Reddito di cittadinanza

Domani Flash Mob di Fratelli d’Italia contro il reddito di cittadinanza

Domani, alle 11, in Piazza della Scala, esponenti e militanti milanesi di Fratelli d’Italia, faranno il bis del Flash-mob organizzato ieri dai deputati meloniani in piazza Montecitorio a Roma per dire no al reddito di cittadinanza. “Fratelli d’Italia è l’unica forza politica che non ha votato il reddito di cittadinanza né il suo rifinanziamento – si legge in una nota emessa dal Coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia – un provvedimento che si è rivelato controproducente e distorsivo del mercato del lavoro, che ha consentito abusi e truffe di ogni genere, con il paradosso che vede la maggioranza di governo aumentare ancora gli stanziamenti per uno strumento che non è riuscito a incrementare le politiche attive del lavoro, creando ulteriori storture, perché da una parte il sussidio ha disincentivato molti giovani a cercare un impiego e, dall’altra non ha favorito l’incrocio tra domanda e offerta; servono – conclude il coordinamento Cittadino – politiche attive efficaci a sostegno di chi perde il lavoro, per creare nuove competenze, formare chi ha bisogno di acquisire conoscenze e professionalità a beneficio dei lavoratori e del mondo delle imprese”. “Siamo l’unica forza politica che non ha votato il reddito di cittadinanza né per il suo rifinanziamento. – commenta il Coordinatore Cittadino di Fratelli d’Italia –  Quest’anno verranno aumentati ancora gli stanziamenti per questo strumento che si è rivelato distorsivo del mercato del lavoro e dannoso, perché non è riuscito ad incidere nelle politiche attive del lavoro a risolvere il problema che si poneva quando è stato ideato e perché i cittadini che vanno a lavorare tutte le mattine vedono gli sperperi collegati al reddito di cittadinanza. Solo qualche giorno fa si è scoperto che novemila rumeni mai arrivati in Italia lo percepivano. Centinaia di milioni spesi dallo stato indebitamente” conclude Maullu.

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Reddito di cittadinanza: 50 stranieri denunciati

Intascavano il reddito di cittadinanza grazie a documenti falsi realizzati ad hoc di persone aventi titolo: oltre 50 persone sono così state denunciate dalla Polizia di Stato che ha individuato una banda che inviava stranieri agi uffici postali di Milano per intascare, sotto mentite spoglie, l’emolumento. Le persone avevano cittadinanza italiana ma non sapevano parlare l’italiano a tal punto da insospettire gli operatori degli sportelli È così che la Polizia Postale di Milano ha dato avvio all’indagine che ha portato alla denuncia di una cinquantina di persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Gli stranieri, provenienti da Romania, Austria e Germania, si presentavano agli uffici postali inviati da una sorta di network che li assoldava. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e dal Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni di Roma, è iniziata nel settembre del 2020 e ha portato anche all’arresto di due soggetti trovati in possesso di documenti falsi, all’esecuzione di otto perquisizioni e al ritrovamento di carte prepagate, ricevute di presentazione dell’istanza del reddito di cittadinanza, nonché dei messaggi che gli interessati si scambiavano via chat per concordare viaggi e permanenza sul territorio. “Quando ho letto di 50 indagati e arrestati perché arrivavano dalla Romania o dalla Germania per prendere il reddito di cittadinanza… Anche di questo abbiamo parlato con Draghi perché il reddito di cittadinanza così com’è è un disincentivo al lavoro, un incentivo ai furbetti e agli evasori”.  Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a Radio anch’io su Radio 1. ANSA

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Scoperto laboratorio di documenti falsi per il reddito di cittadinanza

Giovedì sera in via Cividale del Friuli, la Polizia ha arrestato due cittadini romeni di 19 e 29 anni, e indagato una loro connazionale di 27, per il reato di possesso e fabbricazione di documenti d’identificazione falsi. Le indagini dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno portato i poliziotti nei pressi di un condominio di via Cividale del Friuli, caratterizzatosi nell’ultimo periodo, per un via vai sospetto di gente nei pressi di un appartamento in particolare. Ieri sera gli agenti hanno notato un uomo all’esterno dello stabile che guardava nervosamente il proprio cellulare, come fosse in attesa di qualcuno. I poliziotti hanno, quindi, controllato l’uomo che non aveva alcun documento con sé e, una volta riferito che i suoi documenti erano in casa, gli agenti lo hanno seguito nell’appartamento. Entrati nell’abitazione, gli agenti delle volanti hanno visto che c’era un uomo al computer che stava visualizzando il file di un documento di identità rumeno in fase di formazione. I poliziotti hanno, così, controllato e perquisito l’appartamento rinvenendo numerose fototessere e documenti falsi intestati a diverse persone, 3 computer, 3 stampanti, 1 plancia taglia-carte, materiale per la plastificazione e stampa fotografica, 1 pacco di schede sim prepagate e 2mila euro. Mentre i poliziotti procedevano al controllo, è giunta una connazionale di 27 anni che si è appurato, data la presenza del suo volto nelle fototessere di alcuni documenti rinvenuti, concorresse nella fabbricazione dei falsi. In diverse chat su smartphone, inoltre, che la donna aveva avviato con i due romeni, vi era materiale fotografico e documentale, come atti d’attribuzione di codici fiscali. L’analisi dei cellulari dei due uomini ha permesso di rinvenire file contenenti attestazioni di soggiorno e documentazione utile all’ottenimento del reddito di cittadinanza. Il 29enne, che si trovava agli arresti domiciliari presso l’abitazione-laboratorio e già gravato da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, è stato arrestato unitamente al 19enne, anch’egli con precedenti penali e già arrestato due settimane fa in provincia di Varese quando, con documenti falsi, stava tentando di inoltrare la richiesta di reddito di cittadinanza in un ufficio postale. La donna, con precedenti di polizia per falso, nonché percettrice di reddito di cittadinanza, è stata denunciata a piede libero dai poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale per possesso e fabbricazione di documenti falsi.

