renato saccone

Il Prefetto Saccone bacchetta i giornali sulla sicurezza a Milano

Il Prefetto Saccone bacchetta i giornali sulla sicurezza a Milano. Ieri infatti la Prefettura milanese ha diramato una nota: “In relazione ad alcuni articoli apparsi oggi sulla cronaca locale de Il Giornale Milano e Il Giorno Milano, riferite alle rapine in farmacia, il Prefetto Renato Saccone dichiara: “Fa bene Federfarma, nel solco di una consolidata collaborazione con le Istituzioni, a richiamare l’attenzione sulla sicurezza delle farmacie, in un periodo in cui la categoria sta dando un contributo importante per il contrasto alla pandemia. Avremo modo di operare insieme per una prevenzione sempre più efficace, attenzione però ad una distorta e non voluta lettura dei dati diffusi. Per i reati predatori nessun raffronto è serio, in rapporto ad un anno tragicamente straordinario come il 2020. Non si borseggia in strada quando la strada è deserta. La sequenza delle rapine nelle farmacie milanesi nell’ultimo quinquennio è: 186 nel 2016, 146 nel 2017, 111 nel 2018, 106 nel 2019, 92 nel 2021 (63 nel 2020). Il picco nel decennio è stato nel 2013 con 270. Sempre troppe ma sempre meno. Ai buoni risultati del 2021 ha contribuito l’elevato livello della risposta investigativa con il 77% delle rapine già attribuite ad un autore individuato, arrestato o deferito all’Autorità Giudiziaria. Attenzione, dunque, alla lettura dei dati ma anche a dichiarazioni precipitose da parte di chi ha responsabilità istituzionali””.

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Trasporti e scuola: a Milano ancora ingressi scaglionati

Trasporti e scuola: a Milano ancora ingressi scaglionati. Si è riunita in Prefettura, la Conferenza Permanente sul raccordo tra orario scolastico e trasporto pubblico locale. La situazione pandemica registra attualmente una fase di incremento dei contagi, ma, grazie ai vaccini e alle misure di contenimento adottate, le quarantene nelle scuole secondarie di secondo grado sono estremamente limitate. L’ultimo dato riferisce di circa 800 ragazzi su oltre 130.000 studenti. Il contesto pandemico e il permanere dei limiti di capienza del trasporto pubblico locale all’80% fanno confermare il piano attualmente in vigore, sia per lo scaglionamento degli ingressi, sia per il mantenimento del “Patto di Milano per la scuola”, trasfuso nell’ordinanza sindacale che regola i tempi della città. E’ stata raccomandata la rotazione delle classi per garantire un’equa distribuzione del disagio dovuto allo scaglionamento degli ingressi in due turni. Sarà profuso ogni possibile impegno dei tavoli tecnici della Città Metropolitana e del Comune di Milano, per favorire la rotazione delle classi, anche accogliendo ulteriori deroghe per un incremento dell’ingresso al primo turno (entro le ore 8.00), compatibilmente con il trasporto in piena sicurezza.

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In Prefettura un protocollo per il divertimento responsabile

