12 Settembre 2019

A Palazzo Marino i notai spiegano il testamento solidale

A Palazzo Marino i notai spiegano il testamento solidale. Non occorre essere personaggi famosi o milionari per dare il proprio sostegno alle buone cause. È sempre più frequente che le persone “comuni” con un piccolo gesto decidano di lasciare un segno anche quando non ci saranno più. Come farlo senza intaccare i diritti dei propri familiari all’eredità? Per diffondere la cultura del lascito solidale, il Consiglio Nazionale del Notariato e il Comitato Testamento Solidale, promuovono il 13 settembre 2019, in occasione della Giornata Internazionale dei Lasciti Solidali, incontri informativi in tutta Italia sui lasciti testamentari e sui lasciti solidali. A Milano, l’incontro organizzato dal Consiglio Notarile di Milano, si terrà presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, in Piazza della Scala n.2, dalle ore 16:00 alle 19:00. L’incontro vede la partecipazione di Paola Casali, Federica Croce e Margherita Gallizia, notai del Consiglio Notarile di Milano, Rossano Bartoli, portavoce di Testamentosolidale.org e Paolo Anselmi, Vicepresidente GfK. Il dibattito sarà moderato da Mario Alberto Catarozzo e introdotto dall’Assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti. Secondo l’indagine realizzata da GfK Italia per il Comitato Testamento Solidale quasi 6 Italiani su 10 (il 58%) dichiarano di sapere cos’è il testamento solidale, con una crescita di ben 6 punti percentuali rispetto al 2016, ma solo il 5% dichiara di avere già fatto un testamento solidale o di essere deciso a farlo. Rispetto agli altri Paesi europei – dove il lascito è più diffuso – c’è ancora un gap culturale da colmare. Oggi sono oltre 1 milione gli over 50 che hanno già fatto, o sono decisi a fare, un “lascito solidale”. Una platea che sembra destinata ad estendersi – coinvolgendo anche i giovani sempre più attenti alle tematiche del sociale – a oltre i 3 milioni registrando una crescita del 15% di questa forma di beneficenza. La Lombardia detiene il primato sulla media nazionale: i suoi cittadini sanno in percentuale più elevata che cos’è un lascito solidale (66% vs. 58%), sono anche più frequentemente “donatori multipli” ovvero sostenitori di più di un’associazione non profit (62% vs. 55%) e risultano più generosi rispetto alla media nazionale (94€ vs. 70€ donati in media nel corso dell’ultimo anno). “Disporre un lascito, anche minimo, a favore di un’organizzazione no profit è un gesto di altissimo valore umano che non lede i diritti dei propri eredi e la quota di legittima prevista dalla legge italiana per i familiari più stretti ma consente di lasciare un segno, una parte di noi, a chi ne ha più bisogno” commenta il notaio Paola Casali, Consigliere del Consiglio Notarile di Milano. “In questo, il notaio ha un ruolo fondamentale, perché è il punto di riferimento per far sì che vengano rispettate le volontà del testatore.” È possibile accreditarsi all’evento al link: comune.milano.it/salaalessi  

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In Sarpi due giorni di concerti Jazz gratuiti tra musica e shopping

