paura

Il tam tam della paura e la voglia di 26

Il tam tam della paura e la voglia di 26. Complice anche la campagna elettorale è infatti scattato un tam tam della paura che non si vedeva da un po’. Ci sono titoli di giornale come “Non ci sono prove che Putin userà l’atomica, ma potrebbe”. Giornali seri eh. Perché ormai tutti hanno l’ansia. Letta ha l’ansia di trovarsi un Orban donna che comanda in Italia. Meloni ha paura di disordini perché fiuta l’ansia generale. Mezza Italia ha l’ansia perché potrebbe non bastare gas e luce per l’inverno e metà ha il terrore delle bollette da pagare. Calenda ha paura di scoprire che piace più ai media e ai cda che agli italiani. Conte ha l’ansia di cosa fare con Grillo dopo le elezioni. Mattarella ha l’ansia perché il timore di un governo iper sovranista con Salvini che vuole spendere soldi che non ci sono. L’italiano medio sta ancora strappando gli ultimi giorni di ferie. Qualcuno è già in piena rincorsa lavorativa con l’ansia di fatturare a sufficienza fino a fine anno. In generale, tutti non ne possono più- C’è bisogno di primavera, ma manca ancora autunno e inverno. In tutto questo il rilancio dei messaggi ansiogeni è perpetuo. Su tutti i livelli e tutti i canali. Ma l’unico effetto di questo tam tam del terrore è una gran voglia di 26 settembre. Quando, sperano tutti, si formerà un nuovo governo e cesseranno i tristissimi battibecchi di questi ultimi mesi. Di Maio forse dovrà trovarsi un lavoro vero, ma non sarà un dramma dopo essere stato anni al vertice del governo. Invece gli italiani forse saranno esentati da altri giochetti su chi spara la paura più grossa e avranno una classe dirigente in grado di portarli fuori dalle secche. Anche se è la speranza dell’ultimo miglio: sfidiamo chiunque a trovare almeno due proposte vere avanzate dai partiti in corsa per il potere. Senza guardare su google. Sarebbe difficile comunque, perché si è parlato tanto, ma senza dire molto.

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Il Paese della paura. L’Italia e l’ombra del degrado stigmatizzato

