13 Maggio 2019

Respinta la richiesta di revoca dei domiciliari ad Altitonante

Deve restare ai domiciliari Fabio Altitonante, il consigliere lombardo di FI arrestato per corruzione e finanziamento illecito nell’inchiesta della Dda milanese su un vasto sistema corruttivo in Lombardia. Il gip Raffaella Mascarino ha respinto l’istanza di revoca della misura sostenendo, da quanto si è saputo, che il politico è ancora “influente” e potrebbe continuare a commettere i reati per cui è ai domiciliari. Il suo legale, l’avvocato Luigi Giuliano, sta valutando di impugnare il provvedimento. ANSA

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Ue, il 70 per cento dei milanesi non ha mai avuto contatti diretti con Bruxelles

Una Europa distante dai cittadini, che non sa comunicare e non porta alcun beneficio alla comunità soffocata dall’eccessiva burocrazia e dalla scarsa presenza dell’UE sui territori. Il sondaggio commissionato dall’europarlamentare Angelo Ciocca (Lega) attraverso Fondation pour une Europe des Nations et des Libertés (FENL) fa emergere una generale insoddisfazione da parte degli intervistati rispetto alla capacità dell’UE di intraprendere azioni in grado di portare benefici diretti agli stati membri e ai loro cittadini. Andando nello specifico emerge che oltre il 70% dei cittadini intervistati percepiscono come insufficienti i benefici, di questo 70% quasi il 30% li percepisce come nulli. D’altra parte richiamando l’attenzione sui risultati attribuiti all’intervento dell’UE in ambiti quali l’economia, la sicurezza o la disoccupazione, la maggioranza dei cittadini ritiene che in nessuna di queste aree l’intervento dell’UE abbia portato alcun beneficio diretto, ne a loro ne ai loro paesi. Fanno eccezione i cittadini polacchi rispetto ai benefici economici al proprio paese riconducibili ad un’azione diretta dell’UE. La percezione è che tale situazione sia appesantita. Solo il 19% degli intervistati giudica non eccessiva la burocrazia interna all’UE, mentre oltre il 65% degli intervistati è convinto che maggiori presenza e vicinanza al loro territorio migliorerebbero l’azione dell’UE. Alla percezione di un’eccessiva distanza dell’UE rispetto ai territori contribuiscono il fatto che secondo i cittadini le occasioni di incontro con le istituzioni europee sono poche mentre l’attività di comunicazione svolta è ritenuta inadeguata. Entrando nello specifico dei dati sul territorio, è emerso che la percezione dei milanesi rispetto all’Unione non si discostano molto dai dati nazionali. Il 72,1% degli intervistati di Milano non ha avuto contatti diretti nell’ultimo anno con un europarlamentare e il 50,8% non ha avuto occasione di assistere alla presentazione da parte di un rappresentante dell’Ue delle opportunità proposte dalla stessa Ue. Il 66,2 % dichiara di non aver avuto benefici diretti a seguito di interventi sui temi di sicurezza, disoccupazione ed economia da questa Europa. Il 70,1%, invece, dichiara che i rappresentanti dell’Eu non comunicano in modo adeguato con i cittadini, il 60,1% ritiene che la burocrazia dell’Ue sia eccessiva. Il 76,3% dei milanesi crede che una maggiore vicinanza dell’Ue potrebbe migliorare sul territorio la propria azione. Il 68,1% ritiene che l’attività svolta dall’Ue porti benefici non sufficienti sul territorio. Il 55% dice di non aver avuto percezione di alcun beneficio per il proprio Paese dagli interventi dell’Ue sui temi di sicurezza disoccupazione ed economia. Dati chiari da cui emerge una generalizzata insoddisfazione. «Viviamo in un mondo sempre più complesso e in rapida trasformazione. In carenza di una classe dirigente saggia e autorevole, vince chi propone ricette semplici, chi individua colpe esterne, chi rassicura promettendo ai cittadini che gli altri non avranno di più, anziché fornire strumenti attivi, abilitanti, avanzati per crescere tutti assieme. – ha spiegato Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega candidato alle elezioni del 26 maggio -. L’Europa può rinnovare il proprio progetto solo se sa essere convincente e coinvolgente verso i giovani». Da qui la scelta dello slogan “Ribaltiamo Questa Europa” per la campagna elettorale. «In prima persona in questi anni dai banchi di Bruxelles e Strasburgo ho capito e testimoniato che l’Europa così come è oggi non funziona – ha proseguito Ciocca -. La gestione fallimentare nella difesa delle frontiere e del Made in Italy sono sotto gli occhi di tutti. E’ scoccata l’ora della Nuova Europa, serve una sveglia! Infondere nuovo sangue nelle vene a un’Europa che punta solo a fare gli interessi delle Banche e della Finanza. Le facce che siedono ai posti di potere e nei gruppi di maggioranza, ormai da anni al Parlamento europeo, sono sempre le stesse e rispondono da troppo tempo a ordini che non tutelano certo gli interessi dei cittadini».

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Processo Expo, Sala rischia un anno

Il sindaco Sala ha provato a dire che non ricordava, che non sapeva, insomma ha provato a sfilarsi dai suoi guai giudiziari legati a Expo 2015, ma la Procura di Milano è andata fino in fondo e ha chiesto una condanna per lui. La pena richiesta dai pm per aver truccato le carte dell’appalto sulla piastra di Expo, quello economicamente più rilevante, è di un anno e un mese. Il fatto che abbia retrodatato le carte per fare filare tutto liscio secondo i magistrati è provato. Lui vedremo come reagirà, ma visto il tipo pare improbabile che si dimetta. La poltrona da sindaco gli sta già stretta. In realtà, la pena sempre che venga confermata dai giudici è così bassa che il suo significato sarebbe principalmente politico. I giornali potranno chiamarlo Sala “l’onesto”, come lo sceriffo di Chicago nel film Prima Pagina. Adesso vedremo cosa dirà, perché per quanto si possa essere garantisti sono state richieste le dimissioni per molto meno a tanti altri. Neppure per un sindaco “imbruttito” è una patata semplice da sbollentare. In un’altra occasione gli era andata bene come potete leggere qui, ma non questa volta: Sala forse non rischia di perdere la libertà, ma sicuramente di vedersi incrinata la reputazione.  

