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De Corato (FdI): penalisti riprendono le tesi dei centri sociali

“La Camera dei Penalisti ha descritto oggi la struttura di via Corelli come un luogo del terrore e dell’ingiustizia, seguendo, dunque, la scia di quanto vanno dicendo da mesi i centri sociali, attraverso la rete “No-Cpr”, e il centrosinistra. Il 15 ottobre scorso avevo fatto un sopralluogo nella struttura in funzione da poco tempo e nella quale, qualche giorno prima, c’era stata la prima rivolta. Nonostante i danneggiamenti riportati, ho trovato il centro idoneo a svolgere lo scopo per cui è entrato in funzione”, lo dichiara l’Assessore regionale alla sicurezza, Riccardo De Corato, in merito alle affermazioni della Camera dei Penalisti sul Cpr di via Corelli. “Da allora, altre due rivolte hanno danneggiato ulteriormente l’edificio facendo lanciare un allarme anche dal Sindacato di Polizia, il Sap, che si è rivolto al Questore. Sembra quasi ci sia uno schema ben preciso: da una parte gli ospiti del centro si impegnano al massimo, continuando a dimostrare la loro natura delinquenziale, a distruggere l’edificio nel tentativo di renderlo il più possibile inagibile, dall’altra alcune associazioni, i centri sociali ed il centrosinistra, facendo leva sull’inagibilità della struttura, spingono affinché essa venga chiusa. Spero che la risposta a tutto ciò sia un aumento delle forze dell’ordine in assetto antisommossa pronte ad intervenire per sedare eventuali nuove rivolte. Questa è una struttura nella quale vengono ospitati gli stranieri, per lo più irregolarmente presenti sul nostro territorio e con diversi precedenti alle spalle, in attesa del loro rimpatrio, non si tratta di un luogo di villeggiatura. In Lombardia, secondo i dati di Orim e Polis, sono almeno 112mila i clandestini presenti e liberi di girare. Questo dato – conclude De Corato- conferma quanto sia importante e fondamentale la presenza del Cpr di via Corelli, per rimpatriare tutti coloro che non hanno il diritto di stare in Italia o che, poiché delinquono, sono ritenuti pericolosi per la nostra società”.

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De Corato: Milano perde 16 posizioni nella classifica della qualità della vita

“La Lombardia e Milano sono in “zona arancione”, grazie all’impegno dei cittadini e nonostante l’atteggiamento del sindaco Sala che non si è speso a difesa dei milanesi ma si è limitato ad attendere le decisioni del Governo. i negozi hanno finalmente potuto riaprire e hanno visto tornare i clienti per lo shopping. Non ci sono stati assembramenti ma il rispetto delle regole anti-contagio: ingressi controllati, mascherine, osservanza del distanziamento interpersonale. Continuiamo così, rispettando a pieno le regole per andare verso un’ulteriore riduzione dei contagi e ad una riapertura anche di quelle attività che ancora sono in maggiore sofferenza. Mi riferisco a bar e ristoranti che, secondo le previsioni di Confcommercio a Natale registreranno un calo di circa il 62,6% rispetto al 2019, a fronte di una diminuzione dei consumi generalizzata che si attesta al 20,3%. Rispettiamo le regole in modo che presto anche bar e ristoranti possano riaprire in sicurezza”, è il commento dell’Assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato ai dati diffusi da Confcommercio sui consumi nel periodo di Natale. “L’impatto del Coronavirus per l’economia della Lombardia e di Milano è stato devastante. Lo dimostra anche l’indagine di ItaliaOggi che, quest’anno, vede Milano perdere 16 posizioni e attestarsi al 45esimo posto nella classifica delle città italiane con la migliore qualità della vita”, conclude De Corato.

