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Caro energia: dipendenti comunali verso lo smart working al venerdì

La giunta del Comune di Milano discuterà oggi del piano sul risparmio energetico che però sarà presentato probabilmente la prossima settimana. “Ne parliamo oggi in giunta – ha spiegato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine di un evento, aggiungendo che non potrà partecipare alla riunione perché sarà all’inaugurazione dell’anno accademico della Bocconi -. Ne parlerà la vice sindaco, Anna Scavuzzo, faremo delle cose aggiuntive rispetto al decreto del governo, certamente noi come comune ragioneremo sull’illuminazione, sulle luminarie natalizie. Poi insieme al Politecnico spiegheremo ai cittadini come si fa a risparmiare energia”. Nel piano ci sarà anche lo smart working il venerdì per i dipendenti del Comune, ha confermato Sala. “Cercheremo di farlo, ovviamente non generalizzato, perché non si può farlo per coloro che sono a contatto con i cittadini – ha concluso -. I nostri palazzi e uffici cercheremo di isolarli per piani perché un po’ di servizi devono rimanere attivi”. ANSA [the_ad id=”36270″]

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Smart working, VoipVoice: “Non decolla tra pmi per scarsa fiducia, imprenditori italiani miopi”

Smart working, VoipVoice: “Non decolla tra pmi per scarsa fiducia, imprenditori italiani miopi”. Azienda di Montelupo Fiorentino (Firenze ) lancia Radio Smart working per spingere salto qualità. https://smartworkingradio.it/ Nel post pandemia i lavoratori in smart working torneranno ad aumentare rispetto ai numeri registrati a settembre 2021: si prevede saranno 4,38 milioni gli smart workers (+8%) in Italia, di cui 2,03 milioni nelle grandi imprese, 700mila delle Pmi, 970 mila nelle microimprese e 680 mila nella Pubblica amministrazione. È quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano. A restare indietro saranno soprattutto le Pmi, tra cui la tendenza a tornare alle vecchie modalità di lavoro è molto forte, e la Pa dove regna ancora molta incertezza. “Molti imprenditori stanno riportando i propri collaboratori in presenza perché non ripongono fiducia nei loro confronti – afferma Simone Terreni, Managing Director VoipVoice, l’azienda che offre un servizio basato sulla tecnologia VoIP che permette di effettuare una conversazione telefonica utilizzando una qualsiasi connessione Internet – a scuola, la maestra ai bambini di 9-10 anni affida un compito che il giorno dopo ricontrollerà, ecco la stessa cosa dovrebbe succedere in un’azienda, ma anziché dei compiti i collaboratori dovrebbero avere degli obiettivi. Un manager deve coinvolgere le persone nei progetti e lasciarle autonome nel raggiungimento degli obiettivi concordati, se non è in grado di fare questo ma piuttosto preferisce avere il controllo assoluto delle persone, convinto che questo aiuti la produttività, allora non è un manager lungimirante. Lo smart working basa le sue fondamenta proprio sul lavoro per gli obiettivi e sulla fiducia nei propri collaboratori: senza questi due elementi, nessuna azienda potrà fare il salto di qualità”. È proprio per traghettare enti e imprese nel futuro dello smart working che VoipVoice, l’azienda di Montelupo Fiorentino (Firenze) primo Provider VoIP Business Oriented in Italia, ha lanciato Radio Smart Working, una radio on demand che vuole diventare la voce della cultura del lavoro agile in Italia, diffondendo notizie, approfondimenti, consigli, case history e idee innovative, un punto di riferimento indispensabile per la rivoluzione dello smart working. La nuova piattaforma propone aggiornamenti periodici, ebook, guide per implementare correttamente il lavoro agile, rubriche monotematiche sugli aspetti legali, di managerialità, organizzativi, gli strumenti, gli ambienti, la sostenibilità, la crescita personale e le innovazioni. Il progetto, inoltre, intende raccogliere il contributo di tutti permettendo ai professionisti che hanno esperienze smart da raccontare di far sentire la propria voce e contribuire ancora di più alla diffusione stessa di esperienze positive legate al lavoro agile.

