beppe sala

Il sindaco Sala: “Chi delinque rischia poco, non va bene”

C’è la sensazione di uno scarso rischio da parte di chi delinque”. Parole del sindaco di Milano, Beppe Sala, che sabato mattina – a margine della deposizione di una corona di fiori al sacrario dei Caduti in occasione della giornata delle Forze armate – ha parlato, per l’ennesima volta, della questione sicurezza nel capoluogo meneghino. Il primo cittadino, commentando i fatti di sangue della notte precedente – un tentato omicidio in corso Como e una rissa con due accoltellati in Darsena – ha cercato di guardare il tema da un’altra prospettiva. Sulla sicurezza “indubbiamente la situazione continua a essere delicata e so anche che certamente bisogna fare di più, sia in termini di controllo, sia – le sue parole – anche rispetto al fatto che c’è la sensazione di uno scarso rischio da parte di chi delinque”. “Non ne ho parlato con Prefetto e Questore ma ci sentiremo ancora oggi – ha spiegato Beppe Sala -. Sono veramente lontano da immaginare un sistema ordinamentale della giustizia troppo aggressivo ma così alla fine si rischia veramente poco e questo non va bene”. E ancora: “Bisogna veramente disincentivare questo tipo di atteggiamenti prima ancora di controllarli”. Il sindaco ha poi replicato a chi “invoca tolleranza zero”, chiedendo un pugno più duro. “Rispondo ‘sì, e poi anche se fossero arrestati e non solo fermati, e messi in prigione, dove?’. Non ci sono le strutture adeguate”, ha concluso il primo cittadino.

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Cappato incassa l’appoggio dei sindaci di Milano e Monza

Marco Cappato incassa l’appoggio di Beppe Sala e Paolo Pilotto. A ormai pochi giorni dal voto per le elezioni suppletive per il collegio senatoriale di Monza che fu di Silvio Berlusconi il 22 e 23 ottobre, il candidato del centrosinistra riceve il sostegno del sindaco di Milano e di Monza. “Da elettori dobbiamo essere assolutamente certi delle motivazioni che spingono il candidato che votiamo a rappresentare il territorio. E Marco queste qualità le ha dimostrate da molto tempo: la dedizione, l’impegno in prima persona, la volontà di mettersi sempre in discussione, sono caratteristiche quasi uniche – spiega Beppe Sala che ha partecipato questa mattina ad una conferenza stampa insieme al tesoriere dell’associazione Luca Coscioni – Noi due non siamo d’accordo su tutto, ma sul senso del fare politica, sulla maggior parte delle battaglie che devono caratterizzare chi vuole fare politica, sì. La volontà di occuparsi di chi è in difficoltà non si inventa. Marco è noto per aver condotto una serie di battaglie, ma ha anche collezionato un’esperienza politica molto profonda in questi anni e si è misurato con tutti gli aspetti rilevanti: sa di cosa parla. Per questo lo supporto con grande convinzione”. Il sindaco di Milano osserva che “da cattolico in passato ho appoggiato le posizioni di Marco con dei turbamenti all’interno, uno riconosce da che tipo di cultura è stato generato e io vengo da una famiglia ultracattolica, ma è chiaro che la contemporaneità è tutto e deve guidare le nostre scelte”. Per il sindaco di Monza Paolo Pilotto del Pd, l’appoggio di due sindaci di città lombarde così importanti “è un buon segno”. Una dimostrazione di “pragmatismo. Io credo che il centrosinistra in Brianza rappresenti la tradizione del tentativo di fare sintesi tra i bisogni delle persone, le risposte immediate che possono avere, e una visione, una lettura complessiva che vada oltre il presente e che serve a collocare le risposte in termini prospettici, altrimenti il rischio è il fiato corto. Il voto a centrosinistra non ripara il disastro generato da altri di una politica senza visione di lungo periodo, ma costruisce una lettura, legge i bisogni delle persone, è un voto di costruzione di una ampia visione che possa reggere nel tempo”.

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Gli schiaffi a Macron vendicano l’oltraggio di Anagni

