4 Luglio 2020

In un anno oltre 230 accertamenti per scarico illecito di rifiuti

Da maggio 2019 a maggio 2020 sono stati 231 gli accertamenti per abbandono illecito di rifiuti effettuati dalla Polizia locale di Milano, di cui 77 nell’ultimo semestre (per circa 20mila euro di sanzioni): un lavoro importante reso possibile dalla collaborazione con l’area Ambiente del Comune di Milano e Amsa, che ha portato al posizionamento, nel maggio 2019, di 19 fototrappole (TLC) puntate su aree particolarmente interessate dal fenomeno. “Questi risultati sono il frutto di un importante lavoro di squadra che vede l’Amministrazione e Amsa impegnate, quotidianamente, nel combattere le situazioni di degrado in città e che coinvolge diversi uffici della Polizia locale – commenta la Vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo -, dalle Unità specialistiche, che attraverso l’analisi delle immagini delle telecamere ci permettono di ricostruire e portare avanti le indagini, ai Comandi Decentrati, cui è affidato il fondamentale lavoro sul campo, nei quartieri, con interventi mirati e con quella sensibilità particolare di attenzione al territorio che li contraddistingue”. Per quel che riguarda l’ultimo semestre (novembre 2019-maggio2020) sono stati 51 gli accertamenti per abbandono di rifiuti con veicolo, da cui sono scaturite 3 denunce (per deposito incontrollato di rifiuti commessi da imprese art. 256 D.lgs. 152/2006), 2 sequestri di veicoli disposti dall’Autorità Giudiziaria, 1 sequestro penale operato d’ufficio dalla Polizia Locale e 23 sanzioni amministrative; in 25 casi le indagini sono ancora in corso. Le tipologie di rifiuti scaricati con questa modalità sono frigoriferi, divani, bancali in legno, cassette di frutta e verdura, mobili, caldaie a gas, lavatrici, PC, tavoli di legno e materiale edile di risulta. Sono stati invece 26 gli accertamenti riguardanti abbandono di rifiuti effettuati a piedi, che hanno portato a 21 sanzioni amministrative. In questo caso gli scarichi riguardano principalmente sacchi neri con rifiuti urbani, cartone e assi di legno, ma è capitato anche che venissero abbandonati arredi, lavatrici e scaldabagno. Di recente si è provveduto a riposizionare 5 fototrappole, spostandole da quei luoghi in cui l’attività si è sensibilmente ridotta o annullata. La ripresa dell’attività dei Vigili di Quartiere, inoltre, prevede anche un’attenzione particolare a fenomeni di abbandono, al pattugliamento di aree a rischio e alla raccolta di segnalazioni.

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Sgominata banda di nordafricani che favoriva l’immigrazione clandestina

