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Sardone (Lega): Sala vuole abolire lo smart working, ma non convoca il consiglio in presenza

“Nei giorni scorsi – commenta in una nota l’Eurodeputata e Consigliere Comunale della Lega Silvia Sardone – il sindaco Sala ha invitato i milanesi a tornare al lavoro superando la fase dello smart working. Oggi in una lettera al Corriere della Sera rilancia il tema dicendo che: lo smart working è una grande occasione ma è tempo di riprenderci la nostra vita” e che “è uno strumento che non può essere preso in considerazione senza valutare sino in fondo anche tutti gli effetti collaterali”. “Ora vorremmo tanto sapere se il sindaco Sala si è reso conto che il Consiglio Comunale da mesi non viene più convocato in presenza. – si chiede la Sardone – Magari non lo sa dato che non viene mai. Per i consiglieri comunali, dunque, la presenza non vale? Non ha nulla da dire su questa assurda sospensione della democrazia a tutti i livelli? E’ del tutto assurdo – conclude la Sardone – che il Sindaco faccia la morale sullo smart working con i lavori consiliari limitati alle applicazioni online.”    

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Sala arrabbiato chiede pene esemplari

“Ho chiesto ad Atm di prendere provvedimenti rapidi, queste persone devono essere allontanate, licenziate, quello che si può fare. Se le cose stanno così la giustizia intervenga rapidamente e le pene siano anche esemplari”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando dell’inchiesta sulle presunte tangenti nel sistema della metropolitana, alla trasmissione ‘Quante Storie’ su Rai 3. “Non me l’aspettavo e ho dentro tantissima rabbia perché tanti stanno facendo la loro parte in questo momento di difficoltà e due funzionari ti mettono in croce – ha aggiunto -. E’ la dimostrazione che bastano due funzionari infedeli, ancora oggi per regole o per la mancanza di controlli, per gettare una macchia” sulla città “e questo non va bene”. ANSA  

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La fase Pollock della politica milanese

La fase Pollock della politica milanese. Ne siamo immersi, al punto da non pensarci nemmeno, ma negli ultimi anni la politica meneghina ha preso una certa piega, diciamo cromatica. L’ultimo caso è quello della statua dedicata a Indro Montanelli: un gruppo di ragazzi di un collettivo studentesco, aizzato politicamente da una parte della sinistra meneghina, ha gettato una secchiata di vernice rosa sull’opera per contestare la figura del grande giornalista. Il motivo è la contestazione per un personaggio storico che raccontò con leggerezza nel 2000 di come si era adattato alle abitudini africane. Allora ecco la secchiata. Ma essendo giovani hanno solo svolto la funzione di spugne, perché c’è chi ha capito che con quattro secchi di vernice si può fare. E loro hanno seguito l’esempio. Fare è il verbo essenziale, dimenticato da chi lancia appelli, proclami, eccetera. Con la vernice si fa, invece di parlare. Un maestro in questo senso è Pierfrancesco Maran. Virtuoso della secchiata politica: una volta ha iniziato la battaglia per cambiare le strisce pedonali, allargando a dismisura quelle a pagamento grazie all’espansione della metropolitana. Il codice infatti prevede che per ogni striscia blu ci siano alcune strisce bianche, tranne che nelle aree di alto interesse urbanistico. E indovina un po’ cosa sono le aree vicine alle metropolitane? E così con qualche secchiata di vernice ha recuperato fondi per il Comune e cambiato le abitudini dei milanesi. Poi con il collega Granelli ha pensato di copiare (se fatto bene è un’ottima idea) l’urbanistica tattica, cioè con qualche secchiata di vernice e due vasi ha creato piazze temporanee. Piazze che a molti milanesi sono piaciute ed essendo temporanee per farle c’è voluto poco tempo e poche autorizzazioni. Riecco il verbo fare: le piazze le hanno proprio fatte. E hanno cambiato le abitudini dei milanesi. Poi, sempre il Pierfrancesco “Pollock” Marana, ha lanciato la pista ciclabile che attraversa la città passando per corso Buenos Aires e corso Venezia. Ne è uscito un putiferio. Denunce, gente investita, malmenata e per poco si incrinava questa strana alleanza rosso verde che si va tessendo in punta dei piedi: il sindaco Giuseppe Sala ha avvisato il governatore lombardo Attilio Fontana che visti gli esposti contro la pista era finita la fase di buoni rapporti tra Comune e Regione. E stranamente Fontana ha subito scaricato il suo assessore Riccardo De Corato, autore dell’esposto. Surreale, ma vero: nelle scorse settimane le opposizioni chiedevano il commissariamento di Regione, ma evidentemente quello andava bene. Ma la fase Pollock della politica milanese si vede ovunque. Proprio Fontana è stato al centro del dibattito per un murales con la scritta “Fontana assassino”. Si sarebbe potuto derubricare il tutto agli ennesimi giovani che non avendo un lavoro compiono una sciocchezza, invece il Prefetto di Varese (uomo che deve essere parecchio impressionabile) ha addirittura assegnato una scorta al governatore lombardo. Assurdo, forse, ma è successo. Ancora una volta con quattro secchiate di vernice si è fatto qualcosa. E prima ancora nel Municipio 9 c’è stata una lunga discussione sul murale “Niguarda Antifascista”, opera pagata con soldi pubblici e poi fatta e rifatta. Ci sono anche progetti che non impongono cambiamenti di abitudini così decisivi come le strisce, le piazze e le strade: poco tempo fa è stato lanciato il progetto panchine rosa/azzurre nei pressi di asili e aree giochi di dieci, parchi e giardini, sulle quali apporre una targhetta in ottone riportante i contatti per i servizi di tutela dei minori. Ha avuto le solite difficoltà burocratiche di chi non chiede soldi pubblici o non li controlla come il Comune, ma è sempre parte di questa fase Pollock della politica milanese. L’aspetto più interessante è come siamo ormai talmente fermi come società, terrorizzati da qualunque cambiamento che alteri gli equilibri da esserci ridotti ad andare in palla per la vernice. Vernice che per definizione si cancella e sparisce col tempo, come probabilmente succederà a questa fase politica e sociale: sarà dimenticata e offuscata dal tempo.