Gli schiaffi a Macron vendicano l’oltraggio di Anagni. Ci perdonino i lettori se divaghiamo sulla politica internazionale, ma quanto avvenuto in Francia ci sembra molto importante: Macron, il nuovo Re di Francia, è stato preso a schiaffi da due suoi sudditi, pardon, cittadini. E i due sono stati arrestati, nonostante l’ovvia congruità del gesto visto che si tratta di un politico le cui azioni stanno impoverendo uno degli stati sociali più avanzati del mondo. Secondo noi i due, pare vicini ai Gilet Gialli, hanno fatto bene. Molto bene. Perché i governanti della Francia sono arroganti almeno da 700 anni. Infatti gli schiaffi a Macron vendicano l’oltraggio di Anagni, quando il suo predecessore Filippo IV piegò con la forza l’ultimo Papa medievale Bonifacio VIII. Poi iniziò la cattività avignonese e uno dei momenti più bassi per la Chiesa cattolica. Dunque bene gli schiaffi a Macron due volte. Primo perché sta cercando di indebolire il suo stesso popolo e secondo perché gli schiaffi a Macron vendicano l’oltraggio di Anagni del 1300. E infine sosteniamo gli schiaffeggiatori di Macron perché essere capi è prima di tutto un onere, elemento che pare sfuggito ai sindaci italiani come Giuseppe Sala che si è unito alla richiesta di restringere le responsabilità del sindaco. Perché guarda un po’, oltre a poter decidere chi lavora qui e chi lì, se si possono usare o no le auto o le bici, i politici come lui hanno anche responsabilità. Ma vogliono comandare senza rischiare troppo. Allora forse due schiaffi andrebbero distribuiti anche in Italia, perché la politica è servizio alla comunità. Se non si è pronti al sacrificio, ma si puntava solo ai soldi e al potere, quelli come Sala è meglio che si ritirino. Non ci mancheranno.

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Si dice verde ma si legge 5 stelle

Si dice verde ma si legge 5 stelle. Perché il Movimento per eccellenza del nostro presente è morto: l’idea iniziale di Beppe Grillo è defunta, o come si dice: è maturata. Il Parlamento non è più una scatoletta di tonno e i partiti sono passati da essere quelli da mandare affanculo a quelli con cui congiungersi biblicamente, anche se solo per brevi periodi: prima è stato il turno di Matteo Salvini, che dopo essere stato preso a sberle da Conte il neo campione dei pentastellati, ha pensato bene prima di auto licenziarsi da ministro per poi tornare all’ovile meno di un anno dopo grazie alla copertura di Draghi. Ma nel frattempo i 5 stelle avevano cambiato compagnia: per un anno si sono trovati bene con il Partito democratico di Nicola Zingaretti, ma poi pure lui è arrivato alla fine del percorso lasciando addirittura la segreteria del partito che qualcuno auspica passi direttamente a Conte. Tanto a Enrico Letta come leader non ci crede nessuno. Nel frattempo però è successo l’impensabile: dopo che per evitare di dare i pieni poteri a Salvini Matteo Renzi aveva creato il governo proprio con i 5 Stelle, il fiorentino ha ribaltato il governo. Però governa sempre con i 5 Stelle. Gli stessi elettori grillini ormai hanno la testa a pezzi, tranne quelli che si sono piazzati su qualche sedia politica. Hanno governato con tutti e tutti hanno governato con loro. Allora ecco l’illuminazione dell’Elevato Grillo: diventiamo verdi. Non di rabbia questa volta, ma di idee: assorbiamo cioè l’identità di ambientalisti che va molto forte in Europa ritrovandone così una dopo che ci siamo sputtanati quella di movimento anti sistema. E non a caso c’è un altro abituato a saltare da uno schieramento all’altro in base alle convenienze: Beppe Sala. Così il Beppe Minore, non ce ne voglia Sala ma ancora non controlla il Parlamento, ha seguito il Beppe Maggiore a cui era già andato a chiedere un posto di lavoro (così ha raccontato Barbacetto) perché non aveva più voglia di fare il sindaco. E ora anche Sala è verde, però si dice verde ma si legge 5 stelle.

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Imbarazzo per Sala per il paragone tra Anna Frank e Greta

