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Quelle imbarazzanti polemiche sui bambini

Quelle imbarazzanti polemiche sui bambini. L’argomento è triste perché si parla della vita di un bambino affidato alle cure dello Stato, ma vale la pena sottolinearlo per sperare che sia l’ultima volta proprio per eliminare quelle imbarazzanti polemiche sui bambini: Antonella Loconsolo, ex genitore incazzato (copyright suo) poi eletta con la sinistra in Municipio 9 e poi tornata genitore e basta, ha commentato la vicenda del bambino caduto dalle scale di una scuola di Niguarda. Una tragedia immensa nella elementare della Bicocca e il Corriere ci fa sapere che il bambino gravemente ferito è italiano. Cambierebbe qualcosa se non lo fosse? Nessuno, almeno per quanto ne sappiamo, aveva alzato il dito chiedendo o meno la nazionalità del bambino. Forse i carabinieri, come prassi impone per chiunque, e a maggior ragione per chiarire ogni dettaglio dell’accaduto. Eppure a Loconsolo è venuto in mente, attirandosi però le critiche di chi è sulle barricate opposte. Andrea Pellegrini, ex assessore alla Sicurezza prima criticato e poi rimpianto anche su questo giornale (chi è venuto dopo era peggio), ha replicato: Non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Silenzio, solo silenzio per il rispetto alla famiglia e al bambino. E pregare per la sua guarigione. Post senza senso. E mi fermo qui. Un intervento composto per cercare umanità anche nello scontro politico, ma che non è stato colto da Loconsolo che ha controreplicato insultando Salvini essendo Pellegrini leghista. Una reazione scomposta per un post scomposto, o almeno così ci sembra. Non si poteva dire: per una volta, hai ragione. Ho scritto una corbelleria sull’onda delle emozioni e me ne dispiaccio. Pare di no. Ed è un peccato. Il Municipio 9 e Milano si sono sempre proposti come un laboratorio politico avanzato rispetto all’Italia. Sarebbe bello confermare la tradizione positiva e eliminare quelle imbarazzanti polemiche sui bambini.  

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Niguarda compie ottanta anni