La paura è stata un’emozione invocata dal potere per continuare a governare. Con propaganda e altro clamore si annuncia, ad esempio, che bisogna stare attenti con il comunista, con il nero, con il quale non è d’accordo, con l’ateo, con il pigro, con il peloso e con la barba. È stigmatizzato. È successo in vari processi qua e là, diciamo nel lavaggio del cervello che Woodrow Wilson ha fatto al popolo americano per paura che i tedeschi forzassero una dichiarazione di guerra. O nelle invenzioni di Netanyahu su un modello all’aceto chiamato “Ebraismo”. Attento a chi pensa! E vengono alimentate paure peggiori, diffuse dalle potenti cupole, affinché i soggiogati continuino ad obbedire. Modi favolosi per dominare il branco: “il lupo sta arrivando!” Inoltre: se gli oppressi amano la loro condizione bassa, tanto meglio. Allerta con quello o quello a cui piacciono il rifiuto e la mobilitazione! E l’uso diretto della paura impone la sua legge. E alle paure ideologiche, religiose, tattiche politiche, altre sono incorporate, che sono specificate dalle teste di moka, quelle che sanno tagliare la flanella, la plebaglia, gli “uccelli”, coloro che sono in grado di aprire il grembo della donna incinta ed estrarre il feto in modo che né l’uno né l’altro gonfieranno improvvisamente l’opposizione. E poiché è necessario espropriare le terre migliori, è necessario massacrare, dire che è un movimento per ripulire il territorio dai ladri, o dagli insorti, o da coloro che potrebbero sostenere i sediziosi in qualsiasi momento. E proprio come l’Inquisizione imponeva le sue paure alle streghe (donne sagge), agli sperimentatori, scossi dalle superstizioni, alla scienza, oltre alle fiamme “purificatrici” per cancellare i peccati e condurre i trasgressori in paradiso (di passaggio, ovviamente, prima attraverso il purgatorio), c’erano altri poteri – meno celesti – che approfittavano del connubio tra religione e politica. Cavalcarono sull’ignoranza delle folle e consolidarono il loro dominio. L’Italia è stata una terra propizia per la diffusione della paura come meccanismo di controllo. E proprio come a un certo punto era propizio spargere l’aspetto del cavaliere senza testa su montagne e canaloni, soprattutto per essere in grado di aumentare le proprietà e far correre filo spinato e tumuli, così la paura non è ancora così metafisica, ma molto materiale. Quello che usa le motoseghe, massacra, gioca a calcio con le teste delle vittime e un vasto repertorio di atrocità inesauribili. Paure storiche, come quella promossa dai monsignori contro i liberali, che non solo sono stati trattenuti con le catene del segnale, ma si è permesso, senza che fosse un peccato, di “colpirli sulla testa”. Paure storiche come quelle stabilite nella Colonia Vaticana, ad esempio, contro i membri della comunità e il loro leader, il cui corpo sminuzzato è stato distribuito per la lezione collettiva in diverse coordinate. Paure come quelle promosse dalle mafie e dal loro “coprifuoco” o quelle molto diffuse negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso nelle campagne, con sfollamenti forzati. Devi uccidere, sparire, lanciarti dagli elicotteri, convertire la gente in NN; i ragazzi disoccupati, indotti e ingannati devono essere spacciati per fannulloni. I terribili e ripudiabili “falsi positivi”, crimini dello Stato per far sembrare certe politiche ufficiali molto redditizie ed efficaci. E come sfondo dell’orrore, le varie strutture della paura diventano un deterrente. Non protestare, non alzare la voce. Accetta e dimettiti. È meglio per lui se tace, sembra essere l’essenza di ciò che il potere intende con la sua propaganda (controllo mentale) e con molestie fisiche e altre brutalità. Ci sono altre paure, sfruttabili dal punto di vista del potere. E sono quelli della pandemia. Più che un interesse per la salute pubblica, per la salvaguardia delle persone, in un paese mancipato come l’Italia, che non ha proprio privilegiato l’istruzione, la cultura o il benessere collettivo, sono ben visibili le sciocchezze ufficiali e perfino le prese in giro che si fanno degli indifesi. Sono minacciati con più tasse, senza mediare il miglioramento delle condizioni di vita. Al contrario, ci sono sempre più fattori di impoverimento massiccio. La propagazione delle paure (sì, alimentando la paura del manifestante, che non ingoia tutto, che alza le bandiere della libertà e della dignità) è un vecchio ingranaggio che unge il potere. Non si limita a guardare e punire. Puoi anche eliminare l’avversario. L’esercizio del potere in Italia, che si è ingrossato, assomiglia più a una barbara “casa pique” che a un’espressione di democrazia. Gli schiavi sono noti per amare le loro catene. Il potere cerca con tutti i suoi oltraggi e bugie che chi è piegato arrivi ad assaporare la paura della libertà con gusto. E’ il classico stringimento delle classi suddivise da: impauriti e potere. Nell’oscura democrazia che si cela alle spalle della libertà, l’Italia dimostra un stragismo politico che irrompe prepotentemente con i suoi ‘sistemi’. La gerarchia politica ha fortificato, negli anni, una consolidata prepotenza che vede un’economia sottomessa alla più grave pandemia del 21° secolo; dopo il Covid quale sarà il vaccino più efficace per risollevare l’Italia?

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Sacrifici rituali a Crescenzago, cresce la paura

Come potete vedere nel video allegato, qualcuno, la scorsa notte, si è trovato per una forma poco familiare da queste parti di preghiera. Tanto per cominciare, includeva sacrifici rituali sotto la luna. A farne le spese un pesce e della frutta, ripuliti rapidamente. Lo riferiscono alcuni cittadini, ovviamente preoccupati: “Non è la prima volta accade. La scorsa volta ho trovato una povera gallina decapitata, della frutta, dei resti di alcol. Io non so cosa o chi invochino, non me ne intendo. Però che delle persone, al buio, con delle candele sacrifichino animali da cortile a mezzanotte è sicuramente inquietante.” La vicinanza di un luogo di ritrovo di Sudamericani può far pensare ad una forma di devozione popolare che mischia elementi antichi e moderni. Non è ovviamente possibile indicare dai pochi elementi ritrovati se si tratti di Santeria o Macumba, Condomblè o Voodoo. Di sicuro non ci sono nemmeno elementi per pensare a qualcosa di più oscuro. Insomma, i sacrifici rituali di Crescenzago non apriranno alcuna porta ctonia. La polizia è già stata chiamata più volte e sicuramente la vicenda è monitorata. Di certo non sarebbe opportuno che questi sacrifici rituali venissero ignorati. Crescenzago, dopo le baby gang e gli incendi a catena, non può essere considerato un lembo di terra di nessuno. E dare segnali di questo genere è sempre pericoloso. E allora, se la libertà religiosa va sempre rispettata, anche la pacifica coabitazione con persone che guardano con legittimo orrore ai sacrifici animali va tutelata. Non servono altre leggi, ne abbiamo che bastano. Ci vogliono può controlli e soprattutto serve la volontà efficacia di risolvere i problemi. Insomma, ognuno preghi chi vuole e come vuole. Ma non dove vuole. Bisogna infatti tutelare, qualche volta, anche la maggioranza silenziosa oltre che le minoranze più vocali.

