Nome dell'autore: Luca Rampazzo

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione.

Le buone intenzioni di Sala per le case popolari bloccate da un puleggia

Ci risiamo, ieri si è bloccato l’ascensore in via Saint Bon 6, scala C. Ovviamente non è la prima volta, era già successo in Aprile. E non dimentichiamo gli elettori a cui è stato impossibile votare sempre per un ascensore bloccato in Municipio 7. Ci spiega i motivi il già Consigliere del Municipio 7 Franco Vassallo: “9 milioni sono stati stanziati per le manutenzioni degli ascensori. Nove. Non due o tre. Eppure il Comune si dimostra costantemente al di sotto delle capacità necessarie per gestirli. Questa, purtroppo, è la fine ingloriosa di MM Casa, con decine di bravi amministratori che verranno a breve sacrificati in nome della Real Politik. Il tutto sullo sfondo di un sogno fallito e precipitato in dieci anni della farsa. Le piccole manutenzioni non vengono fatte con regolarità da mesi e ci sono centinaia di famiglie che hanno problemi con caloriferi e caldaie. Con queste premesse gli ascensori emergono per la drammaticità delle situazioni di disagio che generano. Eppure non si riesce ad intervenire in tempo. Come mai? La verità è che manca un piano finanziato adeguatamente e adeguatamente realizzato. E poi Sala vorrebbe fare la rivoluzione verde coi soldi del PNRR. Ma ve li immaginate gli Olandesi che pagano i sogni ecologici di uno che manco riesce a manutenere qualche centinaio di ascensori. Siamo onesti signori, chiudiamola qui: torniamo a casa, torniamo in Aler”.

Le buone intenzioni di Sala per le case popolari bloccate da un puleggia Leggi tutto »

Ma quale cogestione, la soluzione al problema case popolari è Aler

Iniziamo con una buona notizia: Sala sta iniziando a capire. Non è la fine della guerra, ma uno spiraglio nel buio degli ultimi anni. Milano, da sola, non sa gestire il proprio patrimonio immobiliare pubblico adibito a case popolari. Il Sindaco lo ha dimostrato firmando il patto per la riqualificazione di San Siro, in cui si mette a disposizione della Regione per fare la propria parte. Come creare presidi di polizia e attività che coinvolgano i giovani. Ma non è questo il punto, come ci spiega Franco Vassallo che a San Siro è sempre stato presente da Consigliere di Municipio: “Iniziamo subito con un plauso: bene che le istituzioni collaborino! Finalmente il Comune mette il bene dei cittadini davanti alle ragioni politiche. Bene anche che Maran e Angelo Sala si parlino. Non si può continuare, dopo dieci anni di insuccessi, a fingere che vada tutto bene madama la marchesa. Con affitti disuguali, servizi diversissimi e un mondo, quello comunale, dove gli sgomberi degli abusivi sono possibili ed uno, quello Aler, dove non lo sono, di fatto. Ora, però, come dice il Sindaco si deve trovare una soluzione che si possa mettere in campo in sei mesi. E l’unica soluzione con queste tempistiche, come abbiamo sempre detto noi, è far tornare le case popolari tutte sotto il medesimo gestore: Aler. Qualsiasi altra, suggestiva, ipotesi è irrealizzabile nei tempi, nella complessità dei rapporti e degli intrecci. E, soprattutto, non ha alcuna utilità per gli inquilini o per la città nel suo complesso. Questo Sala lo sa. Lo sa il sindaco e lo sa il presidente di Aler. Lo sanno tutti, insomma. Però bisogna far finta che vincano tutti e non sia una resa. E quindi possiamo perdere altro tempo. Tempo che gli inquilini con le perdite in casa, i cortili aperti e gli ascensori bloccati non hanno e non hanno. E allora, caro Beppe, dopo aver stravinto e con cinque anni davanti, anche se una battaglia la perdi non sarà la fine del mondo. Metti davanti gli interessi dei cittadini e fai l’unica cosa che serva davvero: torniamo a casa. Torniamo in Aler”.