Imbarazzo per Sala per il paragone tra Anna Frank e Greta. Il sindaco ai microfoni di Rai Documentari durante le riprese al Piccolo teatro dell’anteprima del docu-film #AnneFrank ha dichiarato: “Penso che Anne sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in così giovane età. Viene naturale pensare a Greta, perchè sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile”. Un paragone che ha causato l’indignata reazione del centrodestra e costringe il primo cittadino a correggersi, perché Sala sembra far fatica a scusarsi. Ci è riuscito quasi del tutto quando ha rivisto le sue posizioni filo negazioniste a inizio pandemia, ma in tanti lo capiscono perché quando Fontana apparse per primo con la mascherina in video lo presero per un cretino. Poi hanno capito e persino lui ha chiesto scusa, pur se con qualche precisazione. Stavolta non riesce a scusarsi, ma è costretto a precisare il suo pensiero come un Berlusconi degli anni ruggenti. Il paragone regge se si vede alla quantità delle reazioni indignate. Deborah Giovanati, assessore all’Educazione del Municipio 9, ha replicato subito duramente alle parole di Sala: “Carissimo Beppe Sala, Perché strumentalizzare così la figura di Anne Frank? Le tue parole hanno creato tanto disagio e sofferenza in chi ha sofferto per la persecuzione nazista e l’Olocausto. In tutti noi. Banalizzare il passato, in modo così superficiale e inappropriato, per il proprio tornaconto di immagine? Abbi almeno il buon gusto di chiedere scusa a tutta la comunità ebraica e a tutti i cittadini milanesi. “Penso che Anne sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in cosi’ giovane eta’. Viene naturale pensare a Greta, perchè sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile”. Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala, ai microfoni di Rai Documentari, durante le riprese dell’anteprima del docu-film #AnneFrank!. Rosa Pozzani, vicepresidente del Municipio 4, ha attaccato le parole di Sala: “Sala vaneggia e paragona Greta Thumberg ad Anna Frank, l’adolescente quindicenne uccisa nel campo di concentramento di Bergen – Belsen. Signor sindaco, a tutto c è un limite! Non ci si riempie la bocca tanto per farlo con simili faziosi paragoni che non stanno né in cielo né in terra e che denotano solo grettezza, superficialità e impreparazione. Hai oltraggiato e offeso la memoria della Comunità Ebraica. In campagna elettorale tutto il lecito è consentito, ma questo proprio no! Non è consentito!  Torni in serenità a fare il “manager” al più presto, così saremo tutti più liberi dalla paura di ascoltare altre simili o peggiori sciocchezze dette da chi tutto potrà essere, ma mai più il sindaco di Milano! Anna Frank 12 giugno 1929 – Febbraio 1945. Dal 1942 al 1944 scrive il “Diario” di Anna Frank. Lucida e toccante testimonianza della vita di una famiglia ebrea nella seconda guerra mondiale e della tragedia della Shoah. Il Diario diventa durante la sua clandestinità obbligata l’Amico unico su cui sfogare le paure e le frustrazioni di una così lunga segregazione. Grazie al Diario di Anna Frank si ha testimonianza storica della condizione degli ebrei perseguitati dal nazismo, ma anche la storia di una adolescente, che nonostante la sua giovane età, già formata e ben delineata personalità, per due lunghissimi anni vive in un alloggio segreto la grande fragilità che la clandestinità genera in chi la vive. Nessuno meglio di Anna Frank è riuscito a trasmetterci le paure, le angosce, i sentimenti che il periodo nazista ha provocato in lei e in un intero popolo, quello Ebreo. Purtroppo il resto, il seguito del Diario è a conoscenza di tutti. Ancora oggi viviamo l’ombra di simili ritorni di quelle tragedie. Infine, paragonare la ragazzina di oggi, con la vita di oggi, a una giovane col vissuto di Anna Frank, beh siamo proprio caduti in basso! E questo paragone lo ha fatto il sindaco di una grande città come Milano!  #IlRicandidatoNonÈIlMioSindaco ‘Sono stupito e amareggiato, come cittadino di Milano e come parlamentare, dell’accostamento fatto dal sindaco Sala in una trasmissione Rai fra Anna Frank e Greta Thunberg’. Lo afferma in una nota Andrea Orsini, deputato di Fi, che annuncia, insieme al collega di partito Giorgio Mulè, un’interrogazione urgente in commissione di Vigilanza Rai. Anche secondo il consigliere regionale leghista Gianmarco Senna “con le sue parole Sala non soltanto insulta la memoria di Anne Frank, ma mette anche in difficoltà la stessa Greta Thunberg, strumentalizzandola”. Alla fine Sala è dovuto tornare sui suoi passi. “È più che evidente che non ci fosse la volontà da parte mia di fare un paragone, che del resto non avrebbe alcun senso, tra il dramma della Shoah e le vicende politiche dell’oggi – ha scritto Sala a Milo Hasbaini, presidente della Comunità ebraica -. Si parlava di coraggio di giovani donne e il giornalista mi ha portato sull’attualità, facendo un riferimento a Greta. Lo ribadisco con chiarezza: il dramma della Shoah è tragicamente unico e non esiste paragone possibile”. ANSA

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Anche Azione sosterrà Beppe Sala

Niccolò Carretta, coordinatore regionale di Azione e consigliere regionale, il Coordinatore provinciale Alberto Daina, Giulia Pastorella, e Mariasole Mascia, responsabile regionale degli Enti Locali hanno definitivamente sciolto la riserva in merito alle elezioni comunali di Milano: “Azione sarà in campo, con una propria Lista, per sostenere la candidatura di Beppe Sala. L’idea di Milano, la progettualità e la concretezza dimostrata in questi anni ci hanno convinti, senza alcun dubbio, a candidarci con il nostro nome e il nostro simbolo al Consiglio Comunale. Nelle prossime settimane saremo certamente aperti al dialogo ed a eventuali integrazioni con le altre forze politiche intenzionate a dare una mano al progetto a partire ovviamente da chi condivide i nostri stessi gruppi parlamentari, ma Azione è intenzionata a diventare sempre più un chiaro e ben definito soggetto alternativo al populismo, al sovranismo e alla poca serietà e senso di responsabilità che certi soggetti politici hanno dimostrato nelle ore passate”.

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