otello ruggeri

Usano il Covid per la lotta alle auto

Usano il Covid per la lotta alle auto. Ad accorgersi di questa idea dell’Amministrazione guidata da Giuseppe “Beppe” Sala è stato Otello Ruggeri di Fratelli d’Italia che aveva già segnalato alcune fake news del Comune sulle piste ciclabili. “Fra i provvedimenti elencati dal Sindaco Sala per riaprire le scuole in sicurezza, vi è quello relativo all’istituzione di zone “car free” (libere dalle auto pareva brutto) davanti agli istituti. Come la presenza di auto possa aumentare il rischio di contagio sfugge ai più. E hanno anche il coraggio di dire che non stanno usando il coronavirus per imporci il loro modello di società”. Una critica rivolta a chi pare non aver perso l’abitudine a portare avanti senza se e senza ma l’idea di una città sempre meno a misura di auto. Anzi, lo scopo pare sia eliminarle del tutto, impendendone sempre di più l’uso con tasse per entrare in certe zone o limitazioni sempre più ampie. Viene da chiedersi però perché i cittadini debbano essere obbligati a non usare un proprio bene per spostarsi invece che salire sui mezzi pubblici. Senza contare che non sempre è possibile compiere i tragitti previsti con la bicicletta, perché sono troppo lunghi o si usa l’auto proprio perché ci sono più tappe da cui passare, quindi diventa sempre meno sopportabile la tendenza a privare i cittadini di diritti nel nome del loro bene.

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Contestato da sinistra il nuovo manifesto del GP di Monza

Contestato da sinistra il nuovo manifesto del GP di Monza. Sarebbe troppo fascista il nuovo manifesto per alcuni esponenti della sinistra lombarda. Ci sono le frecce tricolori e, ancora più grave secondo i contestatori, un richiamo evidente al futurismo. Una corrente artistica che per alcuni è chiaramente riconducibile al fascismo vista la coesistenza temporale dei due fenomeni storici. Un attacco che però ha subito suscitato la difesa e il contrattacco del centro destra. Otello Ruggeri di Fratelli d’Italia ha commentato: “Se non fossero così ignoranti da non sapere cos’è il Futurismo non lo confonderebbero con il Fascismo”. Invece Oscar Strano di Forza Italia è intervenuto così: “#Italia. “È futurista, quindi fascista!” è la sentenza di questa moderna, sciatta e ignorante sinistra che ci tocca sopportare. Epperó qualcosa vi va detto: ad un “coglione non puoi dare dello stupidino, altrimenti si fa delle illusioni” diceva Funari. Vogliamo partire da #Marinetti, il fondatore del movimento futurista? Certo, fu tra i fondatori anche del fascismo. Fu però anche uno dei più vivaci oppositori del regime di Mussolini. Lui era avanguardista, il Mussolini di potere non più. Marinetti era per la lotta alla monarchia, alla borghesia e al Vaticano. Mussolini era diventato per Marinetti simbolo di passatismo, tutto ciò che il manifesto futurista voleva combattere. “Restò comunque un fascista!” Certo, anche nel momento meno opportuno e più squallido, cioè dopo il delitto Matteotti, quando tutti lasciavano la barca. Fu una scelta condannabile? Certo. Ma uomini e tesi vanno contestualizzate, sempre. Non per giustificare ma per comprendere. Per Marinetti tutto era “patria”. Disse e scrisse più volte che la parola ‘patria’ doveva prevalere sulla parola ‘libertà’. “Questo sentimento allora era forte: il fascismo si proponeva come esaltatore e salvatore della patria” – scrive Giordano Bruno Guerri, tra gli storici del fascismo più noti. Marinetti, come tutte le avanguardie, si serviva del potere per sbeffeggiarlo e ne fu un contestatore interno: dice no alle leggi razziali, unico a farlo e paga caro. I futuristi cessano di lavorare e Marinetti si svena per pagarli di tasca propria. Nel 1941 finisce senza una lira e non può pagarsi un’operazione allo stomaco. Era un generoso. Con spirito anarchico. Fece liberare molti prigionieri politici, sia di destra che di sinistra e tra questi #FerruccioParri che sarà il primo capo di governo antifascista. Fu anche un grande nemico di #Hitler, che aveva dichiarato guerra anche alle espressioni artistiche, definendole degenerate, come l’astrattismo, dadaismo, surrealismo, cubismo. Arrivò a dichiarare futuristi anche artisti che non lo erano affatto pur di proteggerli. Un uomo, la sua opera, le sue azioni: va compresa anzitutto la complessità. Il Futurismo non è solo Marinetti, chiaramente, ma è il caso più emblematico. “Maschilista, violento, guerrafondaio”. Probabilmente tutto vero. E molto altro. Soprattutto, fondatore di un movimento che ha rivoluzionato l’arte del ‘900. Rogo?”.