La Polizia di Stato coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano, nell’ambito di un’attività investigativa svolta nei confronti di cittadini stranieri, prevalentemente nordafricani, titolari di CAF o centri disbrigo pratiche per extracomunitari, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 2 cittadini stranieri (uno di origini egiziane e una donna marocchina) e agli arresti domiciliari a carico di altri 3 soggetti (2 italiani e un egiziano) responsabili, a vario titolo, dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, induzione al falso ideologico in atti pubblici, corruzione e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. L’indagine, condotta dai poliziotti della 2^ Sezione della Squadra Mobile di Milano, trae origine dalle dichiarazioni di una giovane ragazza costretta a contrarre un matrimonio fittizio con un cittadino egiziano allo scopo di permettere a quest’ultimo di conseguire il permesso di soggiorno e regolarizzare la propria posizione con la normativa in materia di immigrazione. Le attività tecniche di intercettazione e i servizi esterni di osservazione e controllo hanno accertato l’esistenza di una rete di personaggi, prevalentemente nordafricani, dediti a traffici e commerci di varia natura, spesso illeciti, e quindi un complesso di violazioni ed irregolarità con cui sono stati sistematicamente conseguiti documenti propedeutici all’ottenimento del permesso di soggiorno. In tale ambito sono emerse le figure di soggetti stranieri, spesso ben integrati nel tessuto socio-economico italiano e titolari di agenzie per pratiche per extracomunitari, che si sono proposti quali intermediari, o comunque punti di riferimento, per loro connazionali da cui hanno ricevuto compensi per escogitare brogli utili ad eludere la normativa sul soggiorno. Sono state accertate e documentate false idoneità alloggiative e di residenza, favorite dai contatti tra le agenzie di disbrigo pratiche per stranieri e proprietari di abitazioni compiacenti disponibili, in cambio di denaro, a dichiarare falsamente di ospitare cittadini extracomunitari per facilitare il rilascio di permessi di soggiorno per richiedenti asilo e per ricongiungimenti familiari. I titolari dei medesimi centri per stranieri sono, inoltre, risultati in contatto con commercialisti, esperti in materia tributaria e prestanome titolari di finte attività commerciali, in grado di falsificare CUD, assunzioni di dipendenti e relative buste paga, permettendo il conseguimento di permessi di soggiorno agli extracomunitari in grado di ricompensare l’illecito. In particolare, con riferimento ai 23 capi d’imputazione contestati dal Procuratore Aggiunto dr.ssa Pedio e dai P.M. dr.ssa Pavan e dr.ssa Bartolucci, gli indagati, attestando falsamente in atti pubblici fatti dei quali gli atti erano destinati a provare la verità, inducevano in errore i Pubblici Ufficiali della Prefettura di Milano che, sulla base di quella falsa documentazione, rilasciavano il Nulla Osta al ricongiungimento familiare. Cosi facendo, sono riusciti ad ottenere nel giro di pochi mesi (ovvero tra la fine dell’anno 2018 e i primi mesi dell’anno 2019) ben 24 provvedimenti di Nulla Osta al ricongiungimento familiare a favore dei parenti di 11 stranieri che si sono avvalsi della loro consulenza e dei loro servizi per eludere la normativa in materia d’immigrazione. In sette casi, invece, l’istanza di Nulla Osta è stata rigettata per mancanza dei requisiti richiesti. Negli altri casi, infine, gli indagati si sono prodigati per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno a favore dei loro clienti. Inoltre, sono state riscontrate generalizzate e sistematiche irregolarità nel rilascio della certificazione A/2, ottenuta dopo il superamento di uno specifico test di lingua italiana e requisito indispensabile per il conseguimento della carta di soggiorno. Per ottenere la carta di soggiorno, infatti, è necessaria l’attestazione della conoscenza dell’italiano denominata “CELI” (Certificato di lingua italiana) Livello A2. L’emissione del permesso di soggiorno di lunga durata è, pertanto, subordinato al possesso di tali requisiti che devono essere attestati dal certificato CELI, che viene rilasciato da enti certificatori riconosciuti dal Ministero degli Affari Esteri o da quello dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Tali Enti in Italia sono soltanto quattro: Università degli Studi di Roma, Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena e Università per Stranieri di Reggio Calabria “Dante Alighieri”. A tal proposito sono emerse connivenze tra titolari di agenzie di disbrigo pratiche per stranieri e i responsabili di scuole accreditati con le predette Università e abilitate a effettuare presso i loro centri l’esame di italiano, concorrendo a garantire il superamento del test anche a persone prive delle più elementari conoscenze della lingua italiana in cambio di un adeguato compenso economico. Tali evidenze hanno i poliziotti della Squadra Mobile milanese a concentrare lo sforzo finale dell’attività d’indagine, sin dal mese di settembre 2018, sull’operato di tre agenzie di pratiche per stranieri e una scuola abilitata al rilascio della certificazione A/2, attraverso intercettazioni ambientale audio e video, che hanno dato importanti riscontri riguardo gli illeciti oggetto d’indagine, ovvero consentire agli esaminandi di portare a termine il loro elaborato senza errori o al massimo con un errore già programmato in modo da non destare sospetti in chi sarà successivamente incaricato della correzione, garantendo il superamento dell’esame, il tutto dietro il pagamento indebito di una somma di denaro che si aggira intorno ai 500 euro a persona. In particolare, gli indagati, rispettivamente referenti/gestori e legali rappresentanti della scuola (in qualità di Pubblici Ufficiali), in concorso con i due intermediari titolari dei CAF, consegnavano prima del formale inizio dell’esame dei fogli in cui erano indicate le soluzioni dei quesiti agli stranieri, in modo da consentire loro di svolgere l’elaborato con le risposte corrette, ricevendo indebitamente da ciascuno di loro la somma di denaro di circa 500 euro, configurando il reato proprio di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. La complessiva attività d’indagine che si è conclusa con l’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 5 soggetti ed il sequestro di una cospicua somma di danaro contante, ha permesso di disvelare un ambito più ampio e articolato che ha coinvolto ben 78 indagati a vario titolo, che hanno dato vita ad un contesto di diffusa illegalità concernente la regolarizzazione di cittadini extracomunitari sul territorio nazionale, utilizzando la propria posizione, ruolo, professione e cultura, per eludere la normativa sul soggiorno, approfittando dello stato di bisogno, dell’ignoranza e delle difficoltà di

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Arrestato giovane spacciatore di Ecstasy

