4 Settembre 2019

De Corato: il nuovo Governo non potrà nascondere l’emergenza nomadi

In seguito alla diffusione del Viminale dei dati riguardanti la presenza di campi rom più o meno autorizzati nella città metropolitana di Milano, l’Assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato ha dichiarato “il governo giallorosso non potrà nasconderli in un cassetto. Sono numeri che confermano l’emergenza nomadi, soprattutto se si pensa ai campi irregolari e al fatto che il ministero dell’Interno dichiara esplicitamente la propria difficoltà nel quantificare un numero preciso di occupanti abusivi nella decina di insediamenti occasionali a Milano“. Questi ultimi “sono, per intenderci, – continua De Corato – quelli che più disturbano i milanesi in certe zone, come via Medici del Vascello e al Musocco, perché sono in continua rotazione. Qui i rom vanno, vengono, delinquono e portando degrado. Un circolo vizioso che logora i cittadini residenti in queste aree. Le lamentele per il degrado e l’insicurezza non arrivano solo dai cittadini di via Bonfadini e via Medici del Vascello, ma anche dai residenti di via Caduti di Marcinelle e via Cima, dal municipio 3, dal Parco dei Fontanili, nel municipio 6, chi la mattina si vede la via occupata da camper e roulotte, esclusi sicuramente dalla statistica“. L’emergenza, secondo De Corato, riguarda anche le roulottes e i camper, non censiti, che occupano intere vie. “Ecco i numeri della Città Metropolitana di Milano: sono 8 i villaggi autorizzati, due in più che a Roma, per un totale di circa 710 persone con 238 minori, di cui 5 solo nel capoluogo, per un totale di circa 590 persone di cui circa 190 minori; 1 a Trezzo sull’Adda, per un totale di 16 persone di cui 6 minori; 1 ad Arluno, per un totale di 12 persone di cui 5 minori, 1 a Buccinasco, per un totale di 92 persone di cui 37 minori. I villaggi non autorizzati sono 12,3 in più di Napoli, per un totale di circa 582 persone tra le quali 114 minori, di cui 9 solo nel capoluogo lombardo per un totale di circa 400 persone di cui circa 50 minori; 1 a Garbagnate Milanese, per un totale di 90 persone di cui 27 minori; 1 a Senago, per un totale di 86 persone di cui 35 minori; 1 a Robecco sul Naviglio, per un totale di 6 persone di cui 2 minori” ha precisato. Sulle risorse economiche che vengono utilizzate dalle amministrazioni l’ex vice sindaco Sottolinea, “a oggi non sappiamo ancora con esattezza nemmeno quante ne vengano utilizzate. A quanti dei minori che vivono negli insediamenti rom viene negata un’infanzia degna, un percorso scolastico e una vita familiare e sociale che possa farli crescere con serenità? I campi irregolari della Lombardia vanno chiusi senza indugio, questa deve essere una priorità per la politica locale! Per quanto riguarda la città di Milano, dove persistono ben 9 campi rom irregolari, fanno sorridere le parole che il Sindaco ha pronunciato poco più di un anno fa”. De Corato incalza quindi, “Sala, totalmente in contrasto con quanto fatto fino ad ora, il 18 maggio 2018 sul Corriere della Sera dichiarava che “non sono (i campi rom) un modello di successo, né da replicare. Certamente non se ne creeranno altri. Verificheremo più avanti se c’è la possibilità di chiudere anche quelli esistenti” e poi ancora, “la città ci chiede meno tolleranza. Non dobbiamo limitarci a spostarli, ma bisogna intensificare i controlli sui documenti, se mandano i bambini a scuola, come si sbarazzano dei rifiuti. C’è bisogno di una pressione continua“. “Ora di fronte a queste dichiarazioni – conclude De Corato –  mi chiedo se il Sindaco di Milano vorrà prendere davvero sul serio la situazione tragica di alcune zone della città, ed intervenire celermente per chiudere i campi rom irregolari, allontanando i nomadi dalle aree che occupano abusivamente. I cittadini sono esasperati ed i numeri gli danno ragione“.  

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Sabato l’ottava gran fondo del naviglio

