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Crisi Covid19 e i pericoli dell’hacking

Crisi Covid19 e i pericoli dell’hacking. Mentre il dibattito pubblico somiglia sempre più a una maionese impazzita, nuovi pericoli si accumulano all’orizzonte.  Un esempio? In questi giorni il fondatore di Yoroi Marco Ramilli ha avanzato l’ipotesi che sia tornato in attività un gruppo di criminali digitali noti come Hidden Cobra. Un gruppo che secondo alcuni lavora per la Nord Corea e, soprattutto, che nei giorni scorsi potrebbe aver attaccato la più grande centrale nucleare indiana. Spieghiamo: l’attacco è avvenuto, come confermato da una nota ufficiale delle autorità indiane. Come spesso accade invece non è certo chi sia l’attaccante, ma dall’analisi della struttura del “virus” effettuata da Ramilli sembra indicare che l’attacco sia venuto dallo stesso gruppo. Ora non si potranno avere mai certezze al cento per cento in quest’ambito, perché ovviamente nessuno si auto denuncerebbe, ma questo fatto accende una luce su un tema molto importante: la sicurezza delle infrastrutture tecnologiche. In particolar modo di quelle che servono e proteggono le infrastrutture fisiche di una nazione. In Italia le centrali nucleari sono state dismesse, ma in Francia no e sono molto vicine al confine. Inoltre non sono le uniche. Per riportare il discorso al territorio meneghino: pensate cosa potrebbe succedere se con un attacco simile ai vecchi ddos, per altro ancora usati, qualcuno mettesse fuori uso la rete di A2A, oppure i sistemi di distribuzione dell’acqua. Esistono protocolli che prevedono questi scenari, per cui nella maggior parte dei casi non ci accorgeremmo nemmeno dell’attacco o durerebbe comunque pochissimo tempo. Però uno dei più devastanti attacchi degli ultimi anni fu Wannacry, che mise in ginocchio buona parte delle strutture sanitarie inglesi ed europee. L’Italia, strano ma vero, limitò i danni grazie a un ritardo nello sviluppo nei sistemi informatici: il sistema italiano era talmente vecchio e poco connesso che il virus non riuscì a penetrare tanto a fondo come in altri paesi. Ma oggi come siamo messi? Gli attacchi di phishing con al centro il Coronavirus si moltiplicano, anche se per il momento sembrano più intenzionati a rastrellare soldi dai privati. Ma se domani la competizione globale per le cure dovesse portare a una nuova fase della guerra cibernetica che stavamo già vivendo? Forse è il caso di parlare della crisi covid19 e i pericoli dell’hacking ad essa connessi prima che passi troppo tempo. Il pericolo dell’orgoglio e della superbia non è l’unico da cui guardarsi.

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Covid19, l’ecografo wireless che può aiutare i medici

Covid19, l’ecografo wireless che può aiutare i medici. L’idea è di una piccola e media azienda milanese che ha a disposizione una sonda portatile che permette di eseguire rapidamente l’ecografia, e l’immagine diagnostica viene rilevata in real-time, su uno smartphone oppure su un tablet, e che può così essere analizzata direttamente dall’operatore sanitario per la diagnosi, oppure essere trasmessa al medico-specialista di pertinenza. Ora, in questa emergenza Covid19, l’ecografo wireless che può aiutare i medici a controllare lo stato dei polmoni delle persone anche a distanza della struttura ospedaliera sembra uno strumento utile. Sia chiaro: l’ecografo esegue diagnosi precoci ecografiche. Però già da quelle un medico può capire qualcosa delle condizioni mediche di un paziente. E se l’esercito di volontari, supportati dalle donazioni dei privati, che ora è in marcia per sostenere proprio le truppe in camice bianco potesse disporre di un sistema simile? Chiunque potrebbe rapidamente mettere a disposizione dei medici in ospedale una precoce ed importante valutazione dei casi sospetti, capendo chi necessita con più probabilità di cure in ospedale e chi no. Come spiega lo stesso sito dell’azienda, l’ecografo Wireless, essendo uno strumento portatile e privo di filo, permette innanzitutto (lavorando ovviamente nella maniera corretta) di esercitare in ambiente asettico o, comunque, virus-free. Inoltre, qualora dovesse uscire una normativa che preveda la disinfezione della strumentistica ospedaliera, a differenza di molti altri apparecchi che mostrano l’impossibilità alla disinfezione (e che quindi l’unico destino a cui possono andare incontro è l’eliminazione), l’ecografo OTE Wireless non ha per nulla questo tipo di problematiche, tant’è che addirittura può essere chiuso in un sacchetto ermetico e spedito dall’altra parte del mondo senza subire qualsivoglia sorte di contaminazione (ci sono oltretutto delle soluzioni a base di alcol per la pulizia facilissimi da reperire). A questo link potete vedere come Pietro Muscatelli, a capo di OTE Medical spiega perché il dispositivo commercializzato dalla sua azienda potrebbe aiutare a combattere l’affezione da SARS-nCov-2.