In Prefettura un protocollo per il divertimento responsabile. Firmato oggi in Prefettura il Protocollo d’intesa per la realizzazione di azioni a favore dei giovani negli ambiti della movida. L’obiettivo principale è mettere in campo azioni innovative per promuovere un modello sano e rispettoso del divertimento notturno giovanile, garantire sia ai residenti che ai fruitori contesti più sicuri e favorire comportamenti responsabili, limitando i grandi assembramenti e gli eccessi di rumore. Il Protocollo è stato concordato nell’ambito della collaborazione attivata dalla Prefettura di Milano tra il Comune di Milano, l’ATS Azienda di Tutela Salute della Città Metropolitana di Milano, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, insieme a Epam (Associazione provinciale milanese Pubblici Esercizi – Unione Confcommercio – Imprese per l’Italia – Milano, Lodi, Monza e Brianza), Confesercenti Milano e Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria. Le finalità dell’accordo sono la promozione di una cultura di divertimento sano e rispettoso della città, grazie al coinvolgimento dei giovani nell’animazione di luoghi e stili di divertimento creativi, e attraverso l’impiego da parte degli esercizi delle zone della movida di addetti alla vigilanza sussidiaria provvisti di idonea qualificazione e formazione, con compiti di osservazione, prevenzione, dissuasione ed eventuale segnalazione alle Forze dell’Ordine. Le principali aree interessate dal Protocollo sono Duomo-Mercanti, corso Garibaldi-corso Como-via Monte Grappa, Darsena-Navigli, Brera, Colonne di San Lorenzo, piazzale Archinto, quartiere Lazzaretto-via Lecco-via Melzo, Arco della Pace, quartiere Isola, piazza Minniti-via Borsieri, NoLo e via Tortona, nei fine settimana. Con la sottoscrizione del protocollo, il Comune di Milano si impegna a introdurre opportune limitazioni agli orari di asporto di alcolici, nonché il divieto di vendita di bottiglie in vetro e lattine per contrastare il fenomeno della “malamovida”, ad intensificare le attività e i servizi di vigilanza, controllo e prevenzione, a promuovere interventi di prossimità, attraverso il coinvolgimento di associazioni di via e di quartiere ed enti del terzo settore, per una migliore fruizione degli spazi pubblici e per accrescere il senso civico e il rispetto delle regole di convivenza civile. Il Comune si impegna inoltre a sostenere progetti proposti dalle Associazioni di via e di categoria, per favorire sinergie virtuose con la Polizia Locale e le Forze dell’Ordine in caso di necessità, attraverso l’utilizzo, anche a rotazione tra gli esercizi coinvolti, di operatori della sicurezza privata adeguatamente specializzati e formati. Da parte dell’Azienda di Tutela della Salute della Città metropolitana di Milano è assicurato l’impegno educativo per contrastare comportamenti anti-sociali e il supporto in caso di necessità, anche attraverso la formazione degli operatori dei pubblici esercizi sui comportamenti da adottare in situazioni di alterazione mentale o ubriachezza. Con l’adesione al protocollo, EPAM – Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza e l’Associazione Confesercenti Milano assicurano la promozione dei pubblici esercizi “virtuosi” e la diffusione della cultura del divertimento responsabile, attraverso la formazione dei gestori e la valorizzazioni dei locali che adottano buone prassi. Garantiscono inoltre il supporto alle Associazioni di Via e promuovono presso i titolari dei Pubblici Esercizi delle zone di movida l’utilizzo di personale specializzato, formato, ai sensi del D.M. 6 ottobre 2009 ed iscritto negli elenchi prefettizi confluenti nel Database nazionale degli operatori della sicurezza privata, per favorire la gestione ordinata delle aree dei plateatici e delle aree esterne ai locali, in collaborazione con la Polizia Locale e le Forze dell’Ordine in caso di necessità. L’Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria (A.I.S.S.) promuove, in adesione all’accordo, specifiche convenzioni per l’impiego di operatori della sicurezza privata, favorendo l’individuazione di un coordinatore per ciascuna zona della movida con il ruolo di interfaccia privilegiato con la Polizia Locale e le Forze dell’Ordine La Prefettura di Milano assicura il supporto delle Forze dell’Ordine per servizi dedicati nelle zone individuate, secondo l’orientamento disposto in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica e coordinerà inoltre il Tavolo interistituzionale, verificando l’attuazione degli impegni assunti e le valutazioni del Gruppo di Lavoro coordinato dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, quest’ultima curerà il coordinamento scientifico dell’intero progetto.  

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Fondo antiracket e antiusura da modificare per diventare più efficace

