2 Novembre 2022

Michele Usuelli (+Europa): 5 anni di manovre di potere in Lombardia, senza governo della sanità

Michele Usuelli (+Europa): 5 anni di manovre di potere in Lombardia, senza governo della sanità Lombarda. Dove è il senso di responsabilità nei confronti dei cittadini? Più dell’80% del budget di regione Lombardia è spesa sociosanitaria. In quasi 5 anni abbiamo assistito al cambio di 3 direttori generali della Sanità, e dopo Gallera e Moratti ora attendiamo il terzo assessore alla sanità. Nel frattempo, abbiamo inutilmente denunciato il disastro della gestione covid, l’incapacità di relazione con i professionisti sanitari ospedalieri e della medicina di territori, abbiamo lottato contro una riforma del sistema sanitario lombardo che peggiorava quelle di Formigoni e Maroni. Intanto il Presidente Fontana continuava a tranquillizzarci dicendo che tutto andava bene, mentre nessuna Regione italiana ha avuto un così ampio e maldestro turn over di politici e tecnici nelle posizioni apicali del governo sanitario. Serve subito un federatore autorevole e competente per un’alleanza che liberi la Lombardia, dopo 28 anni, da una malagestione della destra che sta distruggendo il nostro sistema sanitario regionale. È giunto il tempo, anche per le opposizioni, di mostrare senso di responsabilità nei confronti dei lombardi. Per noi il Nome è Carlo Cottarelli. Grazie alla sua competenza nella appropriatezza della spesa, si potranno liberare grandi risorse finanziarie da investire sulle risorse umane in sanità.

Michele Usuelli (+Europa): 5 anni di manovre di potere in Lombardia, senza governo della sanità Leggi tutto »

Dall’11 novembre al Martinitt La Grande Occasione

Dall’11 novembre al Martinitt La Grande Occasione. Una vera e propria invasione: sul palco, con ben 11 attori e 9 ballerini, e dietro le quinte del varietà, con una storia che va oltre le luci della ribalta e rivela la vita vera, anche complicata, nei camerini. E’ il camerino, infatti, la casa di chi è in tournée, senza casa. Ora salotto, ora rifugio, ora alcova, ora confessionale… E’ tutto questo, e molto ancora, LA GRANDE OCCASIONE Chissà se va…!, imperdibile fotografia tra chiari e scuri del mondo del varietà attraverso una divertente e commovente “matrioska” di spettacoli nello spettacolo. In scena al Martinitt dall’11 al 27 novembre. Un’idea unica, venuta a Maria Carla Rodomonte –produttrice e attrice- come vero e proprio atto d’amore e gratitudine nei confronti di Silvana Bosi, fondatrice della Compagnia Arte e Tradizione, attrice e autrice della prima versione di questo spettacolo, che allora s’intitolava Pane, amore e… politica. Un fulgente omaggio a lei e alla grande tradizione della commedia musicale italiana, intramontabile. Per l’occasione –una Grande Occasione- a quel mondo sberluccicante, popolato di tutti i protagonisti del genere –attori, ballerini, soubrette, primadonna, direttore di teatro, tuttofare e sarta- si affaccia anche un’altra figura, un influente Ministro dello Spettacolo, che non vi appartiene ma ha il potere di decidere la trama, quella delle vite dell’intera compagnia. Insomma, il teatro nel teatro nel teatro, la “matrioska” appunto, perché la politica simboleggia a sua volta una rappresentazione di misfatti e misteri dietro l’abbaglio dell’impegno sociale. Il potente ministro, innamorato della primadonna, le fa una proposta che, mascherata da grande occasione appunto, ha il sapore di un sottile ricatto e che insinuerà attriti, gelosie e altri ricatti tra i membri della compagnia, tutti appesi a un filo. Questa Grande Occasione sarà poi davvero un’occasione? E per chi? Vincerà l’amore, quello vero, o il calcolo? Una commedia musicale su due piani: lo show ufficiale per il pubblico e la tragicommedia che va in scena nei camerini. Due piani che spesso si fondono perché, almeno per chi fa spettacolo, non c’è poi molta distanza tra il palco e il dietro le quinte. LA GRANDE OCCASIONE di Claudio Pallottini, da un’idea di Silvana Bosi, diretto da Marco Simeoli con Fioretta Mari, Mimmo Mignemi, Stefano Masciarelli, Mariacarla Rodomonte, Giovanna Cappuccio, Daniele Derogatis, Ida Elena De Razza, Pamela Lacerenza, Cristina Pensiero, Giuditta Sin e Matteo Tugnoli. Produzione J.L. Rodomonte Production. Coreografie Maura Paparo. Gli ingredienti tipici del varietà ci sono tutti: le soubrette, il comico, il corpo di ballo, la sarta e il direttore del teatro, l’innamorato e il tuttofare. In un turbinio di numeri, tra canto, ballo e attrazioni. Con abbondanti sbirciatine dietro le quinte, nel camerino, che è alcova e salotto al tempo stesso. Non manca nemmeno la politica: la protagonista, infatti, è in balia dell’intera compagnia, che vuole gettarla tra le braccia del ministro… Una commedia musicale leggera e divertente, che abbaglia di luci e paillette, regalando svago e spensieratezza. TEATRO/CINEMA MARTINITT Via Pitteri 58, Milano. Telefono 02/36580010, Whatsapp 338.8663577, info@teatromartinitt.it, www.teatromartinitt.it. Orari biglietteria: lunedì-sabato, 10.30-21; domenica 14-21. Parcheggio interno gratuito. Biglietti prosa: intero 26 euro; 18 euro over 65 e 16 euro under 26. Abbonamenti a partire da 65 euro. Spettacoli: prima settimana venerdì-sabato ore 21, domenica ore 18; seconda e terza settimana martedì-sabato ore 21, domenica ore 18.

