san siro

Rizzi (FI): Inter mai in discussione, Sala si occupi di ciò che gli compete

“Il Sindaco Sala, con le dichiarazioni fatte oggi sul futuro dello stadio San Siro, dimostra il suo totale stato confusionale – così il Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia ed ex giocatore delle giovanili dell’Inter Alan Rizzi. Pare evidente che nonostante i 5 anni da Sindaco, non abbia ancora chiaro quali siano le sue competenze e di cosa dovrebbe occuparsi, dimostrandosi totalmente inadeguato perché il futuro di una società non ha nulla a che vedere con la realizzazione di un progetto così importante come la riqualificazione dello stadio Meazza”. “L’Inter – continua Rizzi – in più di 100 anni di storia ha avuto 22 Presidenti e come tutti noi sappiamo ha vinto tutto quello che c’era da vincere in Italia, in Europa e nel mondo. La storia e tantomeno il futuro dell’Inter, non sono e non saranno mai in discussione. Spero che i tifosi dell’Inter e i cittadini milanesi, si ricordino di queste affermazioni alle prossime elezioni comunali” conclude il Sottosegretario Rizzi. Sul tema è intervenuto anche il Consigliere Comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, sfidando Sala a “ritirare la concessione dell’impianto intitolato a Giuseppe Meazza alla squadra nerazzurra fino a quando non sarà fatta chiarezza” e “se deve assecondare anche gli spiriti giustizialisti della sua variopinta compagine revochi la concessione pure al Milan di proprietà del fondo Elliot”. “La verità  – ha sottolineato l’azzurro – è che il sindaco non vedeva l’ora di trovare una giustificazione per spiegare come mai il dossier “nuovo stadio” è ancora fermo dopo quasi due anni dalla presentazione dei progetti” concludendo “Ci sta che ci siano avvicendamenti societari, ma è irrispettoso infangare più di 100 anni di storia delle società calcistiche meneghine per tenersi buoni gli ecotalebani”.

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Sala: Area C resta. Stop a San Siro

Su Area C, “noi staremo fermi così, sempre disponibili, se cambiassero le condizioni, ad essere molto flessibili”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala, parlando della possibilità o meno di spegnere le telecamere della ztl del centro a margine della commemorazione delle vittime del Covid in piazza Scala. “La polemica su Area C è strumentale per una forza di opposizione che non riesce a produrre nessuna idea per la città. Per chi deve lavorare, presupponendo che si vada prima delle 10 e mi pare che sia la normalità, il problema non c’è. Dopo chi viene in centro in questa situazione?”, ha concluso sul tema, dopo avere lanciato una frecciata, ai politici di centrodestra che si sono rivolti al Prefetto per farla sospendere,  dicendo “è una politica molto triste quella che porta a fare esposti in Procura” sottolineando “se un mio assessore si permettesse di minacciare un esposto in Procura senza la mia autorizzazione io lo caccerei il giorno dopo”.  “Penso che finché in particolare l’Inter non chiarirà il suo destino per noi le cose devono essere necessariamente ferme”, ha invece detto ai cronisti Sala, che gli hanno chiesto se la giunta si esprimerà sul progetto del nuovo stadio entro la scadenza del mandato. “Il punto è, e lo voglio dire con chiarezza ai milanesi, che non stiamo parlando solo dello stadio ma stiamo parlando di un progetto in cui la metà dell’investimento è sullo stadio e la metà è su altre cose che portano a comporre il futuro di quell’area – ha aggiunto -. Che vorrà dire che ci saranno presumo cinque o sei anni di lavoro. Io non è che posso affidare un quartiere della città per un così lungo periodo a realtà di cui non è certa la proprietà futura. Parlo con rispetto di Zhang però devono necessariamente chiarire il futuro della società, fino ad allora credo che sia logico fermarsi”.