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Crisi asili comunali: le reazioni politiche

Crisi asili comunali: le reazioni politiche. La giunta Sala è di nuovo nel pallone per la gestione del patrimonio edilizio comunale destinato a nidi e materne. Sono tremila i bambini che rischiano di non trovare posto negli asili a settembre a causa delle nuove direttive governative sui distanziamenti. Giuseppe Sala e Pierfrancesco Majorino hanno subito cercato di buttare la responsabilità sulla Regione e sul governo, ma è subita arrivata la replica delle opposizioni: “Per l’ennesima volta l’ex Assessore Majorino, punta il dito contro Regione Lombardia accusandola di non avere fornito le linee guida necessarie ad evitare che venissero a mancare 3.000 posti negli asili nido di Milano”, commenta Andrea Mascaretti , Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale. “Non è così – aggiunge – i posti mancano proprio perché le linee guida sono state date e il Comune non è stato in grado di attuarle reperendo nuovi spazi resi necessari dalle norme di distanziamento indicate”. “Un compito – continua Mascaretti – ancora più arduo per la Giunta Sala, visti i molti immobili comunali che potevano essere utili allo scopo, ma non sono disponibili perché occupati abusivamente da anni, senza che da Palazzo Marino sia stato fatto nulla per sollecitarne lo sgombero. Majorino la smetta di farsi distrarre dalle pagliuzze – conclude Mascaretti – e cerchi di aiutare i suoi ex compagni di viaggio a rimuovere le molte travi che si sono disseminati da soli sul cammino”. “Il Consigliere Mascaretti tocca un nervo scoperto dei nostri territori – sottolinea Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord – Est Milano di Fratelli d’Italia – sono costellati di occupazioni abusive di immobili pubblici, che da anni chiediamo inascoltati siano restituiti alla collettività. Penso agli ex Bagni Pubblici di Via Esterle – continua – che da soli potevano coprire le esigenze di tutta via Padova e dintorni, o all’ex Liceo Omero di Bruzzano e a molte altre realtà come queste occupate senza titolo da gruppi di autonomi.  Quanti bambini avrebbero potuto ospitare oggi – si chiede infine Ruggeri – se fossero stati sgomberati e ristrutturati quando lo chiedevamo  noi anni fa?”.  “Il disastro della giunta Sala sui servizi per l’infanzia – commenta Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale della Lega – è l’ennesimo episodio che caratterizza un’amministrazione sempre più incapace di rispondere alle esigenze dei milanesi. I genitori, soprattutto italiani, sono sul piede di guerra e non trovano nel Comune un interlocutore adeguato. Palazzo Marino in questi mesi ha colpevolmente dormito senza organizzarsi e pensare agli spazi scolastici. L’immobilismo del Comune su tematiche così importanti lascia veramente perplessi. Tante famiglie hanno bisogno di risposte certe, non dell’inadeguatezza del Sindaco e dell’assessore Galimberti. Abbiamo capito che Sala non ha più voglia di fare il Sindaco, ormai preso da mire nazionali pur non essendo molto considerato a Roma, ma i milanesi non possono subire questa sua assenza da tutti i dossier importanti come la scuola“. “A giugno l’assessore Galimberti rispose a una mia interrogazione che per ogni asilo convenzionato costretto a chiudere a causa dell’emergenza COVID-19 ce ne sarebbero stati altri pronti ad aprire“. Ricorda invece Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia, aggiungendo “Mi piacerebbe sapere dall’assessore dove sono tutte quelle strutture pronte ad accogliere i bimbi in graduatoria di cui parlava, ma di cui sembra essersene dimenticata viste le dichiarazioni di questi giorni“. “Fa sorridere – continua – il disperato tentativo del PD cittadino di difenderla cercando di scaricare la colpa su Regione Lombardia e sul Governo. – concludendo – Vista che tiene col fiato sospeso 3.000 famiglie milanesi – inutile dirlo, per la maggior parte italiane -, il sindaco dovrebbe ritirare oggi stesso le deleghe a Laura Galimberti”. Il Comune di Milano lascia 7 mila bambini per strada e poi come sempre se ne lava le mani, scaricando addirittura colpe sulla Regione che non ha responsabilità sul tema” – ha affermato il capogruppo della Lega al Comune di Milano e parlamentare, Alessandro Morelli – Gli edifici scolastici a Milano non sono adatti alle nuove norme di sicurezza, gli spazi non bastano ma per Sala e Galimberti la soluzione è lasciare a casa i bambini e condannare migliaia di genitori al caos. Sala trovi spazi adeguati ad ospitare i servizi per l’infanzia, perché non può essere sempre colpa di altri”.  

