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Mazzette atm: “Mi servivano per pagare gli studi ai figli”

Mazzette atm: “Mi servivano per pagare gli studi ai figli”. Negli ultimi due interrogatori, difficilmente descrivibili come “fiume”, il presunto centro di un giro di mazzette in Atm ha provato a raccontare come tutto è iniziato. Paolo Bellini era un dirigente dell’azienda di trasporti pubblici di Milano, ora è il nome al centro dello scandalo. Lui ha raccontato ai magistrati di aver iniziato “a partire dal 2010-2011, a procacciare affari per la loro società” riferendosi a due rappresentanti di imprese private che inizialmente lo avrebbero pagato in computer, telefoni e altre utilità per circa 10mila euro. Solo più avanti si accordò per un compenso fisso, “perché servivano a pagare gli studi di mia figlia”. Le “consulenze”, Bellini preferisce chiamarle così, avevano uno scopo difficilmente contestabile da qualunque genitore. E riportano in primo piano due questioni essenziali e ignorate dai giornali alla ricerca delle sensazioni da Hotel Rafael: il così fan tutti in Atm e la remunerazione dei manager pubblici. Il primo è l’aspetto organizzativo più grave: parliamo di un colosso che macina un miliardo di utili, tra l’altro di fatto multinazionale con 10mila dipendenti. E dalle carte emerge che gli stessi dirigenti consigliano ai manager come aggirare il regolamento interno. Ma se davvero il fenomeno delle “consulenze” è tanto diffuso, quanti dividendi in più potrebbero avere i milanesi che tramite il Comune sono i padroni di Atm? Bellini prendeva migliaia di euro al mese dalle aziende private a cui procacciava affari con Atm e presumibilmente le stesse aziende riversavano il costo sulle fatture. Quindi di fatto i cittadini pagavano Bellini sia direttamente che indirettamente. E questo paradosso ci riporta al secondo tema: la retribuzione dei manager pubblici. Chiedere a una persona di guadagnare molto meno di quanto potrebbe perché è alle dipendenze del pubblico pare utopistico, perché ad esempio potremmo avere un figlio che vorremmo mandare in una buona università. Un sistema di bonus in base alle commesse o altri risultati potrebbe essere d’aiuto. Così i Bellini di Atm, come di altre aziende pubbliche, non avrebbero necessità di arrotondare vendendosi. I fondi per finanziarlo potrebbero essere trovati proprio nel massiccio giro di “consulenze” di cui ha parlato con i pm proprio Paolo Bellini. Quello che ha dichiarato sulle Mazzette atm: “Mi servivano per pagare gli studi ai figli”.

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Tangenti sanità: assolto Formigoni

L’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è stato assolto a Cremona per un presunto giro di tangenti nella sanità. Assolti anche l’ex dg dell’assessorato regionale alla Sanità Carlo Lucchina e l’ex dg dell’Azienda ospedaliera di Cremona Simona Mariani. Lo ha deciso il tribunale di Cremona. La procura aveva chiesto l’assoluzione. Formigoni e Mariani erano accusati di corruzione, Lucchina di abuso d’ufficio, in relazione alla vicenda ‘Vero’, l’acceleratore lineare per le terapie oncologiche che secondo l’accusa era stato acquistato a un prezzo superiore a quello di mercato. ANSA

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Tangenti ATM (Osnato-FDI): “Monguzzi pensi a controllare trasparenza ed efficienza di ATM invece che calendari!!”

