La lettera degli ambulanti a Fontana

La lettera degli ambulanti a Fontana. Per la seconda volta infatti i piccoli commercianti tornano a scrivere al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, dal loro punto di vista le norme attuali dividono gli esercenti tra commercianti di serie A e di serie B:

“A distanza di quasi 1 mese dal fermo gli operatori commerciali su piazza( 22.000) molti dei quali da noi rappresentati, si sentono abbandonati e profondamente mortificati dalle decisioni adottate nei loro confronti,
molti di loro sono disperati economicamente non hanno più denaro per le spese quotidiane, speriamo non si arrivi a casi estremi, perché invece di morire di coronavirus non debbano morire per la disperazione economica,” dichiara il Responsabile del Commercio Euroimprese Nicola Zarrella. “Solo in Lombardia gli ambulanti dei generi alimentari non hanno potuto lavorare anche in regime di sicurezza, in questi ultimi giorni sono stati presentati dalla nostra Associazione una serie di progetti e di protocolli affinché anche i commercianti su strada potessero lavorare in sicurezza, offrendo, come per tutti gli altri attori commerciali, il proprio servizio, controllo accessi, obbligo guanti mascherine e controllo distanze.
La G.D.O. ha invece continuato a lavorare in situazioni di precaria sicurezza, con code di persone mai viste, qualcosa di incredibile, mettendo sotto stress anche il personale che e stata anche contagiata specialmente alle casse ma nulla è valsa la nostra richiesta, gli operatori commerciali su piazza sono l’ultima ruota del carro, la feccia, gli untori, le bestie da spremere con le tasse e le imposte, ma i soli a dover pagare dazio,” continua Zarrella “Pensate che studi molto autorevoli hanno appurato che la diffusione del virus è molto più probabile che avvenga in spazi chiusi dove il virus rimane alcune ore, anziché nei luoghi aperti dove la dispersione e l’ampiezza dell’area ne facilita la sua dispersione. Niente, in Lombardia si è trovato l’unico colpevole e untore il mercato, qualcosa di inaudito, ingiusto e falso. Siamo tutti consapevoli che la salute sia il bene primario da proteggere e salvaguardare ma se questo é il principio lo si estende a tutti non solo ad una categoria di lavoratori. Sapevamo che avrebbero potuto operare i soli ambulanti di generi alimentari, abbiamo condiviso il fatto che i beni primari, abbiano la priorità nella vendita, ma questo principi é valso solo per la Grande distribuzione organizzata. Fuori dalla Lombardia per fortuna ci sono Amministratori che hanno saputo considerare l’importanza dei mercati, il ruolo vero di questi commercianti, il valore sociale dei mercati e l’importante funzione di contenimento dei prezzi, che oggi nei supermercati volano senza limiti, in quanto in regime di monopolio”,continua Zarrella “Non é impossibile organizzare nuovi mercati, ridotti nei numeri, con meno banchi e con distanze più marcate. I comuni devono impegnarsi assieme alle associazioni di categorie affinché questo servizio comunale riprenda a offrire una sana e sicura alternativa ai tanti cittadini che fino ad oggi si sono visti negare questo diritto. Chiediamo al Presidente Fontana di valutare la nostra proposta e iniziare a programmare in accordo con i Sindaci la riapertura dei Mercati applicando il protocollo come previsto per la G.D.O e i supermarket affinche il 14 aprile i prodotti alimentari si possano vendere anche nei mercati di vicinato”
Conclude Zarrella.

Il Responsabile settore Commercio
Euroimprese Nazionale
Nicola Zarrella