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Caso bici Ofo, Fratelli d’Italia: chi vigila sull’utilizzo dei dati forniti ad esponenti del Pd?

Caso bici Ofo, Fratelli d’Italia: chi vigila sull’utilizzo dei dati forniti ad esponenti del Pd? La domanda arriva dopo che Enrico Turato, capogruppo di Fratelli d’Italia in Municipio 9, si è accorto che Amsa invia ai cittadini il numero di telefono di un consigliere di municipio del Partito democratico per segnalare le bici Ofo abbandonate. Ecco allora che i meloniani sollevano la questione: “In seguito all’indicazione ricevuta da AMSA, di segnalare la presenza di una OFO abbandonata via mail o cellulare, a recapiti poi rivelatisi appartenere a un esponente del PD, ho deciso di approfondire la questione per capire da quanto tempo il “servizio” fosse gestito in questo modo”. Lo rende noto Enrico Turato, Capogruppo di Fratelli d’Italia, nel Municipio 9. “Le ricerche mi hanno permesso di appurare che – spiega Turato – già nel settembre del 2019 l’Assessore Massimo Scarinzi e il vice presidente del Consiglio Filippo Andrea Rossi, entrambi del Municipio 3, avevano promosso la loro attività di recupero fornendo gli stessi recapiti. Un servizio che risolvevano segnalando a loro volta i mezzi abbandonati a chi di dovere: la Polizia Locale, attraverso la mail pl.ufficiocentraleveicoliabbandonati@comune.milano.it”. “Perché i due esponenti del PD abbiano preferito far transitare le segnalazioni da loro invece di pubblicizzare il recapito della Polizia Locale posso anche immaginarlo – conclude Turato – la vera domanda cui dare risposta è però: perché AMSA abbia fatto lo stesso?”. “Quella che si pone ora è la questione legale di come saranno tutelati dall’eventuale uso improprio dei propri dati, quelli che li hanno forniti in buona fede senza sapere di darli a degli esponenti politici”, spiega Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia. “Almeno un paio degli iscritti al nostro circolo hanno effettuato segnalazioni simili – continua Ruggeri – e ci sarà facile scoprire se in futuro riceveranno  comunicazioni politiche non richieste, ma non per tutti sarà così. Ci impegniamo quindi fin d’ora – aggiunge – a segnalare al garante per la privacy qualsiasi violazione di cui verremo al corrente e – conclude – ci attendiamo che i due esponenti del PD chiariscano al più presto se hanno provveduto a cancellare tutti i dati sensibili venuti in loro possesso e se questi siano stati conservati in server al di fuori dall’Unione Europea, o comunicati a terzi senza che venisse fornita adeguata informativa”.