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De Corato (FdI): in due mesi gravi danni al CPR di via Corelli

“Sono passati, solo, 58 giorni dall’apertura del Cpr di via Corelli a Milano ed oggi il sindacato di Polizia Sap denuncia, dopo i disordini del 12 ottobre u.s. e del 20 novembre u.s., la sua parziale inagibilità”, commenta così l’ex vice l’Assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato in merito a quanto denunciato dal Sap in seguito alla rivolta dei detenuti del Cpr di via Corelli avvenuta lo scorso 20 novembre. “Mi auguro che il Questore ascolti le richieste del sindacato di polizia SAP. Il Centro per i rimpatri deve essere visto e concepito come un carcere che precede l’espulsione e non certo come un luogo di villeggiatura in attesa del rimpatrio – aggiunge De Corato – Coloro che vi soggiornano sono quasi tutti extracomunitari con precedenti penali che a continuare a comportarsi da balordi non hanno nulla da perdere. Per questo il loro soggiorno deve essere concepito come un arresto e non come un momento di aggregazione e riabilitazione. Queste rivolte delineano con chiarezza i personaggi con i quali hanno a che fare i poliziotti, ai quali esprimo la mia vicinanza e gratitudine“. “Quasi tutti i Cpr sono stati teatri di rivolte. Ora è assolutamente necessario ascoltare le richieste del Sap a cominciare da quella riguardante la sicurezza degli operatori,  le stanze di isolamento per il Covid e l’indifferibile urgenza di mettere in sicurezza le tre aree devastate dai delinquenti rivoltosi. Il Governo sta per mettere mano al decreto sicurezza con l’intento di regolarizzare oggi il maggior numero possibile di clandestini. In tutto ciò, l’unica cosa positiva che emerge è la disciplina processuale per i delitti commessi nei Cpr. La nuova norma prevede, infatti, – conclude De Corato – la flagranza differita che consentirà alle forze dell’ordine di procedere all’arresto entro 48ore dai fatti, anche sulla scorta di documentazione video e fotografica”.

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Chiesti 14 anni per Mahamad Fathe

Chiesti 14 anni per Mahamad Fathe. A darne notizia ieri Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza: “Oggi, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, arriva una notizia positiva: il Pm Enrico Pavone ha chiesto la pena di 14 anni per il 25enne yemenita che il 17 settembre 2019 colpì alla gola con delle forbici un militare in Stazione Centrale”. Commenta così l’ex vice Sindaco di Milano ed Assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, la richiesta del Pm Pavone della condanna a 14 anni e 3 mesi di carcere per Mahamad Fathe, il 25enne arrestato per tentato omicidio aggravato dalla finalità terroristica per aver ferito alla gola un militare. “Il PM nella sua requisitoria, citando quanto accaduto a Nizza e a Vienna, ha fatto riferimento alla pericolosità di lupi solitari come Fathe. Questo è un campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato. La Francia e l’Austria sono state bersaglio di assassini che hanno costruito la loro strategia di morte in maniera autonoma e addirittura c’è chi è passato dal nostro Paese come il killer di Nizza, Brahim Aoussaoui, sbarcato il 20 settembre scorso a Lampedusa. Ricordo che lo yemenita era stato segnalato per terrorismo ed era uno dei tanti richiedenti asilo presenti sul nostro territorio. Chissà quanti altri come lui ci sono in Lombardia. Intanto continuano gli sbarchi: negli ultimi 4 giorni sono approdati sulle coste italiane 2.254 extracomunitari, di questi 818 tunisini. La nostra regione è quella con l’indice d’accoglienza maggiore d’Italia con il 13%, pari a 10.961, di pseudo richiedenti asilo ospitati nelle strutture lombarde. A questi poi vanno aggiunti i clandestini che, secondo i dati Orim e Polis Lombardia, sono 51.400 a Milano e 112 mila nell’intera regione. Non è più tollerabile avere cani sciolti in giro per le nostre città: spacciatori, rapinatori ed anche, poi, terroristi, fuori da ogni controllo. Ci vuole un giro di vite, prima che sia troppo tardi! Il nostro Paese, grazie probabilmente alla nostra intelligence, non è stato ancora preso di mira da queste mine vaganti, ma serve agire prima che sia troppo tardi! Ringrazio – conclude De Corato- tutti i militari di “Strade Sicure” per quanto fatto nelle nostre città e per il loro continuo impegno, anche in questo drammatico periodo di pandemia”.  

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Monopattini, De Corato(FdI): “Dove sono i dati delle multe?”

