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Una scheda bianca è la scelta più logica

Una scheda bianca è la scelta più logica. Per più motivi. Il primo è che la scheda bianca rappresenta ormai storicamente il partito di maggioranza relativa alle urne. A ogni elezione, se ricordate, viene sottolineato come il primo partito sia quello degli astenuti. Che questo rappresenta una dimostrazione della disaffezione alla politica degli italiani, forse causata dalla mancanza di un’offerta all’altezza. Praticamente un rito laico come i servizi televisivi sul caldo estivo. Dunque una scheda bianca è la scelta più logica. In secondo luogo, è una buona idea la scheda bianca perché è il miglior commento alle idee politiche espresse oggi in Parlamento: per almeno i due terzi i programmi politici sono perfettamente sovrapponibili. Tendono ormai tutti alla stessa idea di continuità storica con l’attuale assetto istituzionale e sociale. Qualche idea di un presente, badate bene che scriviamo presente, diverso c’è. Di fatto però è soffocata da un mare magno di idee simili se non identiche. Un dramma vero da un certo punto di vista, ma una scelta obbligata quando si parla di voto: la scheda bianca. Non c’è nulla di male: a volte i popolo smarriscono le loro identità e si ritrovano a parlare solo di economia o tasse. Di solito è la situazione in cui finisce un’epoca e ne inizia un’altra perché per fortuna in tempi normali le banche scandiscono i trimestri e non la vita di un popolo. Ma per ora dobbiamo aspettare. Giorni e giorni, a meno di sorprese: il Parlamento è infatti del tutto ondivago e dunque potrebbe scegliere un Capo dello Stato tra due settimane come tra sei ore. Tutto può succedere in questo momento magico, anche per la presenza dei 5 Stelle che Conte pare non sia sicuro di controllare, ma soprattutto perché a parte la propria rielezione le priorità degli attuali capi e sottoposti non vanno molto oltre. Alcuni parlano del candidato ideale, ma quasi mai si tratta di un vero nome. Si fa giusto per restare registrato tra quelli che ufficialmente hanno fatto o no qualcosa di relativo all’elezione del Presidente. Ecco dunque perché una scheda bianca è la scelta più logica: tutti aspetteranno di vedere chi può veramente vincere e poi lo voteranno. Cercando nel contempo di intestarsi almeno in parte la sua elezione. Perché poi per 7 anni non se ne parla più e al timone ci sarà lui o lei.

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FdI, entro 2019 le firme per l’elezione diretta del Capo dello Stato

Si è svolto ieri a Palazzo Marino un covegno organizzato da Fratelli d’Italia per presentare la proposta di una legge d’iniziativa popolare per l’elezione diretta del Capo dello Stato. Davanti a un numeroso pubblico, hanno preso la parola il sociologo Francesco Alberoni, il Capogruppo in Consiglio Comunale, Andrea Mascaretti, che faceva gli onori di casa,il Senatore Ignazio la Russa, la Senatrice Daniela Santanchè e il capogruppo alla Camera dei Deputati Francesco Lollobrigida. Presenti anche Riccardo De Corato, Stefano Maullu, i due Coordinatori milanesi Riccardo Truppo e Enrico Turato e vari esponenti e simpatizzanti del partito di Giorgia Meloni. “Entro la fine dell’anno contiamo di portare in Parlamento la proposta di legge d’iniziativa popolare per l’elezione diretta del Capo dello Stato“. Ha dichiarato, Ignazio La Russa, al termine dell’evento. Dopo aver presentato in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare, “speriamo proprio che sia la volta buona per introdurre in Italia l’elezione diretta del Capo dello Stato, una battaglia storica della destra italiana“, ha ricordato l’ex ministro della Difesa. “Abbiamo approntato tutto – ha continuato La Russa – per iniziare la raccolta delle firme e contiamo di arrivare alle 50 mile firme autenticate al massimo entro la fine dell’anno, per poi depositare il tutto alla Camera e iniziare così il percorso parlamentare, che in questo caso prevederebbe un iter agevolato“. La Russa ha quindi sottolineato come i sondaggi certifichino che l’80% degli italiani siano a favore dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica, ma anche il fatto che ormai “anche la Lega si sta muovendo in questa direzione: ci fa piacere che una nostra iniziativa storica faccia breccia tra gli alleati e speriamo che accada anche tra gli avversari politici“. Infine, La Russa ha concluso spiegando che la proposta di legge non prevede affatto una modifica della durata del mandato, o dei poteri e delle prerogative del presidente della Repubblica, ma appunto solo la sua elezione diretta, che, nella pratica, “ne rafforzerebbe il ruolo attraverso l’investitura popolare“.  

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