La musica diventa protagonista in via Paolo Sarpi. Per due giorni, venerdì 13 e sabato 14, dalle 18 alle 21, la via simbolo della Chinatown milanese diventerà il palcoscenico diffuso di Jazz in Sarpi. L’appuntamento musicale gratuito più atteso di fine estate, che vedrà esibirsi oltre 50 artisti in 16 coinvolgenti jam session che faranno risuonare su quattro palchi, disposti lungo tutta la via, i motivi e le note dei grandi maestri del genere: da Miles Davis a Charlie Parker passando da John Coltrane e molti altri. “Una manifestazione – commenta l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani – che rappresenta l’anima più autentica di un quartiere, Paolo Sarpi, che ha saputo miscelare in modo sorprendente la sua rinnovata tensione verso la modernità e l’internazionalità con la propria anima più tradizionale, proprio come le melodie jazz che mescolano stili e anime differenti nel segno della creatività e dell’innovazione”. Ricco e ampio il calendario della due giorni in musica che vedrà tra i talentuosi jazzisti on-stage Simona Severini, interprete che mescola jazz e musica rinascimentale in una dimensione intima e cantautorale; gli Osmosi Trio, che rielaborano in chiave jazz melodie tradizionali albanesi, greche, ebraiche e turche; il talento chitarristico di Sergio Arturo Calonego, che si esibirà utilizzando un’accordatura modale di derivazione araba; la piccola Big Band in miniatura dei Jazz Lag; il quintetto I Am a Fish, diretto dal chitarrista Marco Carboni, che propone un repertorio originale fortemente influenzato dal jazz contemporaneo newyorkese. A questi si aggiungono un omaggio in musica al celebre scrittore francese Boris Vian con “Blues Pour Boris”, la celebrazione dei 50 anni di “In A Silent Way” di Miles Davis, i virtuosismi manouche dei Gipsy Pocket Swing, il trio di Massimo Vescovi, i quartetti di Gabriele Boggio Ferraris, Biagio Coppa, Leader Temporaneo, Michelangelo Decorato, quest’ultimo in uno special set featuring Monica Giuntoli. Jazz in Sarpi è un appuntamento ideato da Gianni Bernardinello nel 2012 che quest’anno è stato realizzato da Presso, soggetto assegnatario del bando del Comune di Milano per la valorizzazione del D.U.C. – Distretto Urbano del Commercio Sarpi (www.insarpi.it) in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio del Comune di Milano, dal Municipio 1. L’edizione 2019 di Jazz in Sarpi è resa possibile grazie anche al sostegno di oltre 40 attività commerciali presenti in loco tra Botteghe storiche, insegne del retail moderno, concept store, ristoranti che hanno contribuito a finanziare la due giorni, insieme ai fondi già stanziati dal D.U.C. Sarpi, da Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, A.L.E.S. – Associazione Liberi Esercenti Sarpi e Uniic – Unione Imprenditori Italia Cina.  

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Dieci arresti per spaccio in 24 ore

Nelle ultime 24 ore la polizia ha arrestato a Milano dieci persone e ne ha indagata un’altra a piede libero per spaccio di droga, sequestrando complessivamente circa 500 grammi di sostanze stupefacenti. Lo ha annunciato la questura meneghina, spiegando che tra gli arrestati ci sono una 19enne fermata in via Valvassori Peroni con 18 grammi di ketamina, un grammo di hashish, 0,5 di marijuana e 1 pasticca e mezza di ecstasy, e 800 euro in contanti contanti; un 43enne bloccato in via Costantino Baroni con addosso 30 “palline” di cocaina, e altri 280 grammi di cocaina, un bilancino di precisione e 1.200 euro contanti nascosti in casa. Un 44enne, è stato invece arrestato in via Di Vittorio a San Donato Milanese con sei dosi di coca e 290 euro in contanti, mentre un altro italiano è stato arrestato dagli agenti del commissariato di Legnano con 51 grammi di marijuana. In via degli Etruschi, le manette sono scattate ai polsi di un 34enne e di un 44enne di origini marocchine trovati in possesso di quasi 20 grammi di cocaina e 560 euro in contanti, mentre in corso Como, gli agenti delle volanti hanno tratto in arresto un 36enne senegalese con circa 14 grammi di marijuana e 125 euro in contanti. Askanews  

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Rabaiotti: in via Corelli un centro d’accoglienza al posto del CPR

“Auspico che via Corelli possa diventare un luogo di accoglienza e non di segregazione“. Sul Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Milano, la cui apertura era prevista a ottobre in via Corelli su spinta dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, interviene oggi l’assessore comunale alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti. Alla domanda su quale sarà, a suo avviso, il destino dell’ex centro di accoglienza con il nuovo Governo, Rabaiotti risponde: “Le aree non sono nostre ma del demanio statale, tuttavia può diventare terra di riscatto segnata da una storia di una vicenda non particolarmente bella e che potremmo invece riuscire a rilanciare come luogo di accoglienza e ospitalità. A replicare a Rabaiotti Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza, di Regione Lombardia: “Mentre il premier giallorosso, Giuseppe Conte, parla della necessità di fare di più in tema di rimpatri, l’assessore Rabaiotti definisce i centri per i rimpatri ‘luoghi di segregazione’, usando la stessa terminologia e facendo le stesse richieste dei centri sociali“.  

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