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Smart working in Comune massimo 6 giorni

Tutti al lavoro (o quasi) da lunedì al Comune di Milano: il direttore generale Christian Malangone ha inviato a tutti i responsabili le nuove disposizioni sullo smart working. In sintesi (fatto salvo chi ha disabilità, particolari fragilità, è in quarantena o ha figli fino ai 14 anni in quarantena) dal 5 ottobre “il limite per ciascun singolo dipendente è di sei giornate di lavoro agile al mese, utilizzabili sia con cadenza settimanale sia consecutivamente, previo accordo con i direttori di riferimento”. La rappresentanza sindacale unitaria dei dipendenti di Palazzo Marino ha chiesto “che sia convocato immediatamente il tavolo sindacale in merito alle disposizioni” sullo smart working. “In questo momento in cui c’è un aumento dei contagi – ha spiegato Stefano Mansi, Rappresentante per la Sicurezza della Rsu – arriva questa determina del Comune che è improvvida, soprattutto perché non è possibile mantenere la distanza di sicurezza in molti uffici. Il rientro così massivo dei dipendenti aumenterà i rischi di contagio”. ANSA

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Forza Italia chiede la sospensione dello smart working

Sospensione dello smart working per i dipendenti comunali. A chiederla è Forza Italia al Comune di Milano, con un ordine del giorno che verrà discusso nella seduta del 6 luglio del Consiglio comunale. Il documento, di cui è primo firmatario il capogruppo del partito Fabrizio De Pasquale, invita il sindaco e la giunta a predisporre un piano di progressivo rientro negli uffici comunali dei dipendenti, nel pieno rispetto delle normative di sicurezza anti covid, “in tempi molto brevi”. Secondo Forza Italia, “molti uffici e sportelli comunali, a causa dello smart working, non preventivamente organizzato e senza i necessari mezzi, non riescono a rispondere in modo adeguato alle richieste dei cittadini e delle imprese in tempi accettabili”. Il sindaco Giuseppe Sala, fa notare Forza Italia, “ha pubblicamente espresso la necessità di un ritorno ad una forma di lavoro tradizionale” e per questo il partito chiede il rientro in ufficio dei dipendenti del Comune.

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Sardone (Lega): Sala vuole abolire lo smart working, ma non convoca il consiglio in presenza

“Nei giorni scorsi – commenta in una nota l’Eurodeputata e Consigliere Comunale della Lega Silvia Sardone – il sindaco Sala ha invitato i milanesi a tornare al lavoro superando la fase dello smart working. Oggi in una lettera al Corriere della Sera rilancia il tema dicendo che: lo smart working è una grande occasione ma è tempo di riprenderci la nostra vita” e che “è uno strumento che non può essere preso in considerazione senza valutare sino in fondo anche tutti gli effetti collaterali”. “Ora vorremmo tanto sapere se il sindaco Sala si è reso conto che il Consiglio Comunale da mesi non viene più convocato in presenza. – si chiede la Sardone – Magari non lo sa dato che non viene mai. Per i consiglieri comunali, dunque, la presenza non vale? Non ha nulla da dire su questa assurda sospensione della democrazia a tutti i livelli? E’ del tutto assurdo – conclude la Sardone – che il Sindaco faccia la morale sullo smart working con i lavori consiliari limitati alle applicazioni online.”    

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Ai dipendenti comunali piace lo smart working