Dall’11 novembre al Martinitt La Grande Occasione Leggi tutto »

Lo stadio in crisi d’identità

Lo stadio in crisi d’identità. Lo svuotamento della curva interista per commemorare un capo ultras trucidato in un agguato stile Al Capone nei giorni scorsi è un segnale: lì comandano le tifoserie. Zone grigie della società dove sono permesse attività e atteggiamenti fuori dal decoro. Sono tanti gli abitanti di questo mondo, come dimostrano le scenografie di massa di cui sono esperti, come dimostra lo svuotamento degli spalti. Quest’ultima esibizione dalla polvere del colosseo cittadino ha un significato per loro, ma non solo: le inchieste dimostreranno solo quanto già si sa, cioè che il tifo organizzato lo è in tanti sensi. Ciò che invece emerge è che il resto dei milanesi non hanno espresso pareri: quella è Milano? La città che fa un inchino così vistoso a un uomo dalla vita turbolenta? Potrebbe essere. In fondo il tema non è quale sia l’anima migliore di Milano, ma quale sia ancora viva. Perché una città non può andare avanti solo con i bilanci, perché per logica matematica ogni calcolo complesso tende all’eliminazione della parte umana dell’attività. Una città senza persone sarebbe ordinatissima e pulitissima, per capirci. E allora l’importante non è se qualcuno ha costretto ad andarsene chi è andato a vedere una partita di calcio, ma il senso che ha quel palco e i messaggi che manda. Il Colosseo era il centro della vita pubblica tanto quanto il Senato, dunque non si tratta di indici volumetrici quando si parla di San Siro, ma di idee. Lo stadio in crisi d’identità non fa bene a nessuno, meglio una sbagliata o contestabile, ma che sia chiara e distinta come un principio cartesiano. Anche perché una soluzione per tenere fuori gli ultras (oggi oggetto della maggior parte delle critiche) è costruire un nuovo stadio con meno posti a costi più alti e un’ottima security. Però in tanti dove vedrebbero la partita? Dove si tasterebbe il polso a una città senza un stadio dove le frange periferiche della popolazione possono esprimersi?  

Lo stadio in crisi d’identità Leggi tutto »