Ma quale cogestione, la soluzione al problema case popolari è Aler Leggi tutto »

Sala, il liquidatore di MM

Sala, il liquidatore di MM Trionfo elettorale a parte, a Sala le elezioni non hanno dato alla testa. E nella composizione della giunta, fatta alla velocità della luce, i referati sono stati distribuiti saggiamente. In particolare le case popolari sono finite al recordman di preferenze del PD, Maran. Il problema è noto: MM non può andare avanti così. Ma ci spiega i dettagli il già Consigliere del Municipio 7 con delega alla casa Franco Vassallo: “MM deve morire. Questa pare la priorità di Sala all’inizio del suo secondo mandato. Troppo dispendiosa, troppo inefficiente, troppo legata a promesse che la crisi economica post pandemica rende impossibile mantenere. MM è, senza ombra di dubbio, all’ultimo miglio. Come verrà liquidata farà la differenza per chi ci vive e per chi la paga. Cioè per tutti noi. L’equilibrio da mantenere è sottile e fragile: da una parte non deve sembrare una fuga, dall’altra deve essere chiaro che questo passo è definitivo. E non ammette ripensamenti. Quindi, la soluzione più ovvia, cioè ridare le case ad Aler, così su due piedi, è da scartare per non sembrare degli idioti. Impresa molto difficile in generale, ma qui oltre le più nere aspettative. La soluzione proposta da Sala, creare una terza società è, ovviamente, solo una base negoziale. Nessuno può davvero credere che la regione sciolga Aler per creare una società a guida Milanese che indirizzi la gestione del patrimonio immobiliare già ERP solo per far contento Beppe. Quindi ci si troverà a metà strada, probabilmente. Dove e come faranno tutta la differenza del mondo: gli inquilini temono, e a ragione, che questa sarà la scusa regina per aumentare i canoni di affitto e l’alibi perfetto per fermare tutte le manutenzioni. Già ora, in attesa di un PNRR che potrebbe arrivare tra anni, i lavori sono bloccati, procedono solo i murales, che non risolvono nulla, ma danno l’impressione che ci si impegni molto in tal senso. Io avevo, molto più modestamente, proposto una commissione inquilini elettiva che controllasse i tempi e i modi dei lavori. Ma la commissione non era abbastanza visibile e trendy, quindi via al mezzo milione mal contato di pitture murali e pazienza se nelle case piove dentro. Tanto, si spera, prima del 2023, data delle regionali, il problema sarà di qualcun altro. Nel frattempo sono iniziate le telefonate per verificare la volontà per gli inquilini MM di cambiare contratto. Tanto per saggiare il terreno e risolvere il problema dei rinnovi automatici. Tu chiamale, se vuoi, coincidenze sinistre….”

Sala, il liquidatore di MM Leggi tutto »

Come si costruisce l’astensionismo

Come si costruisce l’astensionismo Premessa, il centrodestra ha straperso le elezioni a Milano. E la colpa è solo sua. Fine. Non ci sono colpevoli ulteriori e non ci sono motivazioni altre. Detto questo, è inutile piangere sulla morte della democrazia per astensionismo quando si spostano i seggi e lo si comunica unicamente sul sito internet del Comune. E fatalità sempre in zone dove si concentra il voto dell’avversario. Ce ne parla il già Consigliere di Municipio 7 Franco Vassallo: “A Quinto Romano durante le elezioni comunali è andato in scena uno spettacolo assurdo, un gioco dell’oca sotto l’acqua che ha ovviamente portato centinaia di persone a rinunciare al proprio diritto-dovere di votare. I residenti delle vie Tofano e San Romanello hanno ricevuto una comunicazione scritta dal Comune con l’indicazione di recarsi in via Lamennais per votare. Sul sito, naturalmente, ci poteva anche essere l’indicazione corretta, ma se una persona, soprattutto se anziana, riceve una comunicazione scritta del Comune ovviamente si fiderà. E altrettanto ovviamente, in via Lamennais non c’era l’ombra del loro seggio. Che si trovava, come sempre si è trovato negli ultimi anni, in via Airaghi. Quindi la gente, sotto la pioggia e spesso a piedi attraverso il Parco delle Cave, si recava in via Lamenais, scopriva che il seggio non c’era, e si trovava di fronte ad un bivio: andare a piedi in via Airaghi, sempre sotto la pioggia e per nulla rinvigorita, oppure tornare semplicemente a casa. Sempre senza sorpresa alcuna molti hanno scelto la seconda ipotesi. Problema opposto per chi vive in via Fleming e via Pastonchi, a loro non è arrivato alcun talloncino per recarsi in via Lamennais e quindi sono andati alla loro scuola storica. Che però è chiusa da due anni. Ancora una volta, di sicuro si trovano tutte le indicazioni sul sito, ma solo Furio, il personaggio nevrotico di Carlo Verdone, avrebbe verificato questa cosa prima di uscire di casa. Le persone normali, sotto la pioggia, verificato il problema tornavano a casa. Ecco, l’astensione si costruisce in molti modi, questo è uno dei più facili da evitare. E per questo è anche uno dei più gravi”.

