28 Dicembre 2020

De Chirco (FI): dal modello Milano al modello pantano

“Da giorni era stata diramata l’allerta neve e puntuale come la TARI stamattina Milano si è svegliata ricoperta di un manto bianco”, è il commento del Consigliere Comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, alla nevicata di questa notte. “Un panorama da cartolina degno di #MilanoCortina2026 – aggiunge quindi l’azzurro – ma per chi deve andare a lavorare, e non a fare a palle di neve sul Monte Stella, c’è poco da fotografare. Nonostante l’enfasi dei post di Granelli che snocciola dati, Milano è completamente paralizzata. I mezzi spargisale di AMSA non si vedono e nemmeno l’ombra degli spalatori. È davvero incredibile come il Comune cerchi di scaricare sugli amministratori condominiali la responsabilità di spalare la neve sui marciapiedi di periferia. I milanesi pagano le tasse più alte d’Italia per servizi che scarseggiano”. “Raggiungere le fermate dei mezzi di superficie è impossibile a meno che non si indossino i “moon boot” – continua il forzista – Per non parlare delle scale delle metropolitane che con il ghiaccio diventano trappole anche per esperti pattinatori. In questo panorama nefasto il passaggio dal modello Milano al modello pantano è molto breve. Invito il sindaco – conclude De Chirico – a dismettere i panni del fotomodello da rotocalchi patinati per indossare la giacca a vento e andare a spalare. La neve, s’intende”.

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Sala non sala abbastanza e Milano rimane bloccata

Non ci sarebbe da sorprendersi se a qualche Consigliere Comunale che facesse un accesso agli atti per visionare il “piano neve” del Comune di Milano, fosse risposto che è stato secretato. Infatti, i risultati sono talmente simili a quelli del “piano pandemico nazionale”, da far pensare che a idearlo siano state le stesse persone e per questo vi sia la necessità di nasconderne l’identità (oltre ai contenuti). La neve a Milano è un bellissimo spettacolo, ma bisogna saperla gestire e se c’è un campo in cui l’amministrazione milanese ha dimostrato di non sapersi districare è proprio quello della viabilità. Risultato: a Milano da questa mattina la circolazione veicolare è praticamente bloccata a causa delle strade ricoperte di neve e avventurarsi a piedi per la città è altamente sconsigliato, visto che i marciapiedi non sono stati spalati. Insomma, sembra che a Palazzo Marino si sia lesinato sul sale e nessuno abbia pensato fosse necessario ingaggiare del personale per spalare le strade. Problemi ai quali ancora a metà mattina non è ancora stato posto rimedio. Morale della favola: Sala non sala abbastanza e Milano rimane bloccata.

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La fuffa mediatica dell’UE sul Vaccine Day

La fuffa mediatica dell’UE sul Vaccine Day. Possiamo provare a definirla in qualche altro modo, ma quello più calzante sembra questo: fuffa mediatica. L’Europa cerca di riproporsi come attore primario della gestione dell’emergenza, sperando nei buoni sentimenti dei Paesi aderenti e dei relativi cittadini. Ma proprio il pezzo più grosso del puzzle ha deciso di procedere dal 26, bruciando di fatto l’idea della data unica per tutte le nazioni. Invece la Germania ha iniziato il 26, tutti gli altri il 27. Poteva essere un fatto di poco conto se a tradire l’Unione fosse stato un Lussemburgo qualsiasi, ma qui si tratta di uno Stato fondatore. Nonché del più ricco e popoloso Stato europeo. Ecco perché la fuffa mediatica dell’UE sul Vaccine Day non ci ha convinto: se il più grandi vanno per la loro strada, è un’Unione di che? E non è il primo sberlone di questi tempi: la conclusione della Brexit sanciva da sola il fallimento di una casa comune europea. Almeno di quella costruita finora. Senza la Gran Bretagna l’Europa perde un pezzo essenziale per storia, cultura ed economia. Ora la Germania dà segni di cedimento alla linea comune. Forse la fuffa mediatica dell’UE sul Vaccine Day è solo un sintomo: l’Unione Europea aveva come scopo principale evitare ulteriori scontri tra Stati europei. Un compito svolto abbastanza bene (non dimentichiamo la Cecenia e il Kosovo prima, né l’Ucraina oggi), ma evidentemente arrivato al limite. Le ultime crisi sono state troppo dure e i popoli non vogliono più le carezze per calmarsi, vogliono riprendere a solcare la storia. Ci saranno problemi, è inevitabile. Ma la lenta decadenza in cui è imbrigliata l’Europa lo si vede dai fatti concreti: la prima grande azione come comunità politica viene attuata quando un membro essenziale del gruppo ne è uscito. E ora per settimane parleremo dei prevedibili ritardi nella distribuzione del vaccino.