Giunge alla ottava edizione la storica gara di nuoto milanese non agonistica Gran Fondo del Naviglio, presentata stamane in conferenza stampa. La manifestazione avrà luogo sabato 7 settembre lungo il Naviglio Grande e anche per quest’anno, sarà promossa come sempre dall’Associazione Terre dei Navigli Sport e Natura con il supporto operativo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – 1°Gruppo Milano “M.O.V.M. A. Carabelli”. La competizione, nata nel lontano 1895 e ripresa dal 2011, vedrà all’opera 168 nuotatori. La manifestazione milanese invita anche quest’anno gli atleti a “Nuotare per Bene” confermando il sodalizio con l’Associazione Caf Onlus come unico Charity Partner. Abbinando la sfida sportiva a una solidale sarà possibile sostenere la cura psicologica del trauma subito dai bambini vittime di abusi e maltrattamenti ospiti delle Comunità Residenziali dell’Associazione. Per permettere a tutti i nuotatori, dai più atletici agli amatori, di partecipare alla manifestazione e cimentarsi con le acque del Naviglio, la gara si sviluppa lungo tre percorsi tutti a favore di corrente e con diversi chilometraggi: lungo di 24,5 km da Cassinetta di Lugagnano a Milano/Darsena con partenza alle ore 13.30, medio di 14 km da Gaggiano a Milano/Darsena con partenza alle ore 14.30/15, breve di 2 km da Milano Canottieri San Cristoforo a Milano/Darsena con partenza alle ore 15.30. Al termine della manifestazione saranno premiati per ogni categoria i primi tre nuotatori uomini, le prime tre nuotatrici donne e verrà assegnato un premio speciale al nuotatore più “grande” e più “giovane” di ogni singola categoria. Per sostenere il progetto dell`Associazione Caf basta collegarsi alla pagina dedicata su Rete del Dono http://bit.ly/TUnonchiuderegliocchi ed effettuare una donazione e/o attivare la propria colletta online coinvolgendo amici e colleghi. Novità di quest`anno sarà la presenza degli atleti della Special olympics, programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva.  

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Donna Uccisa, 18 anni di violenze, il racconto della figlia

Una relazione cominciata 18 anni fa, nel 2001, quella tra Adriana Signorelli e Aurelio Galluccio, e costellata di soprusi e aggressioni, non solo alla donna ma anche ai figli di lei. E’ quanto emerge dai racconti della figlia della 59enne uccisa dal marito in casa sua sabato notte a Milano. Silvana D’Arco, sentita sul posto dalla polizia, ha ripercorso il calvario della madre a fianco a quell’uomo violento, che lei comunque aveva deciso di sposare cinque anni fa proprio, nonostante fosse detenuto a San Vittore. I particolari vengono riportati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nei confronti di Galluccio, considerato autore dell’uxorcidio; con il provvedimento la gip di Milano, Maria Vicidomini, ha convalidato l’arresto per tentato omicidio nei confronti dei due agenti presenti sul posto quando l’uomo è tornato e ha provato a investirli (non ha convalidato invece il fermo per omicidio volontario aggravato, pur disponendo la misura cautelare, non essendoci pericolo di fuga, in quanto l’arrestato era già privo della libertà). Nei ricordi della figlia quarantenne, il primo incontro con il nuovo compagno della madre, mentre questa si stava separando da suo padre, ovvero il primo marito: l’uomo si presentò in una concessionaria di auto, ma fin da subito i rapporti tra i due si erano rivelati “turbolenti e burrascosi“. La madre “per paura di reazioni violente” si rifugiava spesso in casa della figlia, ammette lei stessa, pur non riuscendo a staccarsi da lui. “Alcolista e tossicodipendente da eroina” – racconta ancora la donna – nascondeva, come spesso accade, la sua indole violenta nei confronti della compagna dietro “motivi di gelosia“. Nel novembre 2018, prima di bruciarle la porta di casa, l’aveva apostrofata come “prostituta“, e ancora prima erano state incalcolabili le volte in cui l’aveva presa a botte e si era recato sul posto di lavoro di lei per minacciarla. Tutti episodi che la donna aveva denunciato in questura ma anche al “commissariato di via Chopin“, ma dopo i quali comunque aveva continuato la sua relazione, fino al matrimonio, avvenuto mentre Galluccio era in carcere. Vittima della violenza dell’uomo anche l’altro figlio della donna, Alessandro D’Arco, che con la madre da tempo aveva tagliato i rapporti: nell’ordinanza viene raccolta anche la sua testimonianza, relativa ad un episodio del 2006. Subito dopo la separazione con il primo marito, la donna chiedeva un mantenimento di 1.800 euro al mese e 300mila euro per il 35% delle quote della società di telecomunicazioni di famiglia: a pretendere i soldi era stato il nuovo compagno della madre, che si era presentato nella sede dell’azienda con una pistola. Qualche anno dopo, nel 2013, il figlio era intervenuto dopo una richiesta d’aiuto della donna: arrivato in casa di lei – in via San Giacomo 4, quartiere Chiesa Rossa, dove sarebbe poi stata uccisa – l’aveva trovata a terra con Galluccio ancora nell’atto di picchiarla; aveva tentato di bloccare l’aggressore, ma in cambio aveva ricevuto una coltellata al fianco sinistro. A nascondere il coltello con il quale Galluccio aveva compiuto il gesto contro il figlio, proprio Adriana: nell’ennesimo tentativo di giustificare il compagno violento. AGI  

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Tapis roulant per collegare la fermata M4 di sforza con la M3 di piazza Missori.