Tangenti ATM (Osnato-FDI): “Monguzzi si sarebbe dovuto preoccupare più di controllare trasparenza ed efficienza di ATM invece che calendari!!”. La questione che sta travolgendo il centro sinistra di governo non è affatto secondaria, perché tocca alcune delle eccellenze della città. E a quanto pare la sinistra sta accusando il colpo come ha sottolineato Osnato: “Apprendiamo che il “sempreverde” consigliere Monguzzi, che di professione fa il Presidente della commissione trasporti del Comune di Milano, oggi non riesce – a fronte degli arresti e dell’indagine su ATM – a dire niente di meglio che uno degli arrestati era stato da lui segnalato come “spacciatore” di calendari del Duce….forse se, meno obnubilato da un facile, ma elettoralmente redditizio antifascismo di maniera, avesse esercitato meglio il suo ruolo verso ATM e, soprattutto, sul lavoro di questo soggetto oggi avremmo forse qualche pittoresco calendario in più, ma sicuramente qualche danno al trasporto pubblico milanese di meno!”. Di fronte quindi a una evidente mancanza amministrativa della propria parte politica Monguzzi non ha trovato altri argomenti se non cercare di urlare al fascista ancora una volta. Sembra dunque che la sinistra oltre ad avere diversi problemi giudiziari, tra cui il sindaco condannato, stia perdendo anche il senso politico della realtà: prima dei giudici la comunità politica dovrebbe comprendere cosa è successo. E magari proporre soluzioni, non l’ennesima caccia al cattivo di destra.

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La difficile situazione politica di Sala

La difficile situazione politica di Sala. Il sindaco di Milano si trova alla prese con un altro problema di legalità e correttezza all’interno degli organi amministrativi cittadini, questa volta è infatti il turno di un’ondata di manette piombata su Atm. Tangenti e il classico gioco sporco sugli appalti pubblici, dice la Guardia di Finanza. Ma la difficile situazione politica di Sala è tutt’altro argomento: con una condanna alle spalle per aver truccato le carte legate a Expo 2015 è possibile pretendere correttezza e legalità dagli altri? Perché lui lo ha fatto, come ci si aspetta da un sindaco, specialmente se il Comune è proprietario dell’azienda in cui sono stati scoperti i presunti tangentari. Però davvero non c’è niente di strano in un condannato che dà direttive sulla legalità? Chi è garantista fino al midollo non ha problemi per questo genere di vicende politiche perché può distinguere caso per caso, valutando e soppesando senza pregiudizi. Ma in questi tempi in cui si chiede la galera a vita o pene durissime ed esemplari per chiunque sono pronti per avere tanta pazienza? O forse nel primo cittadino milanese vedono una contraddizione pesante, tanto pesante da ridiscutere la prossima candidatura? Sicuramente per la sinistra sarà un bagno di realtà consistente se dovesse essere ancora “Beppe” l’aspirante sindaco: dopo aver parlato di condannati in politica, a volte solo indagati, ora hanno un condannato che parla di legalità e correttezza.

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ATM: tangenti e appalti truccati, 13 arresti

Dodici persone sono state arrestate dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti e appalti truccati e portate in carcere e una tredicesima ai dimiciliari. Tra gli arrestati figura Paolo Bellini, dirigente dell’Atm, responsabile degli ‘impianti di segnalamento e automazione’ delle linee metropolitane. Ci sono 8 appalti da 150 milioni di euro al centro dell’inchiesta della Procura di Milano. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio. Trenta persone fisiche e otto società indagate. Tra gli arrestati due manager di Alstom Ferroviaria e uno di Siemens Mobility. A Bellini vengono contestate presunte tangenti per 125mila euro tra il 2018 e il 2019.

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Tangenti, chiesto rinvio a giudizio per 70 persone

I pm di Milano Bonardi, Furno e Scudieri hanno chiesto il rinvio a giudizio per quasi 70 persone, tra cui l’ex vicecoordinatore lombardo di FI ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e il consigliere lombardo ‘azzurro’ Fabio Altitonante, nella maxi inchiesta, coordinata dall’aggiunto Alessandra Dolci, su un giro di mazzette, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti, con al centro la figura di Nino Caianiello, ex responsabile di Forza Italia a Varese. A fine settembre la Procura aveva chiuso le indagini a carico di 71 persone, tra cui anche il consigliere lombardo di FI Angelo Palumbo, e ora ha chiesto il processo, stralciando dall’elenco solo alcune posizioni. Nel frattempo, Caianiello, che sta collaborando da mesi, si sta sottoponendo ad altri interrogatori coi pm, l’ultimo dei quali anche alla presenza del pm della Dda Alessandra Cerreti, uno dei titolari di un’inchiesta su una presunta associazione mafiosa nel Varesotto (il nome di Caianiello era emerso nell’indagine). ANSA  

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