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Su Atm non è colpa solo di Sala

Su Atm non è colpa solo di Sala. Come abbiamo più volte sottolineato sull’Osservatore, Sala ha molte colpe, ma chi gli sta intorno altrettante. Opposizioni comprese. Un sindaco di centro destra condannato non lo avrebbe accettato nessuno, tanto per dirne una. Ma sulle partecipate, come Atm è difficile dargli tutte le colpe: come ha sottolineato pubblicamente Otello Ruggeri, FdI, a controllare la commissione deputata a occuparsi delle partecipate c’è un membro dell’opposizione. “Mentre parte dell’opposizione chiede le dimissioni del Direttore di ATM e altra parte si interroga sul perché delle inspiegabili brusche frenate della Metropolitana rossa, che hanno causato numerosi feriti, se fossi un vero giornalista – e non lo sono – mi chiederei: mentre accade tutto questo cosa fa la Commissione di Controllo sulle Partecipate? C’è stato un giudice a Berlino, ci sarà pure almeno un vero giornalista a Milano” ha scritto Ruggeri. Una domanda legittima, visto che in teoria è il motivo per cui i politici guadagnano soldi pubblici: dovrebbero cioè curarsi della cosa pubblica, ma nel senso di manutenerla e migliorarla. E la commissione lo sta facendo? Sicuramente qualcosa le è sfuggito: le metropolitane sono messe molto male, non attraversavano un momento come questo da parecchio tempo. E le altre partecipate non sono messe benissimo, impegnate come sono nella corsa impazzita verso un futuro sempre più cool della città. La locomotiva scricchiola, come abbiamo evidenziato in altri articoli, ma non è colpa solo di Sala. Lui è il primo della linea, ma dietro ci sono tanti altri. A partire da chi ha voluto ruoli di responsabilità, ma non pare avere le capacità per rivestire le stesse cariche.  

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Diamo un nome a Piazza NoLo

Diamo un nome a Piazza NoLo. Per ora la chiameremo così, ma solo perché non c’è ancora un nome. L’incrocio nel cuore di NoLo reinventato piazza da un intervento di urbanistica tattica non era in effetti una piazza, dunque è senza nome. Perché allora non coinvolgere davvero i cittadini nella scelte che cambiano le loro vite? I residenti o district users (quelli cioè che non abitano nel quartiere, ma ci vivono le ore lavorative) hanno diritto a essere parte attiva nei cambiamenti. Anzi, il dovere. E soprattutto nel caso di piazza NoLo, visto che ci sono molte fazioni agguerrite per la creazione della nuova piazza. Allora perché non confrontarsi con un voto pubblico? L’idea piace molto, tanto è vero che Fratelli d’Italia ha proposto di intitolare la piazza a Norma Cossetto. Ma ci sono altri nomi che si potrebbero scegliere. Noi come Osservatore Meneghino vi proponiamo un voto pubblico, chiunque potrà scrivere a direttore@osservatoremeneghino.info la sua proposta di nome. A fine mese organizzeremo una giornata proprio nella piazza per scegliere il nome dello slargo secondo un voto pubblico. Parteciperanno anche Marco Granelli e Pierfrancesco Maran? Per noi sono invitati. Qui vi riportiamo le motivazioni della proposta di Fratelli d’Italia. “In un recente convegno su di lei, ho espresso la ferma volontà di impegnarmi per  tramandare il ricordo di Norma Cossetto” – spiega l’Onorevole Marco Osnato (FdI) –  cui fu insignita la medaglia d’oro al merito civile alla memoria con la motivazione: ‘Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio’. Per questo appoggerò con convinzione l’iniziativa dei miei amici milanesi di farle intitolare una piazza cittadina. “La figura di questa giovane Martire, di cui commemoreremo il ricordo, sabato 5 ottobre, in Piazza Martiri delle Foibe, nel corso  di una manifestazione intitolata ‘Una rosa per Norma Cossetto’ – aggiunge Andrea Mascaretti, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale – si inserisce perfettamente nel solco della volontà espressa dai legislatori con l’istituzione del ‘Giorno del Ricordo’, per questo presenterò una mozione con la richiesta le sia dedicata una  piazza a Milano”.  “L’intervento di urbanistica tattica a Rovereto, seppur realizzato a pochi passi da via Popoli Uniti, ha sortito l’effetto di dividere in due un quartiere, mettendo su fronti opposti i residenti. – spiega Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Almerigo Grilz di Fratelli d’Italia, che ha indicato il luogo – Dedicare la nuova piazzetta che si è formata a Norma Cossetto ci offre la straordinaria opportunità di dare un segno di pace, rispettando contestualmente  lo spirito di quelli che intitolarono ai Martiri Oscuri una delle tre vie che vi confluiscono”. Ma tu come vuoi chiamarla?

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