Un percorso misto, con una parte sotterranea dotata di tapis roulant e una in superficie, lungo 420 metri che si percorrerà in 5 minuti. E’ l’ipotesi di collegamento che il Comune e la società M4 stanno studiando per collegare una delle fermate centrali della nuova metropolitana cittadina, quella stazione della linea 3 di piazza Missori., dove si trovano l’Università Statale e l’ospedale, con la vicina stazione della linea 3 di piazza Missori. La parte sotterranea, come ha spiegato il presidente della società M4 Fabio Terragni in commissione a Palazzo Marino, sarà lunga circa 170 metri e sarà realizzata sotto via Pantano, dove si trova anche la sede di Assolombarda. La prima parte del tragitto, dall’uscita della stazione metropolitana di via Sforza, i cittadini dovranno invece percorrerla a piedi lungo il vialetto alberato che costeggia l’ex camera mortuaria del Policlinico. Il percorso ha il beneplacito della Soprintendenza ed è l’ipotesi più “sicura” che permetterebbe anche di utilizzare i 20 milioni di euro stanziati dal governo nel Patto per Milano, siglato con il governo di Matteo Renzi. Le altre ipotesi di un collegamento completamente sotterraneo, con una galleria, o completamente in superficie sono state scartate perchè poco sicure o complesse a livello tecnico e di lavori da realizzare. Con la realizzazione del collegamento, che sarà attivo nell’estate del 2023 quando aprirà quel tratto centrale della linea 4, “sarà riqualificata tutta l’area“, come ha spiegato l’assessore alla Mobilità del Comune, Marco Granelli. Via Pantano diventerà in parte pedonale, così come la parte di via Festa del Perdono dove ci sono gli ingressi dell’Università Statale e piazza Santo Stefano. “Per quanto riguarda la sosta andremo a salvaguardare quella dei residenti – ha detto Granelli – sarà aumentata leggermente. Continuiamo nella linea politica per cui nelle aree centrali tuteliamo la sosta dei residenti ma chi viene da fuori dovrà utilizzare il trasporto pubblico o i parcheggi sotterranei“. ANSA  

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In Brera svetta l’affissione che pulisce l’aria

“Brera è così bella da togliere il respiro. theBreath ve lo restituisce“. Così recita la maxi-affissione che in questi giorni svetta coprendo i lavori di ripristino di un edificio d’angolo fra via Pontaccio e via Madonnina, nel cuore pulsante di Brera. E’ il pieno centro di una grande metropoli e i conti con lo smog si devono inevitabilmente fare, ma oggi la tecnologia pare correre in aiuto. Il pannello su cui è installata la maxi affissione (una superficie di oltre 400 metri quadri) è infatti realizzato con un un avveniristico tessuto multistrato che, prodotto dall’italiana Anemotech e applicabile sia da esterno sia interno, sarebbe in grado di migliorare la qualità dell’ambiente e di ridurre drasticamente l’inquinamento presente nell’atmosfera circostante. La sua trama è infatti formata da due strati esterni in materiale stampabile e traspirante (consentono dunque il passaggio in entrata e in uscita dell’aria) e da un’anima intermedia come dicono i progettatori, costituita “da una cartuccia in fibra carbonica capace di catturare e disgregare le sostanze volatili nocive“. Il tutto “sfruttando il flusso passivo dell’aria e quindi – spiegano i promotori dell’installazione – senza bisogno di ricorrere a fonti energetiche aggiuntive“. I test reali già effettuati come fanno sapere i realizzatori dimostrano che un pannello di 10 metri quadri “è in grado di assorbire indicativamente in un anno le emissioni di 15 caldaie o procurate dal passaggio di 1.450 auto diesel e da 3.635 auto benzina“. Si tratta di un progetto temporaneo di arredo urbano targato Urban Vision assieme all’agenzia di comunicazione Take Group.  

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Marocchino fugge a posto di blocco, arrestato dopo avere speronato una volante

Un marocchino di 23 anni e’ stato arrestato dalla polizia per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale dopo aver speronato una volante imboccando volontariamente contromano via Piazzetta, è successo la  notte scorsa, in viale Omero, quando la volante della Questura ha intercettato un uomo alla guida di un automobile risultata poi sottoposta a fermo amministrativo. Gli agenti gli hanno intimato l’alt per un controllo, ma il 23enne è fuggito via facendone nascere un inseguimento. La corsa si è fermata in via Giovan Battista Piazzetta, dove il fuggitivo ha impattato frontalmente con la volante del Commissariato Mecenate giunta in ausilio. L’uomo è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre i 2 poliziotti della volante del Commissariato Mecenate hanno riportato rispettivamente 5 giorni di prognosi.  

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