Giovedì pomeriggio gli agenti della PolMetro dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, nei pressi della fermata della linea metropolitana MM3 Montenapoleone hanno arrestato per detenzione e spaccio di droga un ragazzo italiano di 25 anni. I poliziotti, nel corso del servizio di pattugliamento sulla linea MM3 della metropolitana di Milano, hanno chiesto i documenti al giovane, che è apparso fin da subito molto preoccupato. Da un primo controllo il ragazzo è risultato gravato da precedenti penali per droga e per questo è stato invitato a seguire i poliziotti presso gli uffici della PolMetro presso la fermata Duomo. Durante il tragitto in metro il 25enne ha cercato di nascondere un involucro contenente della sostanza in un taschino. Gli agenti, una volta recuperato l’involucro, hanno notato che all’interno di quest’ultimo vi erano 8 dosi di MDMA (Ecstasy) e per questo lo hanno arrestato.

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Filippini arrestati mentre spacciavano shaboo in un B&B

Giovedì mattina la Polizia  ha arrestato una 30enne e un 24enne filippini per detenzione e spaccio di stupefacenti, attività criminosa che la coppia gestiva dalla camera di un B&B di via Monteverdi. Le indagini del Commissariato Porta Genova hanno condotto i poliziotti nella struttura ricettiva presso la quale, da diverso tempo, era stato notato un sospetto viavai di persone, dirette in particolare nella stanza dove alloggiava la coppia di cittadini filippini da diversi mesi. Gli agenti della Squadra Investigativa, dopo un accurato servizio di osservazione, sono entrati all’interno del B&B. Al momento del controllo di polizia l’addetto alla reception, cittadino filippino 33enne, ha da subito mostrato segni di nervosismo e reticenza difronte alle richieste dei poliziotti, ostacolando di fatto l’attività investigativa. I poliziotti sono infine riusciti ad accedere nella stanza dove alloggiava la coppia. La perquisizione ha avuto esito positivo in quanto all’interno di un mobile sono stati rinvenuti due barattoli in vetro contenenti shaboo per un totale di 3 grammi. Materiale utile al confezionamento della droga e cannucce in plastica utili al versamento dello stupefacente sono stati poi rinvenuti all’interno di una valigia di proprietà della coppia, insieme alla somma di 700 euro in banconote di diverso taglio che la donna conservava nel proprio portafogli. La 30enne e il 24enne sono stati così arrestati per spaccio di droga, e l’addetto alla receptionist denunciato a piede libero per il reato di favoreggiamento personale. I controlli che gli agenti di Porta Genova hanno successivamente eseguito presso la struttura ricettiva, hanno portato anche denunciare in stato di libertà anche un cittadino cinese di 37anni, ospite del B&B, risultato irregolare sul territorio nazionale. Gli agenti hanno infine denunciato a piede libero il proprietario della struttura ricettiva, cittadino cinese di 33 anni, per aver omesso la  prevista segnalazione alloggiati all’ Autorità di Pubblica Sicurezza di due turisti tedeschi ospiti del B&B.

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Spacciatore attestato dopo inseguimento in auto

La scorsa notte, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino italiano di 37 anni per resistenza e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Intorno alle ore 3.20, gli agenti della volante del Commissariato Comasina, durante il servizio di prevenzione e controllo del territorio, transitando in viale Certosa hanno notato un’autovettura che viaggiava a velocità elevata. I poliziotti, hanno deciso di fermare l’auto, ma il conducente non si è fermato all’ALT e ne è scaturito un  lungo inseguimento dalla periferia verso il centro città, terminato in Piazzale Loreto all’intersezione con Corso Buenos Aires, anche grazie all’arrivo di altre volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale inviate in ausilio dalla Centrale Operativa. Durante l’inseguimento l’uomo alla guida si è disfatto degli involucri di droga lanciandoli dal finestrino. Bloccato, è stato trovato in possesso di 1.235 euro in contanti, due telefoni cellulari e un mazzo di chiavi. I poliziotti hanno poi ricostruito che il 37enne, circa un’ora prima, era stato già controllato in via Gallarate dalla volante del Commissariato Quarto Oggiaro, ma non  aveva con sé alcuna somma di denaro, mentre mentre poco dopo  è stato trovato in possesso della citata somma di denaro della quale non ha saputo giustificarne il possesso. Inoltre, durante la perquisizione nella sua abitazione, sono stati rinvenuti all’interno di un mobile della cucina 11 involucri per un peso di circa 7,6 grammi di cocaina, mentre all’interno della cappa di aspirazione della cucina altri 64 grammi di cocaina e un bilancino di precisione, e nella camera da letto 3110 euro in contanti.

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