancora sentite, ma nella Lombardia di oggi succede anche questo. In un momento come il Natale l’albero brandizzato ha ricordato a molti che il Natale non è solo la festa dei consumi.

Proteste contro l’albero della scuola che pubblicizza Apple Leggi tutto »