Roma – Politica

Intellettuali del Sud indolenti e asserviti alle mafie e al potere economico e politico del Nord Italia

Intellettuali del Sud indolenti e asserviti alle mafie e al potere economico e politico del Nord Italia. Gli intellettuali del Sud? Sono tanti. Tuttavia occorre tristemente riconoscere che essi esportano il proprio sapere nei territori del Nord Italia, quasi ignorando la necessità di far vivere un impegno che riabiliti l’importanza del  Meridione d’Italia, quasi tradendo le proprie radici e la propria origine culturale. Essi eludono il valore e la  ricchezza dei territori che hanno dato loro i natali.  Sembrano essere figli ingrati! Il Sud d’Italia è prospero di beni di varia natura che occorre saper valorizzare e non lasciare più avvolti nel silenzio. Occulti poteri è vero che si sono impossessati del Sud d’Italia, di cui non vogliono, per interessi personali, la crescita economico-sociale e culturale. L’Italia può giovarsi di un’economia ubertosa che percorra l’intero stivale. L’Italia, pertanto, può produrre benessere per tutti. L’Italia deve, per raggiungere tale obiettivo, avvalersi del contributo di bravi economisti e studiosi di materie finanziarie, nonché di politici, donne e uomini, che riconoscano la necessità di uno sviluppo globale dell’Italia. Urge, nel contesto attuale, la rinascita dei territori del Sud d’Italia, non solo dei territori del Nord d’Italia, devastati entrambi dalle conseguenze della tragica pandemia. Occorre che l’intelligenza dei meridionali sia posta al servizio delle proprie terre e che non sia servile rispetto alle correnti politiche del Nord Italia. E’ giunta l’ora del risveglio del pensiero dormiente ed indolente degli uomini che governano il Sud d’Italia e ne esportano le migliori energie. Si, è vero, è giunta l’ora, in quanto  l’Europa ha messo a disposizione delle  nazioni europee e, pertanto, anche  dell’Italia un’ingente somma di denaro perchè si riscattino  dalla loro debolezza economica, generata dalla pandemia. Si definisce “Piano per la ripresa economica dell’Europa”, mediante i progetti “Recovery Fund” e “Nex Generation EU”, ponendo a disposizione , per la loro realizzazione, ingenti stanziamenti economici. Parte di tali stanziamenti deve essere destinata allo sviluppo del Meridione d’Italia e, per tale ragione, le menti illustri del Sud si impegnino per la definizione dei piani di sviluppo maggiormenti  urgenti e per il loro accoglimento da parte dello Stato italiano, prima che sia troppo tardi e, ancora una volta, il Meridione d’Italia si estromesso dalle politiche di sviluppo italiano. Chi ama l’Italia non può che amare il Meridione d’Italia perché facente parte della nazione italiana, senza  dubbio alcuno. Le nostre illusti menti si impegnino, dunque, per far sì che il Sud Italia sia  destinatario dei progetti voluti dall’Europa e non strizzino più l’occhiolino a politici del Nord, i quali  vogliono un Sud Italia povero e negletto, servo della gleba e non territorio evoluto economicamente, culturalmente e socialmente, nonchè moralmente. Noi meridionali non siamo figli di un dio minore! Vigileremo affinché si esprimano, in tutto il loro vigore conoscitivo, quegli intellettuali del Sud d’Italia che hanno a cuore le sue sorti, in quanto lo amano, consapevoli del fatto che in esso affondano le loro radici. Sarà il loro amore vigoroso per il Sud d’Italia, che ha dato loro i natali, a far accogliere le istanze del suo sviluppo e benessere,  che essi rivolgeranno allo Stato italiano senza titubanza alcuna. Biagio Maimone www.progettodivitasud.it

Intellettuali del Sud indolenti e asserviti alle mafie e al potere economico e politico del Nord Italia Leggi tutto »