Come si costruisce l’astensionismo Leggi tutto »

Chiusi in casa senza ascensore: questa la democrazia secondo Sala

Chiusi in casa senza ascensore: questa la democrazia secondo Sala Via Fleming 19, palazzina B, case MM. Da ieri l’ascensore è fuori uso e metà del palazzo, composto in buona parte da anziani e disabili, è impossibilitato a votare. Ci racconta la situazione il consigliere di Milano Popolare Franco Vassallo: “Molti anziani e disabili non possono recarsi ai seggi. MM, nonostante la del tutto evidente emergenza in 24 ore non è ancora riuscita a sistemare l’ascensore. La mia non è una battaglia politica, è una battaglia di civiltà, non possiamo accettare che vengano privati del diritto al voto decine di anziani solo per la sfortuna di abitare in case gestite da MM”.

Chiusi in casa senza ascensore: questa la democrazia secondo Sala Leggi tutto »

MM sfida le leggi della fisica. E perde.

Come ognuno di noi ben sa, un sano murales antifascista ha poteri miracolosi. Risana i quartieri, previene il degrado, rende migliori le persone, vince contro il terrorismo e soprattutto è in grado di proteggere la Costituzione. Viste tutte queste ammirevoli proprietà, hanno pensato in MM, sarà almeno in grado di proteggere dalla muffa, no? Ci racconta l’esito di questa ardita sperimentazione il candidato in Comune di Milano Popolare Franco Vassallo, sempre attento e presente nelle vicende e nelle vicissitudini dei condomini delle case popolari: “Come le immagini dimostrano inequivocabilmente, no, i murales antifascisti non proteggono le case dell’umidità, non sono sostitutivi di una buona manutenzione e soprattutto sono soldi buttati che potremmo spendere più utilmente in altro. Siamo in via Consolini, Gallaratese. E qui le infiltrazioni, come mostrano le foto, stanno minando salute e staticità delle case. Ovviamente MM interviene, ci mancherebbe. E qual è la soluzione? Un bel murales green, eco friendly e balle varie sulla facciata. Capiamoci, molto bello. E sicuramente sarà, sostenibile non lo metto in dubbio. Ma oltre a rendere il palazzo un sepolcro imbiancato a cosa e a chi dovrebbe servire? Questo è il sintomo di un problema più profondo e tipico del Sindaco-Fenomeno Sala. Ci si occupa solo di cosa grandi, che la gente possa vedere e ammirare. Le piccole cose, come le manutenzioni, non interessano. Vale per le case popolari, soprattutto. O rifai tutto il cappotto termico, le facciate, i balconi e ovviamente un bel murales oppure può anche andare tutto in malora. Non credo serva spiegare perché questo sia un pessimo modo di gestire la cosa pubblica. Il problema è che ci sono settori, come la scuola, il verde pubblico e la viabilità dove questa logica è direttamente pericolosa. Non è possibile che i chiusini non vengano puliti regolarmente, la disinfestazione sia un fatto episodico e, Dio non voglia, le scuole si tocchino solo quando cadono pezzi di muro o di soffitto. Sala ha come slogan “Sempre più Milano”, ma questa non è Milano. Non lo è mai stata e speriamo non lo diventi. E questa sarà la direttrice della mia azione in Comune, se gli elettori me lo concederanno. Una Milano concreta che rinasce dall’efficienza nelle piccole cose. Perché se non sei fedele ai cittadini nel piccolo, come potranno fidarsi di te nel grande?”

MM sfida le leggi della fisica. E perde. Leggi tutto »