Fondo antiracket e antiusura da modificare per diventare più efficace di Benito Sicchiero Il Fondo antiracket e antiusura, nato 20 anni fa da un’idea di Giovanni Falcone va modificato.  Mira a sostenere e reinserire nell’economia legale le attività vittime dei due reati, concedendo elargizioni a fondo perduto alle vittime di estorsione e prestiti decennali alle vittime di usura, ristori commisurati ai danni patrimoniali e personali subiti dalle stesse. Ma è poco noto: tutti coloro che hanno denunciato – 319 in Italia, 37 in Lombardia, numeri irrisori rispetto all’entità del fenomeno – ne sono venuti a conoscenza solo al momento nel quale si sono rivolti alle forze di polizia o alle associazioni antiracket e antiusura; e presenta notevoli incongruenze, quali, nei casi di usura, l’obbligo di restituire i ristori ottenuti; e le denunce nei confronti delle banche vengono ‘cassate’ in partenza. E’ tra i risultati più rilevanti emersi da uno studio frutto di un accordo tra il commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura prefetto Giovanna Cagliostro e l’Università Bocconi di Milano, presentato in videoconferenza/presenza   dalla prefettura di Milano con la partecipazione in remoto del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, di esponenti delle istituzioni (tra i quali il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici),  delle forze di polizia, delle associazioni antiracket e antiusura. Va anzitutto rilevato che i due reati – estorsione e usura – vengono commessi in contesti ben diversi: nel caso di imposizione del ‘pizzo’ la vittima subisce per paura di ritorsioni nei confronti suoi o di familiari; nel caso di usura, il criminale viene dapprima visto come persona che ti aiuta quando non puoi più ricorrere a fonti di credito legali. In comune, l’azione criminale ha quale obiettivo, non tanto e non solo lucrare interessi o imporre tangenti, quanto, pittosto impadronirsi dell’attività della vittima, inquinando l’economia legale, ma anche costringerla a diventare complice di azioni fuorilegge. “Lo studio assume particolare importanza nel periodo drammatico che viviamo”, ha dichiarato  Lamorgese riferendosi all’emergenza sanitaria Covid-19 e alla crisi economica che ne è derivata, con la conseguente “forte domanda di liquidità da parte di famiglie e imprese” che possono, se non percepiscono un’altrettanto forte presenza dello Stato, “rivolgersi a quel mondo sommerso pronto ad offrire soluzioni apparenti a tutti i problemi. Per questo le istituzioni devono saper ascoltare e intercettare le esigenze dei cittadini prima che la criminalità organizzata possa intervenire a soddisfarle come una sorta di welfare alternativo. In quest’ottica il Fondo di solidarietà si conferma fondamentale e concreto strumento di sostegno ai cittadini che si ribellano al racket e all’usura, e una più ampia diffusione della sua conoscenza unita a un suo ancora migliore funzionamento possono “concorrere a vincere la diffidenza nei confronti delle Istituzioni che è tra le cause della scarsa propensione delle vittime alla denuncia.” “I risultati raggiunti dal Fondo, che negli ultimi anni ha accolto circa la metà delle domande di accesso per circa la metà dell’importo richiesto, del resto “qualificano un percorso di riflessione, condotto in questi ultimi anni dalla struttura commissariale, sulla necessità di intraprendere iniziative di carattere amministrativo, di potenziamento delle procedure digitalizzate e di iniziative per modificare la legislazione di riferimento” ha commentato Cagliostro, concludendo l’evento in prefettura, presente anche il prefetto Renato Saccone. Lo studio in sintesi. I ricercatori della Bocconi, coordinati dall’adjunct professor Eleonora Montani, hanno costruito un database delle oltre 5.000 richieste alle quali il Fondo ha dato finora risposta, analizzandone circa il 20% nell’ambito di un’elaborazione preliminare dei dati dalla quale emerge che le domande di accesso al Fondo sono più frequenti in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, dove si collocavano tradizionalmente le principali organizzazioni criminali mafiose – che di usura e racket si servono per controllare il territorio e infiltrare l’economia locale -, e in Basilicata. Rispetto ai dati analizzati, le istanze presentate da vittime di estorsione sono il doppio di quelle presentate da vittime di usura, anche per le caratteristiche di questo tipo di reato, come osserva la coordinatrice, “subdolo e dotato di un’incredibile capacità di annichilire umanamente, psicologicamente ed economicamente le vittime”, le quali denunciano solo quando sono allo stremo, e per questo nell’82% dei casi, laddove ottengano il prestito a interessi zero dal Fondo, lo utilizzano per ripagare i debiti, senza più risorse per reinserirsi. Quanto ai settori economico-produttivi più colpiti, i dati esaminati confermano le evidenze processuali: coltivazioni, produzione animali, caccia e connessi (15,9%), commercio al dettaglio (15,2%), attività servizi di ristorazione (13,8%), costruzione edifici (14,5%), commercio e riparazione autoveicoli e motocicli (9,0%); mentre si segnala nello studio come un’anomalia la mancanza di riscontri nei settori delle forniture ad amministrazioni pubbliche e della gestione rifiuti.

