Cronaca

Cronaca, spaccio, omicidi, aggressioni, furti, arresti, maltrattamenti, stupri, rapine, Polizia, Carabinieri, Polfer, Polizia Locale, Milano

Anziana truffata da falsi tecnici dell’ARPA

In via Val Cannobina ennesima anziana truffata dopo che in buona fede ha aperto la sua casa a quelli che riteneva onesti lavorati. Solo che i truffatori hanno grande fantasia e capacità opportunistiche notevoli. E trovano il sistema per escogitare nuove situazioni per loro favorevoli. Così dopo l’incendio all’impianto rifiuti di via Chiasserini hanno preso la palla al balzo fingendosi tecnici dell’Arpa. Così hanno convinto la donna che avevano preso di mira a farli entrare in casa, con la scusa di dover verificare la salubrità dell’aria dell’appartamento a causa della nube sprigionata dall’incendio divampato nei giorni scorsi L’episodio è avvenuto ieri, poco prima di mezzogiorno, i due truffatori si sono presentati come dipendenti dell’azienda regionale incaricati di accertare lo stato dell’aria nelle abitazioni in via Val Cannobina. Hanno invitato la pensionata a raccogliere i propri gioielli su un tavolo per impedire che potessero essere fusi dagli strumenti utilizzati per la verifica. Uno dei due l’ha distratta e l’altro ha preso i preziosi e circa mille euro in contanti nascosti in casa. La donna si è accorta della truffa e ha chiamato la polizia quando i due erano già andati via.

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Musulmani in preghiera sotto Palazzo Marino

A denunciarlo, allegando le foto dei musulmani in preghiera, è Alessandro De Chirico, vicecapogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, che commenta “Un tempo i musulmani pregavano rivolgendosi alla Mecca. Oggi lo fanno in direzione dell’ufficio di Sala. Un motivo dovrà pur esserci“, per poi sarcasticamente continua “Chissà se lo fanno per rivolgergli la supplica di dare loro un luogo di preghiera dignitoso o perché riconoscono in lui la loro guida religiosa in terra milanese? L’Imam Salah!“. Quindi, al netto delle battute, De Chirico torna serio e afferma “due cose sono certe. Non può essere consentito loro di usare Piazza della Scala come fosse la spianata delle moschee e va immediatamente affrontata e risolta la questione che impedisce ai fedeli di religione musulmana di dotarsi di luoghi di preghiera regolari. Per questo chiederò al Comandante della Polizia Locale, Marco Ciacci, di invitare gli uomini al suo comando ad intervenire nel caso si ripetessero episodi del genere e contestualmente chiederò sia convocato un tavolo fra Comune, Regione e tutti i soggetti interessati per trovare una soluzione che consenta ai fedeli musulmani di pregare nel rispetto delle loro tradizioni e delle nostre leggi”.  Concludendo: “L’intento è di arrivare alla discussione del PGT e del piano delle attrezzature religiose con un solido accordo. Una città come Milano, che si distingue nel mondo e ogni giorno vanta questo o quel traguardo di civiltà raggiunto, non può permettersi di discriminare una comunità per motivi religiosi senza che la sua immagine ne sia pesantemente danneggiata”.

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Pellicanò condannato a 30 anni per l’esplosione in via Brioschi

Non piu’ ergastolo ma 30 anni di carcere per Giuseppe Pellicanò, l’ex pubblicitario milanese che nella notte tra l’11 e il 12 giugno 2016 ha svitato il tubo del gas nella cucina di casa, in via Brioschi, causando un’esplosione che ha ucciso l’ex compagna Micaela Masella, e una coppia di giovani vicini di origini marchigiane, Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi. Esplosione nella quale sono rimaste gravemente ferite le sue due figliolette e sono andati distrutti alcuni appartamenti. A decidere di ritoccare al ribasso la pena inflitta in primo grado oltre un anno fa nel processo con rito abbreviato è stata la Corte d’Assise d’Appello di Milano, presieduta da Maria Grazia Bernini affiancata dalla collega Barbara Bellerio e dalla giuria popolare. Il sostituto pg Daniela Meliota, dopo che Pellicanò ha letto un foglio scritto di suo pugno per dare un segno di pentimento, questa mattina ha chiesto per lui la conferma del carcere a vita ritenendo che, allora, il suo stato fosse quello di una persona che “ha ucciso per rabbia, rancore, gelosia e per essere stato offeso nel suo orgoglio maschile. Non soffriva di disturbi psicotici“. Sulla stessa linea Antonella Calcaterra e Valeria Attili, gli avvocati dei familiari di chi ha perso la vita e delle piccole ustionate per quel gesto dettato da una “personalità narcisistica ed ossessiva“, causa del rifiuto della fine del rapporto con la sua compagna e del “fallimento” di quello con le figlie ma che non fa “escludere la sua capacita’ intendere e volere“. “Non ha sopportato le sue frustrazioni – ha aggiunto l’avvocato Calcaterra – e ha fatto una strage. Ha distrutto tutto e adesso queste bambine non hanno piu’ un ricordo, nemmeno una foto della mamma su cui piangere“. I giudici, pur ritoccando al ribasso la pena, hanno respinto le richieste del difensore, Alessandra Silvestri, confermando per il resto la sentenza con la quale il gup Chiara Valori nel giugno 2017 non aveva concesso all’uomo le attenuanti generiche ne’ la semi-infermita’ mentale e aveva disposto per le due bimbe, per ciascuno dei genitori e dei fratelli delle vittime provvisionali di 400 mila euro, 350 mila e 160 mila euro.  “Noi siamo gia’ stati condannati all’ergastolo da Pellicanò, l’ergastolo del dolore“, ha detto la madre di Riccardo Maglianesi, ricordando che lui era appena stato assunto e la fidanzata era stata presa a lavorare da poco da una nota stilista. Aldo Masella, papà di Micaela e nonno delle due piccole, ha invece fatto un’altra considerazione: “Ho sentito la difesa di Pellicano’ parlare della sua depressione. Se a tutti i depressi fosse consentito il ‘vezzo’ di uccidere, in Italia saremmo la meta”.