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Sardone (Lega): rom votano M5S per il reddito di cittadinanza

“Sono tornata per un altro sopralluogo nel campo rom di Chiesa Rossa dove 46 famiglie su 47 non sono in regola coi pagamenti delle utenze dovute. Un insediamento regolare solo sulla carta visto che le piazzole sono molte di più di quella comunicate dal Comune di Milano e sono spuntate altre roulotte sul perimetro del campo, oltre alle discariche di ogni genere di materiale appena all’esterno. I nomadi me lo hanno detto chiaramente: votano Pd e 5 Stelle perché li aiutano e stanno con loro, la gran parte prende il reddito di cittadinanza e campa alla spalle degli italiani onesti che ogni mattina si svegliano per andare a lavorare. Mi rivolgo al sindaco Sala: è contento di essere supportato da questa gente che ha l’unico scopo di fregare le istituzioni, come dimostra il fatto che praticamente nessuno di loro paga le tasse e lo ammette candidamente?”. Così Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega. “Lo stesso Sala in tempi non sospetti aveva dichiarato che i campi rom erano modelli da superare, quindi da chiudere, salvo poi non essere in grado nemmeno di sgomberare le carovane di roulottes in periferia. A Chiesa Rossa c’è un tasso di delinquenza e criminalità elevatissimo, per cui ricordo: la sparatoria tra famiglie rivali, i 40.000 euro rubati a Lele Mora, le truffe ai corrieri delle società di spedizione, i sequestri di spade, coltelli e macheti. Che futuro possono avere i tanti bambini che vivono nel campo? L’assessorato alle Politiche Sociali si è mai fatto qualche domanda? Penso – conclude Silvia Sardone – che il tempo della tolleranza debba finire: questo campo, e così tutti gli altri, deve essere chiuso. Su quest’area così estesa si potrebbero pensare molti progetti interessanti per la collettività che riqualifichino il quartiere. I rom facciano come fanno tutti gli italiani e gli stranieri perbene che si mettono in graduatoria per una casa popolare, aspettando il loro turno e rispettando le regole. Non capisco perché per i nomadi, che nomadi non lo sono più, debbano valere regole ad personam: la sinistra può spiegacelo?”.

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Rumena con documento falso chiede il reddito di cittadinanza

Rumena con documento falso chiede il reddito di cittadinanza: ieri pomeriggio gli agenti della volante della Questura hanno arrestato una donna rumena di 25 anni per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. I poliziotti sono intervenuti presso un Ufficio Postale poiché la donna ha esibito una carta d’identità sospetta per ottenere il reddito di cittadinanza. A seguito di accertamenti il documento è risultato contraffatto. La donna è stata inoltre indagata per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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Reddito di cittadinanza: tre arresti per truffa

Mercoledì pomeriggio, in due distinti uffici postali di Milano, la Polizia di Stato ha arrestato 3 persone per il reato di tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Un 38enne, cittadino romeno, arrestato presso l’ufficio postale di viale Monte Ceneri, e due cittadine romene, di 44 e 63 anni, arrestate presso l’ufficio postale via Urbano III. Il primo episodio si è verificato intorno alle ore 12 presso l’ufficio postale di viale Monte Ceneri. Qui il 38enne si è recato presso uno degli sportelli nel tentativo di fare richiesta per l’erogazione del reddito di cittadinanza. L’operatrice, visionando il documento utile alla certificazione della residenza nel Comune di Milano presentato dall’uomo, si è insospettita in quanto l’atto presentava alcune caratteristiche di dubbia autenticità, tra queste, il timbro del Comune di Milano e la data di rilascio del documento stesso. Il direttore dell’Ufficio postale ha così allertato gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che sono giunti sul posto. I sospetti dell’operatrice si sono rivelati fondati in quanto l’analisi del documento ne ha confermato la falsità, in quanto interamente contraffatto, idoneo pertanto ad ingannare la pubblica fede. L’uomo è stato così arrestato dai poliziotti per tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indagato in stato di libertà per uso di atto falso. Due ore più tardi, presso la Centrale Operativa della Questura di Milano, è giunta la chiamata della direttrice dell’Ufficio postale di via Urbano III che segnalava un episodio simile. Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale hanno accertato come in questo ufficio postale, due donne di 44 e 63 anni, stessero provando, nello stesso momento ma in due sportelli diversi, a fare richiesta del reddito di cittadinanza utilizzando come certificazione alcuni documenti riportanti entrambi, firme, date di scadenza e timbri di dubbia attendibilità. I poliziotti, dopo aver identificato le donne, hanno preso visione di entrambi i documenti presentati, e l’analisi eseguita dall’Ufficio Falsi documentali della Polizia Locale, anche in questo caso, ne ha confermato la contraffazione. Le indagini hanno inoltre permesso di fare emergere che entrambe le donne avessero già percepito nei mesi scorsi somme previste come reddito di cittadinanza. La 44enne e la 63enne sono state arrestate per tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I dipendenti dell’Ufficio postale hanno poi riferito ai poliziotti che soltanto mezz’ora prima due uomini avevano provato a compiere le stesse operazioni presentando documenti di dubbia veridicità, ma che difronte all’appunto dell’operatore di sportello avevano desistito dalla richiesta e si erano allontanati. Gli agenti delle volanti hanno dunque acquisito le immagini dell’impianto di videosorveglianza, utili al prosieguo delle indagini per risalire all’identità dei due soggetti non più presenti al momento dell’intervento.

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