Il 10 ottobre 1939 veniva inaugurato a Milano il nuovo ospedale Niguarda. Da allora, in questi ‘primi 80 anni’, ha saputo crescere e rinnovarsi, affrontando importanti trasformazioni strutturali e organizzative che lo hanno reso un ospedale di riferimento regionale e nazionale. Ecco perché l’anniversario é stato celebrato ieri mattina a Palazzo Lombardia alla presenza del presidente lombardo Attilio Fontana, del sindaco Giuseppe Sala e dal direttore generale della struttura, Marco Bosio. Ottanta anni “di una grande storia per la sanità lombarda“, ha affermato Fontana, sottolinenado come “tutta la sanità lombarda” sia nata “dalla volontà del popolo di avere delle strutture e dalla grande disponibilità economica, dall’impegno che le famiglie più abbienti e il popolo in genere ponevano per tutelare questi movimenti di grande civiltà“. L’ospedale di Niguarda, ha aggiunto, “nasce da un’opera di beneficienza e incarna perfettamente lo spirito milanese e lombardo, improntato alla generosità. Ha saputo mantenere un rapporto diretto e particolare con il cuore delle persone di questo territorio, sviluppando contestualmente rapporti di collaborazione con le migliori strutture del mondo“. Le oltre 4.500 persone che ogni giorno lavorano in questi reparti “stanno dimostrando, insieme a molti altri colleghi dei presidi socio-sanitari della Lombardia, un grande affetto verso la sanitaàpubblica, sottoponendosi a turni pesantissimi, determinati soprattutto dai vincoli molto rigidi che, a livello nazionale, imbrigliano l’assunzione di personale adeguato“. L’assessore al Welfare Giulio Gallera ha sottolineato come “il percorso storico del Niguarda, che ha accompagnato per 80 anni la città e i milanesi, sia una chiara e concreta testimonianza del valore universalistico del nostro sistema socio-sanitario“.Questa Regione, ha proseguito, “possiede un’innata capacità di rigenerarsi per mantenere la barra di navigazione su livelli di eccellenza. Niguarda ne è l’esempio, perché ha saputo modificare negli anni l’offerta clinica e alberghiera, adeguandole ai nuovi bisogni di una societaà in continua evoluzione. Le migliori tecniche di cura e assistenza si abbinano a un’organizzazione efficiente e moderna“. Per Sala invece, “Queste celebrazioni rappresentano l’occasione per conoscere gli uomini e le donne che fanno grande l’ospedale: la qualità del capitale umano è decisiva“. Gli 80 anni di Niguarda, ha il direttore generale Marco Bosio, “raccontano una storia unica nel suo genere, affascinante, coraggiosa. Una storia che porta con se’ l’elemento che ha determinato le sue origini: la generosità. La capacità di innovare ha sempre caratterizzato l’attività dell’ospedale: la prima costruzione ha infatti abbinato i padiglioni tradizionali con l’architettura a monoblocco. La sfida dell’innovazione ha contaminato le attività cliniche e specialistiche, per le quali i professionisti e i ricercatori di Niguarda hanno raggiunto storici traguardi nel corso dei decenni“. Nato come ‘costola periferica’ del Policlinico di Milano, la sua costruzione si inserisce in un complesso di operazioni economico infrastrutturali che miravano alla trasformazione del volto della città ed erano finalizzate a dotare la regione di una rete sanitaria efficiente, basata su strutture moderne ed efficienti. Fin dalla sua origine, l’ospedale Niguarda ha voluto rappresentare un modello di qualità e innovazione in campo medico nel contesto regionale e nazionale. Negli anni ’50 fu eseguito a Niguarda il primo intervento in Italia in circolazione extracorporea e, nello stesso anno, aprì qui la prima divisione italiana di Chirurgia toracica. Negli anni ’70 venne realizzato il primo intervento in Italia di applicazione di pacemaker artificiali, mentre negli anni ’60 nell’ospedale milanese aprì la prima banca dei tessuti italiana, anticipatrice di tutte le terapie attualmente in uso. Pochi anni dopo venne realizzato il primo trapianto italiano di rene da vivente e fu istituita la prima Neurorianimazione italiana, mentre negli anni ’80, sempre a Niguarda, aprì la Divisione Oncologica medica Falck, fra le prime oncologie mediche ospedaliere in Europa e il primo centro in ospedale di riabilitazione equestre. Negli anni ’90 fu fondato il Centro di Chirurgia dell’Epilessia, unica struttura in Italia. E’ di pochi giorni fa, invece, il traguardo trapianto numero 2.000 di fegato (nel 2018 Niguarda è stato il primo centro di Lombardia per questo tipo di trapianto). Oggi, dopo una serie di trasformazioni strutturali e organizzative importanti che ne hanno modificato la geografia e il modo di lavorare, il Niguarda continua ad essere un ospedale di grandi eccellenze. Centro di riferimento nazionale e regionale per diverse patologie, comprese varie malattie rare, è sede di tutte le specialità cliniche e chirurgiche per l’adulto e il bambino, e la vera identità che lo contraddistingue è la vocazione per il trattamento delle patologie ad elevata complessità, grazie alle competenze sull’urgenza e sul trauma, alla presenza di attività ultra specialistiche ed all’approccio multidisciplinare della presa in carico. Dire.it  

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Comunali 2021, il centrodestra non ha i numeri