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Marocchino fermato per violenza sessuale in viale Monte Ceneri

Un 17enne e’ stato arrestato per violenza sessuale e tentata rapina nei confronti di una prostituta di 30 anni, aggredita la scorsa notte in viale Monteceneri. Attorno alle 2.40 una pattuglia del nucleo Radiomobile ha notato il ragazzo, marocchino, mentre strattonava la donna nell’area di sosta di un distributore di benzina. Quando il giovane ha visto i carabinieri ha tentato la fuga ma e’ stato bloccato subito. La vittima, moldava, ha raccontato di essere stata avvicinata con la scusa di accordarsi su una prestazione ma il 17enne l’ha colpita con una testata in faccia, le ha tirato un pugno e infine l’ha costretta a un rapporto stringendole le mani al collo. Dopo circa 15 minuti, al termine della violenza, la donna si e’ allontanata e ha preso il cellulare per chiedere aiuto ma il suo aggressore è tornato indietro per strapparglielo dalle mani. E’ stato in quel momento che i carabinieri li hanno visti e sono intervenuti. Posto in stato di fermo, l’analisi ossea del polso ha confermato l’età del giovane, ma non è stato possibile accertarne l’identità a causa della lunga lista di alias dichiarati nelle varie occasioni in cui è stato fermato.

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Rete studenti appende striscioni contro Salvini

La Rete Studenti di Milano ha appeso, la scorsa notte, alcuni striscioni davanti a licei e a istituti della città con lo scopo di compiere “un’azione di denuncia contro il piano Scuole sicure del vice-premier Matteo Salvini e in contrasto con le dichiarazioni della vice-sindaca, con delega alla sicurezza, Anna Scavuzzo“. Gli striscioni esposti nelle scuole Berchet, Leonardo, Boccioni, Verri, Tito Livio, Cattaneo e Vittorio Veneto sono stati decorati con una rete metallica, “simbolo di chiusura e controllo, e del nastro bicolore, rosso-bianco e giallo nero, per ricostruire simbolicamente una scena del crimine”. Rete studenti afferma che “Milano è prima in repressione” e mentre “l’80% dei fondi è usato per la repressione e meno del 20% per dei percorsi di approfondimento, seppur i dati dicano che in questi anni l’approccio repressivo sul tema delle sostanze, questione centrale soprattutto tra i giovani, non abbia portato a risultati positivi“.

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Militari bloccano rapinatore ivoriano in Corso Como

Il fatto è accaduto ieri mattina in Corso Como quando un ragazzo ivoriano di 25 anni ha rubato la borsa ad un cittadino coreano di 32 anni, residente a Milano, mentre era seduto a uno dei tavolini del Caffè 900. Il derubato, resosi conto dell’accaduto, si è messo all’inseguimento del malvivente, ma è stato bloccato da alcuni complici del 25enne che hanno colpito con un pugno l’asiatico per poi darsi a loro volta alla fuga. Nel frattempo, l’ivoriano si era rapidamente allontanato in bicicletta, ma lungo la strada ha avuto la (per lui) malagurata idea di strappare di mano il telefono ad una venticinquenne milanese che stava passeggiando lungo il corso. La ragazza si è quindi messa a gridare attirando l’attenzione di due militari liberi dal servizio che si trovavano nei dintorni. I due soldati sono immediatamente intervenuti bloccando e immobilizzando il malvivente che hanno trattenuto fino all’arrivo dei Carabinieri. Gli uomini dell’Arma lo hanno quindi perquisito trovandogli addosso una decina di grammi di hashish e marijuana, così, dopo avere restituito i loro beni alle due vittime, hanno arrestato l’ivoriano con l’accusa di tentata rapina e possesso di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

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