mascherine

LloydsFarmacia dona 1.520 mascherine a Sacco e Protezione civile

LloydsFarmacia dona 1.520 mascherine a Sacco e Protezione civile. Si stanno concludendo in queste ore le operazioni di consegna, da parte di LloydsFarmacia, d’intesa con le istituzioni competenti, di un totale di 1.520 mascherine su Milano (di cui 1.020 mascherine filtranti FFP3 all’Ospedale Luigi Sacco e 500 mascherine FFP2 alla Protezione Civile di Milano). La mascherina FFP3 è il DPI-Dispositivo di Protezione Individuale monouso, di più alta protezione e di riferimento per gli operatori sanitari. L’emergenza COVID-19 e una serie di concomitanti fattori a cascata ne ha reso molto difficile, se non impossibile, la disponibilità anche negli ospedali, in prima linea contro l’epidemia. “Ci siamo mossi fin dalle prime fasi della crisi, per trovare e rendere disponibili le FFP3.” Commenta Domenico Laporta, amministratore delegato di Admenta Italia-LloydsFarmacia. “Ci siamo riusciti in questi giorni e – appena ne abbiamo avuto la certezza – abbiamo subito deciso di donare le mascherine agli ospedali di alcune delle città più colpite dal virus e in cui sono operative le nostre farmacie. Ci tengo a dire che è un gesto che avviene in nome e da parte dei Farmacisti, del personale operante nei Magazzini e dei Dipendenti tutti di LloydsFarmacia. È un messaggio di gratitudine. Si tratta di una riconoscenza che non esito a definire immensa, da parte di tutti noi, per gli operatori sanitari, in prima linea contro il virus, negli ospedali del territorio. Vogliamo sperare che si tratti anche di un segnale di sostegno, per persone che stanno dando, giorno per giorno, il meglio di sé in una sfida veramente difficile. Ce la faremo, grazie soprattutto a loro e a una responsabilità il più possibile condivisa.”

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Avviata la distribuzione di 5mila mascherine a medici di base e pediatri

Potranno essere ritirate, a partire da oggi, 5mila mascherine KN95 FFP2 equivalente donate al Comune di Milano, che ha deciso di metterle a disposizione di tutti i medici di Medicina generale e dei pediatri di Libera scelta operanti sul territorio della città. Lunedì e martedì, tra le ore 11 e le 17, ciascuno di loro potrà ritirare cinque mascherine e un flacone da 3 litri di sanitizzante (alcool denaturato cosmetico 70,5°), donato da Branca, presso i sette hub temporanei che il Comune di Milano ha allestito, insieme alle associazioni del Terzo settore, per fronteggiare l’emergenza. “Continuiamo a lavorare incessantemente per raccogliere offerte e donazioni che ci arrivano dalle tante città, società, associazioni, singoli cittadini, comunità nazionali e internazionali che vogliono aiutarci ad affrontare questa emergenza. E redistribuiamo ciò che arriva a chi ne ha più bisogno in questo periodo – commenta la vicesindaco Anna Scavuzzo –. Lo facciamo attraverso i servizi dello 020202 e lo facciamo attraverso gli hub, prima solo con i generi alimentari per i nuclei familiari in difficoltà e, da lunedì, anche con le mascherine a medici di base e pediatri, che stanno svolgendo con una dedizione unica un lavoro delicato e fondamentale al fianco di quanti hanno bisogno di cure e di conforto”. Le informazioni per i medici di Medicina generale e per i pediatri di Libera scelta operanti sul territorio della città di Milano e le istruzioni per poter procedere al ritiro sono sul sito dell’Ordine dei medici di Milano all’indirizzo www.omceomi.it.  

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Sala: arrivate mascherine dalla Cina

A Milano sono già arrivate e arriveranno scorte di mascherine dalla Cina. “Milano da sempre ha intrattenuto ottimi rapporti con le principali città cinesi, nei giorni scorsi ho fatto un po’ di telefonate alla ricerca di mascherine e ieri è arrivato il primo cargo a Malpensa. – ha detto nel suo videomessaggio giornaliero il Sindaco Sala -. Dai programmi di consegna dovremmo riceverne alcune centinaia di migliaia nei prossimi giorni“. I primi a riceverle saranno i sanitari e al personale che lavora e per la città e “ne metteremo a disposizione anche dei cittadini, cominciando dalle fasce più deboli e anziani“. Inoltre il Politecnico “ha prodotto un liquido igienizzante, lo distribuiremo nei centri dove c’è più il rischio, per esempio in quelli dove il volontariato sociale è ancora attivo, e li ringrazio. – ha concluso il sindaco -. Andiamo avanti così, con pazienza e dedizione. Buona domenica a tutti voi“.  