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Covid19, la Paura e il Coraggio

Covid19, la Paura e il Coraggio. In questi giorni assistiamo allo sfaldamento intellettuale di buona parte d’Italia. Un degrado civile accettabile in tempi di pace, perché non c’è niente di più rilassante e sicuro del parlare del nulla, ma oggi si impone una reazione. Le paure di una società di fatto ormai inesistente dal punto di vista dei legami sociali stanno esplodendo nel peggiore dei modi. I motivi sono tanti, ma essenzialmente è il risultato della cavalcata verso il pensiero inutile degli ultimi 40 anni, quello dell’accumulo delle cose a discapito dei valori umani, che ci ha portato a non saper pensare. Una delle espressioni più frequenti è “meditate, meditate…”. Peccato che le capacità di elaborazione di un pensiero complesso siano perdute da tempo: ormai è difficilissimo sostenere un dialogo per l’oggettiva incapacità della maggior parte delle persone di comprendere ragionamenti con più di una o due informazioni per volta. Non a caso è tornato di moda l’ipse dixit e il sillogismo, due artifici retorici creati essenzialmente per diffondere idee semplici, povere, insomma non umane. Questa carenza di capacità dipende per assurdo proprio dall’elevatissimo livello di benessere raggiunto dalla nostra società: il costante abbassarsi di tutti i pericoli a cui l’umanità è sempre stata sottoposta (carestie, pestilenze, guerre) ha causato un’incapacità intellettuale di afferrare il senso degli eventi. Il superfluo è diventato necessario, causando crisi nervose in chi si sente violato dal divieto di passare la giornata al bar a fissare i corpi delle donne che passano. O chi dopo averli messi al mondo ora si trova costretto a frequentare i figli per tutto il giorno. Immersi in una società dell’inutile, come tutte quelle evolute, abbiamo perso progressivamente le capacità di base. La prima lasciata per strada in questo percorso intellettuale e sociale è quella di affrontare la paura. La paura è sempre stata la spinta che ha portato l’umanità a compiere meraviglie, perché la reazione era il coraggio. Non si può avere coraggio senza prima soffrire una profonda e sincera paura. Ma il coraggio non si estrinseca con l’erezione di un muro o una pallottola in testa a chi ci spaventava. Quelle sono soluzioni temporanee e tendenzialmente non risolvono la paura né le sue cause. Il coraggio è respirare quando ci manca il fiato. E’ combattere quando tutti scappano. Il coraggio è la paura stessa che si trasforma in azione positiva. Il coraggio è anche faticare intellettualmente per cambiare modo di pensare: non semplicemente cambiare idea secondo l’ormai vetusto Voltaire, ma rimodulare tutto il sistema di pensiero. Per capirsi: non si tratta di decidere se mettere le strisce pedonali qui o lì, ma di decidere come muoversi in generale. Questa crisi è un enzima di un cambiamento già in atto da tempo, ma il presente è ancora prigioniero di un Novecento che non vuole morire. Le regole di base erano già cambiate, ma erano ancora poco visibili. Basti pensare che quando nel Settecento si costruivano le prime linee ferroviarie di massa (quelle che avrebbero di fatto cambiato il mondo in modo radicale) era tecnicamente ancora vivo il Sacro Romano Impero. Oggi siamo in una situazione simile: mentre si costruiscono le infrastrutture del nuovo mondo, il vecchio è ancora in forma a sufficienza per non permettere l’evoluzione della società. E dunque le crisi intellettuali aumentano. E, spiace scriverlo, crediamo aumenteranno ancora. Intanto cresce la Paura, ma non il coraggio. Per ora prevalgono le reazioni isteriche di un mondo morente. Ma per il Covid19, la Paura e il Coraggio saranno le nostre vere sfide: non possiamo sconfiggere i virus per sempre, non si può andare in guerra senza morti, non si può correre senza avere il fiatone. Però possiamo puntare più sulla ricerca di nuove cure che di nuove bombe, puntare più sulle protezioni per chi ci deve curare che sul mercato dell’inutile, possiamo allenarci per correre meglio e più a lungo. Ci serve la il Coraggio, lato luminoso della luna nera chiamata Paura. Torniamo umani, abbracciamo la Paura e lanciamoci verso un mondo che ha finalmente l’occasione di diventare migliore di prima.