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Milano s’imbianca di neve

Milano s’imbianca di neve. In tanti la aspettavano. Ora è arrivata. La neve scende copiosa dalle ore notturne fino al mattino, restituendo una città imbiancata per una volta non di cocaina. Milano s’imbianca di neve e si riscopre romantica, con la voglia di girare ma con prudenza perché la neve è bella sui tetti, ma scivolosa sui marciapiedi. Uno spettacolo così non si vedeva da anni sotto la Madonnina e l’occasione è perfetta: i prossimi sono gli unici tre giorni di relativa libertà in questo periodo estivo. Zona arancione per tre giorni, con la possibilità di muoversi tra Comuni e regioni se entro 30 chilometri. Insomma spostamenti brevi e concessi una volta al giorno, ma pur sempre spostamenti. Con la neve anche le restrizioni si sentiranno meno, anzi in fondo la neve a Milano è qualcosa da godere soprattutto se oltre la finestra. Contare i fiocchi che cadono al caldo, possibilmente con del fuoco vicino. Perché quando Milano s’imbianca di neve è anche il momento di fermarsi a pensare: la neve rallenta i rumori e gli spostamenti. E lo farà per un po’: la neve non dovrebbe fermarsi rapidamente questa volta. Anzi: il tempo dovrebbe migliorare tra martedì e giovedì per poi subito peggiorare in vista del fine settimana. Intanto però i milanesi e non solo possono godersi uno spettacolo raramente vistosi negli ultimi decenni a Milano.

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Vax day a Niguarda. Fontana: parte un percorso che porterà alla normalità

Il Vaccination day segna “una giornata fondamentale. Si parte per un percorso ancora abbastanza lungo che porterà alla normalità. Verso la riacquisizione delle nostre libertà che abbiamo dovuto sacrificare. Non è però un ‘liberi tutti’: siamo nel mezzo di un’epidemia ancora in corso, continuiamo a comportarci come sempre con mascherine e distanziamento”. Queste le parole di augurio con cui il governatore lombardo Attilio Fontana, ha salutato il via regionale alla campagna vaccinale anti-Covid, avvenuto all’Ospedale Niguarda di Milano. “Dal primo giorno – ha sottolineato il presidente Attilio Fontana, nel corso del punto stampa, tenuto all’esterno della struttura ospedaliera – ho sempre sostenuto che il vero cambio di passo si sarebbe verificato nel momento in cui avremmo avuto a disposizione il vaccino. Questa è una giornata fondamentale e il nostro primo pensiero va a chi ha perso la vita per il Covid e a chi ha avuto parenti e amici che ne sono stati colpiti. Un pensiero anche a chi ha contribuito a combattere l’epidemia: tutto il mondo sanitario, i volontari, l’Esercito che ha dato un grandissimo aiuto per affrontare varie problematiche”. “Questa – ha proseguito il presidente della Regione Lombardia – è una giornata importante anche per l’Unione Europea: se opera nel modo corretto, se si impegna nel modo giusto può essere fondamentale per il futuro del nostro Paese e dell’Europa. Guardiamo al futuro con maggiore serenità ma sempre con cautela, guardiamo con speranza al nostro futuro”. Al ‘Vaccination Day’ organizzato presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, con il presidente Fontana presenti l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, quello alla Sicurezza, Riccardo De Corato, e il sottosegretario alla Presidenza, Alan Christian Rizzi. Con loro, tra gli altri, anche il capo della Rappresentanza della Commissione Europea del Nord Italia, Massimo Gaudina, e il direttore generale del Niguarda, Marco Bosio.

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E’ una OSS del Niguarda la prima vaccinata lombarda

È Adele Gelfo, operatrice socio sanitaria che lavora al Niguarda dal 91, la prima vaccinata Lombarda contro il covid: “sono felicissima, è un onore – il commento a caldo della oss, impegnata nel reparto di rianimazione e coinvolta nella lotta al covid fin dalla prima ondata – Io credo nei vaccini”. “Per ora mi sento bene, questa sera se non mi viene la febbre farò il mio turno di notte – ha raccontato- Al momento sono protetta a metà in attesa della seconda dose. Questo vaccino significa molto, protegge noi e i nostri familiari da questo virus così veloce: ho visto diversi colleghi che purtroppo l’hanno preso, per noi è un valore aggiunto, ci sentiamo più sicuri, anche di più con i nostri DPI”. A chi le ha chiesto se non avesse paura degli effetti del vaccino, Gelfo ha risposto: “Mi fido ciecamente”, sottolineando che “il vaccino non è obbligatorio, ma sarei felice se tutti si vaccinassero.”. Per quanto la riguarda “questa mattina è andato tutto bene.È stata come una vaccinazione normalissima, prima ci hanno fatto una visita medica, poi ci hanno consigliato un foglio con quello che potrebbe succedere e tra 21 giorni faremo la seconda dose. Ora – ha concluso – vado a dormire un po’ perché mi aspettano 10 ore di turno di notte” ANSA

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