20 Maggio 2021

Decisamente prima il vaccino, poi le vacanze

Decisamente prima il vaccino, poi le vacanze. Siamo assolutamente d’accordo con il generale Figliuolo: in questa situazione l’idea di posporre la vaccinazione alle ferie è un’idiozia. Di fronte al virus bisogna essere pratici, mettendo in secondo piano questa sorta di diritto alle vacanze che pensiamo di avere. Il contratto di lavoro che comprende le vacanze non è la Costituzione e le ferie in agosto devono essere una possibilità, non un obbligo. Anteporre il cazzeggio estivo alla sicurezza sanitaria è quantomeno da superficiali, da persone che al massimo dovrebbero avere la responsabilità della vita di criceto. Con tutto il rispetto per i criceti. Le vacanze si possono organizzare in tanti modi, in tanti tempi diversi. La fissazione per trovarsi tutti insieme nella stessa spiaggia nella stessa settimana sembra quasi una psicosi collettiva data dalla società industriale novecentesca. In tutto il mondo si lavora e si va in vacanza in tanti modi diversi, in posti diversi, perché se da una parte fa freddo, dall’alta fa caldo. E tra l’idea di morire attaccati a un respiratore e la settimana agostana in riviera la scelta sembrerebbe facile, ma forse l’errore di comunicazione generale ha illuso la popolazione che adesso “il problema non c’è”. Cioè il virus non esisterebbe più. Continuano a morire persone, nel mondo si vedono stragi come in India e Brasile (sulla Russia è calato il silenzio) ma il pensiero medio sembra quello di Maccio Capatonda “che me ne frega a me, mica vivo in Brasile o India”. Esatto, proprio per questo dobbiamo essere felici che nonostante tutti i difetti viviamo in un Paese molto diverso da certi fenomeni tipo Bolsonaro. Perché là si salveranno solo i ricchi, mentre tra i poveri ci saranno morte e disperazione. Qui abbiamo tutta la fortuna, o forse il paradosso, che invece possono morire entrambi. Basta essere scemi. Perché l’idiozia è trasversale alle classi sociali. Quindi decisamente prima il vaccino, poi le vacanze. Oppure mettersi in fila tra i selezionabili per incapacità mentali.

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A gamba tesa nel calcio ed in politica