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Fontana: la Protezione Civile non ha mantenuto le promessefontana, protezione civile, mascherine, milano

Dopo la stoccata dell’Assessore al Welfare Giulio Gallera, anche il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana si è lamentato del comportamento della Protezione Civile, che avrebbe fatto perdere tempo prezioso alla macchina organizzativa lombarda che si sta occupando di fronteggiare l’emergenza coronavirus. Infatti, alla fiera di Milano per ora non sarà allestito nessuna struttura di terapia intensiva: “la Protezione civile non è in condizione di fornirci quanto promesso“, ha detto il governatore della Fontana ai giornalisti spiegando che non è in grado di fornire i 500 letti di terapia intensiva che si volevano allestire nei padiglioni del Portello a Milano. “Ci stiamo interessando sul mercato internazionale per trovare letti di rianimazione – ha aggiunto – Speriamo di avere risposte positive dai fornitori“.  

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La denuncia contro i prezzi folli per le mascherine

La denuncia contro i prezzi folli per le mascherine. Via Facebook un utente ha deciso di mettere alla berlina la farmacia Boccaccio. Il motivo sono i prezzi delle mascherine ritenuti folli dal cittadino che ha pubblicato lo scontrino: 120 euro per due mascherine. Una cifra considerata folle soprattutto perché si parla di beni di prima necessità in queste settimane, beni utili a fermare il contagio che sta causando più vittime di quante non si potesse pensare. Ecco l’intervento scandalizzato di Giorgio P.: Buongiorno a tutti. Questa ricevuta, rilasciatami dalla ex Farmacia Bracco di Milano ora chiamata Farmacia Boccaccio, Vi dimostra come in un periodo terribile per tutti noi, certe aziende, se così si possono chiamare, lucrano vergognosamente sulla nostra salute. Per due mascherine, per valide contro il virus, e che non si trovano se non stranamente in questa farmacia, ho dovuto pagare 120 euro. Vi preciso che, parlando con altre farmacie serie, queste mascherine dovrebbero costare alla farmacia non più di 10 euro e la rivendita non dovrebbe superare per legge e correttezza, non più di tre volte il costo. È superfluo dire quello che penso e credo tutti pensiamo. Ecco, questo è il momento, per certi individui, di lucrare sulla nostra salute e fregarsene altamente. Spero che quanto accaduto venga denunciato dalla Associazione dei Farmacisti per porre fine a questa schifezza e che adottino le dovute misure denunciando loro stessi la Farmacia in questione alla Guadia di Finanza.

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Amuchina e mascherina sotto chiave in ospedale

Amuchina e mascherina sotto chiave in ospedale. Siamo arrivati a questo perché negli ospedali i parenti dei degenti, ma probabilmente anche molti addetti a vari livelli, si rubavano amuchine e mascherine. Nei principali ospedali lombardi l’unica soluzione per non vederle sparire del tutto è stata mettere sotto chiave i rifornimenti. Nel Paese del chemmenefregaamè siamo messi così, dopo l’assalto ai supermercati anche questo. Poi qualcuno si stupisce che nessuno abbia voglia di venire in Italia, o che in generale all’estero l’italiano era visto come un disonesto già prima della crisi da Coronavirus. Eppure si va avanti così, senza colpo ferire: c’è l’emergenza Coronavirus? E io intanto mi rubo le risorse che servono a tutelare chi deve curarci, tanto che mi frega? Basta andare per le strade e c’è la consistente sensazione che in realtà l’italiano medio ha raggiunto l’apice di alcune specie destinate all’estinzione. La serenità umana con cui si passa sui cadaveri degli altri è il segno che non c’è nessuna comunità, solo un insieme si persone che costringe chi se ne cura a chiudere l’amuchina e mascherina sotto chiave in ospedale. Una follia in ogni Paese civile, la normalità in Italia. C’è voluta la crisi epidemica per scoprire che si può lavorare in smartworking, ma dubitiamo che la lezione servirà perché gli immobiliaristi come Manfredi Catella stanno riempiendo Milano di palazzi per uffici. Se non servissero, poi come vivrebbe il sistema macro parassitario?

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