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Sala bastona i cinesi

Sala bastona i cinesi. E fa bene perché la Cina negli ultimi anni si è abituata a trattare con l’Italia in posizione di forza: troppa la forza del dragone cinese per contrastarla, i cinesi erano gli unici a spendere grandi cifre. Dunque in un Paese di arraffoni hanno avuto gioco facile. Paolo Sarpi è stata venduta da italiani ingolositi dalle generose offerte della comunità cinese, salvo poi accorgersi che China Town è China Town come dimostrano le sommosse di qualche anno fa quando (epoca Moratti) la comunità si rivoltò saldando con il suo vero governo, quello di Pechino. Oggi c’è un club che a quanto si dice non paga gli stipendi da parecchio. E anche sul nuovo Stadio pensa di poter fare ciò che vuole, tanto che Sala bastona i cinesi educatamente: finché non è chiara la proprietà, non si può andare avanti. Ma loro rispondono parlando d’altro: “FC Internazionale Milano ha una storia gloriosa ultracentenaria. Esisteva prima del Sindaco Sala e continuerà ad esistere anche al termine del suo mandato. Troviamo le dichiarazioni del Sindaco di Milano offensive nei confronti della Proprietà, irrispettose verso la storia e la realtà del Club e i suoi milioni di tifosi a Milano e in tutto il mondo nonché irrilevanti rispetto all’attuale iter amministrativo del progetto Un Nuovo Stadio per Milano. Se dovesse essere confermato che l’Inter e la Proprietà non sono gradite all’attuale amministrazione, sapremo prendere le decisioni conseguenti”. Quindi invece di chiarire cosa sta succedendo al loro interno, i cinesi usano la lunga tradizione interista come scudo suscitando dubbi sulle loro “cattive intenzioni” direbbe Morgan. Ma l’aspetto più surreale di tutta la vicenda è la parte di centrodestra d’accordo con i cinesi. Va bene attaccare Sala, ma almeno in modo comprensibile all’elettorato di centrodestra che va dal liberale spinto al patriottico. Cioè tutti quelli che sarebbe d’accordo a seguire una linea come quella di Sala. Peccato sia lui a farla sua e non un candidato sindaco. Ma per quello a quanto pare siamo passati da “a breve” a “non è una priorità”.

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Indagati 5 tifosi per l’aggressione prima del derby

Ieri mattina la Polizia di Stato ha eseguito delle perquisizioni nei confronti di 5 tifosi interisti indagati per le lesioni causate a un giovane supporter milanista domenica 21 febbraio scorso. Quel giorno, tra le ore 11 e le ore 14, migliaia di ultras si erano ritrovati, in violazione delle norme anti Covid, nei pressi dello stadio Meazza per salutare l’arrivo delle due squadre impegnate nel derby cittadino. Dopo le ore 14, nelle fasi di deflusso dallo stadio, in via Caprilli un gruppo di tifosi neroazzurri ha aggredito con calci e pugni la giovane vittima. L’azione violenta, non denunciata né segnalata alle forze di polizia, è stata registrata da un residente della zona e successivamente diffusa anche su diversi canali social, circostanza che ha consentito ai poliziotti della DIGOS milanese di iniziare i primi accertamenti. Le immagini hanno ripreso un’aggressione brutale e incontrollata da parte di alcuni tifosi dell’Inter che, in gruppo, hanno colpito la vittima con calci e pugni anche al volto. Il tifoso rossonero, successivamente individuato dagli agenti della DIGOS, è un frequentatore della curva ultras milanista e non ha inteso sporgere querela: dalle indagini svolte dalla Polizia di Stato, è emerso come una lite, inizialmente scaturita dal furto di una bandiera rossonera, abbia richiamato sulla strada qualche tifoso del Milan tra cui l’aggredito. La discussione è poi passata immediatamente alle vie di fatto con l’accerchiamento e l’aggressione al milanista, colpito con violenza anche quando caduto a terra, che, spaventato, si è poi dato alla fuga. Dall’analisi del filmato, risulta che il gruppo di interisti non fosse organizzato e che non avesse concertato l’azione, tant’è vero che poi gli aggressori si sono separati e allontanati, chi a piedi chi in auto. L’aggressione è stata anche molto stigmatizzata nell’ambiente del tifo organizzato milanese non solo perché l’episodio ha rischiato di incrinare gli ottimi rapporti che da anni sussistono tra le due tifoserie di Milano ma, soprattutto, per le modalità – 5 contro 1 –  ritenute sleali nell’ambiente ultras. L’attività d’indagine condotta dalla DIGOS della Questura di Milano sui video, sulle immagini dello stadio e sulle altre foto disponibili, ha consentito l’individuazione certa di cinque uomini che hanno concorso alle violenze sul tifoso rossonero. Di questi, tutti deferiti alla Procura della Repubblica di Milano per lesioni personali in concorso, con l’aggravante dei futili motivi e per aver commesso il fatto in occasione di una manifestazione sportiva, (ex artt. 110, 61 n.1 e 11/septies, 582 e 585 c.p.), alcuni erano già conosciuti alla DIGOS per la loro fede neroazzurra: P.D. del 1974, disoccupato, ha precedenti per reati contro il patrimonio ed è sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali; D.V. D. del 1968, dipendente di una società di alimentari, ha precedenti specifici per reati in occasione di manifestazioni sportive; T.L.A., del 1999, disoccupato, ha un precedente per rissa; L.M.V., del 1962, disoccupato, privo di precedenti; C.P.L., del 1974, dipendente di una società commerciale, privo di precedenti. Nei confronti degli indagati, il Pubblico Ministero dr. Leonardo Lesti e il coordinatore del Pool Antiterrorismo dr. Alberto Nobili, hanno emesso un decreto di perquisizione locale e personale eseguito questa mattina: la Polizia di Stato ha ispezionato i dispositivi telefonici e ha sequestrato gli indumenti indossati dagli indagati durante l’aggressione. Domenica 21 febbraio, nell’ambito del derby milanese di serie A, le iniziative di supporto svolte in piazzale Angelo Moratti e in piazzale dello Sport hanno richiamato, oltre agli abituali frequentatori dello stadio, anche tanti supporter comuni, molti dei quali non hanno rispettato le disposizioni anti Covid-19. Per questa ragione la Questura di Milano ha svolto un’attività certosina nella visione delle immagini e dei video, che ha portato – al momento – al riconoscimento, all’identificazione e alla sanzione di una ventina di tifosi del Milan e dell’Inter che non hanno osservato quelle minime prescrizioni e tutele richieste per il contenimento della pandemia.

