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Le scuole di Milano continuano a cascare a pezzi

Le scuole di Milano continuano a cascare a pezzi. L’ultimo caso, segnalato da Marianna Vazzana sul Giorno è la scuola di via Monterotondo a Niguarda. L’ennesimo controsoffitto precipitato a causa delle infiltrazioni d’acqua. Ennesimo, perché ogni volta che piove per più di un’ora le scuole comunali si allagano, o ne crollano parti. Una situazione talmente grave da costringere l’Amministrazione ad ammetterlo con il cambio di assessore. Da quando c’è Paolo Limonta però non pare che sia migliorato nulla. Intanto il centrodestra alza la voce, ecco il commento di Deborah Giovanati, assessore del Municipio 9: “Il Comune di Milano sapeva del rischio di lasciare irrisolte delle infiltrazioni e non ha mosso un dito per risolvere la situazione. Era già accaduto un anno prima. IL COMUNE DI MILANO NON SI INTERESSA DELLA SCUOLA DEI NOSTRI BAMBINI. A MILANO CON SALA CROLLANO I TETTI IN PERIFERIA. Il Comune di Milano era a conoscenza delle infiltrazioni avvenute nel mese dicembre, infatti le educatrici erano costrette a mettere i secchi sul pavimento. Nessun intervento e la scuola chiude per le vacanze natalizie. Piove e nevica (che novità straordinaria?!?). Durante la chiusura l’assessore Limonta non si è minimamente preoccupato di mandare i suoi tecnici (li gestisce lui, decide lui dove inviarli a fare i sopralluoghi ecc) per verificare quelle infiltrazioni d’acqua e magari risolvere il problema, i bambini sarebbero rientrati dopo pochi giorni. “Ci siamo insospettiti quando giovedì mattina, rientrando all’asilo, i commessi ci hanno invitato a non entrare dall’ingresso principale ma dal retro. Poi ci siamo accorti del motivo: una parte del controsoffitto era crollata nell’atrio. Noi genitori siamo preoccupati. Fortuna che la caduta è avvenuta durante la chiusura del plesso”. Chiara Mauri è la mamma di un bimbo di 4 anni che frequenta la scuola dell’Infanzia comunale di via Monterotondo 10, a Niguarda. Come lei, tanti altri genitori degli oltre 100 bimbi iscritti chiedono al Comune “interventi. Il 16 dicembre colava acqua dal soffitto”. A dare manforte ai genitori, l’assessore all’Educazione del Municipio 9 Deborah Giovanati: “Il Comune era a conoscenza dell’infiltrazione – sottolinea – ma non ha effettuato alcun intervento. Non è accettabile”.La risposta dell’assessore all’Edilizia scolastica Paolo Limonta è arrivata subito: “Da martedì, con i tecnici di MM che si occupano di manutenzione ordinaria, farò un sopralluogo.” Quando l’assessore Limonta mi ha scritto del sopralluogo di martedì prossimo, ho risposto che andava fatto domani (cioè oggi) quando i bambini non ci sono e prima che rientrino di nuovo. Le educatrici devono stare tutte bardate a protezione loro e dei bambini e l’assessore invita ad entrare in un asilo durante l’orario scolastico numerose persone esterne tra tecnici comunali, di MM e rappresentati istituzionali? Logicamente a questa mia richiesta, con le motivazioni descritte, non ho ricevuto neanche una risposta di cortesia. Ennesimo fallimento della gestione scuole. Manutenzione ordinaria trascurata che si trasforma in straordinaria. Ma quante situazioni di questo tipo siamo costretti a vedere ancora?!”.

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Per le scuole drive through da 500 test al giorno