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Torna la paura da legionella a Bresso

Torna la paura da legionella a Bresso. La notizia è rimbalzata sui social dopo che un cittadino si era dichiarato contagiato denunciando il silenzio dei media in proposito. In tempi brevi è arrivato l’intervento del sindaco Simone Cairo: Ho letto questa mattina su un post Facebook di un signore che è stato ricoverato per legionella e dichiara che questa è ritornata a Bresso. Tutto raccontato a distanza di una settimana dall’evento. Un passo indietro: nessuno ha chiamato per informarci di un caso di legionella con ricovero in ospedale riferito a Bresso. Venerdì ho appreso che questa persona era rientrata a casa da un ex amministratore che, per caso, mi ha incrociato per strada e mi ha chiesto informazioni in merito. L’ho pregato di chiedere all’ammalato di mettersi in contatto con noi per darci informazioni; credo che lo abbia fatto questa mattina perché un mio assessore mi ha riferito di aver ricevuto una telefonata ed anche a lui ho chiesto di raccogliere informazioni. Da ATS, ad oggi, nessuna segnalazione di casi sul nostro territorio. Ho chiesto comunque che verifichino se ci sono altri casi oltre a questo Concittadino e mi relazioneranno Lunedì. Da due anni a Bresso sono controllati costantemente l’acquedotto, le case dell’acqua e gli impianti delle torri di raffreddamento sia civili che industriali, le scuole, le fontane….. Anche quest’anno, prima di aprire le scuole, abbiamo fatto gli interventi preventivi anti legionella. Con il gestore dell’acquedotto in meno di due anni abbiamo effettuato quasi 100 interventi per rendere più efficiente e sicuro il nostro sistema idrico anche coinvolgendo 80 condomini, abbinando un’ampia campagna di informazione per ricordare che la prevenzione inizia con i nostri corretti comportamenti. Il tutto senza enfasi ma con lo spirito di non abbassare mai la guardia e l’attenzione. Non si può escludere mai nulla e non voglio minimizzare alcun segnale, la legionella nelle grandi città è endemica da decenni e periodicamente si ripresenta con qualche ammalato. E’ successo recentemente sia Milano che in Comuni confinanti con Bresso. Per questo invito ogni mio cittadino ad essere responsabile, se ha delle segnalazioni deve chiamare tempestivamente in Municipio. Il tempismo, in molte situazioni, è determinante. Vi terrò informato appena avrò informazioni ufficiali. https://www.bresso.net/…/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4466

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Covid19, la Paura e il Coraggio