A gamba tesa nel calcio ed in politica. Nelle competizioni sportive più note ci sono sempre grandi club che si alternano alla vetta. Per esempio nel calcio al top ne troviamo cinque, Juve, Inter, Milan, Roma, Napoli. Uno spaccato di lettura del paese che si focalizza su precise città e aree, Milano, Torino, la Capitale e Napoli. Anche il primato sportivo è figlio delle vicende economiche, sociali e demografiche. In politica la stabilità, al limite dell’immobilismo era la regola; merito e colpa dell’elettorato che non si faceva sviare dall’irrompere tempestoso di sempre nuove idee e sorprendenti eventi. Molto variegato il campo dei sostenitori del sistema cui contrapposto stava quello dell’antisistema. Per paradosso più il sistema funzionava bene, più avanzava l’antisistema, anche quando passava a sistemi terroristici. Questo per 50 anni. A metà anni 2000, la Juve perse il primato d’ufficio e venne retrocessa non sul campo. Vinse Milano allora, proprio mentre calava inesorabilmente l’influenza della Mole a favore dei meneghini. In breve tempo l’ex primatista tornò tale. Dieci anni prima, per squisiti fattori esogeni, era stato ugualmente squalificato ed eliminato il campo politico sistemico. Quello antisistemico di prima l’avrebbe dovuto sostituire. Invece il blocco sistemico, scomposto e ricomposto, si ripresentò e riprese il primato finché di nuovo interventi esogeni non lo spaccarono e quasi riuscirono a farlo retrocedere. Nel 2014 il Pd arrivò al 40 % dei voti mentre nel ’94 Forza Italia aveva superato il 30%. Se la Juve non fosse stata retrocessa solo una volta, ma più di una volta o a ripetizione cosa sarebbe successo? E se dopo di lei lo stesso trattamento fosse stato imposto anche alle milanesi, la lotta al vertice calcistico sarebbe stata rivoluzionata del tutto. Al top sarebbero arrivate le squadre centromeridionali e via via new entries settentrionali avrebbero conteso loro la vittoria, mettiamo Atalanta, Sassuolo e Lazio, governate da imprenditori provinciali, assunti anche a grandi incarichi istituzionali. Ed in politica è successo proprio questo. Il Pd nel primo decennio del nuovo millennio stava attorno al 30% poi nel secondo dopo l’exploit iniziale è calato sotto il 20%, ora vagando attorno al 15%. Il ruolo di Bergamo e Lazio l’hanno preso Lega e Fratelli d’Italia, La Lega dalla nascita aveva vagato attorno al 5% di media per poi scalare posizioni fino al 17% del 2018, al 34% del 2019 ed al 20% odierno. Fratelli d’Italia, che ereditava una quota di poco inferiore al 15%, aveva superato il 5% solo nel 2019 ma ora i sondaggi lo valutano quasi al 20%. Un team che arriva al vertice arrivando dalla serie B, un altro addirittura dalla C. L’altra formazione, al momento apparentemente di sinistra, oggi al vertice, è i 5 stelle, sempre più in dissoluzione, pura voce dal sen fuggita (se non da altra parte meno nobile). Quasi il 60% dell’elettorato predilige due partiti fortemente di destra, diversificati solo dall’estrazione etnica tipica di Milano e Roma; ed una formazione di pura indignazione destinata all’evaporazione alle prossime politiche. L’altro più 15% che 20%, ex antisistemico, resta stretto attorno al partito che si identifica con il regime, con il potere, con le istituzioni soprattutto