Pierfrancesco Majorino

La commissione regionale sul Covid è già in panne

La commissione regionale sul Covid è già in panne. Per un attimo era sembrato che le opposizioni regionali avessero trovato il grimaldello per far partire un assalto coordinato alla gestione della Sanità lombarda. Invece la commissione regionale sul Covid è già in panne, come testimonia l’ultima nota diffusa dai gruppi che rappresentano il governo nazionale: “A fronte dell’indicazione del nome di Jacopo Scandella come proposta delle minoranze, la maggioranza ha preferito ritardare ancora l’avvio dei lavori della commissione facendo mancare il quorum necessario per l’elezione del presidente – Lo dichiarano in una nota congiunta Movimento 5 Stelle e Partito Democratico dopo la seconda fumata nera, oggi in Consiglio regionale della Lombardia, per l’elezione del presidente della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid – L’indicazione delle minoranze è stata chiara fin dalla prima seduta, quando era emerso il nome di Scandella come indicazione unica e unitaria. I fatti di oggi non cambiano la questione, Scandella rimane il candidato indicato dalle minoranze. Auspichiamo che la tattica dilatoria possa fermarsi dinanzi all’evidenza di una candidatura che per profilo, provenienza territoriale e garanzia di correttezza istituzionale non può ricevere alcuna contestazione. Martedì prossimo, quando la Commissione verrà riconvocata, ci attendiamo che la questione possa risolversi e si possa finalmente cominciare a lavorare”. Evidentemente il centrodestra lombardo è più solido di quanto pensassero le sinistre che aspirano a ribaltare una situazione che perdura da almeno una generazione e che vede la sinistra sempre condannata al ruolo di comprimario. Pierfrancesco Majorino ci sta provando in ogni modo a sfruttare politicamente la FaseDue, ma per ora non sembra aver raccolto moltissimo, anzi c’è chi all’interno del suo stesso schieramento non sembra troppo d’accordo nel caricare a testa bassa Fontana e soci. Eppure dalle istituzioni sembra arrivare una grossa mano in questo senso: secondo alcune voci di corridoio, anche l’inchiesta aperta sul cado Diasorin sarebbe parte di una “caccia al leghista” che è iniziata da settimane. E proprio questo scontro frontale sarebbe uno dei motivi per i quali di fatto a governare la Lombardia non è più Attilio Fontana, ma Matteo Salvini: è un mistero solo per pochi ormai che la linea apparentemente isterica del governatore lombardo (prima per chiudere tutto, poi per aprire, e così via) sia almeno in parte da attribuire dagli ordini che arrivano dal capo della Lega. La Lombardia non è stata solo flagellata dall’epidemia, ma anche dalla lotta politica che l’ha messa al centro di un gioco molto più grande dei confini regionali.

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Galli proposto come commissario per la sanità lombarda

Galli proposto come commissario per la sanità lombarda. Il nome del virologo che più di altri ha saputo posizionarsi come voce autorevole nel dibattito sul Covid-19 è saltato fuori da un pezzo da novanta della politica meneghina: la proposta è arrivata da Pierfrancesco Majorino, europarlamentare che ha saputo incarnare la sinistra milanese come solo Pisapia e pochi altri. Uomo del “pueblo”, ma con la connessione con il “mondo di sopra” dei Sarfatti e altri ricchi che si sentono a posto perché i loro servi (pardon: collaboratori domestici) li chiamano per nome. A differenza di Pisapia inoltre sa parlare senza sputare e ha una capacità amministrativa che a malincuore gli riconoscono anche gli avversari. Oggi guida l’assalto a Regione Lombardia spingendo per il commissariamento. La forza con cui i suoi hanno pressato le opposizioni al centrodestra hanno portato a una mozione di sfiducia contro Giulio Gallera che è finita malissimo: si è spaccato il centro sinistra. Troppo poco perché un uomo da marciapiede come Majorino si arrendesse, anzi ha rilanciato: “Spesso mi chiedono chi vorrei come Commissario della Lombardia per gestire l’emergenza sanitaria. Certamente una persona d’alto profilo, della sanità lombarda, totalmente estranea ai partiti. Tipo Galli, per capirci, di cui mi fiderei cento volte di più rispetto a Fontana e soci”. Ma per quanto lo voglia la sinistra, sembra ancora lontano il momento in cui la Sanità lombarda verrà commissariata.

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Majorino prossimo sfidante di Fontana?

