roberto di stefano

Le metro sono in ritardo, rotte e corrotte, ma Sala festeggia

Le metro sono in ritardo, rotte e corrotte, ma Sala festeggia. E se usiamo il plurale non è un caso: su tutte le linee metropolitane negli ultimi anni si sono accumulati problemi di ritardi con lievitazione dei costi, pezzi che cascavano o non funzionavano e brutte storie di corruzione. Nel frattempo tutti festeggiavano l’incredibile successo e funzionalità del trasporto pubblico milanese: sicuramente ne avevano motivo quelli che sono accusati di aver truccato 150 milioni di euro di appalti pubblici dedicati proprio alle metropolitane. Stavano vivendo un sogno, perché a quanto hanno riferito ai magistrati alcuni dei 13 arrestati i consigli su come rubare arrivavano dai dirigenti dell’azienda. Ma quella che ha reso noto il cognome Bellini in realtà è solo una delle brutte storie sulle metropolitane milanesi. Prima c’è stato il caos sul sistema di frenata della linea rossa, la prima di Milano. Per settimane stop improvvisi hanno causato alcune decine di feriti. Un problema all’inizio preso sottogamba, ma alla fine l’azienda di trasporto pubblico milanese si è vista costretta a una campagna di sensibilizzazione sui propri vagoni dove sono comparsi volantini con inviti a reggersi sempre molto bene per evitare i rischi frenata. Ma il mito delle metropolitane non si è fermato nel racconto, mentre si è impantanato nei fatti. Di recente il sindaco di Sesto San Giovanni è tornato sui cantieri aperti per prolungare la Rossa fino alla sua città, ma li ha trovati deserti nonostante le dichiarazioni dell’assessore alla mobilità Marco Granelli. E non è l’unico ritardo. Oggi i giornali celebrano la linea 4, ma le prime stazioni dovevano essere aperte da anni. Addirittura dal 2015. Basta consultare fonti aperte e carte pubbliche per saperlo. Ciononostante ieri il capogruppo Pd in Consiglio comunale Filippo Barberis ha sostenuto che il centrodestra mente dicendo che la nuova linea sia in ritardo. Singolare perché già il fatto che la linea 5 sia in funzione da anni e la 4 no suggerirebbe il contrario. Ma il mito delle metro milanesi è ancora vivo e combatte insieme a noi, come si dice. Inutile sottolineare come tutte le linee siano in ritardo nei loro prolungamenti. La 2 o Verde, la Lilla o 5. Sulla 3 o Gialla possiamo dire che ci sono fermate come Sondrio dove piove dal soffitto a ogni acquazzone. E che ancora si trova traccia dei processi sulle mazzette di quando l’hanno costruita, singolarmente alcuni nomi ricorrono. E anche il nuovo non è un granché. La Lilla tutt’ora stupisce chi comunica ancora con i piccioni perché i vagoni sono automatizzati, ma a tanti è capitato di trovarsi bloccati dentro tra due stazioni, o di dover constatare che nel suo nucleo registra problemi costanti. Le scale mobili di Garibaldi sono perennemente in panne: tutte hanno funzionato solo nei primi mesi. Poi sono rimaste in manutenzione per sempre, ma nel senso che erano chiuse. Sia a Garibaldi che in altre stazioni. Forse un’indagine sui pezzi usati per le riparazioni potrebbe dare buoni frutti perché sono diventate le scale mobili più aggiustate di sempre. Tra l’altro chi le ha costruite è lo stesso finito nei guai per le mazzette della linea 3. La Lilla poi non è mai decollata, semmai si è decotta. I negozi interni sono rimasti per lo più vuoti e l’azienda pian piano è scivolata verso il dissesto economico nonostante alcune interessanti sponsorizzazioni private sulle fermate. Dunque le metro sono in ritardo, rotte e corrotte, ma Sala festeggia. Con il plauso di tutti, o quasi.

Le metro sono in ritardo, rotte e corrotte, ma Sala festeggia Leggi tutto »

Processo Gregoretti, Di Stefano (Lega): “Noi stiamo con Salvini”

Processo Gregoretti, Di Stefano (Lega): “Noi stiamo con Salvini”. Il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano, appena passato tra le fila leghiste, ha voluto essere presente a Catania per sostenere il leader della Lega: “Siamo in tantissimi, a Catania, per sostenere Matteo Salvini per il caso Gregoretti. È la prima volta nella storia che un ministro viene processato semplicemente per aver fatto il suo dovere, per aver fatto quello che gli italiani gli avevano chiesto: difendere i confini del nostro Paese e fermare il business dell’immigrazione clandestina. Come dice la Costituzione, la difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino ed è proprio ciò che ha fatto Salvini, supportato dai voti di milioni di italiani! Mandare a processo chi si è schierato contro i trafficanti di essere umani e contro i troppi che fanno affari sulla pelle dei migranti, significa calpestare la volontà popolare. La gente lo ha ribadito chiaramente, in tutti gli appuntamenti elettorali, e chi ci governa non può più fare finta di nulla: porti chiusi e stop agli sbarchi dei clandestini! Noi stiamo con Matteo Salvini!”. Per il leader della Lega sembra prospettarsi un esito positivo in tribunale perché il pubblico ministero ha chiesto il non luogo a procedere.