internazionali. Non è tanto diverso nel calcio delle decine di migliaia di club dilettanti ancora nostalgiche del presidente Tavecchio dalle gaffes razziste, cacciato con un quasi colpo di stato; ed in quello top in lotta con Figc e Fifa. Tutto il mondo è paese e tutte le tendenze, in ogni settore, finiscono per coinvolgere. Solo questo giustifica che le destre, abbastanza estreme, possano essere arrivate a coinvolgere un elettorato potenziale da 11 milioni di persone. Lo stesso elettorato che fu del pentapartito, di Forza Italia ed in larga parte del Pd renziano; la maggioranza silenziosa, la massa di chi è stufo dei processi, delle eccessive regole, dell’ambientalismo, dei ladruncoli di massa, dell’emigrazione, degli omosessuali e compagnia cantando, dei diritti, dei cantieri chiusi, dell’immobilismo, dell’impoverimento, dei lamenti femminili e delle umiliazioni internazionali. E che alla prossima pancia gravida maschile posticcia, è pronta a reagire con l’eliminazione di aborto e divorzio. Malgrado tutti si dicano liberali, questa massa ha perso molta liberalità, perché ha pagato molto caro tutta quella offerta in passato con premurosa sollecitudine a brigatisti, magistrati, alleati internazionali, indignati, nigrizi. E si sente limitata perché nessun partito offre sostegno ai fumatori, propone l’eliminazione delle cinture di sicurezza e smantella le piste ciclabili. Idee che sembrano impossibili ma che lo sarebbero molto meno in caso di vittoria elettorale delle destre. Più queste sono cresciute e più il povero presidente Mattarella si è dovuto arrovellare, almeno dal 2017, contro il rischio elettorale. Queste destre, infatti, hanno corpaccioni da giganti ma teste da adolescenti, malgrado una lunga e lunghissima storia. Come formazioni border line, hanno sviluppato mentalità, metodi e approcci minoritari non bisognosi di confrontarsi con i grandi poteri finanziari, commerciali, industriali e militari internazionali che oggi hanno svuotato di reale importanza la nostra politica, pur nel paradosso che l’economia è tornata quasi tutta pubblica e che il liberalismo occidentale oggi è un mix di iperimperialismo di classe ed esaltazione dell’unter proletariat. L’alterità di destra, che né Lega e Fratelli, possono cedere pena la perdita di voti a favore dell’altro, non è un rigurgito di Salò ma il possibile rifiuto di innovazione eterodiretta, trattati e sistemi regolatori, in una parola del sistema internazionale dove ormai abbiamo un ruolo da punching ball e che ha facili mezzi per strangolare un paese come il Nostro, come già dimostrato. Ammettiamo che all’ennesimo sequestro di pescherecci o all’arrivo di barconi si reagisse giustamente con mezzi militari, magari con l’occupazione di una striscia di Tripolitania, mettendo in mezzo navi delle Ong olandesi e tedesche. Dovremmo reggere le reazioni di vari mondi extraeuropei e la pressione degli alleati di Nato ed Unione, con numerose quarte colonne interne attive e sanguinarie. Sarebbe in grado di reggere la maggioranza silenziosa? Gli uomini delle istituzioni non partirebbero subito per Brindisi? Anche fra i club di calcio più importanti, due paroline europee irate sono bastate per farli ritirare dal contratto della Superlega, già firmato. Non siamo

