18 Aprile 2021

Il disastro del patrimonio ERP a Milano

Sala spera di fare 1,6 miliardi di euro vendendo quote di patrimonio. Sarà. Di sicuro non si vede questa grande ossessione per il disastro delle periferie o per il patrimonio quando si tratta di manutenzione delle case. Ci fa una carrellata di alcune situazioni che esemplificano il problema il sempre attento Consigliere di Municipio 7 con delega alla casa Franco Vassallo. “Iniziamo, per una volta, dai tetti. Le coperture degli stabili, in alcune casi vecchie di 30 o 40 anni, non reggono più. Non tengono fuori la pioggia e costringono ad una serie di interventi di manutenzione costosi e non risolutivi. La guaina è spesso malconcia e andrebbe sostituita, ma non facendolo, gli ultimi piani sono soggetti ad infiltrazioni continue. Un caso tipico è un appartamento di San Romanello, all’ultimo piano, appena ristrutturato e quindi oggetto di corposi investimenti economici. Ebbene, l’assegnatario dopo due o tre settimane è stato costretto ad andarsene: l’acqua che entrava rendeva impossibile viverci. L’acqua, però, non entra solo dai tetti, in alcune case entra anche dai muri. Sì, dai muri. Le facciate non sono messe meglio. Per esempio, in via Creta ci sono intere unità immobiliari assediate dalle muffe. Una cittadina, al primo piano, denuncia di avere una giungla sulle pareti. È comprensibile l’amore per il verde di Sala, ma così si esagera. Ed ovviamente a questo si aggiunge e si somma il problema delle crepe. Ma non ci sono solo problemi edilizi. Sempre da via Creta viene la storia straziante, il disastro, di due invalidi costretti a vivere con un cumulo di pensioni di 500 euro al mese, che già di per sé è quasi impossibile, con un affitto MM di 600 euro. È ovvio che siamo di fronte a situazioni complesse e sicuramente ricche di sfaccettature, ma possiamo davvero dire di essere reduci da dieci anni di sinistra? Questo è odio di classe, se mai ve ne fu. Va anche detto che se Atene piange, Sparta non ride. Aler è alle prese con una catena di occupazioni abusive da parte di Rom in via Quarti. Ma anche qui il Comune ha una pesante responsabilità. Rifiutando alloggi alternativi e quindi non consentendo ad Aler di sfrattare le famiglie con minori o disabili, Sala ha consentito di crearsi un ghetto. Un ghetto dove gli Italiani che hanno costruito e fatto grande Milano negli anni 60 sono stranieri a casa propria. Il che, se volete, è una ironica e tragica conseguenza dell’ideologia di Sala. Se a Milano non ci sono stranieri, non ci sono nemmeno più cittadini. E quindi, di fatto, i poveri diventano un problema e cessano di essere persone di cui dovrebbe occuparsi. È la distopia totale di un sindaco verde che vorrebbe una Milano a misura di zanzara e con meno umani (soprattutto poveri) possibile”.

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Sala presenta la sua lista “olimpica”

Sala presenta la sua lista “olimpica”. Per il secondo mandato infatti Sala si ripropone uguale a sè stesso: era l’uomo Expo prima, vuole diventare l’uomo Olimpiadi ora. Così si candida al secondo mandato con un logo che riprende quello della manifestazione sportiva. “Il richiamo alle Olimpiadi c’è perché saranno alla fine del mandato del futuro sindaco, a febbraio del 2026”, ha spiegato. Si appropria così di un’identità in cui si trova meglio: quella di superman con un grande scopo da perseguire. Potrebbe passare cinque anni a ripetere: “Ci serve per le Olimpiadi” e tutte le discussioni cesserebbero. E poi indovina chi potrebbe essere proprio il commissario ideale nel 2026 o magari ministro dello Sport? Se riuscisse a passare da Commissario a Expo a sindaco per poi tornare Commissario, la sua carriera diventerebbe un esempio di palindromia istituzionale. Ma soprattutto libererebbe Sala dal peso di gestire veramente la città. Dopo Expo non aveva molto bisogno di farlo perché bisognava nascondere i risultati mancati, ma tutto procedeva da sè. Poi è arrivata la crisi e lui ha inanellato una serie di errori clamorosi. E adesso che i suoi migliori alleati politici lo hanno abbandonato (prima Majorino, poi altri) lui ci riprova con le nuove leve. Anche perché ha imparato che gente con le spalle larghe è meglio non averla vicina, altrimenti ti fa ombra (l’esempio di Majorino torna sempre buono). Sala ha poi aggiunto che spera “di essere rieletto e, se dovesse succedere, mi sentirei in dovere di formare la futura classe dirigente della città, per questo abbiamo scelto di avere una lista giovane. Una lista che non è improvvisata, non ci sono candidati acchiappavoti, i capolista erano con me anche nel 2016, sono persone con una storia di impegno”. In lista ci sono due assessori che arrivano dall’esperienza in giunta, Roberta Guaineri, allo Sport e Turismo, e Gabriele Rabaiotti, alle Politiche sociali e abitative. I capilista sono Martina Riva, che è stata candidata della lista civica di Sala anche nel 2016 ed è consigliera di Municipio , ed Emmanuel Conte, attuale consigliere comunale. In lista ci sono poi la capogruppo di Milano Progressista Anita Pirovano, l’ex presidente delle Acli di Milano, Monza e Brianza, Paolo Petracca, la consigliera comunale eletta nelle file della lista Sala Marzia Pontone e infine il presidente del Municipio 8 Simone Zambelli. Tra i punti che guideranno questa lista c’è la città a 15 minuti. Cioè in teoria avere tutti i servizi possibili entro 15 minuti dalla propria abitazione. E’ l’idea di fare di tutta Milano via Brera, zona dove abita il sindaco e dove effettivamente è difficile non trovare un servizio vicino.  