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Assonidi a Mattarella: dopo quella sanitaria, un’emergenza sociale

Assonidi a Mattarella: dopo quella sanitaria, un’emergenza sociale. Migliaia “di piccole imprese, cooperative ed associazioni” che, per l’emergenza Covid-19 “senza una continuità del servizio resisteranno al massimo fino ad aprile”. Con la presidente Federica Ortalli (e il direttore Paolo Uniti) Assonidi, l’Associazione Confcommercio degli asili nido e scuole d’infanzia, ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un accorato appello al Capo dello Stato per descrivere la drammatica situazione di un vasto mondo e imprenditoriale e sociale. I gestori dei servizi educativi per l’infanzia privati 0-6 anni costituiscono “un insieme che raccoglie decine di migliaia di cittadine e cittadini, educatori, bambine e bambini, genitori, collaboratori scolastici, personale amministrativo, pedagogisti, da sempre fermamente impegnati nella promozione dei valori e dei princìpi incarnati dalla scuola così come disegnati dalla nostra Costituzione”. Quando finalmente l’emergenza sanitaria sarà alle spalle, ma con la chiusura di tantissime imprese del settore “Nascerà un’ulteriore emergenza sociale per la Nazione: la mancanza di posti per soddisfare le richieste delle famiglie quando inizierà la ripresa del mondo produttivo italiano”. Assonidi si appella al ruolo di Mattarella come Garante della Costituzione: va evitata “la chiusura di luoghi che rappresentano il primo momento di vita comunitaria” per i più piccoli, “spazi di crescita e sensibilità in grado di trasmettere valori educativi fondamentali per la rinascita del Paese”.

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Coronavirus, un responsabile per condominio