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Varese Estense Festival: dal 25 giugno all’11 luglio la cultura riparte dai Giardini Estensi

Varese Estense Festival: dal 25 giugno all’11 luglio la cultura riparte dai Giardini Estensi. Con undici appuntamenti, tra opera, prosa, musica classica e leggera, presentazione di libri e proiezione di film, il Varese Estense Festival è pronto ad alzare il sipario. Nello splendido scenario dei Giardini Estensi di Varese, dal 25 giugno all’11 luglio, con una doppia tappa di fine estate il l’11 e il 12 settembre, prende vita la quarta edizione di un festival che vuole essere momento di ripartenza per cultura varesina e occasione di rilancio di un settore che è stato pesantemente colpito dalla pandemia. L’evento è organizzato da Officine Teatrali Red Carpet e Giorni Dispari Teatro, con il supporto della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, il sostegno di Comune di Varese, Fondazione Cariplo, Fondazione Comunitaria del Varesotto e il patrocinio della Camera di Commercio di Varese. «Ripartiamo con la consapevolezza che Varese ha delle grandi potenzialità culturali», premette Serena Nardi, direttore artistico del Festival. «Ripartiamo dopo un lunghissimo anno di silenzio forzato durante il quale le potenzialità artistiche e creative della città hanno continuato a essere e resistere, proprio come un fuoco che rimane acceso sotto la cenere. E lo facciamo con uno spirito rafforzato dalla condivisione e dalla partecipazione di molte realtà: il Varese Estense Festival 2021 è espressione di quella contaminazione che è tipica di ogni forma artistica». «La nostra amministrazione ha investito anche quest’anno, attraverso la formula del partenariato, su questa importante iniziativa culturale – spiega il sindaco Davide Galimberti – Lo facciamo anche nel 2021 come gli altri anni ma questa estate con la voglia aggiuntiva che gli eventi culturali varesini possano tornare protagonisti anche in questo difficile periodo che stiamo vivendo. Un messaggio di speranza importante sulle note di un festival che si svolge nella splendida cornice dei Giardini Estensi dove già tante iniziative hanno visto il loro perfetto inserimento e valorizzazione. Un segnale importante dunque per la cultura varesina che, attraverso le iniziative in programma, ancora una volta si conferma di grande livello, come dimostrato anche dalle collaborazioni con partner importanti come Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Fondazione Cariplo, Fondazione Comunitaria del Varesotto e Camera di Commercio. Segno che Varese da qualche anno è riconosciuta da tutti terra di grande cultura e importanti iniziative». L’intenso programma che viene proposto spazia infatti tra generi differenti, con l’esplicito intento di coinvolgere un pubblico ampio, ma anche di creare interconnessioni tra le diverse proposte. Spiega il direttore artistico: «Accanto all’opera, alla musica classica e alla prosa, che tradizionalmente fanno parte del Varese Estense Festival, è stata posta la musica cantautorale, la letteratura e, per la prima volta, il cinema. Il tutto coinvolgendo professionisti di calibro internazionale, artisti locali e soprattutto i giovani». Come segno di rinascita culturale, gli organizzatori hanno scelto la figura femminile. «La donna è al centro di questa edizione del Festival», prosegue Nardi. «In particolare il suo significare la vita che si genera e si rigenera in quanto tale, la femminilità celebrata da Goethe “nella sua essenza immutabile e sempiterna” e le figure femminili descritte da Mozart e Shakespeare e diventate emblemi di rispetto e tolleranza». Il programma prevede tre appuntamenti di grande respiro che si terranno all’imponente fontana dei Giardini Estensi di Varese, con due nuove produzioni e una presenza importante. InDrama Factory presenta venerdì 2 luglio “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare per la regia di Vittorio Bizzi; evento che sarà anticipato dall’incontro con il cast il giorno prima. È di InOpera Factory “Le nozze di Figaro” di Wolfang Amadeus Mozart con la Como Lake Philarmonic Orchestra diretta da Roberto Gianola e la regia di Serena Nardi che chiude la rassegna domenica 11 luglio. Anche in questo caso, l’opera sarà anticipata il 27 giugno dalla presentazione del libro “Le nozze di Figaro. Mozart massone e illuminista” di Lidia Bramani, musicologa e giornalista. D’eccezione la presenza dell’orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano diretta da Mario Roncuzzi, che il 7 luglio proporrà il concerto sinfonico per clarinetto e orchestra (K 622) di Mozart, in occasione del 250esimo anniversario del viaggio di Mozart in Italia. Il Varese Estense Festival si apre venerdì 25 giugno con la presentazione del libro “Arpa che muta giaci. Cronache ottocentesche del fu Teatro Sociale di Varese” di Massimiliano Broglia e, in collaborazione con Filmstudio90, la proiezione del film muto “Metropolis Opera Rock”, che Fritz Lang diresse nel 1927, con il concerto dal vivo di Sincopatici Group. Sabato 26 giugno, l’omaggio a Fabrizio De Andrè: in occasione del 50esimo della pubblicazione dell’album “Non al denaro, non all’amore ne’ al cielo”, i collaborazione con Amico Fragile onlus, viene messo in scena lo spettacolo “Dietro ogni scemo c’è un villaggio, dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato” tra le canzoni di De Andrè e le poesie di Edgar Lee Masters. Martedì 29 giugno, la presentazione del nuovo cd del violinista Guido Rimonda “Smile. Uno Stradivari al Cinema” (edizioni Decca). Mentre domenica 4 luglio, la presentazione del libro “Io sono Ludwig van Beethoven” di Alessandro Giusfredi, musicologo e il concerto del trio d’archi “Tre Rose di Maggio”. Da ultimo, per Varese Estense Festival Off, sabato 11 e domenica 12 settembre, InOpera Studio presenta “L’elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti con l’orchestra e coro InOpera Studio diretti da Stefano Rossi. L’opera viene messa in scena in collaborazione con Accademia Carlo Bergonzi di Busseto, ParmArt di Parma e Ensemble Italico Splendore. Tutti gli spettacoli richiedono la prenotazione e il rispetto delle prescrizioni di sicurezza. «Questo Festival ci restituisce un importante messaggio di speranza», osserva Diego Trogher, vicepresidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «La speranza di un ritorno a una nuova normalità, ma anche la speranza nel futuro che la cultura è in grado di darci. Come nelle precedenti collaborazioni con Officine Teatrali Red Carpet e Giorni Dispari Teatro – due anni fa con la messa in scena del Don Giovanni di Mozart e l’anno scorso con la Tosca di Puccini, purtroppo rimasta bloccata dall’emergenza sanitaria a pochi giorni dalla sua presentazione – il valore aggiunto di questo evento