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De Chirico (FI): buoni spesa sospesi senza avvisare i richiedenti

“Le domande per partecipare al bando dei buoni spesa erogati dal Comune di Milano potevano essere presentate entro l’8 marzo scorso, ma da allora il Comune non ha fatto sapere nulla a chi sperava di passare una Pasqua un po’ più serena” lo denuncia Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia. “Sul sito internet dell’Ente – spiega De Chirico –  ormai un mese fa, avevo scovato un avviso che comunicava la sospensione del bando a causa di un ricorso. Ho scoperto poi che fu presentato da NAGA – Organizzazione di volontariato per l’Assistenza Socio–Sanitaria e per i Diritti di Cittadini Stranieri, Rom e Sinti – per una presunta discriminazione contenuta nell’avviso. Nel frattempo le code fuori dalle sedi del Pane Quotidiano continuano ad allungarsi e ai milanesi che hanno presentato domanda il Comune non si è degnato nemmeno di mandare una mail per comunicare l’intoppo legale-amministrativo. A Sala, impegnato nella campagna elettorale, suggerisco di preoccuparsi un po’ di meno della sua immagine da influencer e un po’ di più dei bisognosi”. “Sarebbe la migliore forma di attenzione verso i suoi cittadini, con i conseguenti ritorni d’immagine” conclude De Chirico.

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Covid: continua il calo dei ricoveri

Con 50.170 tamponi effettuati, sono 2.546 i nuovi positivi in Lombardia con il tasso di positività stabile al 5% (ieri 5,1%). Continua il calo sia dei ricoveri in terapia intensiva (-5, 723) sia soprattutto negli altri reparti (-230, 4.901). I decessi sono 74 per un totale complessivo di 32.220 morti in regione dall’inizio della pandemia.  Per quanto riguarda le province, sono 696 i nuovi casi nella città metropolitana di Milano, 410 a Varese, 282 a Brescia, 233 a Como, 222 a Monza e Brianza, 182 a Bergamo, 147 a Mantova, 99 a Pavia, 69 a Lecco, 63 a Cremona, 44 a Lodi e 29 a Sondrio.

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Confcommercio: le nuove misure discriminano le imprese

“La conferenza stampa che ieri ha tenuto il Presidente del Consiglio Draghi ha lasciato intravedere delle possibilità di riapertura ma la decisione di rendere rafforzata la zona gialla ci lascia un forte senso di sconcerto”. Così il segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri, ha commentato i nuovi provvedimenti del governo per la gestione della pandemia. “Vero è che molte attività potranno riaprire a partire dal 26 aprile. I nuovi provvedimenti creeranno però una forte discriminazione all’interno delle stesse categorie privilegiando alcune imprese a sfavore di altre – ha aggiunto -. A bar e ristoranti verrà concesso di aprire a pranzo e a cena, ma questa opportunità sarà inizialmente data solo a quei locali che hanno il servizio al tavolo esclusivamente all’aperto. La metà circa dei locali quindi sarà ancora costretta a stare chiusa. A Milano, in particolare, quasi un locale su due non ha la possibilità di svolgere la propria attività all’aperto. Questo penalizza fortemente quasi la metà dei locali milanesi creando un fortissimo disequilibrio che danneggerà ancora una volta migliaia di imprese”. Confcommercio “ha contribuito a redigere i protocolli per una riapertura sicura nella massima tutela della salute pubblica. E’ il momento di applicarli, gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte responsabilmente e con la consapevolezza che solo con l’impegno individuale si potrà arrivare a una ripartenza solida”. ANSA

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In Duomo Milano centinaia No vax senza mascherina

Qualche centinaio di persone, per la maggior parte senza mascherina, si sono radunate nel pomeriggio in piazza Duomo a Milano per la manifestazione No Vax ‘Le bocche della verità’ organizzata dall’associazione Genesi. Sul piccolo palco allestito dall’associazione, ha preso la parola anche Mariano Amici, medico laziale da tempo impegnato nella campagna No Vax che ha invitato tutti “a non andare a giocare alla roulette russa” con vaccini che “non hanno nessuna efficacia e nessuna garanzia”. “Ho un fine ben preciso – ha aggiunto – cioè spazzare via tutti questi ladri che ci stanno governando, gente che non è degna di rappresentarci”. ANSA

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