Comunali 2021, il centrodestra non ha i numeri. Non solo non ha un anti Sala, sindaco già difficile da sconfiggere, ma nemmeno reagisce ai numeri che dal 2018 Giuseppe Sala e i suoi stanno producendo. Un esempio? Il primo cittadino ha appena annunciato ForestaMi, cioè un piano da 3 milioni di alberi. Tre milioni. Tanti che persino una star come Leonardo Di Caprio ne ha sentito parlare. E ne ha parlato: cioè Sala ha potuto associare il suo nome, Milano e quello di una star del cinema che tutti conoscono. Con tanto di contorno verde, pardon green. Un capolavoro di comunicazione, ma che non è nato a caso: dietro ci sono i numeri, tre milioni per essere precisi. Sala sa che con un milione di euro non fai niente, serve chiederne un miliardo e rotti. Possibilmente allo Stato, così li spendi senza pensieri come per Expo 2015. Ma come vi abbiamo scritto in precedenza, la campagna di Sala è partita da tempo. Tra l’altro con già un patrimonio di affidabilità, successi di marketing e assenza di avversari. Un esempio è il piano per le periferie che guarda caso punta su quelle dove ha perso. Su 356 milioni di euro di investimenti annunciati, 117 vanno nel Municipio 6 (Lorenteggio) che è a sinistra. Gli altri nei Municipi 9, 2, 4 e 5. Niguarda, nel cuore della storica roccaforte rappresentata dal 9, è addirittura stato nominato “quartiere pilota” per il rilancio delle periferie. Tutte zone amministrate dal centrodestra. Ha annunciato e iniziato a dare i primi segnali di un progetto da oltre 200 milioni di euro targato centrosinistra. Di fronte a questo schieramento di cifre, tanto apprezzate dall’animo pratico del milanese, che numeri ha messo in campo il centrodestra? I numeri sono persino più importanti delle parole, perché aiutano a sintetizzare le idee in un atto: l’apertura di un Naviglio non sono solo 200 o 300 milioni (questi sono costi più realistici di quelli citati dal Comune) non è solo un progetto che darà tanto lavoro a tanti, ma una dichiarazione di guerra alle automobili e al traffico privato. E’ un’idea. Magari contestabile, ma proprio perché è un’idea. Come i tre milioni di alberi che richiamano i cambiamenti climatici che sono un totem delle nuove sinistre. Che idee ha il centrodestra che si possono sostanziare in un progetto da 300 milioni di euro? Vi lanciamo questa provocazione. E come da tradizione, si tratta di una domanda retorica. Noi dell’Osservatore ne abbiamo una, ma aspetteremo ancora qualche settimana per raccontarvela in un incontro di persona che organizzeremo presto. Intanto registriamo che alcuni come Alessandro De Chirico o Paolo Guido Bassi hanno iniziato a chiedere pubblicamente una discussione sulla ricerca di un anti Sala. Un primo passo positivo. Forse c’è una tenue speranza di non avere altri cinque anni di Beppe ovunque.  

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Accoltellato a Monza, grave a Niguarda

Un uomo di 27 anni è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Niguarda, dopo essere stato aggredito e ferito a coltellate in un giardinetto a Monza. Ferito, il giovane si è trascinato nel parcheggio di un supermercato, dove è stato soccorso da alcuni passanti che hanno chiesto l’intervento del 118 e dei carabinieri. Lo hanno aggredito in due, colpendolo con due coltelli più volte alla testa e al torace, probabilmente al culmine di una lite la cui motivazione è ancora ignota. L’aggredito, con precedenti per droga, sarà sentito una volta ristabilito. I militari monzesi hanno già acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, nella speranza di riuscire a identificare i due aggressori. ANSA  

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Cittadini esondati mobilitatevi