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I Verdi lanciano la raccolta fondi per salvare San Siro

I Verdi lanciano la raccolta fondi per salvare San Siro. Un appello rivolto a tutti coloro che vogliono impedire la demolizione dello stadio di Milano. Ecco l’appello lanciato su Gofundme: Ti chiedo di contribuire alle elevate spese legali del ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia contro la decisione della Direttrice Generale del settore Archeologia belle arti e paesaggio del Ministero dei Beni Culturali -Arch. Federica Galloni che NON HA POSTO il vincolo di interesse culturale allo stadio Giuseppe Meazza come richiesto dal ricorso gerarchico presentato dai Verdi-Europa Verde Milano e accettato dai Comitati Tecnico- Scientifici dello stesso Ministero, deputati a valutare il valore storico dei nostri beni culturali. Gli esperti del Ministero , hanno infatti accettato le tesi addotte dai Verdi- Europa Verde di Milano, e ritenuto che lo stadio di San Siro presenti un indubbio interesse culturale e storico dovuto alle strutture con più di settanta anni di storia e hanno anche , “ribadito, con forza l’esistenza di un valore fortemente simbolico per la città di Milano rivestito dallo Stadio San Siro, esprimendo la necessità che la Soprintendenza avvii con solerzia un percorso amministrativo relativo ad un provvedimento di tutela ai sensi dell’art. 10, c. 3, lett. d). Infine, i Comitati, così come proposto dal Presidente del Comitato tecnico-scientifico per le Belle arti prof. Tomaso Montanari, hanno suggerito di considerare l’ipotesi di avocazione di tale procedimento da parte della Direzione generale Archeologia belle arti e paesaggio.” Questa la storia Quando i Fondi Immobiliari proprietari delle squadre di Milano presentarono le loro prime proposte per la realizzazione del loro intervento edilizio, che prevedeva la demolizione di San Siro, la Soprintendenza Milanese venne interpellata sulla presenza o meno di un vincolo storico dello stadio. Si riunì quindi la Commissione Regionale delle Soprintendenze che, nella seduta del 23 aprile 2020, sulla base della documentazione istruttoria presentata dalla Soprintendenza di Milano con nota prot. n. 3540 del 4 febbraio 2020, concluse con esito negativo il procedimento di verifica dell’interesse culturale. Con questo si sanciva la possibilità che San Siro venisse totalmente demolito senza nessuna prescrizione né vincoli. Rispetto a questa decisione, I Verdi Europa Verde Milano hanno presentato, in data 18 giugno 2020 un Ricorso Gerarchico alla Direzione del Ministero dei Beni Culturali. Questo ricorso è stato valutato dai Comitati di esperti del Ministero, persone senza nessun interesse personale o secondi fini se non quello della protezione dei beni comuni e culturali del nostro paese. I comitati hanno condiviso e accettato il ricorso dei Verdi- Europa Verde Milano e trasmesso alla Direzione Generale il loro verbale. Ma la Direttrice del Ministero, Arch. Federica Galloni ha respinto il ricorso, non considerando minimamente le conclusioni dei Comitati, con un decreto che rappresenta un pericoloso precedente che mette in discussioine l’operato dei Comitati Scientifici del Ministero e la difesa del nostro patrimonio culturale e architettonico. L’azione Da qui la necessità di rivolgersi al Tar della Lombardia per SALVARE SAN SIRO da una sicura demolizione e di raccoglere, entro il 15 novembre 2020, i fondi necessari alla presentazione del ricorso. ll ricorso viene proposto VERDI-Europa Verde di Milano rappresentati dall’ avv. Veronica Dini, specializzata in questo tipo di azione legale. L’importo raccolto sarà versato all’avv. Dini per le spese del ricorso. Se non hai la carta di credito puoi inviare una mail a [email redacted] per ricevere informazioni sulle modalità alternative di versamento.

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Arrestato spacciatore a San Siro

Ieri pomeriggio in via Maratta, i poliziotti del Commissariato Bonola hanno fermato un cittadino egiziano per un controllo. Gli agenti hanno notato il ragazzo all’interno del cortile di uno stabile che, alla loro vista, ha tentato di nascondersi disfacendosi di qualcosa dalle proprie tasche. Durante il controllo, gli agenti gli hanno trovato addosso 80 euro suddivise in banconote di piccolo taglio e, nelle sue vicinanze, rinvenuto e sequestrato sei involucri di hashish per un totale di 25 grammi di cui il 20enne aveva tentato di disfarsi. I poliziotti hanno arrestato il 19enne per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

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Ricorso dei Verdi al ministero per San Siro