Covid19, la Paura e il Coraggio. In questi giorni assistiamo allo sfaldamento intellettuale di buona parte d’Italia. Un degrado civile accettabile in tempi di pace, perché non c’è niente di più rilassante e sicuro del parlare del nulla, ma oggi si impone una reazione. Le paure di una società di fatto ormai inesistente dal punto di vista dei legami sociali stanno esplodendo nel peggiore dei modi. I motivi sono tanti, ma essenzialmente è il risultato della cavalcata verso il pensiero inutile degli ultimi 40 anni, quello dell’accumulo delle cose a discapito dei valori umani, che ci ha portato a non saper pensare. Una delle espressioni più frequenti è “meditate, meditate…”. Peccato che le capacità di elaborazione di un pensiero complesso siano perdute da tempo: ormai è difficilissimo sostenere un dialogo per l’oggettiva incapacità della maggior parte delle persone di comprendere ragionamenti con più di una o due informazioni per volta. Non a caso è tornato di moda l’ipse dixit e il sillogismo, due artifici retorici creati essenzialmente per diffondere idee semplici, povere, insomma non umane. Questa carenza di capacità dipende per assurdo proprio dall’elevatissimo livello di benessere raggiunto dalla nostra società: il costante abbassarsi di tutti i pericoli a cui l’umanità è sempre stata sottoposta (carestie, pestilenze, guerre) ha causato un’incapacità intellettuale di afferrare il senso degli eventi. Il superfluo è diventato necessario, causando crisi nervose in chi si sente violato dal divieto di passare la giornata al bar a fissare i corpi delle donne che passano. O chi dopo averli messi al mondo ora si trova costretto a frequentare i figli per tutto il giorno. Immersi in una società dell’inutile, come tutte quelle evolute, abbiamo perso progressivamente le capacità di base. La prima lasciata per strada in questo percorso intellettuale e sociale è quella di affrontare la paura. La paura è sempre stata la spinta che ha portato l’umanità a compiere meraviglie, perché la reazione era il coraggio. Non si può avere coraggio senza prima soffrire una profonda e sincera paura. Ma il coraggio non si estrinseca con l’erezione di un muro o una pallottola in testa a chi ci spaventava. Quelle sono soluzioni temporanee e tendenzialmente non risolvono la paura né le sue cause. Il coraggio è respirare quando ci manca il fiato. E’ combattere quando tutti scappano. Il coraggio è la paura stessa che si trasforma in azione positiva. Il coraggio è anche faticare intellettualmente per cambiare modo di pensare: non semplicemente cambiare idea secondo l’ormai vetusto Voltaire, ma rimodulare tutto il sistema di pensiero. Per capirsi: non si tratta di decidere se mettere le strisce pedonali qui o lì, ma di decidere come muoversi in generale. Questa crisi è un enzima di un cambiamento già in atto da tempo, ma il presente è ancora prigioniero di un Novecento che non vuole morire. Le regole di base erano già cambiate, ma erano ancora poco visibili. Basti pensare che quando nel Settecento si costruivano le prime linee ferroviarie di massa (quelle che avrebbero di fatto cambiato il mondo in modo radicale) era tecnicamente ancora vivo il Sacro Romano Impero. Oggi siamo in una situazione simile: mentre si costruiscono le infrastrutture del nuovo mondo, il vecchio è ancora in forma a sufficienza per non permettere l’evoluzione della società. E dunque le crisi intellettuali aumentano. E, spiace scriverlo, crediamo aumenteranno ancora. Intanto cresce la Paura, ma non il coraggio. Per ora prevalgono le reazioni isteriche di un mondo morente. Ma per il Covid19, la Paura e il Coraggio saranno le nostre vere sfide: non possiamo sconfiggere i virus per sempre, non si può andare in guerra senza morti, non si può correre senza avere il fiatone. Però possiamo puntare più sulla ricerca di nuove cure che di nuove bombe, puntare più sulle protezioni per chi ci deve curare che sul mercato dell’inutile, possiamo allenarci per correre meglio e più a lungo. Ci serve la il Coraggio, lato luminoso della luna nera chiamata Paura. Torniamo umani, abbracciamo la Paura e lanciamoci verso un mondo che ha finalmente l’occasione di diventare migliore di prima.

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I Giudici di Pace temono di essere contagiati dai migranti

“La pericolosità di un contagio” da Coronavirus è “tangibile durante le udienze celebrate dai Giudici di Pace” per la “convalida delle espulsioni di migranti clandestini, che si tengono nei Centri di permanenza e rimpatrio” e cioè di chi ha “violato l’ordine di allontanamento dal territorio dello Stato od anche per i reati di clandestinità“. Perciò l’Associazione nazionale giudici di pace chiede con urgenza al “governo e alle autorità competenti“, con una nota, misure idonee per la loro tutela. L’Unione Nazionale dei Giudici di Pace ha chiesto ai ministeri di Giustizia e Salute che “siano fornite maschere idonee a schermarsi da eventuali contagi, previa autorizzazione all’uso durante l’udienza” e “che siano apprestate immediatamente le tutele relative alle indennità di malattia e di rischio e per i giudici di pace e i magistrati onorari che si trovano in medesime situazioni“. ANSA  

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