Da lunedì studenti e personale scolastico potranno sottoporsi al tampone per il coronavirus nel parcheggio del parco Trenno, sotto le tensostrutture del drive through allestito dall’Esercito, il più grande d’Italia, che consente di effettuare 500 test rapidi al giorno, dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 14. Come prova generale, fra oggi e domani viene sottoposto ai test il personale di Protezione civile e Polizia locale.  “La struttura potrà arrivare a 800 tamponi al giorno. L’utilizzo prioritario sarà per le scuole ma, se ci saranno gli spazi, la apriremo anche ai pazienti sintomatici prenotati dai medici di medicina generale”, ha spiegato il direttore generale dell’Ats di Milano, Walter Bergamaschi, che ha partecipato assieme al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, all’inaugurazione del drive through, realizzato in collaborazione con Comune di Milano, Esercito italiano, Protezione civile e Asst Santi Paolo e Carlo. “E’ uno strumento ulteriore per accelerare l’opera di prevenzione – ha sottolineato Fontana -. In Lombardia abbiamo superato i 50mila tamponi al giorno, così possiamo più facilmente individuare le persone infette da isolare”. Nel parcheggio di circa 20mila metri quadri, i militari dell’Esercito in forza al Comando di Reazione Rapida della Nato in Italia hanno allestito 8 linee per i test rapidi, a cui si accede senza scendere dalla propria auto. Il risultato arriva nel giro di un quarto d’ora e, in caso di positività, ci si sottopone subito al tampone molecolare. Il Centro ospedaliero militare di Milano mette a disposizione il personale medico e sanitario mentre l’Asst Santi Paolo e Carlo gestisce tutti gli aspetti organizzativi e amministrativi, oltre all’analisi dei tamponi molecolari. ANSA

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Bando per il riuso dei banchi dismessi dalle scuole

Il Comune avvierà una procedura ad evidenza pubblica per favorire il riutilizzo degli arredi scolastici che dovranno essere dismessi dalle scuole primarie e secondarie di primo grado per essere sostituiti con le nuove forniture, i cosiddetti banchi monoposto, gestite dalla struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID-19, Domenico Arcuri. Le scuole milanesi, primarie e secondarie, hanno fatto richiesta alla struttura commissariale di oltre 15mila banchi, alcuni dei quali sono già stati consegnati: l’ICS Fabio Filzi, per esempio, ha ricevuto 120 banchi per la primaria di via Ravenna e 51 per la secondaria di primo grado di via Guarneri, all’ICS di via Maniago sono stati consegnati 180 banchi per la primaria di via Feltre, all’ICS Sottocorno sono arrivati 125 banchi alla primaria di via Mugello. La procedura di dismissione interesserà tra gli 80 e i 100 istituti, per un totale di oltre 6mila banchi, parte significativa dei quali sono in condizioni di essere riutilizzati. Un numero minore dovrà invece essere smaltito perché vetusto e non più funzionale. L’Amministrazione avvierà dunque una procedura pubblica per individuare un’organizzazione non a scopo di lucro disponibile a riusare gli arredi in buone condizioni che le scuole non hanno potuto reimpiegare, per la realizzazione di progetti di utilità sociale. L’associazione dovrà farsi carico del ritiro del materiale e della rendicontazione delle destinazioni e delle modalità di utilizzo. “Il Comune – dichiara l’assessora all’Educazione Laura Galimberti – cerca da anni di favorire la diffusione della logica della sostenibilità e del riuso nelle scuole, attraverso, ad esempio, l’introduzione di posate e bicchieri riutilizzabili nei refettori o le campagne di sensibilizzazione sui temi del riciclo e della raccolta differenziata. Un ulteriore passo verso l’economia circolare viene compiuto con questa importante decisione di riutilizzare a scopi sociali una parte degli arredi che sono in buone condizioni, ma che devono essere sostituiti per favorire una migliore organizzazione degli spazi scolastici e garantire il distanziamento sociale”. Per consentire la riapertura delle attività scolastiche, è stato necessario un rilevante ripensamento degli spazi delle classi e degli altri ambienti degli edifici scolastici. Il Comune di Milano, nell’ambito delle proprie competenze, ha da subito supportato le scuole pubbliche della città mettendo in campo un programma straordinario di lavori edili finalizzati a recuperare quanto più spazio possibile negli edifici scolastici e nelle loro pertinenze, una collaborazione con il Politecnico di Milano – attraverso il tavolo congiunto Unlock – che ha consentito di fornire ai dirigenti scolastici decine di schemi progettuali che le Autonomie Scolastiche del primo ciclo hanno potuto usare come modello per la riorganizzazione dei propri ambienti, una serie di interventi finalizzati a ridurre gli assembramenti davanti alle scuole (istituzioni di zone car free, “bollinature” dei marciapiedi per segnalare la posizione da tenere in fila prima di entrare a scuola), la raccolta di donazioni di dispositivi informatici finalizzati a ridurre il digital divide. Infine, sono state investite risorse per oltre 1,5 milioni di euro per fornire arredi, attrezzature sportive e tende in 127 sedi scolastiche statali, tra cui, per esempio, la primaria di via Tajani, la primaria di viale Romagna, la secondaria di primo grado di piazza Ascoli, la primaria di via Martinengo, la secondaria di primo grado di via Dalmazia e la primaria di piazza Leonardo Da Vinci. A questi fondi si aggiungono 500mila euro investiti, nell’ambito del bando “arredi innovativi”, per finanziare progetti presentati dalle Autonomie scolastiche per il rinnovamento degli allestimenti e degli ambienti collegato a sperimentazioni didattiche specifiche. Infine, per favorire il più possibile l’attività didattica all’aperto e per consentire la copertura delle aree di ingresso sono stati messi a disposizione numerosi gazebo, per esempio nella scuola primaria e nella secondaria di I grado di via Zuara, nella primaria di via Wolf e nella primaria di via Brunacci 2, senza dimenticare le scuole di nuova apertura, come quella di via Pisa.