Ricorso dei Verdi al ministero per San Siro. Ad annunciarlo Andre Bonessa, uno dei portavoce del movimento ambientalista via Facebook: “Mariolina de Luca Cardillo e io , a nome dei Verdi di Milano, abbiamo fatto un ricorso gerarchico al MIBACT per porre un “vincolo” al Meazza. Questo per chiarire cosa pensiamo della demolizione di San Siro. Ma questo non è il problema. Il problema è che il Meazza è un simbolo. Ma non solo il simbolo della Milano calcistica, è il simbolo di come questa amministrazione intenda lo sviluppo di questa città. Dietro la vicenda Meazza c’è la convinzione che la crescita, lo sviluppo, il futuro di Milano ( e dell’Italia) possano ri-partire dal mattone. Da quel mattone sotto il quale rischiamo di rimanere seppelliti e che in molti casi è zavorra. Dietro la Vicenda Meazza c’è la convinzione che aumentare la ricchezza di pochi possa aumentare la ricchezza di molti. Che costruire case da 10.000 euro al metro quadro possa risollevare le sorti di chi ne guadagna 1000 al mese. E’ questo che ci racconta questa vicenda. Ci racconta che quando parliamo di quanto MIlano sia cresciuta in questi anni ( andandone anche un po’ orgogliosi) citiamo Porta Nuova e City Life. Che hanno arricchito i fondi stranieri ( e di dubbia provenienza) ma che niente hanno fatto ricadere su questa città. Una città senza un piano industriale ma con mille e non più mille bar, ristoranti, paninoteche che si sono sfaldati al sole della prima crisi. La città delle week, dell’apparenza, della periferie ripittate come si pittano le piste ciclabili con migliaia di macchine parcheggiate sui parterre o i marciapiedi. Una città cresciuta grazie a una finanziarizzazione edilizia ma che presenta ancora le stesse deficienze abitative degli anni 80, in cui non c’è un intervento che sia uno a direzione pubblica. Questo ci racconta il Meazza. Il simbolo di una sconfitta culturale che non sta ( solo) nel distruggere le sue gradinate, ma nel prospettare un futuro “televisivo” a chi resterà sempre fuori dallo schermo. Chi dovrebbere scendere contro lo scempio “Meazza” non siamo noi, comoda borghesia che disquisisce di legami storici, identità culturale, socialità Bianciardiana del calcio. Chi dobbiamo far scendere in piazza sono quelli che a cento metri vivono in abitazioni degradate, in quartieri abbandonati, ( anche con opere di Ponti, Figini e Pollini e altri lasciate andare in malora) che vedranno crescere, come sempre, la ricchezza ( di pochi) sulle loro spalle”.

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Presidio a Palazzo Marino per la tutela di San Siro

Presidio a Palazzo Marino per la tutela di San Siro. Oggi è previsto un gesto di protesta di fronte al Comune di Milano per ricordare all’Amministrazione che sono tanti quelli che sul progetto di riqualificazione del quartiere sono attenti. E hanno riscosso l’appoggio politico di Simone Sollazzo, consigliere comunale del gruppo Misto: “È importante per noi esserci e sostenere la causa per rivendicare tre semplici concetti: La sovranità di un consiglio comunale che ha approvato un Piano di Govermo del Territorio con un indice di edificabilità ben preciso. Se esistono determinati provvedimenti quindi non capiamo perché le società private non si possono attenere ad essi. Rivendichiamo il parere sovrano di tutti i comitati e associazioni in rappresentanza dei cittadini del quartiere coinvolto che per primi conoscono le criticità e sulle quali andrebbero a pesare opere di cantierizzazione e le conseguenze di una operazione faraonica di sconvolgimento di un ambito urbano. E in terza istanza rivendichiamo il concetto di “riqualificazione” che non necessariamente deve passare attraverso la demolizione e ricostruzione in toto di un monumento esistente e perfettamente funzionante. Si può ripensare alla ripiantumazione e messa a verde delle aree circostanti e riprogettare sicuramente strutture commerciali e ricreative , ma restando nei parametri già abbondantemente approvati dalla Amministrazione comunale.  “Il progresso del quartiere deve avvenire entro certi paletti dettati dalla legge , dal buonsenso e dalla sacrosanta esigenza di salvaguardia del bene pubblico”.  

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