Majorino prossimo sfidante di Fontana? La domanda è lecita dopo aver visto le reazioni della politica lombarda nelle ultime due settimane. Pierfrancesco Majorino si era trasferito in Europa tra gli applausi di tutti, perché persino il centro destra preferiva non averlo in giro. L’ex assessore al Welfare sapeva muovere migliaia di persone a ogni manifestazione ed era l’unico a rappresentare una sinistra plausibile a differenza dell’ex direttore generale del Comune che abbiamo a Palazzo Marino. Sala era il simbolo dell’Italia che non cambia mai, mentre Majorino “l’uomo del popolo”. E un personaggio con le spalle larghe, a differenza di Beppe “l’Onesto”: la sua fu l’unica vera candidatura in opposizione a Sala durante le primarie del Partito democratico per scegliere il candidato sindaco. Perse, ma rimase come rappresentante della sinistra milanese, visto che Sala può rappresentare al massimo il lato sinistro di Montenapoleone o di via Goito. Quando se ne andò in Europa tutti, sinistra e destra, stapparono una bottiglia di quello buono, perché Majorino si può contestare, ma non ignorare. Come invece accade alla maggior parte degli sconosciuti seppur eletti che militano nella sua parte. Oggi però Majorino torna a farsi sentire e tutti tremano perché quando l’europarlamentare ha lanciato la campagna di “vendetta per le rsa” su Facebook, in pochissimi giorni tutti hanno risposto. E non solo i suoi: tutte le opposizioni hanno capito che era l’occasione per combattere un predominio ultra decennale della destra al governo in Lombardia. Proprio l’emergenza, grazie alla campagna di Majorino “Verrà il giorno” (che riprende il “Verrà un giorno” di Fra Cristoforo ne “I promessi sposi”), potrebbe essere l’occasione storica della sinistra: se il centro destra non saprà dimostrare di essere davvero classe dirigente di qualità, potrebbero pure vincere la sfida. Un conto è governare una macchina impostata da altri nella normalità, un conto è nell’emergenza, e nelle ultime settimane da Regione qualche cigolio si è sentito. Ora tutte le opposizioni in Regione hanno sottoscritto l’iter per avviare una commissione d’inchiesta la domanda è lecita: Majorino prossimo sfidante di Fontana? Inutile negare che la spinta politica per una simile mossa è arrivata dal “popolo di Majorino”, visto che di gente in Regione con un popolo alle spalle ce n’è poca. Chi saprà reggere l’urto dell’onda sollevata dai sinistri milanesi? C’è davvero qualcuno a Palazzo Lombardia con le spalle abbastanza larghe? Perché al momento Fontana pare aver scaricato le eventuali colpe sui tecnici, ottenendo in un colpo di inimicarsi chi lavora con lui e di confermare i sospetti sulla dubbia utilità della politica attuale: se tanto dobbiamo solo seguire le indicazioni dei tecnici senza che gli eletti decidano nulla, a cosa ci servono gli eletti? Perché costicchiano, per usare un eufemismo, ma gli italiani (lombardi compresi) non hanno davvero più soldi da buttare.

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Majorino “avverte” Regione sulle Rsa: “Verrà il giorno”

Majorino “avverte” Regione sulle Rsa: “Verrà il giorno”. Verrà cioè il giorno in cui ci sarà la resa dei conti con Regione Lombardia perché secondo l’europarlamentare del Partito Democratico c’è una strage in atto e i responsabili sarebbero a Palazzo Lombardia. Quindi Majorino rilancia parafrasando il “Verrà un giorno” di Padre Cristoforo che nel racconto manzoniano mise in ansia Don Rodrigo. La battaglia dell’ex assessore ai Servizi Sociali, nonché ex unico vero sfidante delle primarie con Sala, è iniziata su Facebook da qualche giorno, per arrivare al climax dell’avvertimento: 5 aprile – Va fermata la strage nelle Case di riposo lombarde. Vanno subito tolte da Regione. Attraverso l’intervento delle Prefetture. Enti locali, terzo settore, enti gestori devono far parte di comitati di lavoro comuni. Il personale va reperito in tutti i modi. 6 aprile – In Europa è in corso una battaglia durissima per avere nuove risorse a sostegno dei soggetti travolti dall’emergenza sanitaria. E per garantire la ricostruzione. Stiamo insistendo in tanti per una svolta sul piano sociale, economico e finanziario. Ma l’Europa è anche un luogo dove parlare del disastro lombardo. Per cercare nuove soluzioni e perché non si cancelli quel che sta accadendo. Per questo, appena le circostanze lo consentiranno, organizzerò un viaggio a Bruxelles di parenti di persone decedute nelle RSA, operatori delle Case di riposo, rappresentanti di quel mondo di operatori che sta chiedendo ascolto, attenzione, mezzi strumenti. 7 aprile – Sul PAT giorno dopo giorno emerge un quadro terribile. Il fatto che i numeri dei decessi in tante Case di riposo siano molto peggiori non toglie nulla alla necessità assoluta che si faccia chiarezza in modo limpido. Senza guardare in faccia a nessuno. Continuo a dire, al momento inascoltato, che prima si toglie dalle mani di Regione la gestione delle RSA lombarde in questa emergenza meglio è. Ci vogliono ispezioni a tappeto dal Ministero e l’intervento delle Prefetture. Majorino “avverte” Regione sulle Rsa: “Verrà il giorno”. Ma forse è anche un modo per mettere le mani avanti sulle prossima campagna elettorale. Non è un mistero che Giulio Gallera possa essere il prossimo candidato del centro destra milanese, ma è certo che sarebbe in difficoltà se dovesse subire un “processo pubblico” per disfunzioni del sistema a cui si possono addebitare morti.