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Tre nuovi interventi tattici e pedonalizzazioni vicino alle scuole

Nuovi interventi di urbanistica tattica per migliorare la qualità degli spazi, la vivibilità e la sicurezza nei quartieri, in particolare in aree di forte interesse residenziale e nelle aree prospicienti le scuole, luoghi segnalati da cittadini e Municipi perché di interesse collettivo. Fra gli interventi più recenti e in fase di avvio vi sono quelli di piazza Sicilia, di viale Molise e di via Toce per i quali la Giunta ha deciso la delimitazione di nuove aree pedonali sperimentali e domani partiranno i lavori di realizzazione. “Una città sempre più vivibile, con strade sicure, nuove aree di interesse collettivo nei quartieri soprattutto in presenza di edifici come le scuole – dichiarano gli assessori alla Mobilità Marco Granelli e all’Urbanistica Pierfrancesco Maran -, questi i criteri che adottiamo per ricamare in tutta la città le “Piazze Aperte”, luoghi dove pedoni e mobilità leggera si connettono strettamente alla vita di quartiere. Il progetto sta funzionando e lo dimostra la risposta e la grande collaborazione proprio delle scuole che ci chiedono di intervenire per rallentare la velocità dei veicoli o addirittura creare nuove aree pedonali”. Le aree con traffico regolamentato e pedonali davanti alle scuole sono i primi esempi di “Zone scolastiche”, una delle novità introdotte dalla riforma del codice stradale approvato dal Parlamento e che l’amministrazione sta attuando, un modo per migliorare la sicurezza stradale e la qualità ambientale davanti alle scuole. Piazza Sicilia  Parte l’intervento davanti all’ingresso della scuola in piazza Sicilia dove verrà creata una nuova area pedonale di circa mille metri quadri che sarà poi attrezzata con tavoli da ping pong e da pic-nic, panchine, rastrelliere per biciclette e alberi in vaso.  In via Sacco sarà allargato il marciapiede dal lato della scuola lungo tutto l’edificio. L’incrocio tra via Sacco e via Seprio verrà messo in sicurezza, sarà accorciata la lunghezza degli attraversamenti pedonali per renderli più facili e sarà incrementato lo spazio pedonale a disposizione dei genitori in corrispondenza dell’ingresso della scuola. L’intero intervento non ridurrà i posti auto, anzi la sosta verrà riordinata per proteggere le alberature e dissuadere la possibilità di lasciare l’auto in modo irregolare. Connessa a queste opere la realizzazione di un itinerario ciclabile in via Sardegna realizzato tramite due corsie ciclabili a una direzione connesso all’itinerario Bisceglie-Castello. Il progetto di piazza Sicilia verrà realizzato in collaborazione con l’associazione dei Genitori di Novaro Ferrucci, l’Associazione dei Genitori Monteverdi, l’Associazione Sportiva spazio Desequilibrio, l’Associazione Teatro Quattro, l’Associazione Walter Vinci onlus, Residenti in zona, Veolia, Muba, Music Think Tank e Istituto Comprensivo Umberto Eco. Viale Molise L’intervento di viale Molise interessa la parte di controviale adiacente all’Istituto Comprensivo ‘Tommaso Grossi’ e via Monte Velino (tra viale Molise e via Maspero). Verrà creata una nuova area pedonale di circa 600 mq, a disposizione dei bambini all’ingresso e all’uscita della scuola. Lo spazio sarà attrezzato con alberi in vaso, panchine, rastrelliere e tavoli da ping pong. Su via Monte Velino verrà creata una corsia ciclabile protetta in direzione opposta al senso di marcia veicolare. Il progetto verrà realizzato in collaborazione con Cooperativa Sociale Comunità Progetto, Istituto Comprensivo Tommaso Grossi, Fondazione Snam, Associazione Ingrossiamoci, Associazione Luisa Berardi. Via Toce Sempre domani partono i lavori per la colorazione della pavimentazione di via Toce, a completamento dell’intervento che ha già visto la pedonizzazione del tratto tra via Cusio e il parchetto intitolato a Bruno Munari e la posa di panchine, tavoli da pic nic e tavoli da ping pong. All’intervento si aggiungerà a breve l’itinerario ciclabile progettato in via Alserio con pista ciclabile in contromano protetta da sosta. Attraverso il progetto promosso dal Comune, Comitato Isola e Repubblica del Desing in collaborazione con Ghigos, IDES Bit Factory e Comieco, verrà realizzato un dipinto urbano sul tema del valore del gioco come strumento didattico e di aggregazione. L’asfalto diverrà un libro illustrato, i lampioni isole da gioco ed il cielo una filastrocca. Un fitto programma di workshop coordinato da Comitato Isola e Repubblica del Design accompagnerà l’intervento permettendo ai bambini di diventare parte integrante del racconto. L’inaugurazione è prevista per il 4 ottobre. Intanto oggi il colore è arrivato in altre due “piazze aperte” della città: nell’ambito del palinsesto “VerdeMilano”, vengono inaugurate Largo Balestra e piazza Ferrara, dove, dopo l’arrivo nei giorni scorsi di panchine, fioriere, tavoli da ping pong è arrivata la vernice grazie ai “Patti di collaborazione” promossi dall’assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini.