Processo Gregoretti, Di Stefano (Lega): “Noi stiamo con Salvini” Leggi tutto »

Sesto San Giovanni: denunciato il pregiudicato marocchino che sputò contro i soccorritori del 118

Sesto San Giovanni: denunciato il pregiudicato marocchino che sputò contro i soccorritori del 118. Il nucleo operativo di Polizia Giudiziaria, dopo un’attività di indagine, ha proceduto a deferire all’autorità giudiziaria un cittadino del Marocco, pregiudicato di 37 anni, senza fissa dimora sul territorio italiano e gravato da un decreto di espulsione esecutivo, per essersi reso responsabile il 30 giugno dell’aggressione fisica nei confronti di 6 soccorritori del 118. L’uomo, probabilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, verso le 20 era stato soccorso da un’ambulanza del 118 e, una volta giunto nei pressi del Pronto Soccorso della Multimedica, scappava prima ancora di entrarvi. Di lì a poco si rendeva responsabile di quella che si rivelava essere una serata di follia. L’uomo prima si gettava contro un’ambulanza della Cri di Sesto S. Giovanni, in transito sulla via F.lli Bandiera, rimanendo ferito, e al momento di essere soccorso, aggrediva violentemente i soccorritori. A dare ausilio al personale della Cri di Sesto S. G. giungevano altre due ambulanze e anche i soccorritori di queste ultime venivano aggrediti. L’uomo, con le mani e la bocca intrise di sangue a causa delle ferite, si scagliava violentemente verso i volontari, sei in totale i soccorritori percossi, uno riportava lesioni guaribili in sette giorni. Tutti venivano fatti oggetto di sputi con il chiaro intento di raggiungerli al volto, due soccorritori purtroppo venivano raggiunti nell’area congiuntivale, zona molto esposta al contagio infettivo, e purtroppo dalle indagini espletate si accertava che l’uomo risultava affetto da due gravi patologie ad alto tasso infettivo, pertanto per i sei soccorritori, visitati in due diversi nosocomi, veniva attivata una procedura di profilassi e per alcuni di loro un protocollo di monitoraggio a medio termine inerente il rischio biologico. L’uomo oltre a essere denunciato per le percosse e per le lesioni cagionate agli operatori, è stato inoltre indagato per aver usato violenza a incaricati di pubblico servizio e, in conseguenza delle sue azioni, per aver interrotto un pubblico servizio: tre equipaggi del Soccorso Sanitario infatti sospendevano la propria disponibilità, nelle ore successive ai fatti, per consentire le cure ai soccorritori aggrediti. L’uomo, tuttora ricoverato per le lesioni riportate nell’impatto con l’ambulanza, al momento dei fatti era sprovvisto di un qualsiasi documento, pertanto la Polizia Locale riusciva ad identificarlo dopo averne disposto il foto segnalamento e i rilievi dattiloscopici nel reparto ospedaliero dove era stato ricoverato. “Ringrazio il nucleo operativo di Polizia Giudiziaria per il prezioso lavoro svolto e sottolineo ancora l’importanza di avere a disposizione una squadra con questi specifici compiti. In questo caso – commenta Roberto Di Stefano – parliamo di un marocchino pregiudicato, sotto l’effetto di stupefacenti e senza nessun diritto di stare sul nostro territorio che si è permesso di aggredire sei soccorritori del 118, colpendoli e sputandogli in faccia e rischiando di infettarli. Per delinquenti del genere a Sesto San Giovanni non può e non deve esserci spazio, ma serve tolleranza zero: ora mi auguro che venga espulso al più presto e torni nel suo paese d’origine”.