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Il Bitcoin tenta il rimbalzo

Il Bitcoin tenta il rimbalzo. Dopo essere tornato ai livelli dell’autunno, il Bitcoin questa mattina sembra stia cercando il rimbalzo. Se ieri infatti era arrivato fino ai 31mila euro, stamattina viaggia sopra i 32mila con tendenza positiva. E già altre crypto sembra che stiano riprendendo quota e ci sarebbe margine perché il crollo è stato pressoché totale: da Doge a valute più serie, tutto è scivolato verso il basso come solo le crypto sanno fare. Tanto che a qualcuno è venuto in mente che forse siamo vicini alla fine del Bitcoin.

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Mascaretti (FdI): riattivare Area B aggressione nei confronti delle fasce deboli

“Non solo non è ancora stata accolta la nostra richiesta di sospendere  Area C  fino alla fine della pandemia, ma addirittura si vorrebbero riattivare Area B e la sosta a pagamento. Una vera e propria aggressione nei confronti dei lavoratori e delle fasce deboli”. Così Andrea Mascaretti, capogruppo del partito di Giorgia Meloni a Palazzo Marino. “Le dichiarazioni di oggi dell’Assessore Granelli che esprime l’intenzione di riattivare al più presto Area B e la sosta a pagamento non sono condivisibili – continua Mascaretti – la Giunta Sala continua a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Decisione assurda come la misura del coprifuoco che è pesata interamente sui commercianti e sui ristoratori, mentre contestualmente sui mezzi pubblici abbiamo assistito a situazioni di veri e propri affollamenti involontari che non consentivano ai passeggeri di mantenere le distanze previste” prosegue Mascaretti “Area B è un divieto classista che va a colpire le famiglie più deboli economicamente, che in questo momento sono tante, poiché posseggono le auto più vecchie. Anziché un divieto si proceda con degli incentivi. Il Comune ha fatto cassa durante la pandemia rastrellando con le tasse locali o tesaurizzando 548 milioni di euro, ora li spenda anche per aiutare i cittadini e migliorare l’aria che respiriamo, dando incentivi ai milanesi per la sostituzione di auto vecchie con auto di nuova generazione, anche usate. Ma non è finita. Se si vuole che i cittadini dell’area Metropolitana non entrino in città con le loro auto occorrono che l’amministrazione faccia due cose: realizzare almeno 200 mila nuovi parcheggi d’interscambio e potenziare adeguatamente il trasporto pubblico locale, che resta tutt’ora inadeguato a rispondere alle esigenze della Città”.

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PM: Berlusconi è seriamente malato