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Stupro in Comasina, arrestato ecuadoriano

Sarebbe un ragazzo ecuadoriano di 21 anni il responsabile dello stupro ai danni di una diciottenne avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 aprile in piazza Gasparri. Dopo una serata insieme ad alcuni connazionali in cui si sarebbe bevuto pesante,  i due sarebbero rimasti soli in un’area verde della piazza. In quel frangente il 21enne avrebbe approfittato della ragazza: una donna però avrebbe visto tutto la scena e allertato gli agenti intervenuti quando ormai la violenza era già terminata. Il giovane si sarebbe anche scagliato contro gli agenti prima di essere bloccato e portato via in manette. L’accusato di stupro non era nuovo a imprese criminali: secondo quanto ricostruito dalle agenzie di stampa, aveva alle spalle una storia di precedenti giudiziari per spaccio e reati contro il patrimonio. Adesso potrà aggiungere anche un’ultima accusa. La Comasina intanto si conferma un luogo non troppo sicuro, dove ancora lo spaccio e i nuovi arrivati camminano di pari passo.

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Il cuore degli alpini: 15mila euro all’Asilo Mariuccia

Il cuore degli alpini colpisce ancora. Nella grande festa organizzata a Milano nel fine settimana, Sebastiano Favero, presidente nazionale degli alpini, ha trovato anche il modo e il tempo per portare il sostegno delle penne nere a una storica istituzione milanese. L’Asilo Mariuccia potrà infatti contare su una donazione da 15mila euro proprio da parte degli alpini. Un gesto di cuore che unisce due istituzioni italiane con una tradizione di dedizione e cura del prossimo. La donazione è stata ricevuta dal presidente del Mariuccia Camillo De Milato direttamente dalle mani di Favero. “La solidarietà e la generosità sono componenti dell’animo degli alpini. Aiutare l’asilo Mariuccia, con le sue mamme vittime di disagi e maltrattamenti, risalta lo spirito di umanità del bene comune dell’Associazione Nazionale Alpini” ha commentato De Milato (Nella foto insieme al presidente nazionale Sebastiano Favero e il capo di SME Salvatore Farina). Quella degli alpini è una tradizione: si mossero anche per i terremotati dell’Aquila per i quali ricostruirono 30 case, o quelli dell’Emilia. Gli alpini sono attivissimi nelle beneficenza: nel 2018 solo nelle provincia di Varese sono stati raccolti 160mila euro di donazioni dall’associazione nazionale alpini. Quest’ultima rende ancora più significativo per Milano aver ospitato la manifestazione degli alpini, l’Asilo Mariuccia infatti è un’istituzione più che centenaria essendo stato istituito nel 1902 proprio per tutelare le donne più sfortunate. Compito, insieme ad altri, che porta avanti anche oggi.

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Il vero business sono ancora le rotaie

L’imprenditore Daniele D’Alfonso sosteneva di esser “messo bene” a contatti dentro ad Atm. Una situazione ottimale per arrivare a gestire il lavaggio delle rotaie di Atm. Essendo una città che ne ha talmente tante da avere pure un campionario di binari abbandonati, per l’imprenditore accusato di essere parte del giro di corruzione che ha travolto Forza Italia erano un ottimo affare. In Amsa aveva contatti con i sindacalisti, in Atm ancora non sembra chiaro, ma non possiamo escludere che si tratti dello stesso settore. Ma quello che veramente ci interessa è il punto infrastrutturale: sono ancora le ferrovie a rappresentare il business vero, è intorno ad esse cioè che si creano giri di centinaia di milioni di euro e si espandono città e servizi. Il bilancio del Comune di Milano è non a caso bloccato in buona parte dall’investimento per la Metro 4. Centinaia di milioni che sono vincolati a quell’investimento,  anche se l’operazione è già in ritardo di 4 anni e mezzo visto che doveva essere terminata e funzionante per Expo 2015. E se non fosse un caso questo ritardo? Se un’opera chiude, si chiudono anche i rubinetti pubblici e tocca lavorare tanto per guadagnare. Ma saranno sicuramente dubbi da penne avvelenate. Intanto però continuano a esserci segnali che ci sia qualcosa di sbagliato lungo le rotaie che vengono posate a Milano: quasi tutte le scale mobili della Metro 5 sono state costruite dalla Anlev. Una società parte di una piccola galassia di scatole e scatolette che fa capo alle stesse persone che costruirono le scale mobili della Metro 3. E che per lo stesso motivo caddero vittima di un’indagine per un giro di mazzette proprio sulla stessa opera. Ora, nulla vieta che le persone si redimano. Però diciamo che suona perlomeno strano vedere come siano le stesse persone. Alcuni grandi giornali lo sanno, ma non lo pubblicheranno mai. In parte è perché le rotaie portano soldi anche per le inserzioni pubblicitarie, in parte perché la stampa italiana è ormai addomesticata. Non cerca e rogne, anzi, le evita scientificamente e si dedica spesso a simil inchieste commissionate da questo o quel potere per colpire gli avversari. Anche per questo si trova bene con le rotaie che per definizione impongono un percorso dritto e non modificabile.

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