Sesto San Giovanni: denunciato il pregiudicato marocchino che sputò contro i soccorritori del 118 Leggi tutto »

Case popolari: il Tar dà ragione per la terza volta al sindaco di Sesto

Case popolari: il Tar dà ragione per la terza volta al sindaco di Sesto. Il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso presentato da un cittadino cingalese che chiedeva di essere reinserito nella graduatoria per l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. I giudici amministrativi hanno accolto pienamente le argomentazioni contenute nella memoria difensiva del Comune di Sesto San Giovanni. Si tratta del terzo caso analogo in cui il Tar si esprime a favore al Comune, dopo i precedenti di gennaio e maggio con protagonisti rispettivamente una cittadina ecuadoriana e un cittadino marocchino. Anche a proposito di quest’ultimo caso non c’è stata nessuna condotta discriminatoria da parte del Comune nei confronti del diretto interessato. Il Tar ha specificato che la certificazione depositata per attestare la non proprietà di immobili nel paese d’origine è risultata non sufficiente e riferita soltanto a una provincia (o addirittura a un semplice distretto) dello Sri Lanka; inoltre, l’affermazione da parte del cittadino che ha fatto ricorso contro il Comune, per cui nella repubblica di Sri Lanka non sarebbe riconosciuta la proprietà edilizia privata, non ha trovato nessun riscontro. Il ricorso, oltre a essere stato dichiarato infondato, è stato dichiarato anche inammissibile perché, come rilevato dall’Amministrazione comunale, non è stato notificato nel termine di legge ad almeno uno dei contro interessati, ovvero ai soggetti la cui domanda è risultata collocata in graduatoria in posizione successiva a quella del ricorrente. “Per la terza volta il Tar ci dà ragione e ciò testimonia che applichiamo la legge in modo regolare, senza alcuna discriminazione né corsia preferenziale verso qualcuno. In questo modo – commenta Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni – tuteliamo, come già detto dal Tar, sia i cittadini italiani sia gli stranieri in regola coi documenti: le leggi vanno rispettate da tutti, altrimenti finiremmo per penalizzare e discriminare le persone in difficoltà che presentano tutti i documenti sulle loro proprietà. La sinistra non fa altro che attaccarci sulle modalità di assegnazione delle case popolari, gridando al razzismo, ma il risultato è chiaro ed è anche certificato dai giudici: il Pd evidentemente sta dalla parte di chi non rispetta la legge, al contrario nostro. Niente più niente meno. E proseguiremo su questa strada per aiutare chi rispetta le regole e si trova davvero in difficoltà”.  

Case popolari: il Tar dà ragione per la terza volta al sindaco di Sesto Leggi tutto »

Sesto, scoperto laboratorio clandestino cinese

Sesto, scoperto laboratorio clandestino cinese. A darne notizia è  stato lo stesso sindaco Roberto Di Stefano: “La Polizia Locale, con le nuove squadre di Polizia Giudiziaria, è intervenuta in un locale Via Giovanna D’Arco, adibito a deposito/magazzino dove dimoravano e svolgevano attività lavorativa alcuni cittadini cinesi. Dal sopralluogo è emersa la presenza di 4 postazioni lavoro costituite da macchine da cucito di tipo professionale oltre a cataste di tessuti, bottoni e cerniere lampo e numerosi prodotti di abbigliamento contraffatti di varie marche. All’interno sono state trovate tre persone, il titolare e due lavoranti. Uno dei 2 lavoranti era senza documenti e senza contratto di lavoro.  Attiguo al laboratorio veniva trovato anche un antibagno adibito a cucina e poi un piccolo bagno in pessime condizioni igieniche. In un altro locale vi era un letto e numerose valigie con abiti all’interno. Il titolare del lavoratorio, che non aveva fatto comunicazione a Regione dell’azienda artigiana è stato sanzionato per violazione a questo obbligo e in più sarà denunciato per sfruttamento del lavoro nero. Il dipendente senza documenti e permesso di soggiorno è stato fermato e portato in Questura per l’identificazione, dove è stato trattenuto per l’espulsione.  Siamo soddisfatti per questa importante operazione. Ringrazio l’Assessore alla sicurezza D’Amico, il Comandante Brighel e gli agenti della Polizia Locale per questo rilevante intervento. Colgo l’occasione per evidenziare il lavoro della Polizia Giudiziaria della Locale, squadre che sono state create e introdotte da poco, che si sono occupate dell’indagine durata un paio di settimane. Questo tipo di attività, in abiti civili e dietro segnalazioni dei cittadini, sono particolarmente utili perché rendono più ampio l’orizzonte di operazioni della Polizia Locale e garantiscono interventi su problematiche che prima era più difficile contrastare. Qui stiamo parlando di sfruttamento del lavoro nero e di condizioni di vita e lavoro pessime e inaccettabili, situazioni che vanno assolutamente stroncate e condannate”.

Sesto, scoperto laboratorio clandestino cinese Leggi tutto »