Coronavirus, un responsabile per condominio. In questo periodo tutti chiedono ai cittadini di non uscire, ma come fare per la spesa? Una soluzione potrebbe essere il responsabile del condominio. Un ruolo in cui gli eletti milanesi non fuggiti altrove potrebbero dare una mano e rendere esplicito il loro ruolo oltre all’azzuffarsi nei consigli di Municipio. La nostra è una proposta pratica: in ogni condominio si può scegliere un rappresentante che si occupi di raccogliere gli ordini per la spesa in modo da ordinarla in un solo colpo. In questo modo si ridurrebbero gli spostamenti dei cittadini e si potrebbero valorizzare le attività più piccole in sofferenza. Inoltre sarebbe un’occasione straordinaria per ricostruire i legami sociali che si sono persi nella corsa impazzita dell’era pre-virus. In quanti conosciamo i nostri condomini? Nella maggior parte dei casi ne abbiamo intravisto qualcuno alle riunioni di condominio, altrimenti sono sconosciuti. Allora questa è un’ottima occasione anche per la classe politica, specialmente quella che sui telegiornali va poco. Percepite indennità e stipendi da anni, oggi è il momento in cui potete restituire qualcosa. E, sì farvi conoscere dal territorio male non può danneggiarvi. La politica potrebbe essere il motore di una buona pratica per collaborare tutti a quello che è uno sforzo bellico in piena regola. Tutti devono partecipare e questo combattimento. In questo caso non ci sarebbero che vantaggi in un’operazione del genere: i consumi di gruppo portano a risparmi. Pensate l’effetto a cascata che potrebbe avere: se comprando insieme ai condomini, e poi magari a tutta la via, risparmiassi anche solo cento euro al mese? Poi basterebbe chiamare A2A per scoprire che un certo numero di persone costituisce un cliente diverso dal singolo utente. E anche lì, risparmi. E indovina? Un abbonamento condominiale a paytv, tlc e qualunque altro servizio può essere più performante e più economico per il singolo. Insomma potremmo riscoprire proprio sotto quest’attacco violento e invisibile il senso dello stare insieme. Non è solo la propagandatissima cena insieme in cui avviarsi verso il diabete, l’alcolismo o l’obesità. Stare insieme come scopriamo in questi giorni, vuol dire sentirsi liberi nell’obbedire alle indicazioni del governo. Perché ci sentiamo parte di una comunità più grande del solito cerchio della fiducia stile Facebook. La spinta a combattere tutti con impegno la stessa giusta battaglia ha cancellato i cattivi pensieri e mostrato una parte bellissima d’Italia che sta combattendo in prima linea con un coraggio da leone. Donne, uomini e giovani vengono lanciati in mezzo a una situazione che sta mettendo a dura prova le scorze più dure. Oggi tutti però possiamo e stiamo partecipando a quello sforzo, come dimostrano le iniziative che si ripetono a raffica dalle finestre. Una gran parte d’Italia c’è e combatte. Ora può dare un nuovo contributo contro il Coronavirus, un responsabile per condominio.

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Coronavirus: Gruppo Cap sospende le bollette

Coronavirus: Gruppo Cap sospende le bollette. Gruppo CAP annuncia il rinvio dei pagamenti delle bollette. Per contrastare i disagi dei cittadini dovuti all’evoluzione dell’emergenza Coronavirus/Covid-19, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano mette in atto con effetto immediato misure concrete per agevolare i pagamenti azzerando ogni costo aggiuntivo. In particolare, le bollette in corso di emissione, che hanno come scadenza di pagamento il prossimo 15 aprile, potranno essere pagate entro il 1° giugno senza nessun costo aggiuntivo. Lo stesso termine sarà applicato inoltre a chi ha scelto la domiciliazione bancaria. Per i clienti che non avessero ancora provveduto al pagamento delle bollette con scadenza 28 febbraio 2020 non sarà prevista l’applicazione di interessi di mora, in caso di pagamento effettuato entro il 1° giugno 2020. Infine, è sempre possibile rateizzare le bollette di importo superiore a 80 euro facendone richiesta tramite il sito internet www.gruppocap.it oppure tramite mail a rateizzazioni@gruppocap.it oppure contattando il servizio clienti al numero 800. 428.428. Dalla scorsa settimana, a fronte dell’emergenza della pandemia in corso che ha costretto Gruppo CAP a chiudere gli sportelli aperti al pubblico, l’azienda pubblica ha annunciato il potenziamento dei canali telefonici e online a beneficio dei servizi destinati ai consumatori, garantendo inoltre gli interventi urgenti e le attività non rimandabili. Per le urgenze l’invito è di rivolgersi ai numeri verdi di assistenza e di pronto intervento. Numero verde Servizi al pubblico: 800.428.428 Numero verde Pronto Intervento: 800. 175.571 Sito web: www.gruppocap.it sezione clienti Gruppo CAP Gruppo CAP è la realtà industriale che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della Città Metropolitana di Milano secondo il modello in house providing, cioè garantendo il controllo pubblico degli enti soci nel rispetto dei principi di trasparenza, responsabilità e partecipazione. Attraverso un know how ultradecennale e le competenze del proprio personale coniuga la natura pubblica della risorsa idrica e della sua gestione con un’organizzazione manageriale del servizio idrico in grado di realizzare investimenti sul territorio e di accrescere la conoscenza attraverso strumenti informatici. Per dimensione e patrimonio il Gruppo CAP si pone tra le più importanti monoutility nel panorama nazionale. Nel 2017 si è aggiudicato il premio assoluto Top Utility come migliore Utility italiana.

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