Il Tribunale di Milano ha rinviato il processo Ruby Ter al prossimo 26 maggio, tra una settimana, per discutere sulla questione dello stralcio o meno della posizione di Silvio Berlusconi da quella degli altri imputati. In aula non erano presenti tutti i difensori, perché il processo non si svolgeva alla Fiera ma in Tribunale dove vigono le restrizioni anti Covid. E dunque proprio per far discutere sulla richiesta della Procura anche gli altri legali è stato disposto dai giudici il rinvio. In quella udienza il collegio deciderà se separare le posizioni. Oggi, infatti, hanno potuto intervenire in aula, oltre alla difesa di Berlusconi che si è associata alla richiesta dei pm di stralcio, solo gli avvocati Fabio Giarda (per l’imputato Luca Giuliante) e Mirko Palumbo (per l’imputata Raissa Skorkina), che hanno chiesto ai giudici di respingere l’istanza e disporre un rinvio lungo del processo per tutti gli imputati. Per tutti gli altri difensori era presente solo un avvocato ‘sostituto’, che prima si è associato alla difesa Berlusconi e poi però ha fatto notare il problema. Lo stesso legale Giarda ha suggerito di “dedicare l’udienza di mercoledì prossimo per risolvere la questione”. E così hanno deciso i giudici. I pm non si sono opposti e convocheranno comunque per quella data il ragioniere Giuseppe Spinelli, contabile di fiducia di Berlusconi e che avrebbe fatto avere i soldi alle ragazze. Testimonianza più volte saltata in questi mesi. Se i giudici decidessero di separare la posizione di Berlusconi, a quel punto il processo quel giorno andrà avanti con la deposizione di Spinelli. Poi, quando le condizioni di salute dell’ex premier lo permetteranno, la posizione semmai sarà riunita a quella degli altri e a quel punto, però, la difesa potrà chiedere di ‘integrare’ l’esame degli ultimi due testi dei pm e l’attività istruttoria che sarà stata fatta fino a quel momento con le proprie osservazioni e domande. Dopo la deposizione di Spinelli e di un ultimo teste di polizia giudiziaria (gli ultimi dell’accusa), sarà la volta dell’esame degli imputati e Marysthell Polanco nei mesi scorsi si è già detta pronta a “dire la verità”. “Noi crediamo assolutamente che Berlusconi sia seriamente malato e affetto da una patologia severa e questo dicono i certificati medici e le consulenze”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nel processo milanese sul caso Ruby ter chiedendo che la posizione del leader di FI venga stralciata “temporaneamente” da quella degli altri imputati. Richiesta a cui si è associata la difesa dell’ex premier col legale Federico Cecconi che ha chiarito che per il Cavaliere è necessario un periodo “di riposo assoluto” con una struttura “domestica-ospedaliera” ad Arcore. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiesto in sostanza che il processo prosegua per gli altri 28 imputati, “che hanno diritto a un processo in tempi ragionevoli perché questo sta durando da tantissimo”, e che venga temporaneamente stralciata, per alcune udienze almeno, la posizione dell’ex premier per poi riunirla in seguito nel dibattimento. Per l’avvocato Cecconi questa non sarebbe una “situazione pregiudizievole” per la difesa Berlusconi e dunque il legale ha dato l’ok, mentre altre difese presenti in aula, come quelle degli imputati Luca Giuliante e Raissa Skorkina, hanno chiesto che l’ istanza di separazione venga respinta perché, ha detto un legale, “senza la difesa leader di Berlusconi questo dibattimento” non può andare avanti. Oggi si discuteva della nuova istanza di legittimo impedimento presentata dalla difesa del leader di FI per motivi di salute. L’ex premier è stata dimesso sabato scorso dal San Raffaele dove era stato nuovamente ricoverato per postumi del Covid che lo ha colpito lo scorso settembre. Per Cecconi, come ha chiarito in aula, il quadro clinico in pratica non è mutato e già un paio di settimane fa nelle consulenze mediche si segnalava la necessità di un periodo di riposo e cure “di 60 o 90 giorni”. Il collegio presieduto da Marco Tremolada ha chiesto alla difesa se accettasse un rinvio alla prossima settimana (proponendo anche una data invece a metà giugno) e poi è arrivata la proposta della Procura di separazione delle posizioni. Ora i giudici devono decidere. “Credo che Berlusconi stia male per davvero e traggo questo dai certificati medici e lo traggo anche da quelli prodotti nel processo di Siena – ha detto il pm Siciliano – non ho il minimo dubbio sulla situazione di particolare serietà e gravita e nulla mi fa dire che possa esserci una soluzione veloce e che il quadro non si possa riproporre con modalità diverse anche in seguito”. “Certo che siamo preoccupati”. Così il legale di Silvio Berlusconi, l’avvocato Federico Cecconi, ha risposto ai cronisti che, dopo l’udienza Ruby ter, gli hanno chiesto quali siano le condizioni del leader di FI. Il difensore ha chiarito che è “costantemente monitorato a casa”, è in condizioni “di degenza domiciliare” e lo ha descritto come un “soggetto defedato”, ossia deperito, non in buone condizioni. ANSA

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