Emergenza Covid-19 e smart working modificano la percezione del lavoro nella Pubblica Amministrazione. Per l’85% dei dipendenti è stata un’occasione per sperimentare un nuovo modo di approcciarsi al lavoro e per il 72,5% questa esperienza ha favorito e agevolato l’acquisizione di nuove competenze. Il 66,8% ritiene che la propria produttività sia rimasta uguale al lavoro svolto in presenza e il 30% di questi dichiara che è addirittura aumentata. Non mancano certo alcuni aspetti da migliorare: il 44% percepisce la mancanza di contatto e socializzazione con i colleghi e il 37,3% denuncia la mancanza di dispositivi adeguati. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca condotta dall’Amministrazione sul Lavoro Agile Straordinario (LAS) svolto dai dipendenti del Comune di Milano e presentata alla stampa oggi dagli assessori Cristina Tajani  (Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Risorse Umane), Roberta Cocco  (Trasformazione digitale e Servizi civici) e Lorenzo Lipparini (Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data) e commentata da Maurizio Del Conte, Professore di Diritto del Lavoro dell’Università Bocconi. “I dati della ricerca premiano il positivo lavoro fatto dall’Amministrazione, già prima dell’emergenza Covid, sia in termini di innovazione tecnologica che di riorganizzazione dei processi lavorativi – dichiara l’assessora Cristina Tajani -. L’esperienza pregressa ha garantito l’efficienza dell’ente in emergenza e il repentino passaggio, senza particolari criticità, dai soli 321 lavoratori in smart working all’inizio dell’anno agli oltre 7.000 degli ultimi mesi. Il Lavoro Agile, che non può essere la modalità esclusiva di prestazione del lavoro, è ormai imprescindibile per una moderna amministrazione pubblica in grado di rispondere alla necessità dei dipendenti e degli utenti coniugando risultati, efficienza e  flessibilità per conciliare vita lavorativa e familiare. Abbandoneremo man mano la modalità del Lavoro Agile Straordinario che ha accompagnato questi mesi – conclude Tajani -, ma non gli insegnamenti tratti e le nuove attitudini organizzative che valorizzano il risultato, il lavoro per obiettivi, la conciliazione”. “Lo smart working è stato fondamentale in questo periodo di emergenza per garantire ai cittadini la continuità dei servizi – commenta l’assessora alla Trasformazione digitale e Servizi Civici Roberta Cocco -. Grazie al progressivo sviluppo dell’infrastruttura tecnologica in questi ultimi 4 anni siamo riusciti a reagire tempestivamente alle richieste di smart working dei dipendenti, riuscendo ad attivare anche 100 virtual desktop in meno di un’ora. Inoltre, il Lavoro Agile ha permesso ai dipendenti dell’area Servizi al cittadino di lavorare circa 24mila pratiche da remoto, azzerando così le richieste rimaste in sospeso e riducendo fortemente i tempi di attesa per l’evasione delle nuove pratiche”. “La ricerca svolta è molto importante – sostiene Maurizio Del Conte, Professore di Diritto del Lavoro dell’Università Bocconi – perché ci restituisce un monitoraggio puntuale delle reazioni dei lavoratori a un cambiamento organizzativo improvviso e con un impatto senza precedenti. Naturalmente i dati vanno valutati tenendo conto della eccezionalità del contesto nel quale è maturata questa esperienza che ha certamente influenzato alcune risposte. Il risultato dell’indagine sarà prezioso per migliorare ulteriormente il modello di Lavoro Agile del Comune di Milano in chiave di miglioramento della produttività e, conseguentemente, dei servizi ai cittadini, della qualità dell’ambiente di lavoro e dell’impatto sulla mobilità locale”. La ricerca ha coinvolto 5.795 dipendenti comunali sugli oltre 7.300 che hanno sperimentato il Lavoro Agile dal 9 marzo ad oggi in occasione della fase 1 e fase 2 dell’emergenza sanitaria su un totale di circa 15mila complessivi (tra i quali 3.500 sono insegnanti e 3.500 Polizia Locale). L’indagine è la prima analisi del genere condotta su un campione più che rappresentativo. Hanno risposto alla survey in prevalenza le donne (65% dei partecipanti). Dato sostanzialmente in linea con la popolazione comunale attualmente in LAS (60%F – 40%M) e con la prevalenza del genere femminile del personale dipendente. Il 41% svolge un lavoro di tipo amministrativo, di staff o gestionale all’interno della macchina amministrativa, mentre il 13% attività di controllo del territorio e Polizia locale; l’11% svolge attività tecnica; il 6% di coordinamento e controllo; il 5% nella cultura; un altro 5% è attivo nel front office e ancora un 5% nell’ambito socioassistenziale. Se è possibile tracciare un profilo prevalente del Lavoratore Agile Straordinario, si tratta di lavoratore di sesso femminile, di età compresa fra i 36 e 55 anni che svolge attività amministrativa, di staff o gestionale. Significativo il grado di soddisfazione espresso dai dipendenti che hanno risposto all’indagine e che risulta decisamente alto, in tutte le direzioni dell’Amministrazione: in una scala da 0 a 10, la media risulta pari a 7,7 e per nessuna direzione è inferiore a 6. Il grado di soddisfazione risulta inversamente proporzionale all’età del singolo lavoratore. Sono i più giovani quelli che apprezzano maggiormente il Lavoro Agile e la possibilità di cimentarsi in processi digitali che consentono di ottimizzare il tempo lavorativo avendo così maggior tempo libero da dedicare a se stessi. Se il 72,5% dichiara di aver vissuto lo smart working come occasione di crescita delle proprie competenze e capacità, il 91% ha sviluppato una maggiore abilità informatica e tecnologica; il 63% dichiara di aver visto incrementare le proprie conoscenze tecniche e organizzative per la propria mansione. Per l’80,9% infine rilevante è stata anche la possibilità di “continuare a sentirsi parte attiva nelle attività dell’Ente” e per l’80,1% il confrontarsi e rapportarsi in maniera positiva con il proprio gruppo di lavoro. Non mancano certo le criticità e aspetti sui quali l’Amministrazione dovrà intervenire. Significativa infatti è stata la segnalazione di un accumulo di stress derivante dalla mancanza di una netta distinzione fra tempo di lavoro e tempo di vita, che apre il tema del diritto alla disconnessione soprattutto nella forma intensiva dell’home working dispiegata durante il periodo del lockdown e della permanenza a casa. La ricerca ha fatto emergere anche alcuni auspici da parte dei dipendenti. Oltre il 34% spera che il Lavoro Agile possa essere una modalità operativa sempre più presente anche dopo l’emergenza Covid-19, con modalità non continuativa, ma alternata al lavoro in sede. Una dimensione che per il 6% dei lavoratori significa anche ripensare il proprio ambiente domestico (dotandosi di una postazione di smart working) che

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