Monopattini, De Corato(FdI): “Dove sono i dati delle multe?”. “Oggi, secondo i dati Areu, Milano ha raggiunto il drammatico traguardo dei 200 incidenti in monopattino registrati dal primo giugno. Nella notte tra venerdì e sabato, in viale Bligny, altri due ventenni sono caduti dal monopattino ferendosi e finendo al Policlinico. Oggi, il Codacons, come io feci fin dal primo momento della diffusione di questi mezzi elettrici in città, chiede che diventi obbligatorio l’uso del casco per tutti quelli che viaggiano sui monopattini, compresi i maggiorenni. La pericolosità di questi dispositivi di trasporto è ormai un’evidenza dimostrata dai dati dei sinistri che avvengono quotidianamente. L’unico che sembra non rendersene conto è il sindaco Sala che, dopo aver chiesto al comandante della Polizia Locale, un giro di vite sui controlli e sulle multe soltanto una settimana fa, non diffonde alcun dato sull’effettiva attività svolta dai vigili. Quante persone in monopattino sono state controllate dal suo “appello alla severità” di 7 giorni fa? Quante contravvenzioni sono state elevate? Non lo sappiamo, mentre conosciamo fin troppo bene l’escalation di incidenti dal primo giugno a oggi. Non basta rilasciare dichiarazioni ai giornali, servono fatti concreti”, afferma l’assessore lombardo alla Sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, commentando la richiesta del Codacons di rendere obbligatorio l’uso del casco in monopattino anche ai maggiorenni. Il Codacons in realtà non si era limitato alla richiesta, ma aveva presentato un esposto in Procura perché “venga presa in considerazione la responsabilità del Comune di Milano” sui numerosi incidenti stradali che negli ultimi mesi hanno coinvolto monopattini elettrici in città. E’ l’iniziativa giudiziaria preannunciata dal Codacons dopo i primi risultati dell’attività di monitoraggio dei pm del dipartimento “salute e lavoro” della procura, diretti dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano: stando ai dati elaborati dalla Polizia Locale tra il 1 maggio e il 15 agosto i conducenti di monopattini sono stati coinvolti in 90 incidenti (quasi uno al giorno).

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De Corato (FdI) in Piazzale Loreto operazione ingorgo riuscita con successo

“Oggi, con buona pace della sicurezza stradale, la conclusione in piazzale Loreto del folle tracciato della pista ciclabile che collega piazza San Babila a Sesto Marelli. Linee tratteggiate bianche, linee continue gialle e uno spartitraffico per delimitare la corsia riservata ai ciclisti più insicura d’Italia”. Commenta così l’ex vice Sindaco di Milano ed Assessore regionale alla sicurezza stradale Riccardo De Corato i filmati e le fotografie che ritraggono piazzale Loreto questa mattina, non in un orario di punta. “Uno spartitraffico, del quale non se ne comprende la necessità, che compare improvvisamente in mezzo alla strada restringendo di fatto le corsie di chi si immette in rotonda ed intasando di conseguenza il traffico. Alla Giunta meneghina non importa il crescente numero di incidenti che coinvolgono biciclette e monopattini, come non importa l’esasperazione dei lavoratori che si spostano in auto, quello che conta è solo portare a termine il suo folle piano di cospargere Milano di piste ciclabili concludendo così con successo l’ operazione ingorgo“. “Per il Comune è bastato tracciare delle righe di vernice sull’asfalto per realizzare queste piste ciclabili, senza preoccuparsi minimamente del congestionamento del traffico e della pericolosità di questi tracciati. Addirittura, in questo caso, il percorso per le bici si interrompe con la fermata dell’autobus all’altezza del civico 1 di viale Monza. Anche il Codacons tempo fa, presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, ha sottolineato, come già in precedenza avevo fatto io con un altro esposto, la pericolosità di queste piste ciclabili così fatte. Persino gli ambientalisti, il mese scorso, tramite le parole del consigliere comunale del Pd Carlo Monguzzi hanno dichiarato che avrebbero preferito il percorso ciclabile venisse realizzato sui marciapiedi. Proprio come fatto dal centrodestra quando era al governo della città. Invece il Comune continua a non ascoltare nessuno – conclude De Corato – e tira dritto per la sua strada animato dalla solita foga green”.

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