Sugli attacchi hacker nel Lazio non ci avete capito un tubo

Sugli attacchi hacker nel Lazio non ci avete capito un tubo. Perché è da anni che chi scrive organizza corsi sulla cybersecurity per giornalisti e tutt’oggi in tantissimi “posti fissi” non ne sanno un fico secco. Perché non l’hanno mai considerata un’emergenza, così come la parte politica a cui se si parla di infrastrutture pensano alle autostrade in cemento. Come se la maggior parte delle cose che si sposta fossero le persone e le automobili e non i dati. Come se a Carini in Sicilia non ci fosse uno dei più grandi passi avanti per l’economia italiana e la regione fosse importante per gli arancini e le arance. Il Novecento va archiviato in fretta, molto in fretta, prima di veder collassare il Paese sotto il peso dell’inadeguatezza chi ha la posizione e le risorse per cambiare le cose. Non possiamo semplicemente dire “massì”, o straparlare di terrorismo di fronte a uno strumento che usa pure l’Italia. Ci sono virus su virus che l’Italia, non qualche singolo proprio pezzi dello Stato, crea e testa in nazioni di secondaria importanza. Oppure li usa per indagini nazionali e non infettando i computer altrui. Per questo diciamo che sugli attacchi hacker nel Lazio non ci avete capito un tubo. Perché chi si cimenta nell’ennesima analisi da nove colonne non ha gli strumenti culturali per affrontare il tema, si tratta di persone che segna su post-it le proprie password che tra l’altro spesso sono “123” o il nome di parenti e amici. Perché tanto cosa vuoi che succeda? Succede che se la propria sicurezza informatica viene affidata “ammiocugino” così come la creazione delle piattaforme nazionali poi pure due sfigati in Bielorussia ti possono danneggiare ben più di un bombarolo alla stazione di Bologna. Perché checché ne pensino quelli che comandano, o che credono di poter non essere toccati dalle novità del mondo, la Storia è andata avanti. E non possiamo trasformarci in una nazione da terzo mondo perché “mia nonna mica lo usa il computer”. Perché la nonna in questione deve adattarsi ai tempi come tutti, altrimenti potremmo girare a cavallo in autostrada senza problemi. Invece il Novecento ha pensionato i cavalli, tornati come nel Medioevo appannaggio di ricchi e viziosi. E ora bisogna iniziare a ragionare sul pensionare il Novecento con i suoi miti delle ciminiere che in realtà hanno distrutto l’ambiente. E sul problema della pummarola in spiaggia con il suv in doppia fila. Iniziamo a pensare a investire sulle infrastrutture vere, le reti che permettono di curarsi delle persone anche a distanza, come sarà sempre più necessario. Perché le reti non servono solo per pubblicare idiozie sui social, quella è una magnifica estrinsecazione delle creatività umana. Quella vitalità visibile proprio nella produzione di sciocchezze in qualunque contesto, ma che non deve far passare in secondo piano la vera importanza del digitale. Lo abbiamo imparato con la dad, durante la quale in tanti non avevano il segnale per seguire le lezioni. Ma perché? Perché la scuola deve essere un parcheggio per figli? Perché non si possono sviluppare sistemi diversi di organizzazione sociale? Perché sugli attacchi hacker nel Lazio non ci avete capito un tubo. Ma il prezzo lo pagheremo tutti, a partire dai laziali.

Sugli attacchi hacker nel Lazio non ci avete capito un tubo Leggi tutto »

Stazione Termini, Stefano Paoloni SAP: “Vogliamo servire il Paese ma esigiamo di farlo in sicurezza”