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La Lega perde pezzi

La Lega perde pezzi. Sono usciti infatti Vincenzo Sofo e l’onorevole Luca Vinci insieme ad altri due. Pezzi importanti per il movimento di Matteo Salvini. Sofo in particolare è un personaggio importante del movimento sovranista, sia nazionale che europeo: è stato l’anima del ilTalebano e il suo collegamento con la famiglia Le Pen aveva garantito alla Lega una sponda europea sovranista importante. Ma l’entrata al governo per lui è troppo: La fiducia al governo Draghi per la Lega rappresenta una svolta netta rispetto al progetto politico al quale ho lavorato da quando Matteo Salvini è diventato segretario federale. Sono entrato in questo movimento nel 2009 perché era l’unica alternativa al Pdl e a una deriva centrista del centrodestra che lasciava orfani milioni di italiani in cerca di qualcuno che ne difendesse le istanze identitarie, patriottiche e sociali. Proprio per questo fui tra i primissimi e più entusiasti sostenitori della svolta nazionale impressa al Carroccio da Salvini per costruire una forza politica in grado di dare battaglia a Bruxelles per impedire il suicidio dell’Europa e del nostro paese a colpi di folli direttive UE. Oltre che essere tra i più convinti promotori di un’alleanza con Fratelli d’Italia come alternativa al monopolio politico del centrismo. Ecco perché, pur comprendendo il momento emergenziale, per coerenza con le mie convinzioni non posso condividere il percorso intrapreso entrando nella grande alleanza a sostegno del neonato governo Draghi, il quale temo che provvederà passo dopo passo a un reset di tutto ciò per il quale ci siamo battuti. Con questa decisione la missione della Lega cambia e mira a raccogliere l’eredità del Pdl più che a costruire un grande movimento patriottico, identitario, conservatore e sociale. Scelta legittima e probabilmente affine alla sua natura originaria ma in contrasto con le ragioni per le quali personalmente aderii a questo movimento e ai fondamenti che hanno sempre caratterizzato la mia attività politica. Prendo dunque atto di questa svolta che però, nonostante sia difficile e doloroso lasciare un movimento dopo quasi dodici anni e molte battaglie fatte, mi impedisce di proseguire oltre la militanza per la Lega. Che non rinnego, che ringrazio e che continuo a ritenere un interlocutore politico importante su molti temi. Ma devo continuare il mandato affidatomi nel 2019 dagli italiani di battermi al Parlamento Europeo contro le tante storture e ingiustizie dell’Unione Europea attuale e ciò a mio avviso poco si concilia con le intenzioni di Zingaretti, Renzi e Di Maio che, come si evince dalla scelta dei ministri, costituiranno la spina dorsale di questo governo Draghi rendendo difficilissimo alla Lega riuscire a indirizzarlo verso la strada giusta. Ecco perchè, per continuare nella mia missione a Bruxelles, nei prossimi giorni offrirò il mio contributo alla famiglia di conservatori europei attualmente guidati da Giorgia Meloni.