Cittadini esondati mobilitatevi. Forse non è più il caso di restare passivi di fronte all’ennesima esondazione di due giorni fa, così non basta più rivolgersi alle pagine Facebook dei politici di zona. Le vasche di laminazione, cioè i laghetti temporanei dove convogliare le piogge in eccesso, devono essere costruite in tempi rapidi. Niguarda e i i quartieri circostanti sopportano da decenni la stessa funzione di sfogo per il torrente interrato, ma gli unici a muoversi fino ad oggi sono stati i cittadini delle zone dove dovrebbero essere costruite le vasche. Zone verdi in cui è difficile pensare a disagi come quelli subiti dalla città. Ricorsi, proteste e ancora ricorsi in ogni sede competente hanno rallentato i lavori delle vasche più di quanto non avesse già fatto il farraginoso sistema italiano, ma nessuno sembra essersi attivato per sostenere l’avanzamento dell’opera. Le richieste più frequenti sono quelle di contributi per i danni subiti, ma anche se onesto è un gioco in difesa. Invece si potrebbe cercare una concordanza di intenti per costruire. Stefano Indovino, capogruppo Pd del Municipio 9, si è accorto della questione: “Stanotte è esondato di nuovo il Seveso per più di un’ora. I mezzi di Amsa stanno pulendo le strade, lo faranno per tutta la giornata di oggi è domani. Ancora due settimane fa è stato accolto un ulteriore ricorso del condominio di Bresso, un gruppo di comitati che preferiscono che le vasche di laminazione restino interi quartieri piuttosto che infrastrutture predisposte a ricevere l’acqua. I cittadini dei nostri quartieri devono rispondere. Devono far sentire la loro voce. Devono gridare che non è più possibile attendere opere già finanziate e progettate per gli interessi particolari di qualcuno. Vasche di laminazione, pulizia acque, individuazione degli scarichi abusivi da parte della procura. La misura è colma da tempo”. Ora se persino da Partito democratico arriva una posizione ragionevole, ci permettiamo di proporne una noi alla politica locale: perché non sfruttare l’occasione per dimostrare cosa vuol dire essere milanesi? Il problema è i tutti, destra sinistra e non votanti. Chiunque può essere d’accordo sul difendere i propri concittadini ed elettori, dunque cittadini esondati mobilitatevi: chiedete ai vostri rappresentanti un’azione condivisa tra tutte le forze degli schieramenti. Chiedete che su un problema pratico i vostri rappresentanti sappiano dimostrare il loro animo meneghino dando più peso ai fatti che alle opinioni o agli interessi particolari. Si uniscano i politici e i cittadini del nord Milano per evitare che anche i figli e i nipoti debbano vivere una situazione surreale come quella di una città allagata a ogni temporale. Cittadini esondati mobilitatevi, noi dell’Osservatore ci saremo per sostenere lo sforzo in ogni modo.  

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Fascisti a Niguarda?

Qualcuno dice che sono attacchi di fascisti che nella notte avrebbero dato fuoco a una corona di alloro dedicata a un partigiano e messo un adesivo degradante sull’immagine della partigiana Lia. Se fosse vero sarebbero senz’altro atti da condannare per una lunga serie di motivi, ma in questo caso permetteteci di dubitarne. Primo perché gli antichi racconti di gente che gridava al lupo al lupo nel momento sbagliato hanno per noi ancora un fascino. Secondo perché è una notizia commentata da Pisapia e quando lui parla noi crediamo sia meglio dubitarne due volte. Terzo perché essendo l’Osservatore curato da giornalisti liberi da pressioni “noi ci ricordiamo”, come diceva Morpheus in Matrix. Ci ricordiamo proprio di una polemica rilanciata da tutti i giornali possibili per la rottura della targa che intitola un giardino alla partigiana Lia. Solo un consigliere di municipio si era permesso di sollevare un dubbio, ricevendo subito il solito canovaccio di insulti e odio. Andrea Locati, questo il nome del consigliere, ha avuto  la pazienza e la forza di aspettare cercando di rispondere con calma all’onda di “odiatori giusti” (quelli che si ritengono dalla parte giusta sono tra i più cattivi e violenti).  Qualcuno si prese la briga di andare sul posto della presunta aggressione alla targa partigiana e scoprì che alcuni operai erano in azione con ruspe e muletti lì intorno. Dunque c’erano le stesse possibilità che loro per sbaglio avessero colpito la targa o che le vibrazioni ne avessero causato la rottura. Oggi il problema si ripropone. Un accendino che potrebbe esser stato usato da una delle tante bande di ragazzi abbandonati ai loro iPhone per movimentarsi la serata e un adesivo messo da chissà chi, non ci faranno titolare “ancora aggressioni fasciste”. Quando e se succederà lo scriveremo, perché non temiamo le ritorsioni di nessuno. Ma per adesso ci ricordiamo di Lia e altri e ci permettiamo di dubitarne. Se invece arrivassero conferme, essendo giornalisti onesti, correggeremo quanto detto riportando i fatti. Mestiere che in pochi ormai svolgono. (Ringraziamo Locati per averci contattato per alcune precisazioni: più ancora di giornalisti onesti servono politici corretti).

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