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Sala: difendiamo la Lombardia, ma interveniamo sulla sanità

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella “giustamente richiama all’unità nazionale, alle non divisioni ma questo sentimento” anti lombardo “oggi c’è. In Lombardia dobbiamo fare innanzi tutto un esame di coscienza sulla sanità“. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in diretta alla trasmissione Circo Massimo su Radio Capital. “Io evito per rispetto istituzionale di bisticciare con il presidente Fontana, ma un esame di coscienza sulla sanità lombarda e un progetto di cambiamento servono perché alcune cose sono lì da vedere – ha aggiunto -. Il presidio medico territoriale si è perso in Lombardia. Anche io ho fatto errori quindi non sono qui a fare il santarellino che da lezioni agli altri. Come si fa a non riconoscere che i grandi ospedali non bastano? Io pretendo solo questo, una riflessione e voglio un cambiamento“. In Lombardia e a Milano “per evitare sentimenti negativi – ha concluso – bisogna dare il senso di un cambiamento“. ANSA  

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Gli autonomi attaccano anche Sala

“Fontana assassino, Sala zerbino” è la grande scritta in bianco apparsa sul muro di un sottopasso nella zona sud dei Navigli, fra via Chiesa Rossa, sotto al cavalcavia Schiavoni. La scritta, notata dalle volanti, non è la prima nei confronti del governatore Attilio Fontana, per cui la prefettura di Varese ha deciso la scorta. Una inchiesta è stata aperta su altre scritte ‘Fontana assassino’ rivendicate dai Carc. Proprio oggi i Carc scenderanno in piazza alle 16 per la manifestazione organizzata davanti ad Assolombarda dal Patto d’Azione per un fronte anticapitalista. “Solidarietà al presidente Fontana per le inaccettabili minacce e al sindaco Sala per le offese altrettanto ignobili” ha scritto in un comunicato la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani. Sarebbero stati una ventina di giovani appartenenti a centri sociali il murale lungo circa venti metri con una scritta “Fontana Assassino Sala Zerbino” apparso già questa notte sotto un cavalcavia in via Chiesa Rossa, alla periferia della Città. Dalle prime analisi delle indagini per minacce e diffamazione delegate alla Digos da Alberto Nobili, il responsabile dell’antiterrorismo milanese, accanto alla scritta c’è un simbolo particolare attribuibile ai centri sociali dell’area Sud di Milano. ANSA  

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Sala: caccia al tesoro l’ultimo giorno di scuola

Il Comune di Milano in occasione dell’ultimo giorno di scuola ha promosso una caccia al tesoro virtuale per scoprire segreti e luoghi nascosti della città a cui tutti gli istituti si possono iscrivere. “Lunedì è l’ultimo giorno di scuola e come Comune di Milano abbiamo organizzato una caccia al tesoro online per i ragazzi e le ragazze milanesi – ha detto il sindaco Giuseppe Sala nel suo video sui social – per scoprire i segreti e i luoghi nascosti di Milano”. ANSA

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