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Il Festival della Musica a Milano?

Il Festival della Musica a Milano? L’idea non è niente male. Dopo decenni, sarebbe ora di spostare il Festival da Sanremo a un’altra città. Ormai quella storia lì è finita. All’inizio era una giornata, poi due fino ad arrivare ad ora con un evento che dura di fatto settimane. Sanremo non ha la struttura per valorizzare al meglio uno storico Festival diventato ormai grande, troppo grande per la stessa Liguria. Meglio prendere atto del cambiamento di fatto dei tempi e lasciare andare un altro pezzo di Novecento, secolo senza dubbio interessante, ma decisamente passato. E dunque andrebbe gradualmente consegnato alla storia, perché se il Novecento era la fine del millennio si può dire anche che fosse più vicino ai secoli precedenti che ai successivi. Gli anni Duemila sono stati una cesura netta, dopo che negli ultimi 20 anni del 1900 se ne erano create le premesse. Ma l’essere umano del Duemila vive un mondo completamente diverso da quello delle generazioni precedenti. Ignorarlo è da miopi. Non sono cambiati solo gli attori in campo, ma sono cambiate radicalmente le tecnologie: un passaggio molto simile a quando si passò dalla trazione animale a quella meccanica. Il cavallo e i suoi simili erano stati il principale mezzo di spostamento dell’umanità per migliaia di anni, le automobili e le macchine agricole cambiarono il mondo. Ma in un certo modo erano solo la fine di un’evoluzione. Oggi il mondo intero si sta riorganizzando e dunque perché non trasferire il Festival della Musica a Milano? Sarebbe un bel segnale e pure Sanremo potrebbe cercare un’altro destino o inventare un nuovo format artistico. In fondo Cambiamo è anche lo slogan del presidente ligure…

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Bestetti (FI): Scavuzzo fa il gioco delle tre carte con la Polizia Locale

“La nuova organizzazione dei Vigili di Quartiere presentata dall’Assessore Scavuzzo è perfettamente fedele al principio gattopardesco del: tutto cambia perché nulla cambi, mantenendo inalterate tutte le attuali criticità, denunciate da anni nei nostri quartieri”. Così in una nota il Presidente del Municipio 7, Marco Bestetti (Forza Italia), commenta il progetto di riorganizzazione del servizio dei Vigili di Quartiere presentato dalla Vicesindaco Anna Scavuzzo. “Il dichiarato aumento degli agenti di Polizia Locale impegnati sulle strade – spiega – è in realtà solo uno spostamento da una parte all’altra degli attuali agenti già in forza a Milano, senza alcun incremento numerico. Un gioco delle tre carte che non genera alcun beneficio all’operatività della Polizia Locale. Inoltre – prosegue Bestetti – il servizio dei Vigili di Quartiere continuerà a rimanere scritto solo sulla carta, perché la Centrale Operativa potrà continuare a richiamare a piacimento questo personale, senza limiti, per assolvere a tutte le altre funzioni di competenza della Polizia Locale, come presidiare per ore un semaforo spento o una buca aperta sulla strada, esattamente come accade oggi, lasciando di fatto i nostri quartieri completamente sguarniti”. “Se i milanesi si chiedevano come mai non si vedessero mai i Vigili di Quartiere nelle strade – conclude Bestetti – il motivo è che il Comune non li fa lavorare a questo scopo. Come invece vorrebbero sia i cittadini che gli stessi agenti”.  

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Petardi al derby, 9 ultras denunciati

Gli agenti della DIGOS della Questura di Milano hanno indagato 9 tifosi ultras della Curva Sud che durante il Derby di calcio del 21 Settembre 2019, Milan-Inter, si sono resi responsabili dell’esplosione di numerosi petardi e dell’accensione di artifizi pirotecnici, sia all’interno che all’esterno dello Stadio Meazza. Le accurate indagini e l’ausilio dei sistemi di videosorveglianza dell’impianto sportivo, hanno condotto i poliziotti all’identificazione di 9 persone, tutti milanesi. Otto dei nove tifosi milanesi già stati sottoposti in passato a provvedimento, saranno destinatari di D.A.SPO. per la durata di un minimo di 5 ad un massimo di 10 anni, con la prescrizione dell’obbligo di firma durante gli incontri del calcio del Milan.      

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