Stazione Termini, Stefano Paoloni SAP: “Vogliamo servire il Paese ma esigiamo di farlo in sicurezza”. Si è svolta stamane presso la Stazione Termini in Roma, l’attività di volantinaggio organizzata dal Sindacato Autonomo di Polizia contro l’Atto Dovuto. Sono intervenuti nel corso della mattinata alcuni esponenti politici tra cui l’On. Nicola Molteni sottosegretario all’Interno, il Senatore Maurizio Gasparri componente della Commissione difesa di Palazzo Madama ed Emanuele Prisco, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Affari Costituzionali della Camera. “Esprimiamo innanzitutto solidarietà al collega coinvolto nell’episodio della Stazione Termini dello scorso 19 giugno. Vogliamo servire il nostro Paese al meglio – il commento di Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP – ma esigiamo di farlo in sicurezza. Negli anni chi veste una divisa ha subìto una continua opera di delegittimazione, denigrazione, strumentalizzazione e gogna mediatica. Oggi chi scende in strada o siede su una volante per garantire la sicurezza del Paese è un “eroe”! Oltre a esporre se stesso, rischiando la propria incolumità e la propria vita, espone anche la serenità e il futuro della propria famiglia, perché la tutela legale per i fatti di servizio dobbiamo pagarla di tasca nostra”. Chiaro il riferimento al fatto di cronaca che ha visto protagonista proprio un poliziotto che due settimane fa ha sparato contro un malvivente proprio alla Stazione Termini, in Via Marsala. Concetti sottolineati dal Nicola Molteni sottosegretario all’Interno: “Solidarietà e vicinanza agli uomini e donne in divisa – spiega l’On. Molteni – Bisognerà presto dotarli di taser e bodycam sulle divise. Chi mette le mani addosso ad un poliziotto mette le mani addosso allo Stato”. Gli fa eco il Senatore Maurizio Gasparri, componente della Commissione difesa di Palazzo Madama: “A pochi passi da dove oggi il SAP ha organizzato questo volantinaggio, un poliziotto ha sparato ad un malvivente: ecco, sono qui in solidarietà perché chi fa il proprio dovere non deve morire di spese legali per la propria difesa dopo aver garantito l’incolumità dei cittadini come nel caso di via Marsala”. Infine, le parole di Emanuele Prisco, deputato di Fratelli d’Italia, capogruppo in commissione Affari Costituzionali della Camera: “Investire sui nostri uomini e le nostre donne in divisa potenziando l’organico, la strumentazione e assicurando loro anche adeguate tutele legali deve essere una priorità del governo senza sé e senza ma”.

Stazione Termini, Stefano Paoloni SAP: “Vogliamo servire il Paese ma esigiamo di farlo in sicurezza” Leggi tutto »

Coraggio Giorgia a Milano candida una donna nera

Coraggio Giorgia a Milano candida una donna nera. In fondo abbiamo capito tutti che non c’è possibilità di battere Sala, non perché sia imbattibile, ma perché nessuno ci si vuole impegnare. Sono finiti i tempi in cui zio Silvio da Arcore metteva i soldi per tutti e dunque quella generazione non ci pensa nemmeno a impegnarsi per la gloria e il misero (per loro) stipendio da sindaco. Dunque se non si combatte è impossibile vincere, almeno alle elezioni. Invece si potrebbe approfittarne per dimostrare nei fatti che l’unica forza progressista è la destra, non a caso Fratelli d’Italia è l’unico partito nazionale guidato da una donna: allora coraggio Giorgia candida una donna nera per Milano. Perché così sfonderemmo quel muro di cristallo inspiegabilmente ancora in piedi nonostante il Novecento sia finito da vent’anni. E daremmo a Sala una brutta gatta da pelare, perché lo scontro asimmetrico non è in grado di gestirlo. Né tantomeno lo scontro diretto, Sala scappa e si nasconde sempre dietro gli altri. Nell’ultimo scontro con la stampa ha fatto querelare i giornalisti dal Comune invece di limitarsi a rispondere alle domande come in democrazia. Pensate come potrebbe parlare di integrazione se ci fosse una donna nera di fronte a lui, borghese arrivato alla corte dei Bazoli giusto in tempo per viverne la fase discendente. Non ha le spalle larghe, anzi. Solo all’apparenza un ego largo, quasi smisurato e aiutato nella sua espansione dalla tendenza italiana a farsi cortigiani. Messo di fronte a un sfida così potrebbe squagliarsi come neve al sole e Milano avrebbe finalmente realizzato qualcosa di socialmente innovativo e ben più rilevante delle piste ciclabili. La sinistra non lo farebbe mai perché è tutta parole e niente fatti. E checché ne dicano i dirigenti che firmano gli appelli di MeToo e altro, non accetterebbero mai di farsi guidare da una donna. La destra può farlo e Fratelli d’Italia non ha motivi per correre con ciò che resta di Forza Italia e una Lega sfilacciattissima sul territorio. Fai un giro di valzer da sola con questa idea, sfondare il muro di cristallo e immergersi nel futuro. E’ sempre stato compito storico della destra portare l’Italia nel futuro, ricordalo.