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Rinnovato il protocollo tra Regione e Prefettura per la tutela delle donne

Rinnovato il protocollo tra Regione e Prefettura per la tutela delle donne. Oggi è stato rinnovato, per un altro triennio, il “Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne”. Il documento, siglato nel pomeriggio dal Prefetto di Milano Renato Saccone, con i Prefetti delle Prefetture lombarde, e dall’Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia Alessandra Locatelli, prosegue, per altri tre anni, l’attività iniziata nel 2017, con l’obiettivo di realizzare iniziative e attività di prevenzione e contrasto del fenomeno della violenza contro le donne, con particolare riferimento all’individuazione di percorsi di formazione e specializzazione rivolti al personale delle Forze dell’Ordine. Nel corso del biennio 2018-2019, hanno partecipato alla formazione complessivamente 723 operatori tra Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri per assicurare la migliore assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, con un efficace collegamento con i centri antiviolenza territoriali. A conclusione della positiva esperienza del triennio passato, e in considerazione della priorità che il tema continua a rivestire, l’accordo, sottoscritto oggi, riprende e rafforza le iniziative già messe in campo con l’attivazione di ulteriori percorsi formativi, sia sotto il profilo operativo che tecnico-giuridico, e con l’implementazione della rete regionale antiviolenza.

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L’indagine statistica della Prefettura sugli atti intimidatori

L’indagine statistica della Prefettura sugli atti intimidatori. 300 Sindaci, 607 Amministratori locali, 457 tra Segretari comunali, Direttori Generali, Dirigenti e funzionari in posizione apicale: sono questi i soddisfacenti risultati in termini di adesione all’indagine condotta in forma anonima dalla Prefettura di Milano, ANCI Lombardia e l’Associazione “Avviso Pubblico” con il prezioso supporto dell’Università degli Studi di Milano, in vista della giornata formativa sul tema dell’intimidazione ai danni degli amministratori locali, che si terrà il prossimo giovedì 10 giugno alle ore 10.00. L’incontro, organizzato tramite videoconferenza al fine di consentire la massima partecipazione degli enti territoriali di tutta la regione Lombardia, intende costituire uno spazio di confronto, approfondimento e sensibilizzazione sul tema, ad oggi caratterizzato da una rinnovata attualità in correlazione alle problematiche di natura socio-economica che dell’emergenza sanitaria da COVID-19 hanno costituito insidioso corollario. Al contempo, l’utilizzo sempre più massiccio e diffuso dei social networks e degli strumenti di comunicazione via web rappresenta ulteriore fattore agevolante di condotte denigratorie e minacciose, spesso azionate in forma anonima e dotate di una potenzialità offensiva e di una pervasività particolarmente intensa. L’evento, introdotto dal Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e Direttore della Polizia Criminale presso il Ministero dell’Interno, dal Prefetto di Milano Renato Saccone e dal Presidente di ANCI Lombardia Mauro Guerra, sarà poi animato dai contributi dei relatori – Prof. Nando dalla Chiesa, Professore dell’Università degli Studi di Milano, Dott.ssa Alessandra Dolci, Procuratore Aggiunto e Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, Dott.ssa Patrizia Liguori, Dirigente della Polizia Postale di Milano – che hanno inteso supportare l’iniziativa mettendo a disposizione del Tavolo la professionalità e l’esperienza che ne connotano l’azione e l’impegno sul territorio. Punto di partenza dei lavori di giovedì prossimo saranno proprio i risultati del questionario anonimo somministrato tramite modalità digitale nelle scorse settimane a tutti gli amministratori locali lombardi, ed attraverso il quale sono già emersi alcuni interessanti elementi di indagine e riflessione: in particolare, se da una parte il 76% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di non aver mai subito atti intimidatori – dato sicuramente non esaustivo vista la assoluta volontarietà di adesione al questionario – dall’altra parte ben 54 Sindaci, 84 Amministratori locali e 49 dipendenti comunali hanno riferito di non aver voluto denunciare le pressioni e le minacce subite. Interessante si rivela altresì il dato relativo alla modalità con cui le condotte di sopraffazione ed intimidazione sono state poste in essere a danno di coloro che dichiarano di averle subite, e che nel 39% dei casi consistono in calunnie, screditamenti, diffamazioni e minacce operate tramite il web. Non manca peraltro, nel 75% degli aderenti al sondaggio, la consapevolezza della opportunità di favorire un utilizzo accorto e responsabile delle piattaforme social da parte dei medesimi amministratori locali al fine di prevenire possibili situazioni di conflitto con la cittadinanza, in tal senso confermando l’utilità di percorsi di sensibilizzazione e formazione sul tema. Oltre alla partecipazione da remoto delle Prefetture della Lombardia, delle Forze dell’ordine territoriali e delle amministrazioni locali destinatarie dell’iniziativa, è prevista la possibilità di richiedere l’accredito stampa per l’accesso a sala riservata presso la sede di ANCI Lombardia, in Milano alla Via Rovello 2, da dove gli organizzatori e i relatori dell’evento effettueranno i propri interventi in videoconferenza.

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