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Majorino contro Salvini: “Paghi le multe comunali”

Majorino contro Salvini: “Paghi le multe comunali”. L’intervento arriva su Twitter dopo il botta e risposta delle scorse ore tra il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il leader della Lega Matteo Salvini. L’europarlamentare del Partito democratico Pierfrancesco Majorino ha postato sul social questo messaggio: #SALVINI, PAGA E TAS. #Salvini dice che #Sala deve pensare alle periferie. Detto che il Sindaco sulle periferie sta facendo molto di più di quello che faceva la destra, Salvini pensi a pagare le multe da almeno 200mila euro che la Lega deve pagare dal 2011 al Comune di Milano. Majorino si riferisce alla questione ancora aperta per alcuni partiti, tra cui la Lega, delle multe per i manifesti affissi irregolarmente durante la campagna elettorale per le ultime elezioni comunali. Nel complesso le multe per tutte le formazioni politiche concorrenti ammontavano a sei milioni di euro, poi ridotti a due grazie a una legge che lo permette. Una parte di questi denari erano stati versati, altri invece no perché alcuni partiti tra cui la Lega non ritenevano di doverli pagare e avevano presentato i necessari ricorsi. Oggi la questione torna in primo piano, evidenziando una volta ancora una delle piaghe che portano la città a essere cosparsa di manifesti ovunque e comunque. I partiti si lanciano in una sfida per gli spazi che ha come unica vittima il decoro delle strade milanesi. Un fenomeno ripetitivo e che sembra destinato a perpetrarsi nel tempo. Intanto Majorino ripesca l’argomento confermando ancora la sua intenzione di mantenere un carattere milanese come politico nonostante lo spostamento nel parlamento più importante d’Europa.    

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A Milano la scuola politica per rom e sinti

A Milano la scuola politica per rom e sinti. Ad annunciarlo, il movimento Kethane che lo definisce “un percorso di consapevolezza e partecipazione”. A Milano dal 25 al 27 Ottobre 2019, presso la Casa dei diritti del Comune di Milano, si tiene il primo dei due workshops della Scuola politica per giovani rom e sinti 2019 promossa dal Consiglio d’Europa e organizzata dall’associazione UPRE ROMA in collaborazione con il Movimento Kethane rom e sinti per l’Italia. La scuola, al suo secondo appuntamento dopo quello del 2018, offre un percorso formativo, articolato in due workshops di tre giornate ciascuno – il secondo si svolgerà a Milano dal 15 al 17 Novembre 2019 -, che mette a disposizione di giovani attivisti rom e sinti strumenti, conoscenze e capacità per sviluppare consapevolezza e favorire la partecipazione della comunità rom e sinta alla vita civile e sociale del Paese. Un’iniziativa che si inserisce nel percorso portato avanti anche in Senato dalla senatrice Liliana Segre: ”Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono la scena pubblica” ha scritto in una mozione la  senatrice chiedendo l’istituzione di una Commissione che contrasti questi l’hate speech e qualsiasi comportamento di istigazione all’odio. Ecco dunque che a Milano viene presentata la scuola politica per rom e sinti dall’europarlamentare Pierfrancesco Majorino e dall’assessore comunale Gabriele Rabaiotti, si tratta comunque di un gesto concreto che probabilmente farà discutere.  

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