Coraggio Giorgia a Milano candida una donna nera Leggi tutto »

Con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti

Con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti. Per carità: silurare una spia di alto livello è un gran colpo giornalistico in linea generale, ma qui non si tratta di una spia che stava tradendo il suo compito. Solo di un grande professionista dello spionaggio che ha avuto la sfortuna di legarsi al personaggio politico più odiato della storia recente. Perché Renzi è odiatissimo e Report fa parte di quella fazione trasversale alla politica e alla stampa che ha deciso di attaccarlo sempre e comunque. E’ innegabile: il servizio di Report ha moltissime ombre, perché una persona normale (come dovrebbe essere “l’insegnante” testimone dell’incontro all’autogrill) non riesce a sentire cosa si dice dall’altra parte di un parcheggio. Eppure la teste chiave di Report aveva l’udito bionico a quanto pare. Ma si sa che la gente vede ciò che le fai vedere: e il punto era sputtanare Renzi un’altra volta. A silurarlo non ci sono riusciti perché il Rignanese ha dimostrato di avere le spalle troppo larghe. Ma non è lo stesso però per chi gli si avvicina. E Mancini non fa eccezione nonostante il suo operato sia stato difeso da ben quattro governi di colore diverso. Perché un buon servizio di spionaggio fa più sicurezza di una flotta di incrociatori. Salva le vite del popolo dentro e fuori i confini nazionali con l’efficienza di un battaglione di Lagunari, ma senza scatenare guerre. Ecco perché con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti: è ed era una grande spia. Messa alla porta perché i due Matteo hanno sfidato poteri storici italiani. Quelli chiamati volgarmente poteri forti, o in altre sedi classi dominanti. Gli stessi che preferiscono privarsi di una grande spia solo per colpire i giovani arroganti che hanno dimostrato di non temerli. L’unica speranza è trasformare quelli come Mancini in martiri di una causa più grande: ristabilire regole normali di convivenza democratica. Mettere insomma fine a questa democrazia che può funzionare solo se il popolo vota ciò che secondo il Re è giusto. Una democrazia sotto tutela di poteri consolidati e autocratici, perché così è una democrazia ocrtoyé. Qualcosa cioè di concesso dalla classe dominante, ma solo se il popolo fa il bravo. Perché chi è al potere oggi non pensa al bene della nazione, ma solo alla propria conservazione. Così preferisce lasciare al macello una spia di alto livello, cioè una protezione di alto livello, solo per punire chi li ha sfidati.

Con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti Leggi tutto »

Rinnovi contrattuali FFOO e graduatorie. Stefano Paoloni SAP: “Soddisfazione per le parole del Ministro Brunetta”

Rinnovi contrattuali FFOO e graduatorie. Stefano Paoloni SAP: “Soddisfazione per le parole del Ministro Brunetta”. Per effetto della spending review, i contratti di tutto il personale delle FFOO sono fermi, di fatto, al 2009. Il contratto 2018 e i benefici del riordino delle carriere sono stati in realtà solo lo strumento per assorbire gli 80 euro del Governo Renzi. Serve uno sforzo economico anche per incrementare le indennità accessorie del personale delle forze dell’ordine in quanto servono per indennizzare i servizi più disagiati e rischiosi. Oggi un turno di volante è indennizzato poco più di 3 euro netti. Oltre alla vacanza contrattuale, a fronte dell’enorme sforzo posto in essere dall’intero comparto sicurezza non solo in questi ultimi due anni di emergenza sanitaria ma anche nel contrasto alle mafie, al terrorismo nazionale ed internazionale, all’immigrazione clandestina e alla criminalità in genere, sta aumentando considerevolmente la crisi dell’organico complessivo della Polizia di Stato a seguito dei tagli della Legge Madia a tutt’oggi non compensati. Mancano 10000 dai tagli operati nel 2015, numero che sale a quota 22000 se confrontato con l’anno 1989: “Parto dai numeri relativi all’organico della Polizia di Stato – spiega Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia – sono dati che chiariscono come sia in atto un’importante debilitazione dell’apparato sicurezza, atteso la lentezza delle procedure selettive a causa della pandemia, e la soluzione, in via straordinaria ed emergenziale, non può che essere quella di uno scorrimento delle graduatorie in atto. Quanto ai contratti di lavoro, apprendiamo con soddisfazione quanto anticipato dal Ministro della PA, On. Brunetta, che ha anticipato come entro fine mese saranno riaperti i tavoli di trattativa”.

Rinnovi contrattuali FFOO e graduatorie. Stefano Paoloni SAP: “Soddisfazione per le parole del Ministro Brunetta” Leggi tutto »

What do you like about this page?

0 / 400