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Completati i lavori nell’80% delle scuole lombarde

Nelle scuole delle province lombarde, che hanno riaperto dopo l’emergenza Covid, “almeno l’80% dei lavori di edilizia leggera, che sono stati messi in cantiere nel mese di agosto, sono terminati“. Lo ha detto Vittorio Poma, presidente di Upl, Unione Province lombarde, e presidente della provincia di Pavia, a margine della riunione in cui i presidenti hanno fatto il punto della situazione sui lavori di adeguamento nelle scuole per le regole anti Covid. “Avremmo avuto forse bisogno di più tempo, però lo possiamo considerare incoraggiante – ha aggiunto -. La quota residua del 20% sarà completata tra la fine del mese di settembre e i primi di ottobre”. Poma ha parlato di una situazione lombarda che “è complessivamente buona” anche “per merito dei dirigenti scolastici che si sono trovati in una situazione non facile, quella di organizzare la didattica, gli ingressi e le uscite, per garantire il distanziamento, coniugando il tutto con i cantieri e anche con il trasporto pubblico. Al di là di qualche situazione isolata, complessivamente il sistema ha retto“. Infine le Province lombarde tramite il loro presidente hanno lanciato un messaggio al governo sui Recovery Fund. “Siamo pronti a investirli, e abbiamo già presentato al governo in Lombardia un piano organico di lavori quasi immediatamente cantierabili, – ha concluso – proprio a dimostrazione del fatto che non stiamo con le mani in mano“. ANSA

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Usano il Covid per la lotta alle auto

Usano il Covid per la lotta alle auto. Ad accorgersi di questa idea dell’Amministrazione guidata da Giuseppe “Beppe” Sala è stato Otello Ruggeri di Fratelli d’Italia che aveva già segnalato alcune fake news del Comune sulle piste ciclabili. “Fra i provvedimenti elencati dal Sindaco Sala per riaprire le scuole in sicurezza, vi è quello relativo all’istituzione di zone “car free” (libere dalle auto pareva brutto) davanti agli istituti. Come la presenza di auto possa aumentare il rischio di contagio sfugge ai più. E hanno anche il coraggio di dire che non stanno usando il coronavirus per imporci il loro modello di società”. Una critica rivolta a chi pare non aver perso l’abitudine a portare avanti senza se e senza ma l’idea di una città sempre meno a misura di auto. Anzi, lo scopo pare sia eliminarle del tutto, impendendone sempre di più l’uso con tasse per entrare in certe zone o limitazioni sempre più ampie. Viene da chiedersi però perché i cittadini debbano essere obbligati a non usare un proprio bene per spostarsi invece che salire sui mezzi pubblici. Senza contare che non sempre è possibile compiere i tragitti previsti con la bicicletta, perché sono troppo lunghi o si usa l’auto proprio perché ci sono più tappe da cui passare, quindi diventa sempre meno sopportabile la tendenza a privare i cittadini di diritti nel nome del loro bene.

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